Maurizio Cattelan a Milano – Breath Ghosts Blind

Opera su 11 settembre - Blind di Maurizio Cattelan ad Hangar Bicocca

Con Breath Ghosts Blind Maurizio Cattelan torna a Milano con una mostra personale dopo undici anni di assenza. La mostra, ospitata nei grandi spazi dell’Hangar Bicocca, è atipica anche per questa sede: nonostante la grande metratura disponibile le sale sembrano quasi essere vuote.

Le opere in mostra con Breath Ghosts Blind sono tre, due originali e una concepita come revisione di precedenti lavori presentati alla Biennale d’Arte di Venezia.

Chi è Maurizio Cattelan ^

Il nome di Maurizio Cattelan in ambito artistico è ormai universalmente conosciuto. Cattelan è infatti uno degli artisti contemporanei più noti al mondo e forse il più celebre tra quelli italiani. Nato nel 1960 a Padova vive e lavora tra Milano e New York.

Nelle sue opere, spesso ironiche e frequentemente drammatiche, tocca temi complessi e scomodi che caratterizzano la società contemporanea, mettendo in mostra le contraddizioni frequenti nel nostro tempo. Spesso affronta delicati temi sociali o di attualità, regalando nuove chiavi di lettura o prendendo una posizione netta.

Proprio la sua città d’origine, Padova, deve avere segnato il suo percorso artistico. Negli anni sessanta, infatti, questa era il fulcro della rivolta studentesca e delle battaglie della sinistra. Ciò ha fatto sì che Maurizio Cattelan crebbe in una zona caratterizzata da forti tensioni sociali che lo portarono ad avere un’adolescenza in cui non mancarono ostilità verso le istituzioni, a partire dalla scuola.

Successivamente si mise al lavoro per emanciparsi dalla famgilia e, da autodidatta, si avvicina al design negli anni ottanta creando una serie di oggetti antropomorifici. È in questo momento che approccia l’arte e nel 1989 crea la sua prima opera, Lessico famigliare, un autoritratto in bianco e nero in cui l’artista forma un cuore con le mani all’altezza del suo torace. La foto è inserita in una cornice d’argento a sottolineare la provenienza borghese. Da lì in avanti hanno inizio le sue provocazioni, anche al sistema artistico. Celebre è la sua “presenza” nel 1993 alla biennale di Venezia, dove affitta a un’agenzia pubblicitaria lo spazio a lui dedicato.

Anche dopo essersi trasferito a New York negli anni novanta continua a seguire l’attualità italiana e la sua storia recente, creando spesso opere strettamente collegate a ciò. In virtù della sua vena provocatoria, Maurizio Cattelan concepisce il dibattito pubblico sulle opere create come parte integrante del loro significato, rendendo quindi gli spettatori parte attiva del processo artistico.

Nelle sue opere Maurizio Cattelan mischia e gioca con diversi materiali, utilizzando marmo, fotografia, cera, animali in tassidermia e tanto altro. Spesso nelle sue opere si ritrova un riferimento alla storia dell’arte, grazie all’evocazione di generi classici i cui simboli richiamano alla caducità della vita.

Breath Ghosts Blind all’Hangar Bicocca ^

Breath Ghosts Blind, ospitata nella suggestiva cornice dell’Hangar Bicocca di Milano, è la mostra personale con cui Cattelan torna a Milano. Le opere, tre, sono in stretta relazione con gli spazi in cui sono ospitate (la piazza, la navata e il cubo dell’Hangar) e l’intera esposizione è concepita come una drammaturgia in tre atti.

Le opere rappresentano infatti in maniera simbolica la vita, dalla nascita alla morte, attraverso riferimenti emblematici per l’immaginario collettivo. Anche la scelta del numero delle opere, tre, ha una valenza allegorica che rappresenta da una parte l’idea della perfezione e dell’altra un richiamo religioso alla Trinità.

Le opere di Breath Ghosts Blind di Maurizio Cattelan ^

Il nome della mostra racchiude in se il titolo delle tre opere esposte: Breath, Ghosts e Blind. Due di queste sono opere inedite, mentre una terza è la riconfigurazione di un lavoro storico.

Breath ^

La mostra Breath Ghosts Blind all’Hangar Bicocca si apre con Breath, una scultura creata nel 2021 da Maurizio Cattelan. Come diverse sue opere precedenti anche questa è realizzata in marmo bianco di Carrara e raffigura una persona e un cane stesi l’uno di fronte all’altro. L’utilizzo di questo materiale richiama opere antiche e le opere rinascimentali e neoclassiche.

La posizione dei due protagonisti lascia immaginare un legame tra loro, nonostante non si possa stabilire se questo è frutto di un incontro casuale o ci sia un legame reale. L’identità della persona non è definita e non si può stabilire chi questo sia. Un senzatetto? Cattelan stesso, come più volte ha usato ritrarsi?

E il cane? Spesso Maurizio Cattelan ha inserito animali nelle sue creazioni. Frequentemente anche utilizzando la tassidermia, una particolare tecnica di conservazione dei corpi di animali deceduti. Tema, quello della morte, che più volte è stato trattato dall’artista.
Il cane è anche una figura simbolica in svariate culture: sia per la sua fedeltà nei confronti dell’uomo, sia per il suo ruolo mitologico di guida nel passaggio tra la vita e la morte.

Breath è la prima opera di Cattelan in cui l’elemento umano e quello canino sono insieme e, come il titolo della scultura rimanda a un gesto sinergico, anche i due soggetti condividono una funzione vitale, il respiro. Considerato nell’insieme delle altre due opere, il respiro è anche il compertamento generatore della vita.

Ghosts ^

Ghosts è la seconda opera di Maurizio Cattelan esposta in Breath Ghosts Blind. Un occhio attento potrà notare che parte di questa installazione è già presente al di fuori dell’Hangar Bicocca, sul suo tetto. Entrando invece all’interno, l’opera non sfuggirà nemmeno all’occhio più disattento.

Migliaia di piccioni in tassidermia sono sparsi per tutte le travi che sorreggono la copertura delle navate dell’Hangar e lungo il carroponte. La loro presenza, tipica degli spazi all’aperto cittadini, in questo contesto dà un senso di inquietudine, capovolgendo l’idea di spazi interni ed esterni.

Per chi ha già visitato gli spazi di Hangar Bicocca la sensazione sarà piuttosto strana: lo spazio espositivo più ampio di tutta la sede praticamente vuoto. A riempirlo solo le migliaia di piccioni appollaiati e in diverse posizioni sulla sua copertura.

Una prima versione di Ghosts comparve già nel 1997 alla Biennale di Venezia, quando con Tourists Cattelan riempì il padiglione di questi animali mettendoli sui condotti di aerazione. A distanza di qualche anno, nel 2011, sempre alla biennale d’arte di Venezia, Cattelan presentò Others. In questo caso installò duemila piccioni sulla facciata e negli interni del padiglione centrale dei giardini. In tutte queste situazioni i piccioni rappresentano quasi un intruso all’interno del contesto, messo in dialogo con le altre opere presenti.

Il piccione di Ghosts e delle precedenti opere rappresenta anche il simbolo di trasmissione e di transito, per l’antico impiego dell’animale come portatore di informazioni. In qualche modo il piccione si collega alla colomba, nota nell’iconografia cristiana come rappresentazione dello Spirito Santo. D’altro canto la massa di piccioni presente evoca anche l’immagine di una folla indistinta che reclama uno spazio solamente con la sua presenza. Consideratone il numero il visitatore diventa quindi a sua volta l’intruso ed è messo di fronte alla sua individualità.

Il nome scelto per l’opera, Ghosts, simboleggia il processo di disincarnazione che è parte della storia delle esposizioni del lavoro. In Tourists i piccioni rappresentanti un paesaggio tipico di Venezia sono messi in diretto rapporto con la figura umana, in Others Cattelan si concentra sul senso di collettività, mentre in Ghosts l’allusione è alla spettralità, suggerendo immagini indistinte di possibili predecessori che hanno abitato quello spazio.

Blind ^

Percorrendo le intere navate dell’Hangar Bicocca arriviamo all’ultima opera esposta della mostra Breath Ghosts Blind, probabilmente la più scenografica. Blind.

Le dimensioni di Blind sono monumentali: una stele massiccia di quasi 17 metri di altezza interamente dipinta di nero. La sua prima esposizione al pubblico è proprio con la mostra Breath Ghosts Blind e rappresenta la fine del percorso, simboleggiando anche la fine della vita in quel circolo di cui parlavo poco più in su.

Blind occupa il cubo di Hangar Bicocca e attraverso il portone che conduce a questo spazio si svela gradualmente al visitatore. Dalla navata appare come un monolite, mentre accedendo alla spazio e vedendone la sommità si percepisce nella sua interezza. Ti troverai davanti una grande parallelepipedo con la sagoma di un aereo intersecata sulla sommità, il tutto rivestito di un colore nero opaco in resina.

La sensazione di maestosità, così come vedere l’opera in pianta (ricorda una croce), riportano il fruitore al cospetto di un luogo sacro. Come in altre opere di Maurizio Cattelan c’è un richiamo diretto alle azioni terroristiche, in questo caso agli attacchi dell’11 settembre 2001. L’opera è una sintesi di quei fatti: un’unica torre con all’interno un aereo. Blind racchiude in se il tema del terrorismo e della morte, quasi a rappresentare un enorme lapide.

Infine la scelta del nome Blind apre a un ulteriore livello di lettura, facendo interrogare il fruitore dell’opera su a chi si riferisca il titolo. Che sia un’allusione all’incapacità di vedere, tipica degli essere umani nel nostro tempo?

Orari e Modalità di accesso alla mostra Breath Ghosts Blind ^

La mostra Breath Ghosts Blind di Maurizio Cattelan all’Hangar Bicocca di Milano è in scena dal 15 luglio 2021 al 20 febbraio 2022. È aperta dal giovedì alla domenica dalle 10.30 alle 20.30 con ingresso gratuito.

Per poter accedere a Blind Ghosts Blind, così come alle altre mostre temporanee presenti in contemporanea è obbligatoria la prenotazione attraverso il sito web dell’Hangar Bicocca, in maniera tale da regolare l’accesso delle persone.

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Maurizio Cattelan a Milano - Breath Ghosts BlindScopri tutte le informazioni sulla mostra Breath Ghosts Blind di Maurizio Cattelan: le opere esposte e come visitarla.https://www.lorenzotaccioli.it/maurizio-cattelan-a-milano-breath-ghosts-blind/
Lorenzo Taccioli