Lisetta Carmi. Suonare Forte è il titolo della mostra allestita alle Gallerie d’Italia di Torino su questa fotografa genovese. Di origini ebraiche e nata prima della seconda guerra mondiale, la fotografa ha una vita travagliata e ricca di cambiamenti repentini.
Celebre per i suoi servizi sui travestiti di Genova e sul parto naturale, ha girato mezzo mondo facendo reportage e occupandosi degli ultimi. La mostra di Torino è una celebrazione della vita di quest’artista recentemente scomparsa e unisce le sue passioni all’interno del percorso di visita.
Breve biografia di Lisetta Carmi
La carriera da pianista
La carriera da fotografa
Il cambio di vita
La morte di Lisetta Carmi
La mostra Lisetta Carmi. Suonare Forte a Torino
Le fotografie di Lisetta Carmi
Donne
Il parto
Erotismo e autoritarismo a Staglieno
Ezra Pound
Il lavoro
Métropolitain
I travestiti
Quaderno musicale di Annalibera
Orari di apertura della mostra di Lisetta Carmi
Biglietti della mostra di Lisetta Carmi
Annalisa Carmi, vero nome di Lisetta Carmi, è nata il 15 febbraio del 1924 da una famiglia borghese di origine ebraica. Terza di tre figli, trascorre la sua infanzia a Genova.
All’età di 10 anni inizia gli studi di pianoforte, passione che la accompagna per tutta la vita. A seguito della promulgazione delle leggi razziali fasciste, all’età di 14 anni deve ritirarsi da scuola e inizia a soffrire di solitudine anche a causa dell’allontanamento dei fratelli, mandati a studiare nella Svizzera tedesca. Il pianoforte rimane il suo unico svago e continua a studiarlo fino a diplomarsi al conservatorio di Genova.
Con l’avanzare della guerra cerca riparo insieme alla sua famiglia in provincia di Alessandria, dove il padre fa trasferire anche il pianoforte per permetterle di continuare gli studi. Le persecuzioni non terminarono in fretta e per sfuggire ai fascisti la famiglia si trasferì a Zurigo, dove Lisetta Carmi continuò a studiare pianoforte al conservatorio cittadino. Alla fine del conflitto tornò a Genova e nel 1946 si diplomò anche al conservatorio di Milano.
Inizia così una grande carriera da pianista, che la porta a girare tutta l’Europa e a fare concerti anche ad Israele. La sua carriera si conclude però bruscamente quando decide di prendere parte allo sciopero di protesta contro la convocazione a Genova del sesto congresso del Movimento Sociale Italiano del 30 giugno 1960. Il suo maestro di piano, Alfredo They, spaventato per la sua incolumità fisica, le consigliò di astenersi, ma lei rispose che “se le mie mani erano più importanti del resto dell’umanità avrei smesso di suonare il pianoforte“. E così fece.
Nel 1960, dopo aver smesso con il pianoforte, si avvicinò alla fotografia. L’occasione fu un viaggio in Puglia con l’amico Leo Levi, il quale voleva registrare dei canti della comunità ebraica di San Nicandro Garganico. Lisetta, decisa a documentare il viaggio, acquistò la sua prima macchina fotografica, un’Agfa Silette con nove rullini.
Le sue foto vennero molto apprezzate, tanto che decise di studiare fotografia a Berna, affidandosi ad un fotografo amico del fratello, Kurt Blum. Qui apprese i rudimenti della stampa e dello sviluppo fotografico, ma anche la filosofia di guardare sempre cosa c’è dietro alla scena che si intende immortalare. La fotografia diventa per Lisetta Carmi lo strumento per ricercare la verità.
Dal 1962 lavorò per tre anni come fotografa di scena al teatro Duse di Genova, conoscendo così numerosi artisti. Tre anni più tardi realizzò un reportage in Sardegna e creò un’opera grafica dedicata al Quaderno Musicale di Annalibera di Luigi Dallapiccola, unendo la sua passione per la fotografia con quella per la musica.
La carriera da fotografa di Lisetta Carmie era appena cominciata e andava già a gonfie vele. Lo stesso comune di Genova la assunse per alcuni servizi fotografici e l’artista entrò in contatto con alcuni gruppi di avanguardie artistiche. Grazie alle sue conoscenze riuscì a realizzare numerosissimi progetti fotografici sia in Italia che all’estero.
Fu proprio durante uno dei suoi viaggi in oriente che Lisetta Carmi conobbe il maestro yogi indiano Babaji. Ne rimase così colpita da decidere di cambiare vita. Nel 1979 comprò un trullo e fondò l’ashram Bhole Baba a Cisternino, ovvero un luogo di meditazione tipico della tradizione indiana. Cominciò così una vita di meditazione e diffuse gli insegnamenti del suo maestro.
Sempre più affascinata dalla cultura orientale prese a studiare la riproduzione della calligrafia cinese.
Lisetta Carmi è deceduta il 5 luglio 2022 a Cisternino, all’età di 98 anni.
La mostra Lisetta Carmi. Suonare Forte con le fotografie di Lisetta Carmi è allestita nei bellissimi spazi delle Gallerie d’Italia nella sede di Torino.
Questa mostra rientra nel progetto “La Grande Fotografia Italiana“. Seguito dal curatore Roberto Koch, il progetto ha lo scopo di far conoscere alcuni grandi nomi della fotografia italiana attraverso mostre allestite in questo spazio torinese dedicato alla fotografia.
La mostra su Lisetta Carmi è il primo appuntamento e il titolo Lisetta Carmi. Suonare Forte è stato scelto per evocare sia la sua formazione come pianista, che i suoi continui cambi di vita, tutti nella direzione di dare voce agli ultimi.
I progetti fotografici in mostra sono arricchitti dai commenti dell’artista, attraverso dei video registrati prima della sua morte. Alcuni sono disponibili direttamente su schermi in loco, altri puoi invece vederli inquadrando un QRcode esposto all’inizio dei progetti.
Nella mostra Lisetta Carmi. Suonare Forte sono esposte oltre 150 fotografie che fanno parte del repertorio dell’artista. Queste sono state scattate tra gli anni sessanta e settanta e comprendono i suoi progetti più importanti.
Non può mancare quello su “I travestiti“, che ha reso celebre Lisetta Carmi e i cui scatti sono raccolti in un libro, ma anche il progetto sul parto naturale e tante altre documentazioni celebri.
Il percorso della mostra Lisetta Carmi. Suonare Forte è diviso in otto sezioni. Come nella vita dell’artista anche nell’esposizione la musica gioca un ruolo fondamentale, tanto che in due sezioni vengono diffuse le canzoni di Luigi Nono e Luigi Dallapiccola.
La mostra Lisetta Carmi. Suonare Forte si apre con la serie di fotografie sulle donne. Scattate tra il 1962 e il 1977 queste opere sono frutto dei frequenti viaggi dell’artista.
Da Israele all’India, dall’Afghanistan al Venezuela, dal Marocco al Messico, Lisetta Carmi utilizza la fotografia come strumento per capire e raccontare il mondo.
I suoi scatti sono immagini istantanee, non posate, capaci di cogliere un sorriso e la dignità delle persone ritratte. La figura della donna è spesso al centro della sua attenzione e viene colta e trasmessa in questa raccolta di foto che rappresenta un viaggio intorno al mondo e che sottolinea differenze e similitudini tra culture differenti attraverso gli occhi delle donne.
Tra i progetti più celebri dell’intera produzione di Lisetta Carmi c’è Il parto. Questo è il frutto di una commissione all’artista da parte del comune di Genova.
Lisetta Carmi si reca all’ospedale Galleria il 19 ottobre 1968 e scatta una sequenza di immagini che documentano il parto di una giovane donna alla quale non era stato chiesto preventivamente il permesso e che, racconta l’artista, le chiederà il perché della sua presenza e delle fotografie.
Per l’epoca la posizione di Lisetta Carmi è straordinariamente diretta. Si mette frontalmente alle gambe aperte della partoriente e scatta una sequenza di fotografie che ritraggono uno dei momenti più importanti della vita di quella donna.
Il progetto documenta le varie fasi del parto e si conclude con quelle del neonato appena nato. Nel racconto dell’artista, presente in mostra attraverso un video, c’è la gratitudine sia per la donna sia per i medici che le hanno dato l’opportunità di documentare questo momento.
Davanti alle immagini del parto ci sono quelle raccolte sotto al titolo Erostimo e autoritarismo a Staglieno. In questa breve serie di fotografie, datate 1966, Lisetta Carmi ritrae delle statue del cimitero monumentale di Genova.
Lisetta Carmi indaga sul desiderio patriarcale della ricca borghesia di eternarsi nel marmo, affermando il proprio potere maschilista anche attraverso la rappresentazione erotica del corpo nudo femminile in monumenti funebri di fine ottocento.
Nella mostra Lisetta Carmi. Suonare forte ci sono anche dodici scatti dei venti fatti nel 1966 ad Ezra Pound nel veloce incontro avuto a Sant’Ambrogio di Zoagli. Ezra Pound fu un importante poeta, saggista e traduttore statunitense che visse buona parte della sua vita in Italia.
Con queste fotografie l’artista vince il premio Niépce per l’Italia. Umberto Eco era membro della giuria e commentò la serie dicendo che “questa sequenza di Lisetta Carmi dice di Ezra Pound più di tutti gli articoli scritti su di lui, la sua complessità e natura straordinaria”.
Nella serie di fotografie raccolte sotto il titolo Il Lavoro sono raccolti parecchi scatti risalenti agli anni tra il 1962 e il 1976. Nel porto di Genova, fingendosi parente di un portuale, Lisetta Carmi realizza un ampio e intenso documentario fotografico sulle dure condizioni dei lavoratori qui impiegati.
In questi scatti sono mostrati gli operai dediti allo scarico dei fosfati dalle stive e le faticose movimentazioni delle merci.
Una piccola sezione è dedicata allo stabilimento Italsider, dove Lisetta Carmi si avventura all’interno delle acciaierie.
Altre fotografie testimoniano invece il lavoro femminile nei sugherifici di Calangianus e sono frutto dei viaggi fatti dall’artista in Sardegna. Qui Lisetta Carmi si ricongiunge a un altro dei temi a lei cari, quello delle donne e del loro contributo all’interno della società.
Con le sue fotografie Lisetta Carmi aderisce alle problematiche sociali dell’occupazione e delle classi operaie e attraverso il suo obiettivo trasforma la condizione umana in verità e bellezza.
La mostra continua con la serie Métropolitain, risalente al dicembre 1965. È in questo mese che Lisetta Carmi realizza un corposo reportage all’interno della metropolitana di Parigi. Tornata a Genova seleziona circa una quarantina di immagini che fa stampare e con queste compone un volume di grandi dimensioni realizzato in un’unica copia.
Una custodia realizzata in cartone e ricoperta da immagini a grandezza naturale delle piastrelle della metropolitana racchiude un menabò del volume. Alle 42 fotografie originali l’artista alterna pagine ritagliate dal volume Instantanes di Alain Robbe-Grillet.
È proprio con Métropolitain che nel 1966 Lisetta Carmi si aggiudica il secondo premio per la cultura nella fotografia a Fermo.
Un’altra serie a rendere celebre Lisetta Carmi è quella sui travestiti, realizzata tra il 1965 e il 1971. Questo lungo racconto per immagini prende vita la notte del 31 dicembre 1965 all’interno della comunità di travestiti del centro di Genova.
Questo è il primo momento in cui Lisetta Carmi scatte loro delle fotografie, ma continuerà poi a farlo per i successivi sei anni, condividendo tutti i momenti della loro quotidianità. Quello che lei stessa sostiene è che “non esistino gli uomini e le donne, esistono gli esseri umani”. Riguardo a questo progetto aggiunge inoltre che “i travestiti … mi hanno aiutato ad accettarmi per quello che sono: una persona che vive senza ruolo. Osservare i travestiti mi ha fatto capire che tutto ciò che è maschile può essere anche femminile, e viceversa. Non esistono comportamenti obbligati, se non in una tradizione autoritaria che ci viene imposta fin dall’infanzia”.
Come testimoniato dalle immagini in mostra, l’artista utilizzò due macchine fotografiche, una con pellicola in bianco e nero ed una con pellicola a colori.
Nel 1972 Lisetta Carmi pubblica un libro dal titolo I Travestiti. Questo segna per l’epoca una visione straordinaria e priva di pregiudizi.
La mostra Lisetta Carmi. Suonare forte si conclude con il quaderno musicale di Annalibera. Risalente al 1962, con questo progetto fotografico l’artista ritorna alla sua passione per la musica. Non si tratta di fotografie vere e proprie, ma di foto-grafie. Il Quaderno musicale di Annalibera è una rivisitazione del lavoro di Luigi Dallapiccola.
Con questo progetto l’artista traduce le undici partiture musicali in undici fotogrammi astratti, realizzati graffiando il negativo nero. I negativi sono poi stati stampati in un fascicolo che la stessa artista rilega a mano in poche versioni, ognuna differente dall’altra. Queste si differenziano nell’impostazione grafica e nella dimensione.
I fogli sono datati Genova, 20 luglio 1962 e sono accompagnati da un testo in cui Lisetta Carmi racconta l’incontro a Firenze con il musicita, un’analisi del brano musicale e le motivazioni che l’hanno portata a realizzare questo lavoro.
La stessa Lisetta Carmi dichiara “Ho fatto questo lavoro per un’impellente necessità interiore. Avevo lasciato la musica – la forza divina che ha sempre guidato la mia vita – ed ero ormai una fotografa. Ho voluto creare un legame tra Dallapiccola, che amo, e il segno fotografico. Allora ho inventato una tecnica che mi consentisse di dare un significato grafico ad ogni pezzo del Quaderno musicale di Annalibera. Ho preso un negativo, l’ho esposto alla luce e l’ho sviluppato: è diventato nero. Poi l’ho graffiato e – mettendolo nell’obiettivo dell’ingranditore – ho scelto i segni che corrispondevano nella mia coscienza allo spirito dei vari pezzi. Ho stampato le undici immagini, ho scelto due fotografie (Dallapiccola e me stessa), ho scritto un testo, ho rilegato un fascicolo creando una specie di libro orizzontale. Questo è tutto”.
La mostra Lisetta Carmi. Suonare Forte con le fotografie di Lisetta Carmi va in scena alle Gallerie d’Italia di Torino dal 22 settembre 2022 al 22 gennaio 2023.
Gli orari di apertura sono dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 19.30. Il mercoledì l’orario di apertura è prolungato fino alle 22.30. L’ultimo ingresso è un’ora e mezza prima della chiusura.
I biglietti per la mostra di Lisetta Carmi a Torino costano 10€ per l’intero, 8€ per il ridotto e 5€ per il ridotto speciale riservato ai clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo e ai minori di 26 anni.
L’ingresso è gratuito per i minore di 18 anni e i dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo.