Come ogni anno ad Aprile il mondo del mobile e del design ha puntato gli occhi su Milano e sulla sua Design Week, in occasione della 58^ edizione del Salone Internazionale del Mobile.
E come ogni anno mostrano un crescente successo gli eventi collaterali al circuito ufficiale, ovvero quelli del Fuorisalone 2019, manifestazione nata spontaneamente negli anni ottanta e che ormai richiama migliaia e migliaia di persone.
Ogni anno l’obiettivo è sempre più quello di stupire e questo ormai è stato capito dai brand che spesso si rivolgono ad artisti per le loro installazioni e per colpire il visitatore affinché il loro marchio rimanga impresso nella mente. Da tempo ormai gli eventi del Fuorisalone non si concentrano più solo sul mobilio, ma vengono proposti da numerosi brand che trovano in questi luoghi il modo ideale per promuoversi.
Risulta estremamente complicato, se non impossibile, riuscire a vedere tutti gli eventi del Fuorisalone 2019, per via del tempo limitato nel quale si concentrano gli eventi (dall’8 al 14 aprile), per via delle file che spesso si trovano all’ingresso delle installazioni più acclamate e per il fatto che queste sono dislocate in più quartieri della città, come Ventura Centrale (per lo più sotto i binari della stazione centrale di Milano), Brera Design District, Tortona, Isola e Bovisa.
Ecco una selezione delle principali installazioni che sono andate in scena durante il Fuorisalone 2019.
Probabilmente la più iconica tra tutte le installazioni del FuoriSalone 2019 è quella delle cerniere di Alex Chinneck in Tortona. Comun denominatore dei pezzi presenti è l’utilizzo di grandissime cerniere che lasciano intravedere attraverso una seconda realtà.
L’installazione prende il nome di IQOS World Revealed ed è stata realizzata per il gruppo Philip Morris e, infatti, all’interno dell’edificio sono esposti prodotti legati al consumo di tabacco e alle sigarette elettroniche. Attraverso le zip Alex Chinneck dà vita a una serie di fenditure surreali e, nella maggior parte di queste, si può scorgere una luce diffusa e colorata che invade lo spazio ‘nascosto’.
L’opera è allestita all’interno del Tortona District e occupa l’intera facciata di un palazzo a cui dà un aspetto quasi trasandato, ma che attraverso la cerniera in parte sganciata permette di vedere il palazzo sottostante. La facciata sovrapposta richiama lo stile degli edifici milanesi.
All’interno dell’edificio il percorso si snoda attraverso altre installazioni: una botola nel pavimento è in parte aperta attraverso un’altra cerniera e prima di arrivare alla sezione dedicata ai prodotti si entra in un’altra stanza dove, da un muro aperto in due da una grossa cerniera, fuoriesce un grande fascio di luce colorata che fa cambiare l’atmosfera della sala. Attraverso una scala si può raggiungere l’apertura nel muro e farsi scattare una foto che verrà prontamente stampata e consegnata al fruitore dei questo spazio.
In IQOS World Revealed Chinneck unisce in un unico progetto arte, teatro e architettura su opere create in grandi dimensioni. Il progetto è stato sviluppato partendo dal concetto che in ogni persona è intrinseco il desiderio di scoprire cosa si trovi oltre i limiti conosciuti e alla propria percezione.
A pochi passi di distanza da IQOS World Revealed è stato costruito A Pinnacle of Reflections frutto di una collaborazione tra Matteo Thun e 3M.
L’azienda si è sempre occupata di fare ricerca sui materiali e attraverso questa installazione celebra la natura che rappresenta per la company una fonte di ispirazione per i suoi prodotti.
A Pinnacle of Reflections è un’alta torre in legno con la punta ricoperta di un materiale 3M estremamente riflettente che, in base alle situazioni meteorologiche e al variare della luce tra giorno e notte, si colora di sfumature differenti.
È poi possibile entrare all’interno della torre in legno e, alzando gli occhi verso il cielo, vedere un fitto intrico di farfalle in materiale plastico e riflettente che colpisce gli occhi.
L’installazione A Pinnacle of Reflections è stata inserita all’interno di Super Studio durante gli eventi del Fuorisalone 2019 e ricorda un grande caleidoscopio con protagonista la farfalla blu e la sua trasformazione da bruco a farfalla come simbolo di innovazione.
Un altro brand che ci ha abituato a installazioni sorprendenti negli scorsi eventi della Design Week di Milano è COS, come nell’edizione 2016 in cui ha riempito un’intera stanza buia con la sola luce di grandissimi fari.
Quest’anno la collaborazione di COS è stata con l’architetto francese Arthur Mamou-Mani, all’interno della cornice del palazzo storico Isimbardi per l’opera Conifera.
Arthur Mamou-Mani si è fatto conoscere al grande pubblico nel 2018, progettando il “tempio” Galaxia per il Burning Man Festival, finanziato in buona parte dal cofondatore di Google Sergey Brin.
Anche in questo caso il pensiero è volto alla tecnologia e ai nuovi materiali che possono essere impiegati nella costruzione di strutture e altri oggetti. In questo modo i cortili e il giardino di palazzo Isimbardi sono stati protagonisti di un’estensione degli spazi, con una congiunzione dell’architettura alla natura.
In Conifera grosse strutture geometriche, prodotte in bioplastica, sono state stampate in 3D con l’ausilio di un software open-source e sono state prodotte in moduli successivamente assemblati tra loro e congiunti alle facciate dei cortili interni dei palazzi. In quest’opera l’architettura digitale mira a fondersi al meglio con lo stile cinquecentesco del palazzo Isimbardi.
L’obiettivo di Arthur Mamou-Mani con la sua installazione a Fuorisalone 2019 è quello di offrire uno spunto per sviluppi futuri, che vadano sempre di più a combinare sostenibilità e design, riducendo in maniera significativa l’impatto dell’evoluzione sul mondo.
I materiali utilizzati nella produzione di queste strutture sono di due colori: quello chiaro è composto da aceto, glicerina e mais, mentre quelli scuri prevedono l’utilizzo del legno di conifera, molto frequente in Lombardia. La stampa è stata fatta attraverso l’utilizzo di quattro stampanti 3D: una a Londra e le altre tre in Italia (Milano, Macerata e Venezia) e all’interno del cortile del palazzo è possibile vedere una di queste macchine in funzione.
Una delle opere più discusse del Fuorisalone 2019, probabilmente per via del tema e della posizione in cui è stata allestita, è Maestà Sofferente di Gaetano Pesce, posizionata all’ingresso di piazza Duomo di Milano.
L’opera è rappresentata da un’enorme poltrona, lo stesso modello che nel 1969 diede notorietà a questo designer, trafitta da quattrocento frecce. La poltrona Up5&6 raggiunge un’altezza di otto metri ed è posizionata tra sei teste di animali feroci, come serpenti e leoni, e inoltre risulta essere legata attraverso una catena a una grande palla di ferro. Questi elementi vanno a contraddistinguere il significato dell’opera, che si pone l’obiettivo di essere una denuncia contro la violenza sulle donne, sia questa eclatante o perpetrata silenziosamente.
In realtà l’installazione Maestà Sofferente ha suscitato parecchie critiche, su più livelli. Il primo è meramente estetico, pare non essere piaciuta e posizionarla direttamente nella piazza più famosa della città sicuramente è un grosso rischio, perché inevitabilmente pone l’opera al giudizio di chiunque. Un’altra grossa critica è invece arrivata dal movimento femminista per due ragioni: in prima battuta la donna continua a essere rappresentata come vittima e mai come vincente, in secondo luogo l’elemento che dovrebbe rappresentare la donna, è ben lontano dall’essere assimilabile a un corpo umano, in quanto manca proprio dei suoi elementi distintivi (braccia, gambe, testa..).
Tra gli obiettivi di Gaetano Pesce c’era quello di far parlare del tema del femminicidio e della violenza sulle donne.. e si direbbe aver fatto centro.
Come ogni anno gli spazi dell’università Statale di Milano nascondono tanti progetti e opere meritevoli. Tra queste Human Proportions di Massimo Iosa Ghini.
In questa installazione l’attenzione è sulle proporzioni e sullo spazio. Attraverso un parallelepipedo di 10 metri per 4 metri di larghezza e 6 metri di altezza è possibile vedere come le prospettive interagiscano con la figura umana. Attraverso una sagoma stampata in 3D e dell’altezza di 70 centimetri, la mente dei visitatori elabora gli spazi e le distanze.
Delle linee prospettiche poste lungo tutta la struttura guidano gli occhi all’interno dell’installazione e si sarà sorpresi quando qualcuno si affaccerà dalla finestra aperta proprio al fianco della statua umana e svelerà l’illusione prospettica che sta dietro al progetto.
Attraverso l’installazione From Shypyard to Courtyard il cantiere navale Sanlorenzo è per il terzo anno consecutivo protagonista degli eventi del Fuorisalone 2019.
L’opera di quest’anno, posizionata all’interno di un cortile dell’università Statale, è rappresentata dallo scheletro di uno yacht SX112, interamente tinto di rosso.
Inizialmente l’opera era prevista come interattiva, con la possibilità di attraversarla da lato a lato grazie a una passerella che doveva essere disposta in tutta la lunghezza dello scafo di 33 metri, ma che poi non è stata inserita.
La struttura di From Shipyard to Courtyard mette in mostra l’artigianalità e l’esperienza dell’azienda navale con un evidente richiamo all’attività dei maestri d’ascia che nei cantieri navali si occupavano proprio della creazione di queste parti delle navi.
Attraverso lo scafo rosso inserito nel cortile del settecento, Sanlorenzo anticipa un nuovo modello che verrà commercializzato nel 2020, nel quale verranno ristudiati gli spazi, mantenendo una continuità tra interni ed esterni.
Un’altra delle installazione simbolo del Fuorisalone 2019 è ancora una volta all’interno del cortile d’onore della Statale di Milano. Torna ancora una volta il designer Marcantonio con una delle combinazioni che più l’hanno caratterizzato: l’illuminazione unita al mondo animale.
Questa volta con Giraffe with Chandelier, mette come protagonisti due di questi animali a grandezza naturale (circa quattro metri) che, anziché essere intente a mangiare dalle chiome degli alberi, sorreggono con la loro bocca due lampadari. I lampadari classici in stile Maria Teresa, così come il filo che sembra essere appena stato strappato dal muro contribuiscono a dare un’area poetica all’installazione prodotta in fibra di vetro.
L’ironica descrizione dell’opera sostiene che la giraffa è innamorata, ma ancora non lo sa perché il cuore è lontano dalla testa.
Marcantonio ha già lanciato diversi pezzi in collaborazione con Seletti, che vedono gli animali come protagonisti, come topolini, scimmie e gatti,
Sul prato del cortile d’onore dell’università si trovano quattro isole di tappi raccolti dentro a delle gabbie che gli danno forma. Dal basso non si riesce a cogliere immediatamente il significato di queste forme, ma non appena ci si innalza sul giardino raggiungendo il porticato al primo piano si può leggere chiaramente la scritta HELP.
Il riferimento dell’artista Maria Cristina Finucci ai disastri ambientali e agli inquinamenti dei mari è evidente e, anzi, sembra quasi si tratti di un grido urlato senza voce per attirare l’attenzione su di un tema estremamente caldo.
Circa due tonnellate di tappi in plastica compongono l’opera e sono stati raccolti attraverso la collaborazione dell’università di Roma Tre e Caritas.
La sera la scritta viene accesa e assume un caratteristico colore rosso magma incandescente, che sembra evocare una ferita aperta nel terreno che ospita l’installazione Help the Planet, Help the Humans.
Quest’opera approda qui dopo essere già stata protagonista in altre due suggestive location: sull’isola di Mozia in Sicilia nel 2016 e all’interno del Foro Romano di Roma nello scorso anno.
Spostando lo sguardo leggermente a destra di Help the Planet, Help the Humans, sono attirato da La Foresta dei Violini di Nemo Monti. Questa è un’altra installazione dall’alto valore simbolico.
La Foresta dei Violini è composta da due tronchi di alberi, ancora dotati di radici, appoggiati su di un enorme cavalletto che raggiunge il primo piano del palazzo dell’università Statale di Milano.
I due tronchi utilizzati nell’opera sono di abete rosso e provengono dalla devastante ondata di maltempo che nello scorso autunno (29 ottobre 2018) ha investito il nord est dell’Italia con venti fino a 200 chilometri orari, facendo crollare circa 14 milioni di alberi. Anche il cavalletto che sostiene i due tronchi è costruito in legno di abete rosso e funge da ponte tra cose e idee, mostrando come una semplice materia prima possa essere trasformata in qualcosa di utile.
L’installazione La foresta dei violini è un omaggio ai territori colpiti da questo disastro naturale e mira a dare visibilità alla cultura di quei territori che sul legno hanno costruito mestieri e una filiera di produzione, che abbraccia diversi campi, fino a quello artistico con la produzione di violini. Uno dei boschi più colpiti da questa ondata di maltempo è la foresta di Paneveggio, altrimenti conosciuta come la foresta di Stradivari, perché per la qualità del legno che si trova qui viene utilizzata per la costruzione delle casse armoniche dei famosi violini.
Proprio i violini sono l’altro protagonista dell’opera, infatti sotto al porticato, in corrispondenza dei due tronchi, ci sono dei musicisti che suonano i loro violini senza sosta.
Un lato del cortile d’onore della Statale di Milano è occupato da grandi cubi in legno sovrapposti che compongono MultiPly Milano di Waugh Thistleton Architects.
Sedici cubi in legno sostenibile sono assemblati in maniera modulare e invitano i fruitori a ripensare il modo di concepire e costruire infrastrutture, siano queste case o, più in grande, città. E così si alternano cubi che contengono corridoi, a quelli con scale, o ancora aperture e sale.
Le sue dimensioni raggiungono un’altezza di circa dieci metri e l’obiettivo di questa produzione è stato quello di rispettare l’impatto ambientale zero, incentivando le costruzioni in legno. In particolare per MultiPly Milano è stato impiegato il legno di latifoglia americano a strati incrociati.
Al centro della riflessione di questo progetto ci sono i dati dell’aumento circa le dimensioni delle città che se oggi ospitano circa il 55% della popolazione, si stima che nel 2050 accoglieranno il 68%. Risulta immediato capire che le città tenderanno ad essere sempre più grandi e sempre più popolate e a questa necessità bisogna rispondere con un’edilizia sostenibile e in armonia con l’ambiente.
La struttura di MultiPly Milano a Fuorisalone 2019 è di circa 40 metri cubi e immagazzina circa 28 tonnellate di anidride carbonica e le materie prime impiegate si rigenerano in circa cinque minuti all’interno delle foreste americane. Le latifoglie rappresentano quasi l’8% di tutte le foreste americane e cresce di quasi 19 milioni di metri cubi all’anno, paragonabile al volume di circa 19 piscine olimpioniche al giorno.
Fuorisalone 2019 è un’ottima possibilità anche per visitare una sala segreta ospitata dentro alla stazione centrale di Milano. Si tratta della Sala Reale, utilizzata come sala d’attesa dalla famiglia reale dei Savoia e posta al di sopra degli spazi dove ogni giorno transitano migliaia di passeggeri.
La Sala Reale è raggiungibile attraverso la via esterna alla stazione che corre parallela ai binari, salendo una larga scalinata. Non appena giunti nei pressi dell’installazione lo si nota dagli scalini rosa che servono a circoscrivere un lato della sala, preventivamente riempita da materiale in poliestere 100% riciclato e riutilizzabile. Una vera e propria piscina nella quale ci si può tuffare alla scoperta di pezzi di design austriaco, insomma una designpool.
All’interno dell’Austrian Design – Pleasure & Treasure sono esposti pezzi di 40 designer austriaci e aziende produttrici, che spaziano da accessori, come specchi o servizi per la tavola, a mobilio per ufficio o illuminazione.
Purtroppo nei diversi giorni di apertura il materiale in poliestere è andato via via assottigliandosi e perdendo quindi quell’effetto iniziale di grosso riempimento da piscina per bambini, lasciando più che altro un alto strato a terra e, solo negli angoli, delle zone piuttosto piene.
Sotto alla “piscina” della Sala Reale, un’altra stanza espone ulteriori pezzi di design austriaco su di una vasca riempita con cioccolatini alla banana chiusi in una carta d’orata sfavillante.
Un altro degli spazi utilizzati per le prime volte nel Fuorisalone 2019 è quello di Ventura Centrale. Quest’anno hanno aperto le porte le stanze inutilizzate sotto i binari che partono dalla stazione centrale di Milano. Proseguendo oltre il Binario 21 (tristemente famoso per la deportazione degli ebrei durante la seconda guerra mondiale), arriviamo a una serie di spazi riconoscibili dalla fila all’esterno.
Ognuno di questi ospita un percorso con delle installazioni, tra cui quello molto particolare dell’azienda di borse in teloni di camion Freitag.
Un’altra installazione molto particolare in Ventura Centrale, divenuta simbolo del Fuorisalone 2019 è Come to Light, un grosso cubo luminoso realizzato dal Gruppo Aria che, attraverso delle strisce di luce arreda completamente una grande stanza.
Il cubo luminoso di Come to Light si “esibisce” in un ballo che segue il sonoro che si diffonde per tutta la stanza, con un gioco di luci che si basa anche sulla prospettiva e che segue il crescendo proposto dalla colonna sonora che avvolge e coinvolge gli spettatori.
Come to Light è stato progettato dal gruppo Aria, dei giovani designer che si occupano del mondo dell’illuminazione e che attraverso una lunga striscia led RGB ha messo in piedi questa suggestiva opera con lo scopo di mostrare la nuova tecnologia progettata e adottata nei suoi prodotti.
Guarda anche le edizioni precedenti del Fuorisalone: