Lecco – Cosa vedere in un giorno

Resegone e campanile di San NIcolò di Lecco

La città di Lecco è la destinazione ideale per una gita di un giorno o due. Questa bella cittadina unisce un centro con monumenti antichi a panorami suggestivi ed alte montagne che si innalzano tutto intorno alla città. Non meno bello è il lago di Como che qui si allunga nel ramo lecchese.

Lecco porta ancora la testimonianza della dominazione della famiglia Visconti, appartenente al ducato di Milano. Manzoni racconta la dominazione nei suoi Promessi Sposi. Lecco è molto legata alla figura dello scrittore e lo celebra con monumenti e case museo.

In una sola giornata potrai visitare tutto il suo centro e le sue attrazioni. Con un paio di giorni potrai fare una gita sul lago o percorrere suggestivi trekking sulle montagne circostanti.

Dove si trova Lecco ^

Lecco è una delle province lombarde. Il suo territorio comunale è a ridosso della sponda orientale del ramo orientale del lago di Como. La città è lungo la strada che collega la Valtellina alla Valsassina e si sviluppa nel fondovalle.

Qui il lago di Como si collega al lago di Garlate attraverso il fiume Adda e il territorio cittadino è bagnato da tre torrenti: il Bione, il Caldone e il Gerenzone. Tutto intorno si innalzano le montagne che insieme al Lario definiscono il perimetro della città. Tra questi monti ci sono il Coltignone, il San Martino, il Due Mani, il Pizzo d’Ema, il Resegone e il Magnodeno. Sulla sponda opposta del lago, invece, si innalza il monte Barro.

La varietà dei monti qui presenti dona al territorio comunale una vasta escursione di altitudini, che vanno dai 198 metri sul livello del mare del centro cittadino ai 1875 metri sul monte Resegone.

Dove parcheggiare a Lecco ^

Nella ricerca di un parcheggio a Lecco tieni presente che l’intero centro storico è una zona a traffico limitato. I parcheggi più vicini, a pagamento, sono i seguenti:

Questi hanno un costo di 2€ per la prima ora, 0,50€ per la seconda e 1€ all’ora a partire dalla terza.

Se sei alla ricerca di un parcheggio gratuito, invece, puoi provare in via Mattei, a circa 20 minuti dalle piazze centrali.

Cosa vedere a Lecco ^

L’elenco tra le cose che ci sono da vedere a Lecco è lungo. Questa città infatti, nonostante le dimensioni ridotte, nasconde una moltitudine di monumenti spesso legati alla sua storia. E così passeggiando per le sue vie puoi ricostruire la storia del borgo fortificato e dei suoi castelli. Puoi omaggiare la figura di Alessandro Manzoni o godere di un po’ di relax sulle sponde del lago di Como. Puoi raggiungere il vicino borgo di pescatori di Pescarenico o visitare i musei cittadini.

Insomma, in una giornata a Lecco sicuramente non ti annoierai, ma anzi sarai pieno di cose da fare e vedere. Gambe in spalla, ecco l’itinerario completo per la visita della città.

Vallo delle Mura ^

Il Vallo delle Mura, la prima tappa, è un grande fossato alle porte del centro storico che testimonia l’assetto storico di Lecco. Qui puoi vedere i resti della fortificazione perimetrale del borgo antico.

Le mura risalgono al 1336, quando Azzone Visconti, signore di Milano, ne richiese la costruzione insieme al castello cittadino. La torre viscontea, che puoi vederre in centro, era il maschio del castello. Nei secoli successivi gli Sforza rividero l’intera fortificazione e, tra le altre cose, costruirono anche il porto fortificato sul lago di Como.

Nel 1551 presero il via i lavori di restauro delle fortificazioni, per renderle adeguate alle ultime tecniche di guerra. Solo a partire da fine settecento venne smantellata la fortificazione, quando l’imperatore Giuseppe II decise di vendere il castello a dei privati, sopprimendo la piazzaforte militare di Lecco. A seguito di ciò, tra l’ottocento e il novecento, furono distrutti i bastioni fortificati.

In corrispondenza del Vallo delle Mura puoi vedere ciò che rimane del castello, circondato da mura a forma triangolare.

Palazzo Belgiojoso ^

Sempre al di fuori del centro storico di Lecco puoi vedere il palazzo Belgiojoso. Costruito nel settecento su mandato della famiglia Locatelli rappresentava la residenza di campagna della famiglia bergamasca. A questa villa era annesso un grande fondo terriero che veniva coltivato.

Il nome è legato ai successivi proprietari. Fu infatti l’ereditiera Giovanna Mellerio, moglie del principe Carlo Rinaldo Belgiojoso d’Este ad acquistarla. Nel 1927 passò poi tra le proprietà del comune di Lecco, che vi insediò i musei civici. Nel 1994 il palazzo Belgiojoso divenne un polo museale, accogliendo oltre al museo civico quello di storia naturale, quello archeologico, quello storico e il planetario civico.

Visitandolo potrai vedere alcune decorazioni settecentesche pittoriche con soggetti esotici e quattro medaglioni ottocenteschi che raffigurano i protagonisti de I Promessi Sposi. L’accesso all’edificio è dotato di un ampio porticato sulle cui pareti è stato allestito un lapidario con sarcofaghi tardo-romani e medievali.

Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio ^

La prossima tappa tra le cose da vedere a Lecco è l’imponente chiesa dei Santi Gervasio e Protasio. Siamo all’interno del rione Castello e questa fu la più importante chiesa cittadina fino al tardo cinquecento, quando assunse una notevole importanza la basilica di San Nicolò. Il motivo fu che a eseguito di alcuni scontri tra i Malatesta e i Visconti, il clero preferì trasferirsi nel borgo protetto dalle mura.

Le origini della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio sono nel duecento, quando fu costruita in stile romanico.

Durante il quattrocento la chiesa venne interamente ristrutturata, ma i lavori continuarono anche nei secoli successivi. L’aspetto attuale è frutto di lavori seicenteschi che, tra le altre cose, hanno prolungato le navate. La facciata risale invece agli inizi del settecento ed è in stile barocco, anche se la parte superiore è stata rimaneggiata nel 1926.

Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio
Facciata della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio

Il campanile è invece datato 1816 ed è in posizione arrettrata sulla parte sinistra della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, anche se l’originario era del secolo precedente.

Nell’ottocento vennero completamente rivisti gli interni, anche se sono stati conservati alcuni antichi elementi. Alla costruzione duecentesca risalgono un affresco tardogotico, la monofora del presbiterio e i basamenti di alcune colonne nella navata. Celebre è la cappella del Crocifisso, costruita tra il 1926 e il 1930 con statue di epoca barocca.

Cimitero monumentale ^

Cimitero monumentale di Lecco

Percorrendo la strada che conduce al centro di Lecco passerai davanti al cimitero monumentale cittadino. Questo spazio risale al 1882, quando conosciuto come Nuovo cimitero fu organizzato su due assi ortogonali che collegano un porticato in stile neogotico.

Nel 1901 lo spazio fu ampliato, inglobando anche il preesistente cimitero. A quei lavori risalgono l’atrio e la facciata d’ingresso, che ha conferito al cimitero monumentale uno stile liberty.

All’interno del porticato trovano poste 22 cappelle private, mentre al centro sorge una cappella a base ottagonale utilizzata come oratorio.

Basilica di San Nicolò ^

La prossima tappa tra le cose da vedere a Lecco è la sua chiesa più importante: la basilica di San Nicolò. Ha origini piuttosto antiche, risale infatti all’XI secolo quando fu costruita in stile romanico. Durante i secoli successivi venne rivista più volte e ampliata. Se nel quattrocento subì un grande restauro, nel secolo successivo venne spogliata e danneggiata, per poi rinascere nel seicento. Fu proprio durante il XVII secolo che acquisì uno stile barocco, sostituito dall’attuale neoclassico dovuto ai lavori dell’ottocento.

All’interno della basilica di San Nicolò trovi diversi affreschi ottocenteschi e novecenteschi. Tra questi alcuni raffigurati episodi della vita di Gesù e altri che rappresentano la Gloria della Madonna del Rosario.

Tra le varie cappelle della basilica di San Nicolò trovi anche la cappella di Sant’Antonio Abate, utilizzata come battistero. Qui sono presenti alcuni resti della costruzione più antica, oltre che affreschi del trecento, tra cui l’Annunciazione della Vergine e la Deposizione del Cristo, oltre che alcune scene sulla vita di Sant’Antonio Abate dipinte sulla volta.

La fonte battesimale qui presente risale al 1596 ed è in marmo di Varenna. La struttura è articolata, con una colonna retta da zampe di leone in bronzo su cui è posizionata la vasca. Al di sopra, invece, c’è un ciborio in legno con nuermose statue di santi.

Campanile di San Nicolò ^

A rendere particolare il campanile di San Nicolò c’è il fatto che la sua base sia composta dai resti di un torrione facente parte del borgo fortificato. Il campanile fu aggiunto solo tra il 1902 e il 1904. Insolito è anche il fatto che nonostante la basilica fosse in stile neoclassico, il campanile fu costruito in stile neogotico.

La torre del campanile di San Nicolò raggiunge i 96 metri di altezza ed ha all’interno una doppia scalinata.

Piazza Mario Cermenati ^

Scendendo la scalinata della basilica di San Nicolò raggiungerai la piazza Mario Cermenati. Questa è divisa dal lungolago per mezzo di una strada.

Piazza Mario Cermenati è un grande spazio a pianta rettangolare sul quale si affacciano diversi edifici residenziali e alcuni bar. Originariamente questa piazza era conosciuta come piazza del Grano, poi piazza Cesare Battisti.

Il nome attuale di questo spazio è invece legato al monumento a Mario Cermenati, posizionato al centro della piazza.

Monumento a Mario Cermenati

Il monumento è una scultura in marmo che celebra il geoloco e naturalista lecchese vissuto a cavallo tra l’ottocento e il novecento. Fu proprio lui a fondare i musei civici di Lecco.

La posa del monumento avvenne nel 1927, ma quello che si può vedere oggi è una seconda versione. L’originale in bronzo venne requisito e fuso dai fascisti durante la seconda guerra mondiale per alimentare l’industria bellica. In questa versione il geologo era ritratto mentre gesticolava animatamente.

Questa seconda versione, realizzata in marmo, posa sullo stesso ammasso di rocce che sosteneva la stua in bronzo. In questo caso però Mario Cermenati è ritratto mentre scruta il lago e si appoggia a tre tomi su Leonardo, sulla geologia e sulla storia delle scienze.

Lungolario di Lecco ^

Davanti alla piazza Mario Cermenati si snoda il lungolario Isonzo. Questa suggestiva camminata sulla sponda del lago conduce in 300 metri fino al grande Monumento ai Caduti.

Se invece passeggi in direzione opposta incontrerai il lungolario Cesare Battisti e, dopo aver attraversato il fiume Gerenzone il lungoario Luigi Cadorna, il lungolario IV novembre e infine il lungolario Piave.

Una costante di questo lungolago sono le aree verdi. Innumerevoli parchi e parchetti si susseguono ad aree alberate e a discese in cemento e piattaforme da cui raggiungere il lago. A rendere ancora più suggestiva questa passeggiata ci sono le alte montagne rocciose che sorvegliano il centro storico.

L’intera passeggiata ha una lunghezza di circa 3 chilometri, percorribili in circa 40 minuti a tratta.

Monumento ad Antonio Stoppani ^

Monumento ad Antonio Stoppiani sul lungolario

Appena fuori dal centro di Lecco, percorrendo il lungolario, ti imbatterai nel monumento ad Antonio Stoppani, inaugurato lo stesso giorno del monumento a Mario Cermenati.

La scultura in bronzo, posta su di un massiccio basamento in marmo, è al centro dell’omonima piazza. La statua ritrae Antonio Stoppani, un celebre abate, geologo e patriota lecchese che scrisse il Bel Paese, morto nel 1891.

A rendere ancora più spettacolare il monumento c’è l’esedra con mattoni rossi a vista e due fontane laterali, realizzata sfruttando l’allora lavatoio pubblico.

Palazzo delle Paure ^

Torna ora in centro a Lecco. Tra la piazza Mario Cermenati e piazza XX settembre troverai ad aspettarti il massiccio Palazzo delle Paure. La sua forma è piuttosto particolare e il suo stile è eclettico neomedievale.

Costruito ad inizio novecento, il palazzo delle Paure occupa una parte della vecchia cinta muraria.

Fino al 1964 è stato la sede della finanza e i lecchesi andavano qui per pagare le tasse. Per questo motivo assunse ironicamente il nome di Palazzo delle Paure. Ora è invece la sede principale del polo museale dei musei civici di Lecco.

Il primo pian è utilizzato per mostre temporanee, mentre il secondo ospita la collezione permanente d’arte contemporanea e la sezione di grafica e fotografia. L’ultimo piano (il quarto) è invece la sede dell’osservatorio alpinistico lecchese.

Sulla piazza Mario Cermenati spicca una torre a base quadrata che sul lato orientato verso piazza XX settembre presenta lo stemma della famiglia Visconti.

Piazza XX settembre ^

Piazza XX Settembre di Lecco

Tra i punti di ritrovo principali di tutta Lecco c’è la sua piazza XX settembre. Così chiamata dal 1895, prima era nota come piazza del Mercato.

Questa posizione del centro storico è sempre stata piuttosto importante, era infatti il luogo su cui si affacciava il castello cittadino che ospitava la guarnigione militare. Il suo antico nome è però legato alla presenza del mercato settimanale. Lecco rappresentò a lungo un importante centro industriale ed era celebre per la produzione del metallo.
Piazza XX settembre ospitò per vari decenni i magazzini degli imprenditori metallurgici, che producevano le minuterie metalliche e il fil di ferro. I magazzini venivano direttamente aperti nelle giornate di mercato per poter commerciare i prodotti.

L’attuale conformazione di piazza XX settembre risale agli inizi dell’ottocento, quando l’architetto Giuseppe Bovara restaurò e progettò diverse edifici pubblici rifacendosi ai canoni dello stile neoclassico. In quell’occasione la piazza fu ripensata con una visione prospettica, delimitata da un porticato di colonne doriche di granito.

Borgo Fortificato ^

Lo spazio di piazza XX settembre era anche il cuore del borgo fortificato, dove oltre al castello sorgevano (e sorgono ancora) il palazzo comunale, la chiesa di San Nicolò e svariati altri edifici che svolgevano funzioni utili alla vita cittadina.

Era all’interno del borgo fortificato che risiedevano le più importanti personalità, tra cui gli ecclesiastici con rango più alto, gli aristocratici, i funzionari pubblici, i notai, gli avvocati, i mercanti e anche i militari.

Ovviamente il borgo fortificato cessò la sua esistenza quando, nel 1782, l’imperatore Giuseppe II soppresse la piazzaforte militare di Lecco e progressivamente vennero abbattute mura e bastioni.

Torre Viscontea ^

Torre Viscontea - Resti dell'antico castello di Lecco

Dell’antico castello cittadino rimane una traccia su piazza XX settembre: la Torre Viscontea. Il suo nome è legato a quello di Matteo Visconti, che la fece costruire nel 1296 e faceva parte della cinta muraria. Nella prima metà del trecento venne ricostruita, insieme al ponte fortificato sul vicino fiume Adda.

Durante i secoli venne rivista più volte, ad esempio tra il trecento e il quattrocento fu rinforzata e dotata di nuove merlature e beccatelli. La torre era parte di un complesso fortificato interamente circondato dall’acqua ed era raggiungibile per mezzo di alcuni ponti levatoi. Il castello di cui faceva parte la torre Viscontea era al centro dell’interesse delle varia forze che qui si avvicendavano. Ad esempio nel 1551 arrivarono gli spagnoli che si insediarono all’interno del castello e che, per mantenersi, imposero una tassa di 50 scudi d’oro alla popolazione.

Nel tempo l’intero castello subì diverse modifiche e nel XVII secolo occupava una superficie di ben 1200 metri quadri. In quel contesto la torre Viscontea ospitava un comandante, un luogotenente, un bombardiere e 26 soldati.

Oggi al pian terreno puoi ancora vedere gli alloggi del corpo di guardia e alcune palle di cannone in pietra. Il primo piano è invece impiegato come sede di mostre temporanee.

Curioso è sapere che la torre Viscontea è citata anche dal Manzoni nel primo capitolo dei Promessi Sposi.

Chiesa di Santa Marta ^

Anche la vicina chiesa di Santa Marta ha una storia piuttosto antica. Risale infatti al duecento, quando era conosciuta come chiesa di San Calimero. Solo verso la fine del trecento cambiò il proprio nome, quando divenne la sede della confraternita dei Disciplini di Santa Marta.

Durante i secoli le sue forme furono oggetto di revisioni a più mandate. Le più importanti furono quelle del quattrocento e quelle del seicento. L’attuale facciata invece frutto di una ricostruzione del settecento ed è caratterizzata da un leggero porticato.

Gli spazi interni sono distribuiti su di una sola navata che conduce a un ampio presbiterio. Tra le opere più importanti che puoi vedere qui c’è l’affresco della Gloria di Santa Marta, risalente al seicento. Anche l’altare è molto particolare: la sua base è decorata con formelle raffiguranti i busti degli apostoli, risalenti al cinquecento.

Al di sopra dell’altare c’è la statua della Madonna del Rosario con il Bambino benedicente, risalente al seicento, mentre nelle nicchie laterali trovano posto le statue di Santa Marta e Sant’Antonio da Padova.

Su di un lato sorge il campanile e alla destra della chiesa c’è un piccolo cortile. Qui c’è una scala che porta alla loggia e al locale dove si riuniva la confraternita. Sulla parte sinistra, invece, ci sono dei locali utilizzati come abitazione e a servizio dei pellegrini.

Monumento ai Caduti ^

Monumento ai Caduti di Lecco

Raggiungi ora il lungolago e ti troverai davanti al monumento ai caduti della prima guerra mondiale. Quest’opera è piuttosto massiccia ed occupa un posto di rilievo sul lago di Como.

L’autore è Giannino Castiglioni, il quale lavorò anche alla porta del duomo di Milano, e realizzò questo monumento nel 1926.

Il monumento ai caduti di Lecco è un’alta stele su cui si staglia la grande statua femminile alata che rappresenta la Patria con il viso guarda verso il cielo. Sul retro della stele ci sono incise le date della prima guerra mondiale.

Alla base della stele ci sono invece delle statue in bronzo che raccontano la vita dei soldati, dal lavoro precedente, fino alla loro morte, passando per la partenza per il fronte. Due targhe poste lateralmente contengono i nomi dei caduti lecchesi.

Successivamente il monumento fu integrato con i nomi dei soldati morti durante la guerra d’Africa e durante la seconda guerra mondiale.

Piazza Garibaldi ^

Ritorna ora nel centro storico di Lecco e raggiungi la piazza Giuseppe Garibaldi. Qui trovi il teatro della Società, il teatro più antico e importante di tutta Lecco.

Non solo il teatro ha sede qui, ma anche una serie di prestigiosi palazzi, che conferiscono un aspetto moderno e austero a tutta la piazza. Tra questi ci sono:

  • il palazzo Falck, progettato in stile neorinascimentale agli inizi dello scorso secolo. Inizialmente è stato la sede della Banca d’Italia, mentre dopo diversi anni di abbandono è stato recuperato per divenire la sede dell’unione commercianti di Lecco;
  • l’albergo Croce di Malta, che chiude l’altro lato corto della piazza. Questo palazzo di inizio ottocento è celebre per aver ospitato al suo interno numerose personalità ed essere stato teatro di vari comizi politici. Qui soggiornò Garibaldi per ben tre volte. Le sue forme sono le stesse di quando è stato costruito, ad eccezione del timpano aggiunto intorno al 1930. La funzione di albergo venne dismessa nel 1993, diventando poi una residenza privata;
  • il palazzo della Banca Popolare di Lecco. Le sue dimensioni sono davvero ingombranti e occupano buona parte di uno dei lati lunghi di piazza Garibaldi. Questo edificio risale al 1941, ma la facciata è del 1957. Caratterizzata da ben 19 finestre per piano, è divisa nella sua lunghezza in tre parti, con quella centrale leggermente avanzata e dotata di grandi ingressi ad arco. Il palazzo della Banca Popolare di Lecco rappresenta anche il più grande edificio storico di tutta la città.
Piazza Garibaldi e il palazzo della Banca Popolare di Lecco

A rendere omaggio al nome della piazza c’è il monumento a Giuseppe Garibaldi, il quale venne in città ben quattro volte. La statua risale al 1884 ed è la seconda dedicata all’eroe dei due mondi ad essere inaugurata dopo la sua morte.

Il monumento è in granito bianco e ritrae un Garibaldi altro tre metri che guarda verso est. Sulle spalle indossa un poncho e al collo porta un fazzoletto. Con la mano destra impugna una spada a sottolineare il suo vigore fisico e morale. Sul basamento sono invece incisi i nomi dei quattro lecchesi che parteciparono alla spedizione dei mille.

Prima del monumento a Garibaldi, la piazza portava il nome di piazza della Fiera.

Teatro della Società ^

Facciata del Teatro della Società di Lecco

Il teatro della Società occupa uno dei lati corti di Piazza Garibaldi. Questo risale agli anni 1843 – 1844, quando venne costruito nel suo stile neoclassico su di un progetto di Giuseppe Bovara. Fu la nobiltà e l’alta borghesia cittadina a richiederne la costruzione. Nonostante ciò fin da subito ospitò tutta la cittadinanza interessata agli spettacoli teatrali, la quale trovava posto nel loggione.

Il primo spettacolo andò in scena solo nel 1884 e da allora ospitò spettacoli lirici, di prosa e concerti, particolarmente apprezzati per l’ottima acustica interna. Nel secondo dopoguerra le sue condizioni erano critiche e si ipotizzò anche l’abbattimento. La cittadinanza però richiese una sua ristrutturazione che, di fatto, salvò il teatro che, negli anni, aveva subito diversi lavori anche di ampliamento.

Monumento ad Alessandro Manzoni ^

Monumento ad Alessandro Manzoni a Lecco

Tra le personalità più celebrate a Lecco c’è senza dubbio la figura di Alessandro Manzoni. Non a caso nel 1891 è stata inaugurata la grande statua che commemora il celebre scrittore, opera principale di Francesco Confalonieri.

Il celebre scrittore è scolpito mentre riflette seduto su di una grande poltrona, con il libro dei Promessi Sposi adagiato sulle ginocchia. La base del monumento è completata da tre altorilievi che rappresentano le scene del Ratto di Lucia, di Renzo al Lazzaretto e del Matrimonio di Renzo e Lucia.

La posa del monumento ad Alessandro Manzoni fu un evento talmente sentito che partecipò anche Giosuè Carducci, con un discorso commemorativo.

Santuario di Nostra Signora della Vittoria ^

A pochissimi passi dal monumento ad Alessandro Manzoni trovi il santuario di Nostra Signora della Vittoria. Questo santuario è un complesso edificio costruito come omaggio ai caduti della prima guerra mondiale a partire dal 1918, per poi essere consacrato nel 1932.

La sua facciata a capanna è in stile neoromanico, come il resto della struttura. L’ingresso è posto dopo una serie di colonne che danno vita a un pronao il quale protegge i tre ingressi. Sul fianco destro spunta il campanile alto 61 metri, mentre a quello sinistro è addossato l’edificio del battistero.

Il campanile è dotata di una croce in ferro di tre metri che, al suo interno, custodisce una reliquia della Vera Croce, ovvero la croce su cui venne crocifisso Gesù. La campana suona ogni giorno alle 19 per commemorare i caduti cittadini di tutte le guerre.

Facciata e pronao del santuario di Nostra Signora della Vittoria

L’effetto scenico degli esterni del santuario di Nostra Signora della Vittoria è reso anche attraverso l’utilizzo alternato di granito bianco e pietre nere di Prada. Questi disegnano delle righe orizzontali alternate lungo tutta la struttura.

Gli spazi interni sono distribuiti su di un’unica navata affiancata da cappelle laterali che conduce fino all’altare sormontato da una grande croce neomedievale. Al di sotto, invece, c’è la cripta dedicata alla memoria dei caduti lecchesi, con un aspetto monumentale e severo reso attraverso l’utilizzo di un rivestimento in granito. Qui sono conservate le spoglie di ufficiali e soldati della prima e della seconda guerra mondiale.

Gli interni sono volutamente spogli, ma le cappelle laterali sono dotate di affreschi e numerosi dipinti, alcuni abbastanza antichi, come La Paletta della Vittoria del 1530 o Il Compianto del Cristo Morto del 1660.

Villa Manzoni ^

Imperdibile durante l’itinerario tra le cose da vedere a Lecco è la Villa Manzoni, ovvero la villa del Caleotto. Costruita agli inizi del seicento dal primo esponente della famiglia ad abitare a Lecco, Giacomo Maria Manzoni, era già agli inizi divisa in due parti. La parte nobile, dotata di un grande cortile con porticato si contrapponeva alla parte rustica, dotata di scuderie, cantina e locali di servizio.

Giacomo Maria Manzoni fu un grande imprenditore e alla sua morte, nel 1642, lasciò un ingente patrimonio e diverse fucine e altiforni per la lavorazione del metallo. Per arrivare a ciò adottò spesso comportamenti al di fuori della legge, come omidici, rapimenti, stregoneria e utilizzò i suoi bravi per spargere la peste a Lecco.

È molto probabile che Manzoni si ispirò a lui per la figura di Don Rodrigo quando ambientò i suoi Promessi Sposi proprio all’epoca in cui visse il suo avo. La villa rimase nelle proprietà della famiglia dal 1615 fino al 1818, quando Alessandro Manzoni la vendette alla famiglia Scola.

Villa Manzoni è costruita attorno al cortile porticato con una struttura neoclassica. Le stanze al piano superiore sono completate da una galleria laterale, aggiunta durante alcuni lavori di rinnovamento. A quel momento risalgono le decorazioni del bel salone delle grisaglie, in stile neoclassico, ma anche i giochi prospettici con lunotti, le decorazioni alle volte dipinte e le volte a rilievo.

Sul lato occidentale c’era invece l’alloggio dei maggiordomi, con una cantina e un profondo pozzo che portava acqua alla vasca esterna, ospitata nel lato occidentale del porticato. Al pian terreno c’era poi una cucina, una sala da pranzo e l’accesso al piano superiore con la camera da letto e il collegamento a delle soffitte davvero enormi.

Dal cortile interno puoi accedere alla Cappella dell’Assunta, in cui è sepolto Pietro Manzoni, padre dello scrittore.

La casa museo di Villa Manzoni ^

Se per Alessandro Manzoni questa villa rappresentò la casa delle vacanze, oggi invece ospita il museo manzoniano, con un percorso di visita rivisto nel 2019 dove potrai vedere il mobilio originale, alcuni oggetti personali di Manzoni, statue, quadri, disegni e immagini. Non possono mancare degli approfondimenti sui Promessi Sposi, come un film muto dedicato all’opera o raffigurazioni delle scene più celebri ad opera di vari artisti.

Non mancano anche alcuni manoscritti originali e locandine dei film tratti dal libro.

Al secondo piano c’è invece la galleria comunale d’arte e la biblioteca specializzata. Nella galleria trovi oltre quattrocento dipinti e circa duemila incisioni. La biblioteca ospita invece le documentazioni sul territorio di Lecco e della Lombardia e una fototeca con circa 4000 fotografie e cartoline.

Ponte Azzone Visconti o Ponte Vecchio ^

Ancora oggi puoi attraversare il fiume Adda, che bagna un lato della città di Lecco, attraverso lo storico ponte Azzone Visconti, anche noto come Ponte Vecchio.

Il ponte porta il nome del signore di Milano Azzone Visconti, che lo fece costruire tra il 1336 e il 1338. Allora il suo aspetto era differente: la struttura era totalmente fortificata e dotata di una rocchetta e due torri, una centrale e una verso il centro storico. Le testate erano invece dotate di un rivellino e l’intero ponte era difeso da tre ponti levatoi in corrispondenza delle fortificazioni, armate con bombarde e spingarde.

Il motivo era che questo ponte rappresentava un accesso strategico alla città e alla strada per Milano e perciò doveva essere sorvegliato e utilizzato per bloccare eventuali nemici. Il confine con il territorio controllato da Venezia era piuttosto vicino. Inizialmente era dotato di 8 arcate, poi portata ad 11.

Il ponte Azzone Visconti rappresentò a lungo una struttura strategica per la città. Ad esempio nel seicento chiunque desiderasse passarlo doveva corrispondere un pedaggio piuttosto costoso. All’epoca il ponte era appena stato ristrutturato dopo dei gravi danneggiamenti dovuti alle guerre degli inizi del cinquecento. Ulteriori danni risalgono al 1799 quando le truppe francesi ne fecero saltare un’arcata per rallentare il passaggio dei nemici e fuggire. Dopo il dominio napoleonico il ponte fu riparato e per celebrare l’avvenimento fu innalzata una piccola cappella al centro della struttura.

La rocca adiacente al ponte crollò e non venne più ripristinata. Anche il resto del ponte venne rivisto dopo l’abolizione della piazzaforte di Lecco. Le torri laterali vennero demolite per far passare i carri in maniera più agevole. Ulteriori modifiche risalgono al novecento e si resero necessarie per consentire il traffico automobilistico.

Isola Viscontea ^

A pochi passi dal ponte Azzone Visconti potrai scorgere l’isola Viscontea all’interno del fiume Adda. La sua storia è particolare, non è infatti un’isola naturale.

Anzi, la sua genesi è legata a quella del vicino ponte che, dopo essere stato costruito, causò problemi nel normale flusso del fiume. Fu Como a lamentare nuove e frequenti esondazioni dell’Adda e per questo motivo la città di Lecco si adoperò per evitare la problematica. La soluzione trovata fu quella di allargare il letto del fiume per facilitarne lo scorrimento. Il materiale di riporto diede poi vita all’isola Viscontea.

I lavori risalgono al quattrocento, anno di origine dell’isola Viscontea, la quale svolse inizialmente la funzione di fortino di difesa. La sua intera superificie è occupata da un folto giardino e solo nello spigolo allungato verso sud c’è una costruzione che fino agli anni sessanta svolse la funzione di abitazione privata dominata da una torre circolare. Per un lungo periodo fu una casa di pescatori.

L’isola è lunga appena 110 metri ed ha una forma piuttosto allungata che raggiunge al massimo i 27 metri di larghezza. Solo 11 metri la separano dalla sponda orientale del fiume Adda.

Il borgo di Pescarenico ^

Procedendo per circa un chilometro in direzione sud arriverai al termine del lago di Como, dove il ramo orientale si trasforma nel lago di Garlate. Qui c’è il borgo antico di Pescarenico.

Puoi decidere di raggiungerlo direttamente o di vederlo prima dall’altra sponda del fiume Adda. Io ho scelto di vederlo prima dalla sponda opposta, quella occidentale. Da qui avrai una vista completa su questo piccolo villaggio seicentesco abitato originariamente da pescatori.

Questo tratto del fiume Adda era infatti incredibilmente pescoso e dava da vivere alle famiglie che qui abitavano.

Nel 1576 fu costruito qui un secondo convento della città di Lecco con al fianco una piccola chiesa dedicata a San Francesco. Dopo essere stato danneggiato da un terremoto nel 1646, il convento venne soppresso su volontà di Napoleone e la chiesa riadattata e dedicata a San Materno.

Particolare è sapere che Pescarenico è l’unico luogo di Lecco che Manzoni cita esplicitamente all’interno dei Promessi Sposi. Era qui che si trovava il convento dei Cappuccini in cui risiedevano Fra Cristoforo e Fra Galdino. Da qui proveniva inoltre il pescatore che aggiornò Agnese e Lucia sulle circostanze di Lecco mentre queste erano rifugiate a Monza.

Piazza Era ^

Se come me ti trovi sulla sponda opposta del fiume Adda, ripercorri i tuoi passi e giungi fino all’interno del borgo di Pescarenico. Troverai un piccolo e grazioso borgo con le case affacciata direttamente sul fiume.

Giungi poi al cuore del borgo, ovvero piazza Era. Piazza Era è la piazza principale. Questa era ed è ancora oggi, il punto in cui approdavano a secco le barche. Il suo nome risale al 1740 ed è legato alla parola Lera, che nel dialetto locale significa aia, a testimonianza della funzione originaria di questo luogo.

Su piazza Era si affaccia anche la Casa Bigoni, un maesosto palazzo popolare costruito nel 1929. Particolare è il fatto che, nonostante la destinazione popolare, sia stato progettato come un’abitazione signorile.

A pochi passi dalla piazza, c’è un piccolo parco verde con un masso con su scritto “Addio ai monti“, citazione di Manzoni.

350 metri di anamorfosi ^

Tornando verso il centro di Lecco potrai notare i 350 metri di anamorfosi disposti sulle ringhiere del lungolago. Queste sono sfruttate per rappresentare alcune scene dei Promessi Sposi con questa particolare tecnica.

I dipinti anamorfici sono indecifrabili se visti frontalmente, ma guardandoli in prospettiva svelano le loro composizioni. Fu Leonardo Da Vinci a portare questa particolare tecnica in Italia. Nel 1515 ne fece due schizzi all’interno del suo Codice Atlantico, rappresentando un occhio e un volto di bambino.

Passeggia sul lungolago e goditi quindi quest’ennesimo omaggio della città ad Alessandro Manzoni.

Lago di Como ^

Ovviamente non puoi visitare Lecco e tralasciare il lago di Como. Questa città è infatti sulla sponda sud orientale del ramo orientale del lago.

Adiacente alle vie e alle piazze centrali ci sono le piacevoli passeggiate sul lungolario, con alcuni porticcioli in cui trovi attraccate alcune barche di piccole dimensioni. Tutto intorno, a completare questo suggestivo panorama, sorgono le alte montagne rocciose ben visibili da quasi tutto il centro cittadino.

Nella stagione più calda puoi anche raggiungere la spiaggia del Pradello, posta al termine del lungolario Piave, oppure approfittare di una delle spiaggette poste lungo la camminata che vi conduce.

Cartina dell’itinerario di Lecco ^

Ecco la mappa dell’itinerario per la visita di Lecco. Puoi seguire l’intero percorso a piedi.

Dove dormire a Lecco ^

Lecco è una cittadina turistica. Anche se meno frequentata della vicina Como, è comunque dotata di numerosi hotel e bed and breakfast tra cui scegliere. Controlla qui gli hotel disponibili in città.

Riuscirai a trovare sistemazioni abbordabili anche in pieno centro storico, per cui la scelta sulla zona in cui soggiornare dipende soprattutto da cosa ti è più pratico. Il problema principale delle cittadine sul lago è il parcheggio e anche Lecco non fa eccezione. Se arrivi in automobile ti conviene quindi cercare una sistemazione che comprenda già il posto auto (rare), oppure valutare di scegliere di soggiornare leggermente più fuori dalle vie centrali e raggiungere poi il centro a piedi.

Se invece arrivi in treno o con mezzi pubblici ti consiglio senza ombra di dubbio di optare per una sistemazione in pieno centro storico, dove hai maggiore scelta e potrai immergerti giorno e notte nell’anima della città.

Lecco – Dove passeggiare? ^

Lecco e le sue vicinanze sono un ricchissimo insieme di panorami suggestivi. Qualsiasi scelta per una passeggiata a Lecco ti permetterà quindi di godere di questi bei posti.

Quale passeggiata scegliere dipende anche dalla durata e dal tuo allenamento. Le più semplici sono quelle sul lungolario. Tranquille e brevi sono l’ideale per quattro chiacchiere in compagnia. Tra queste ti consiglio:

  • dal centro storico (piazza Mario Cermenati) fino alla spiaggia del Pradello. Questo percorso procede per 3 chilometri circa verso nord e richiede, tra andata e ritorno, meno di un’ora e mezza (6 chilometri totali);
  • dalla piazza Mario Cermenati fino al borgo di Pescarenico. In questo caso il percorso è verso sud ed è lungo appena un paio di chilometri a tratta. Andata e ritorno richiedono circa 50 minuti.

Passeggiata più impegnative, ma davvero suggestive, si snodano invece sulle montagne sopra a Lecco. Tra queste ti cito:

  • il sentiero del Viandante. Questo parte dall’Abbadia Lariana (a nord della città) e arriva fino al territorio provinciale di Sondrio in circa 45 chilometri. L’intero percorso si snoda nei pressi della riva del lago, ma sulle montagne, regalando così panorami mozzafiato. Ovviamente per un trekking in giornata dovrai scegliere un tratto del sentiero, con la possibilità di tornare poi in treno, sfruttando i collegamenti ferroviari tra le cittadine sottostanti;
  • l’ascesa al Monte Barro. Ci sono 13 sentieri che da Lecco portano fino a in cima a 922 metri. Tra quelli più suggestivi ci sono i sentieri 304 e 301, percorribili in circa due ore a tratta e con alcuni tratti un po’ impegnativi. Dalla cima del monte, sulla sponda opposta del ramo lecchese del Lario, puoi godere di un panorama davvero suggestivo: la cittadina ai tuoi piedi, l’intero ramo lecchese e il monte Resegone sono davvero scenografici.
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Lecco - Cosa vedere in un giornoScopri l'itinerario tra le cose da vedere a Lecco. Mappa, foto e descrizione di tutte le attrazioni da visitare nella città sul Lario.https://www.lorenzotaccioli.it/lecco-cosa-vedere-in-un-giorno/
Lorenzo Taccioli