Nella parte occidentale della Toscana, c’è la piccola città di Lucca, con il suo splendido centro storico cinto tra le mura antiche. Lucca racchiude al suo interno numerosi monumenti di diverse epoche a testimonianza della movimentata storia cittadina.
Ancora oggi una delle principali fonti di sostentamento economico è il turismo e visitandola non si può che essere d’accordo.
Cosa Vedere a Lucca
Le Mura di Lucca
Basilica di San Frediano
Mercato del Carmine
Torre Guinigi – la Torre con gli Alberi
Piazza San Francesco
Madonna dello Stellario
Chiesa di San Francesco
Convento di San Francesco
La Casa del Boia sulle Mura
L’Orto Botanico
Cattedrale di San Martino – Duomo di Lucca
Gli interni del duomo di San Martino
Il Campanile
Piazza Napoleone e Palazzo Ducale
Chiesa dei Santi Giovanni e Reparata
Chiesa di San Salvatore
Chiesa di San Michele in Foro
Palazzo Pretorio e Piazza San Michele
Piazza dell’Anfiteatro di Lucca
Mappa Itinerario di Lucca in Un Giorno
Dove parcheggiare a Lucca
La città di Lucca ha tantissimo da offrire a chi arriva in città, ma le dimensioni compatte del centro storico permettono di visitare le principali attrazioni in un’unica giornata, muovendosi a piedi per le sue vie racchiuse tra le mura antiche.
Molte delle cose da vedere a Lucca sono legate alla curia, infatti la città è nota anche come “la città delle 100 chiese”, proprio per l’alta concentrazione di questi edifici, insieme a campanili e torri.
Ecco cosa vedere a Lucca in un giorno.
Inevitabilmente la prima cosa che si vedrà arrivando a Lucca è la sua lunga cinta muraria che abbraccia tutto il centro storico. La sua storicità ha fatto si che venisse richiesta l’inclusione all’interno dei beni patrimonio dell’UNESCO di questa struttura, ma la pratica è ancora al vaglio.
Le mura di Lucca risalgono a un periodo tra il XV e il XVII secolo e abbracciano tutto il centro storico con una lunghezza di 4223 metri. Queste mura rappresentano quasi un unico storico, per via delle loro svariate particolarità:
Le mura presentano numerose fenditure, tramite le quali è possibile accedere al centro storico sia in forma pedonale che attraverso automezzi. Queste porte sono state costruite (o aperte) tra il XVI secolo e quello scorso e ne sono state mantenute aperte alcune appartenenti a cinte murarie precedenti, come quelle di porta San Donato, porta San Gervasio e porta dei Borghi.
Appena attraversate le mura raggiungiamo piazza San Frediano, su cui sorge l’omonima basilica di San Frediano, una delle chiese più antiche di tutta Lucca.
Nel luogo in cui oggi si può vedere la basilica di San Frediano, anticamente era presente una chiesetta del VI secolo voluta proprio da San Frediano e volta al culto dei santi Stefano, Lorenzo e Vincenzo. Nei secoli successivi la chiesetta venne progressivamente ampliata e nell’VIII secolo fu aggiunta anche una cripta per accogliere il corpo di San Frediano.
Agli inizi del XII secolo la chiesa venne totalmente ricostruita con tre navate e un abside, ma senza transetti o cripta. Nonostante ciò la forma era ancora diversa da quella attuale: un secolo più tardi venne alzata la navata centrale e aggiunto un soffitto a capriate in legno, oltre ad aggiungere il mosaico in facciata.
L’attuale aspetto della Basilica di San Frediano ha una facciata in stile romanico risalente al XII secolo e in pietra levigata. Dall’esterno si può già capire la suddivisione degli spazi: una navata centrale, due laterali e ancora più esternamente una serie di cappelle laterali (aggiunte tra il XIV e il XVI secolo). Nello spazio centrale, sopra al portale di ingresso, c’è una loggetta con delle piccole colonne sormontate da diversi capitelli all’interno delle quali trovano posto due monofore. Il mosaico posto nella sommità rappresenta “l’ascensione di Cristo tra angeli alla presenza degli Apostoli“.
A sinistra della facciata, in posizione arretrata, è presente anche il campanile risalente a svariate epoche. La parte più bassa risulta essere più scura ed è precedente al millecento, mentre la parte superiore, riconoscibile dal colore chiaro, risale al milleduecento. Ogni lato del campanile ha un numero crescente di finestre man mano che ci si eleva verso il cielo, mentre l’intera struttura è chiusa da una merlatura ghibellina.
Internamente la basilica di San Frediano ha una suddivisione delle navate con colonne chiuse da capitelli da cui partono gli archi che si collegano al soffitto ligneo. Al termine della navata centrale c’è l’abside, mentre l’apertura delle cappelle laterali, operata tra il XIV e il XVI secolo, ha creato l’illusione che si tratti di una basilica a cinque navate. Tutti gli interni vedono prevalere lo stile romanico. Qui sono custodite numerose opere d’arte risalenti al periodo medievale, come la massiccia fonte battesimale del XII secolo o l’affresco del Martirio dei Santi Lorenzo, Vincenzo e Stefano. Si può vedere anche la tomba di San Frediano, conservata all’interno dell’altare cinquecentesco.
La nostra visita tra le cose da vedere a Lucca fa tappa al Mercato del Carmine, un edificio che originariamente svolgeva la funzione di chiesa, ovvero la chiesa di Santa Maria del Carmine a cui era collegato un piccolo convento.
Il Mercato del Carmine è posto in piazza del Carmine e la facciata dell’edificio che contraddistingue l’ingresso è stata rifatta nel secolo scorso per rendere più chiara la sua nuova funzione. Al suo interno andava in scena il mercato delle vettovaglie che nel tempo è stato nuovamente spostato. Attualmente il mercato del Carmine di Lucca è vuoto e ospita, saltuariamente, qualche evento come il festival biennale di Cartasia, improntata sull’arte costruita con la carta.
L’ex campanile della chiesa di Santa Maria del Carmine è invece utilizzato oggi come torre oraria.
Chi viene in visita a Lucca non può che rimanere sorpreso dalla Torre Guinigi, in via Sant’Andrea 45. La sua caratteristica particolare sono gli alberi lecci piantati sulla sua sommità e che si vedono praticamente da ogni punto di Lucca. Gli alberi vennero messi a dimora all’interno di una grande cassa in muratura riempita di terra nel giardino pensile.
La torre Giunigi è una delle più antiche torri della città e una delle uniche ad essere ancora in piedi tra quelle che vennero costruite all’interno delle mura. Edificata in pietre e mattoni risale agli inizi del trecento, quando oltre a questa erano presenti circa altre 250 torri, oltre i campanili delle chiese. La costruzione della Torre Giunigi si deve alla famiglia Guinigi, che aveva il potere in città e che decise di decorare le sue proprietà costruite lungo la via dove ci troviamo, aggiungendo una torre con alberi sulla sommità, come simbolo di rinascita.
La torre Guinigi è anche l’unica torre medievale che non sia stata mozzata durante il XVI secolo e ancora oggi raggiunge un’altezza di oltre 44 metri.
Volendo è possibile salire sulla torre, attraverso una serie di 25 rampe di scale per un totale di 230 gradini. Il percorso è decorato da quadri alle parete che rappresentano la vita medievale locale e dalla sua sommità si gode di un ottimo panorama su tutta Lucca.
In pochi passi arriviamo agli inizi di piazza San Francesco. Davanti a noi la colonna della Madonna dello Stellario, mentre alla nostra sinistra c’è via del Fosso: due piccole stradelle divise da un canale attraversato da vari ponti pedonali.
La piazza San Francesco deve il suo nome alla Chiesa e al Convento di San Francesco, che chiudono un lato di questa piazza.
L’accesso a piazza San Francesco è sancito dalla colonna della Madonna dello Stellario: una colonna posta sul basamento in pietra e sormontata dalla statua della Madonna con tanto di corona.
Sulla base della colonna è rappresentata una veduta della Lucca del seicento, mentre la Madonna sulla colonna d’ordine corinzio, venne posta qui nel 1687 e fu un dono da parte della Compagnia della Concezione, anche nota come Compagnia dello Stellario, che aveva la sua sede proprio dentro la chiesa di San Francesco.
La chiesa di San Francesco venne costruita tra il XIII e il XV secolo, appositamente per l’ordine francescano che si trovava in città già nella prima metà del milleduecento. Ben più recente è invece il completamento della facciata che, rivestita in calcare bianco, rimase incompiuta e fu terminata solo agli inizi dello scorso secolo.
La facciata della chiesa si presenta a bande orizzontali di due colori: fasce più alte bianche, mentre quelle più basse sono grigie. Al centro è presente un grande rosone che illumina la chiesa e attorno al quale ci sono quattro simboli: lo stemma di Lucca, un leone rampante, un fascio littorio e il simbolo dell’ordine francescano. Al fianco del portale d’ingresso, decorato con una lunetta dipinta, si trovano due arcate cieche con arche sepolcrali.
Entrando dentro la chiesa di San Francesco vediamo l’aula unica che compone la struttura, senza suddivisione in navate, e un soffitto a capriate in legno. Lungo le pareti sono numerosi gli altari in marmo dotati di pale dipinte. Questa chiesa è conosciuta anche con il nome di Pantheon di Lucca, perché al suo interno ci sono sepolti numerose personalità importanti per la città di Lucca, come il vescovo Guidiccioni o il compositore Boccherini o, ancora, Ugolino Visconti.
All’interno della chiesa di San Francesco sono rimasti i frati francescani fino al 2003, quando la chiesa passò nelle proprietà del comune che a sua volta, lo cedette nel 2010 alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. La chiesa di San Francesco è quindi sconsacrata e viene utilizzata per eventi e mostre, anche se al suo interno conserva alle pareti i decori tipici di un luogo religioso e i numerosi altari.
Adiacente alla Chiesa si San Francesco è presente il convento di San Francesco, tornato a nuova vita in seguito alla ristrutturazione operata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca dopo averne acquisito la proprietà. Il legame della città con il santo non sembra essere casuale, alcuni studi sostengono infatti che San Francesco appartenesse alla famiglia Moriconi che si spostò da Lucca all’Umbria.
Anticamente, dove oggi è presente il convento, c’era un appezzamento di terra coltivato con un orto e una capanna che Perfetto di Graziano regalò a un cardinale (Goffredo da Castiglione) perché ne creasse un luogo di culto per i frati francescani.
Il convento si sviluppa sostanzialmente intorno al chiostro quattrocentesco, che rispecchia, nelle sue forme e decorazioni, la semplicità francescana. Oggi questi spazi sono occupati dal Campus scolatisco dell’IMT, che ne ha rimodulato gli ambienti tra aule studio, camere e piccoli appartamenti per docenti, oltre a una mensa scolastica. L’antica Cappella Guinigi è stata invece arredata come aula magna, con la capienza di circa 120 posti a sedere.
I giardini interni dei chiostri sono stati recuperati e resi fruibili come spazio di relax e aggregazione, con un fortissimo richiamo all’aspetto originario.
In via dei Bacchettoni 10, sotto alla cinta muraria e collegata con la stessa, è presente la Casa del Boia. Conosciuta anche come Casa del Bastardo mostra ancora una serie di stratificazioni edilizie avvenute durante i secoli nella città.
La parte più antica di tutto il complesso è la parte di mura in mattoni risalente al trecento alla quale fu affiancata una torre semicircolare conosciuta come “il bastardo” un paio di secoli dopo. Tra il cinquecento e il seicento l’intero edificio venne inglobato prima nel baluardo San Salvatore e, successivamente, nella cortina di collegamento con il baluardo San Pietro.
La casa del boia venne costruita sopra a queste strutture, che attualmente rappresentano i sotterranei della casa stessa. Questo nuovo palazzo venne creato nel XVII secolo e nel 1825 venne data al boia cittadino Tommaso Jona che venuto da Roma non era riuscito a trovare ospitalità da nessun abitante di Lucca, da qui il nome “casa del boia”.
In realtà Tommaso Jona compì molte poche esecuzioni capitali: una nel 1831 e una nel 1834. Quando nel 1845 vennero condannate a morte cinque persone, Tommaso fu dispensato dall’incarico per l’età avanzata e l’esecuzione venne fatta dal boia di Parma. Pochissimi anni dopo, con l’annessione di Lucca alla Toscana, la pena di morte venne abolita e la ghigliottina con la quale avvenivano le esecuzioni date alle fiamme e la lama fatta sparire, probabilmente gettata nel mare al largo di Viareggio.
Riprendendo la nostra camminata sulle mura della città ci imbattiamo in un’altra delle cose da vedere a Lucca: l’orto botanico. È strano come un giardino di tali dimensioni possa essere contenuto all’interno della cinta muraria di una cittadina così relativamente piccola.
L’orto botanico si estende per circa due ettari e fu voluto dalla duchessa Maria Luisa di Borbone, nel 1820. La sua creazione venne resa possibile grazie alla donazione di questo terreno da parte dell’università di Lucca alla duchessa.
L’evoluzione dell’orto botanico fu molto rapida negli anni: nel 1823 vi fu portata l’acqua corrente per poter alimentare le piante, nel 1825 fu creato un vivaio che permettesse di moltiplicare le piante, soprattutto esotiche, molto richieste in città. Un anno più tardi vide la luce anche la prima serra riscaldata e già nel 1828 erano presenti più di 1300 specie di piante.
Ancora oggi è riconosciuta come istituzione scientifica che permette al visitatore di fare un giro intorno al mondo alla scoperta di colori e odori provenienti da una ricchissima biodiversità mondiale, senza dimenticarsi anche delle antiche specialità della flora locale.
Dalle mura già scorgiamo il profilo della cattedrale di San Martino, ovvero il duomo di Luca. La sorpresa, non proprio positiva, ce l’abbiamo quando ci arriviamo davanti e scopriamo che la facciata è in restauro. Avevo già avuto la possibilità di vederla nelle mie precedenti visite in città, ma mi sarebbe piaciuta vederla sgombra come le altre volte.
La storia del duomo è piuttosto antica, si dice che la sua prima costruzione sia stata voluta da San Frediano in persona durante il VI secolo, salvo poi essere ricostruita cinque secoli più tardi dal vescovo Anselmo da Baggio e rivista nuovamente tra il XII e il XIV secolo.
La cattedrale venne costruita a ridosso della mura cittadine, perché l’intero centro storico era estremamente urbanizzato e risultava quasi impossibile trovare spazio per un edificio di tale entità. Inizialmente pare fosse composta da diverse chiese ognuna con una specifica funzione. Nel 1060 vennero dati il via i lavori per la sua ricostruzione, terminata circa 10 anni dopo con un edificio dalla grande importanza. Purtroppo rimane poco di quella costruzione, giusto il Busto di Anselmo da Baggio che all’epoca era diventato papa Alessandro II. Questo ritrovamento è conservato nel museo della Cattedrale.
Nei secolo successivi continuarono i lavori alla cattedrale di San Martino con ampliamenti e revisioni sostanziali della struttura, come l’aggiunta del transetto. La crisi economica che colpì la città ridimensionò e rallentò il progetto, tanto che furono eletti degli operai con il compito di capire quali opere interne alla chiesa poter vendere per finanziare il prosieguo dei lavori. Solo alla fine del XIV secolo il duomo fu terminato.
Attualmente la chiesa raggiunge una lunghezza di oltre 84 metri e una larghezza di quasi 44. La facciata della chiesa è anticipata da un portico nartece con tre grandi arcate che accolgono i visitatori. Un particolare da notare è che quella di destra, vicina al campanile, è sensibilmente più stretta delle altre. Anticamente questi porticati venivano utilizzati dai cambiavalute che operavano continui scambi con i pellegrini che giungevano in città.
Gli interni della cattedrale di San Martino sono a croce Latina e l’intero spazio è suddiviso tra tre navate, la cui centrale termina in un abside semicircolare dotato di altare maggiore in marmo. Anche il transetto è suddiviso in due navate.
Quello che colpisce di questa chiesa è senz’altro l’elevata altezza che raggiunge e la differenza tra quella della navata centrale e di quelle laterali. La navata centrale è separata da quelle laterali grazie a delle colonne su cui poggiano degli archi a tutto sesto ed è chiusa verticalmente da volte riccamente dipinte. Nonostante ciò lo stile che vi si respira all’interno è lontanamente gotico.
Gli interni sono ancora ricchi di opere d’arte di notevole valore, come il monumento funebre a Ilaria del Carretto, risalente agli inizi del XV secolo: un sarcofago in marmo che contiene il corpo della donna moglie di Paolo Guinigi. Da non perdere è anche il Tempietto del Volto Santo, realizzato nello stesso secolo: è un piccolo tempio che custodisce al suo interno il crocifisso in legno venerato in tutta Europa noto come Volto Santo di Lucca.
A destra della cattedrale di San Martino è presente il campanile, a pianta quadrata. Anche in questo caso il numero di aperture sulla facciata è crescente man mano che si procede verso il cielo ed è chiuso da una merlatura ghibellina sulla sua sommità. Per via della sua posizione si pensa che la costruzione di questa torre campanaria abbia avuto origine per motivazioni civili, a difesa della città. Raggiunge infatti un’altezza di quasi 60 metri dalla quale è possibile sorvegliare l’intera area circostante. Anche il campanile venne costruito a più riprese: la parte più bassa è anche la più antica e risale a prima del XII secolo, mentre è ben riconoscibile quella successiva al XIII secolo, per via dell’utilizzo della pietra calcarea estratta in cave pisane. Agli inizi del milletrecento il campanile della cattedrale di San Martino era concluso.
A pochi minuti di distanza a piedi raggiungiamo piazza Napoleone, sulla quale sorge il palazzo Ducale di Lucca, attualmente utilizzato per mostre temporanee.
Piazza Napoleone è anche conosciuta come piazza Grande e anticamente ospitava la fortezza Augusta, impiegata come residenza del condottiero ghibellino Castruccio Castracani. Questa era una costruzione enorme, tanto che pare occupasse circa un quinto della città dell’epoca e venne distrutta dai cittadini in ribellione nel 1370.
La piazza fu pensata agli inizi dell’ottocento, quando durante la dominazione napoleonica Elisa Bonaparte Baciocchi (sorella di Napoleone) volle creare questo spazio dedicandolo al fratello. Per fare spazio a piazza Napoleone fu necessario abbattere diversi edifici che sorgevano qui, come la chiesa di San Pietro Maggiore o il magazzino del sale. L’idea era quella di posizionare al centro una statua di Napoleone, ma quando nel 1815 la città divenne un Ducato affidato a Maria Luisa di Borbone-Spagna, questa optò per inserire una statua in suo stesso onore.
Oggi Piazza Napoleone è una bella piazza circondata da alti alberi che fanno ombra agli edifici posti lungo il perimetro e ospita il mercato cittadino.
Sulle ceneri della Fortezza Augusta venne poi costruita la cittadella di Lucca, anch’essa distrutta nella prima metà del XV secolo. Successivamente venne costruito l’attuale Palazzo Ducale. Conosciuto anche come palazzo pubblico o palazzo della provincia, perché al suo interno è ospitata questa funzione, viene in realtà utilizzato anche per mostre temporanee (come Cartasia). Il Palazzo Ducale rappresenta da sempre il potere cittadino, durante tutte le dominazioni di Lucca questo era il centro del governo. Nel 1370 ospitava il Consiglio degli Anziani e anche il Gonfaloniere.
All’interno del palazzo Ducale era conservata anche una grande polveriera che, a seguito di un’esplosione nel 1577, distrusse l’intero edificio che venne prontamente ricostruito. La struttura del palazzo Ducale si sviluppa ancora oggi attorno a due cortili e presenta elementi che arrivano da ben otto secoli differenti di storia, come il muro del cortile degli Svizzeri, risalente al milletrecento o gli archi della Loggia dell’Ammannati del cinquecento o ancora il Passaggio delle Carrozze di epoca neoclassica.
Un’altra delle cose da non perdere nella visita di un giorno a Lucca è la chiesa dei Santi Giovanni e Reparata, in piazza San Giovanni. Questa chiesa fu la prima sede dei vescovi cittadini e quando la cattedrale di San Martino venne riconosciuto come duomo, alla chiesa dei Santi Giovanni e Reparata rimase la principale fonte battesimale.
Dove oggi è presente questa chiesa, anticamente c’era la chiesa di Santa Reparata, risalente al V secolo. La sua storia fu tormentata e ricca di rimaneggiamenti: per circa un secolo svolse una funzione cimiteriale, salvo poi tornare ad essere una chiesa. Nel IX secolo accolse le reliquie di San Pantaleone, depositate in una cripta aperta appositamente.
L’attuale chiesa dei Santi Giovanni e Reparata, costruita sulla chiesa di Santa Reparata, ha una struttura simile a quella originaria, con tre navate divise da un colonnato con capitelli e archi a tutto sesto. Nel XVI secolo venne nuovamente rivista, ma con un’ottica di mantenimento degli elementi originari: la facciata, ad esempio, venne rifatta utilizzando elementi medievali. Dello stesso periodo è anche il soffitto interno a cassettoni.
Durante l’ottocento venne sconsacrata e, dopo aver tolto tutti gli arredi originali, venne impiegata come archivio. La forte umidità interna però la rendeva totalmente inadatta a questo scopo, così dopo pochi anni (già nel 1828) venne riabilitata al culto e dotata di nuovi altari e decorazioni come dipinti.
In piazza San Salvatore è presente la chiesa di San Salvatore, anche questa molto antica. Già agli inizi dell’XI secolo era qui presente una chiesa, ma la pianta di quella attuale si basa sulla ricostruzione fatta nel XII secolo, così come la prima fascia perimetrale della struttura fin circa due metri da terra. La parte rimanente della struttura arriva invece da una ricostruzione in stile neomedievale del XIX secolo.
Sulla facciata sono presenti tre ingressi che si rifanno alla divisione interna a tre navate, e una bifora centrale. Qui si trovano anche dei bassorilievi legati al culto di San Nicola.
Un’altra delle cose da non perdere assolutamente nella visita di un giorno a Lucca è la chiesa di San Michele in Foro sull’omonima piazza. Quando venne costruita la pensarono così bella che decisero di “esporla” su di un rialzo in pietra che la innalza rispetto agli altri edifici della piazza che rappresentava il foro romano.
Le origini di questa chiesa gettano le basi addirittura nel VIII secolo, e continuò a modificarsi nei secoli successivi con l’aggiunta di un monastero e un ospedale e con vari rimaneggiamenti che continuarono fino al milletrecento. In epoca medioevale all’interno della piazza scorreva un piccolo canale che impediva l’accesso diretto alla chiesa, reso possibile attraverso un ponte di legno.
Il fine lavoro che caratterizza la facciata a vela della chiesa di San Michele in Foro arriva dal rimaneggiamento del XIII secolo, quando vennero aggiunte una serie di loggette sovrapposte su quattro file e intervallate da piccole colonne e accurati bassorilievi che ancora oggi caratterizzano l’aspetto della chiesa.
In facciata, sopra le logge, si può ammirare la statua alta quattro metri e in marmo dell’arcangelo Michele le cui ali sono rese scintillanti attraverso l’utilizzo di metallo. Da qui nasce una leggenda che narra che in particolari condizioni di luce è possibile vedere un riflesso verde nella statua. Ciò sarebbe dovuto a uno smeraldo incastonato nella statua stessa e mai rinvenuto. Il personaggio è immortalato nel momento in cui sta sconfiggendo un drago e ai suoi piedi sono presenti due angeli.
La facciata, così come gli interni, sono caratterizzati dallo stile romanico pisano. La chiesa di San Michele in Foro ha una pianta a croce latina ed è suddivisa in tre navate e dotata di transetto. L’abside è semicircolare e al di sotto ci sono le cripte della chiesa. Degli alti colonnati dividono le navate chiuse da una volta a botte. In realtà trovo ci sia una sostanziale differenza tra la bellezza che vediamo esternamente alla chiesa e alla sua magnifica facciata e quella che si può ammirare al suo interno, dove la cura del dettaglio lascia spazio a una forte semplicità.
Il campanile della chiesa di San Michele in Foro venne costruito tra l’XI e il XII secolo, ma solo un secolo più tardi venne mozzato su disposizione del Doge di Pisa (Giovanni dell’Agnello) che non tollerava il fatto che il suono delle campane si propagasse fino alla sua città, dimostrando di fatto una superiorità di Lucca.
All’interno di Piazza San Michele a Lucca, oltre alla bellissima chiesa, c’è anche la statua che ritrae il politico Francesco Berlumacchi e un insieme di palazzi medioevali che si stringono gli uni agli altri. Da non dimenticare è anche il palazzo Pretorio.
Piazza San Michele è anche conosciuta come piazza delle catene, per via della delimitazione perimetrale costruitavi già in epoca settecentesca. Questo è uno dei maggiori luoghi di incontro dei cittadini e già in epoca romana rappresentava il forum della città.
Il palazzo pretorio occupa un angolo a sud della piazza, in corrispondenza di via Vittorio Veneto, ed è facilmente riconoscibile per il suo porticato al pian terreno. Conosciuto anche con il nome di palazzo del Podestà era anticamente la sede del comune. La costruzione di questo edificio cominciò sul finire del XV secolo proprio per ospitarvi funzioni pubbliche: inizialmente nelle ultime tre arcate del porticato c’era un ufficio comunale che si apriva all’esterno come le botteghe. Solo con il rimaneggiamento del 1589, nel quale si ampliò il loggiato, sparì l’ufficio e i porticati vennero resi omogenei.
La facciata di Palazzo Pretorio che dà su piazza San Michele è arricchita da un orologio, posto al di sopra della serie di bifore al primo piano. All’interno del porticato sono invece conservati i monumenti a Matteo Civitali (progettista dell’edificio) e quelli all’esploratore Piaggia e al garibaldino Strocchi. Attualmente il porticato viene impiegato per mostre o per dare riparo a banchette durante feste o fiere.
Non si può concludere la visita di un giorno a Lucca senza aver visitato la sua piazza più famosa: piazza dell’Anfiteatro, conosciuta per la sua caratteristica forma elittica.
I palazzi che si trovano su questa piazza disegnano questo perimetro perché vennero costruiti sui resti dell’antico anfiteatro cittadino, risalente al II secolo. Terminato l’uso come anfiteatro il suo spazio venne progressivamente riempito di piccoli edifici che adempivano a diverse funzioni, come il deposito per il sale, un carcere o una polveriera. Solo nel XIX secolo venne decise di liberare l’area della piazza, in un’opera di riqualificazione urbanistica. Contestualmente venne creata la via dell’anfiteatro che percorre esternamente l’intero perimetro della piazza e che permette, attraverso le quattro apposite porte, di accedere a questo spazio così insolito.
La piazza venne rialzata di circa tre metri rispetto all’arena romana e ancora oggi è possibile vedere una croce nella mattonella centrale nella piazza che segna il punto di intersezione tra le quattro porte.
Per qualche decennio la rinata piazza dell’anfiteatro ospitò il mercato cittadino delle vettovaglie, in seguito spostato al mercato del Carmine.
Oggi anche piazza dell’Anfiteatro è un punto di incontro per i cittadini lucchesi, che possono approfittare dei numerosi bar e ristorantini che si affacciano su questo luogo storico.
L’anfiteatro romano venne costruito in questa posizione, al di fuori della cinta muraria del tempo, perché era adibita a spettacoli più popolari come la lotta tra gladiatori. Per questo motivo attraeva anche classi sociali più basse che potevano muoversi più facilmente in massa e che, in caso di scoppio di rivolte, rimanevano al di fuori del centro storico che veniva prontamente bloccato per difesa. La capienza dell’anfiteatro era di circa 10.000 spettatori che si accomodavano dentro alla struttura di cinquantacinque archi che raggiungevano un’altezza di 13 metri. La porta di accesso alla piazza orientale è l’unica tra le quattro ad essere stata conservata nella sua forma e aspetto originale. Purtroppo si è conservato molto poco dell’antico anfiteatro, perché con le invasioni barbariche a seguito della caduta dell’impero romano, venne utilizzato come cava per la costruzione di altre strutture, tanto da venire indicato come “grotte”.
Ecco la mappa per l’itinerario completo per visitare la città di Lucca a piedi in un giorno.
Se arrivate a Lucca in automobile, avrete sicuramente il problema di scegliere dove parcheggiare. Quando raggiungete il centro storico, intorno alle mura saranno presenti alcuni posteggi in strada che, come numerosi altri, saranno a pagamento.
Altamente sconsigliato è inserirsi all’interno delle mura per trovare un posto per l’auto, mentre se volete risparmiare qualche soldo potete optare per uno dei pochi parcheggi gratuiti disponibili in città. Uno abbastanza comodo si trova nei pressi di piazzale Don Franco Baroni, a poco più di cinque minuti a piedi dalle mura cittadine.
Più precisamente, il parcheggio gratuito di Lucca si trova in questa posizione.