Modena – Un Giorno nel Patrimonio dell’UNESCO

Modena Sinagoga - Tempio Israelitico in Piazza Giuseppe Mazzini

Percorrendo la via Emilia da Nord Ovest verso Sud Est si incontrano quasi tutte le province della regione Emilia Romagna (fatta esclusione per Ferrara e Ravenna). Durante gli anni le ho visitate tutte (Piacenza, Parma, Bologna, Forlì Cesena – dove risiedo e Rimini), ma mi mancava ancora Modena.

Si tratta di una grave mancanza per un emiliano romagnolo con la passione per la visita di città e borghi, soprattutto se si considera che Modena è conosciuta addirittura a livello internazionale, grazie ai suoi prodotti tipici (il lambrusco, l’aceto balsamico, i tortellini, la ciliegia, la pera…) e al suo centro storico patrimonio dell’UNESCO.

L’occasione arriva in fretta, quando decido di visitare le Salse di Nirano, alcuni fenomeni di vulcanismo secondario in cui il fango fuoriesce dal terreno formando delle strutture coniche. Le salse si trovano infatti in provincia di Modena e, in pochi minuti di auto eccomi nel centro storico emiliano.

Modena – Centro Storico Patrimonio dell’UNESCO ^

A partire dal 1997 una parte del centro storico di Modena è stato inserito nell’elenco dei siti Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. In particolare a godere di questo ‘marchio’ sono l’intera Piazza Grande di Modena (la piazza principale della città), la Cattedrale di Modena (Santa Maria Assunta in Cielo e San Geminiano) e la Torre Civica (Torre della Ghirlandina).

Giunti a Modena è però impossibile limitarsi alla visita di queste destinazioni: il centro storico ottimamente conservato merita di essere visto durante una bella passeggiata per i suoi vicoli.

Cosa Vedere a Modena in un Giorno ^

La mia visita al centro storico di Modena parte in tarda mattinata, ma dopo essermi informato sulle destinazioni più interessanti e su cosa visitare, mi metto in cammino. Complice una bella giornata serena, ma non troppo calda, renderà la visita al centro storico davvero piacevole. Le cose da vedere sono tante e richiederanno un po’ di tempo soprattutto se si ha intenzione di visitare musei e gli interni dei palazzi storici. A seconda delle visite che si pianificano di fare potrebbero volerci un paio di giorni, magari abbinabili a qualche degustazione di prodotti tipici.

Se invece si vuole avere una panoramica di quello che la città ha da offrire o si ha un passo piuttosto svelto, in una giornata si può già vedere abbastanza.

Piazza San Francesco e Chiesa di San Francesco d’Assisi ^

Parcheggiata l’automobile cominciamo la nostra visita dalla parte sud occidentale del centro storico e la prima piazza in cui ci imbattiamo è la Piazza San Francesco d’Assisi. Si tratta di una piccola piazza, con i palazzi colorati nelle tinte calde del rosa, rosso e arancione.

Su Piazza San Francesco d’Assisi si affaccia l’omonima chiesa, Chiesa di San Francesco d’Assisi e una piccola fontana, anche questa titolata a San Francesco con una statua che ne riprende le sembianze.

La Chiesa di San Francesco d’Assisi ha dimensioni contenute ed è stata costruita durante diversi decenni a partire dal 1244 in stile gotico-emiliano. Durante gli anni 20 del trecento non erano ancora stati conclusi i dormitori dei frati all’interno della chiesa che venne consacrata al santo solo dopo la sua morte.

Durante i secoli venne più volte messo mano a quella che è la struttura della chiesa, infatti venne più volte ristrutturata (una volta in seguito ai danni riportati dal terremoto del 1501 avvenuto poco distante da qui), fino all’ultima grossa ristrutturazione datata fine ottocento durante la quale venne conferito l’attuate stile neogotico visibile oggi.
Questi continui lavori sono più visibili all’interno della chiesa diviso in tre navate e in una delle quali si può ammirare la “Deposizione del Cristo dalla Croce”: una serie di tredici statue del cinquecento ad opera di Antonio Begarelli in cui viene riproposto il drammatico momento della deposizione.

La fontana di San Francesco, presente in piazza San Francesco d’Assisi, è invece molto più recente: risale infatti al 1938.

Piazza Grande – Patrimonio dell’UNESCO ^

Ad appena 500 metri di distanza (circa 6/7 minuti di cammino) si arriva in Piazza Grande dove si trovano i monumenti più famosi della città di Modena e quelli protetti dall’UNESCO.

Duomo – Cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta in Cielo e San Geminiano e Torre della Ghirlandina ^

Arrivati in Piazza Grande non si può fare a meno di notare la grandissima Cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta in Cielo e San Geminiano, il nome piuttosto lungo del duomo della città di Modena. All’interno della piazza si sviluppa tutto un fianco ed il retro della cattedrale, il cui ingresso si trova invece lungo Corso Duomo, uno degli accessi alla piazza Grande.

Il duomo di Modena ha origini piuttosto antiche e prende il posto di due precedenti chiese che erano state costruite proprio in questo punto della città. La sua costruzione prese il via nel 1099 su richiesta, oltre che della curia, anche del popolo modenese che volle a tutti i costi una nuova chiesa nella posizione in cui appena trent’anni prima ne era stata edificata una precedente. La richiesta di questa chiesa era talmente sentita che, una volta identificato in Lanfranco (noto architetto italiano dell’epoca) l’incaricato dei lavori, si cominciò di gran lena.

L’inizio della costruzione della cattedrale in stile romanico fu talmente veloce che si cominciò a costruire il duomo da due punti diversi e ancora oggi, a testimonianza di questo fatto, si può notare un’imprecisione nei calcoli che ha portato il punto di incontro delle due parti (absidi e facciata) ad essere piuttosto irregolare. Questo punto si affaccia direttamente su piazza grande ed è quello in cui la serie di logge si interrompe e lascia spazio ad una bifora sormontata da un arco più basso e stretto degli altri che, misurato, riporta una differenza di poco più di un metro nella sua corda rispetto a quelle degli altri archi.

Per la costruzione di questa grandissima opera si utilizzarono principalmente i resti di ruderi di edifici romani presenti nei dintorni, ma ben presto ci si accorse che il materiale che si aveva a disposizione non sarebbe stato sufficiente per terminare la costruzione dell’intera basilica e così, con un colpo di fortuna non indifferente, si prese a scavare poco distante da qui alla ricerca di materiali e si trovò una necropoli romana ricchissima di pietra e marmi che venne ovviamente saccheggiata per portare a termine i lavori.
Questo recupero è testimoniato anche da qualche scritta romana che si trova sui marmi che ricoprono la cattedrale.

Nel 1106 la cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo e San Geminiano era a buon punto e, con una cerimonia solenne a cui partecipò anche il papa dell’epoca, vennero traslate qui le spoglie di San Geminiano, patrono della città di Modena. Ad aggiungere gloria a questa grande opera ci pensò il terremoto che colpì queste zone nel 1117, ma che non scalfì minimamente il duomo che divenne fonte di ispirazione per la creazione ed ammodernamenti di altre cattedrali poco distanti.

Intorno al 1130 si conclusero ufficialmente i lavori di costruzione del duomo.

A distanza di nemmeno 40 anni (1167), però, vennero chiamati “i campionesi“, così conosciuti perché provenienti da Campione d’Italia, i quali si dovevano occupare della costruzione della torre campanaria del duomo. I lavori si protrassero fino al 1320 circa, e furono ben più ampi rispetto alla torre campanaria. Nell’occasione infatti vennero fatte numerosi e sostanziali modifiche alla struttura originale del duomo, adeguandola allo stile gotico del momento: la facciata venne arricchita da un grande rosone, vennero aggiunte le due porte ai lati dell’ingresso principale sulla facciata. Venne inoltre aperta una seconda porta (porta Regia) su piazza Grande, in aggiunta alla porta dei Principi già presente nel progetto originale. Infine vennero curate anche molte decorazioni interne inizialmente non previste.

La cattedrale era giunta finalmente a un compimento grazie alla presenza della torre campanaria, rinominata poi torre Ghirlandina dal popolo modenese. Questa torre, alta circa 86 metri e facente anch’essa parte dei monumenti Patrimonio dell’UNESCO, è uno dei simboli di Modena. Inizialmente la torre venne costruita alta 5 piani, ma poi anche per senso di sfida nei confronti di Bologna, venne ulteriormente alzata e adornata da due ghirlande, da cui deriva il nome, che altro non sono se non due ringhiere in marmo.

Nei secoli successivi vennero fatti ulteriori restauri sia alla cattedrale che alla torre Ghirlandina, conosciuta anche come la torre civica di Modena, ultimo dei quali risalente al 2008, durante il quale la torre civica venne ‘confezionata’ con un’impalcatura piuttosto vistoso che le valse il nomignolo di Torrone, a causa della somiglianza con il famoso dolce cremonese.

Dopo aver ammirato la maestosità della chiesa è d’obbligo entrare a visitare le tre navate divise da colonne su cui poggiano gli alti archi a tutto sesto e che conducono al presbiterio rialzato rispetto al resto della chiesa. Gli ampi spazi danno chiaramente l’idea della grandezza dell’opera ai giorni nostri, quanto nel progetto dei tempi a cui risale. Le quattro campate della navate centrale sono di lunghezza doppia rispetto a quelle delle navate laterali e all’interno si possono ammirare le numerose opere scultoree di cui è corredata.

Dall’interno della cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo e San Geminiano è possibile accedere anche alla cripta sotterranea, dove le colonne si fanno più fitte e la luce più fioca e dove, in mezzo alle pareti riccamente decorata, si può ammirare l’imponente sarcofago che racchiude i resti di San Geminiano.

Ritornati in Piazza Grande, dopo aver lasciato con lo sguardo la maestosa Porta Regia, riccamente decorata con marmo rosa che tradisce la sua aggiunta in un secondo momento e i due leoni che vegliano sull’ingresso, e la Porta dei Principi, volgendo lo sguardo a destra ci si imbatterà nel Palazzo Comunale.

Palazzo Comunale ^

Palazzo Comunale - 1046 con Torre Civica a Modena

All’interno del palazzo comunale di Modena, anch’esso affacciato su Piazza Grande, è tutt’ora presente il comune cittadino. L’origine di questo palazzo è particolare: infatti si tratta di un unione di diversi palazzi (circa 12), costruiti a partire dal 1046 per ospitare le funzioni amministrative e di rappresentanza della città, con stili omogenei. Quest’unione avvenne durante il XVII e il XVIII secolo e ospitava anche l’antica Torre Civica, che a causa di un terremoto crollò nel 1671 e divenne l’attuale Torre Mozza.

Quello che è molto particolare di questo edificio è la Torre dell’Orologio. Questa presenta due orologi, su facciate contrapposte e, regolando quello che dà su Piazza delle Ova automaticamente si regola anche quello su Piazza Grande, nonostante disti circa 40 metri, dovuti al dislivello tra i due ed ai vari piani dell’edificio che li separa.

Sopra ai portici in marmo bianco che regalano un motivo ripetitivo che omogeneizza lo stile del palazzo comunale, proprio a sinistra della torre dell’orologio, si può notare quello che resta della Torre Mozza: non molto di più di un cumulo di mattoni.

Molte sono le sale che si possono visitare all’interno del palazzo comunale, tra cui la sala delle bifore in cui si possono ammirare i resti di due antichi palazzi che vanno a comporre l’attuale edificio, le prigioni, la sala dei passi perduti (luogo di conforto per i condannati a morte) e la più recente acetaia comunale: una sala risalente al 2003 che rende omaggio ad uno dei prodotti culinari più famosi di modena, l’aceto balsamico tradizionale.

Piazza XX Settembre ^

Se tutta questa bellezza inizia a mettervi appetito, come è successo a noi, vi potete spostare in una delle piazze parallele a piazza Grande: piazza XX Settembre.

In questa piazza, infatti, si trovano numerosissimi localini che vi possono rifocillare in una bellissima location corredata di tavolini all’aperto. Sono numerosi i ristoranti bio, vegan e attenti anche alle ultime tendenze in fatto di dieta.

Particolarmente colorata, grazie alle diverse facciate dei palazzi che vi si affacciano sopra, una delle critiche che i modenesi gli muovono maggiormente è quella di apparire desolata, probabilmente a cause delle generose dimensioni dello spazio centrale. Onestamente non ho avuto questa impressione, probabilmente grazie ai tanti tavolini e a qualche bancherella che occupava lo spazio pedonale.

In questa piazza si trova anche la sede del grande palazzo del banco San Geminiano e San Prospero.

Palazzo Ducale ^

Proseguendo la visita del centro storico di Modena e imboccando via Luigi Carlo Farini, si vedrà chiaramente la facciata del Palazzo Ducale che si avvicina sempre di più. Il palazzo si trova in Piazza Roma, recentemente riammodernata e venne costruito durante la prima metà del ‘600.

Palazzo Ducale di Modena è uno dei più importanti palazzi principeschi d’Italia e prese il posto del castello estense che si sviluppava proprio in questa parte della città. Pare che i lavori che hanno portato il palazzo a questo stile barocco, siano stati supervisionati addirittura dal Bernini.

La sua facciata, piuttosto imponente su Piazza Roma, è composta da tre piante di finestre affiancate ed è coronata da una balaustra arricchita da numerose statue.

Al suo interno si trovava la sede della corte estense, mentre ora sono attualmente ospitati il museo storico dell’accademia, una biblioteca consultabile previa richiesta e l’accademia militare.

Piazza Roma ^

Piazza Roma, una volta conosciuta come Piazza Ducale e ancor prima come piazza Reale, non ospita solamente il palazzo Ducale. Si tratta di una piazza piuttosto viva e vissuta dai modenesi arricchita da una fontana a filo terra che ne divide parzialmente gli spazi.

All’interno di Piazza Roma si trova anche il monumento a Ciro Menotti, noto patriota italiano che organizzò un’insurrezione liberale proprio a Modena. La statua risale al 1879 e fu opera di Cesare Sighinolfi.

Girandosi su se stessi, si potranno notare gli storici palazzi tutti molto colorati e con al pian terreno numerosi porticati.

Chiesa di San Domenico ^

Chiesa di San Domenico ingresso
Chiesa di San Domenico in Piazza San Domenico

Proprio al fianco di Piazza Roma si trova la Chiesa di San Domenico. L’attuale chiesa di San Domenico risale al 1731 e, dopo la costruzione del palazzo ducale, prese il posto di una precedente chiesa risalente al quattrocento, che a sua volta venne costruita nella posizione in cui si trovava l’originaria chiesa di origine medievale titolata a San Matteo e edificata da parte dei frati di San Domenico.

La forma ellittica della chiesa di San Domenico è arricchita dall’alta cupola, cui sotto si trova l’abside e gli interni ricchi di statue e quadri della chiesa.

Galleria delle Statue ^

Al fianco della chiesa di San Domenico si trova invece la Galleria delle Statue. In questa galleria è possibile ammirare una parte della collezione storica dei calchi in gesso di opere d’arte anche piuttosto famose. Questi calchi servivano agli allievi dell’accademia qui ospitata, di poter fare un confronto diretto delle proprie realizzazioni con quelle dei ben più famosi e storici artisti scultorei.

Inizialmente, già durante l’ottocento, in questa sede venivano mostrate al pubblico anche le realizzazioni meglio riuscite degli studenti dell’accademia.

Il palazzo è stato sottoposto ad un profondo restauro seguito dalla sopraintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Bologna.

Galleria delle Statue

Piazza della Torre ^

Sacrario ai caduti in piazza della torre

Tornando sui nostri passi, muovendoci sempre all’interno del centro storico di Modena, arriviamo dietro il duomo. Qui si trova un’altra piccola piazza che si affaccia direttamente sulla via Emilia: piazza della Torre.

Al centro della piazza si trova una statua realizzata nella seconda metà dell’ottocento che ritrae Alessandro Tassoni, poeta che raccontò la guerra trecentesca con Bologna. Alle spalle della statua del Tassoni si trova invece il sacrario dei partigiani: un omaggio ai caduti della guerra della Resistenza, di cui sono presenti tutte le foto, mentre sopra alle foto si trova una grossa targa in marmo che ricorda gli avvenimenti risorgimentali che riguardano la storia di Modena (la messa in fuga dei duchi austro-estensi, i plebisciti per l’annessione al regno italiano e la visita del Re Vittorio Emanuele II).

Chiesa del Voto ^

Quando ci si chiede cosa vedere in una visita a Modena, sicuramente non possono mancare le numerose chiese cittadine. Un’altra di queste è la Chiesa del Voto.

La chiesa del voto si trova all’incrocio di Corso Duomo con la via Emilia Centro e la sua facciata è surclassata dai numerosi cavi dei tram cittadini. Il suo nome, così come la sua costruzione, sono legate ai fatti drammatici che riguardarono l’Italia durante il ‘600, quando scoppiò un’epidemia di peste che, solo a Modena riuscì a far circa duecento morti al giorno.

Non sapendo come intervenire, il comune modenese e il duca Francesco I d’Este, fecero un voto: se il popolo modenese si fosse presto ripreso dalla peste avrebbero costruito una chiesa. Per scampare all’epidemia il duca e i suoi cortigiani, si rifugiarono sulle colline di Reggio Emilia, così quando la chiesa del voto venne costruita fu titolata alla Madonna della Ghiara, protettrice proprio di Reggio Emilia.

La costruzione della chiesa venne cominciata nel 1634 su di una struttura ad unica navata arricchita da due cappelle laterali, una delle quali venne chiamata “cappella del contagio“, in ricordo dei fatti funesti.

Per diversi anni, la prima messa della mattina celebrata in questa chiesa, venne chiamata la “messa della gazza“, in ricordo di un servitore di una famiglia nobile di Modena che venne giustiziato in quanto accusato di aver rubato dell’argenteria, che si scoprì solo dopo essere in realtà stata sottratta da una gazza ladra.

Chiesa di San Giovanni Battista ^

Procedendo lungo la via Emilia Centro si può raggiungere in pochi passi la chiesa di San Giovanni Battista: nonostante fosse presente già una chiesa in epoca longobarda, la chiesa di San Giovanni Battista arrivò solo durante il XVI secolo, per poi essere ricostruita secondo l’attuale struttura solamente due secoli dopo. Il suo stile neoclassico la distingue dalle altre chiese di Modena, oltre alla sua caratteristica di essere l’unica chiesa della città a non essere collegata ad altri edifici.

La pianta della chiesa di San Giovanni Battista è a base circolare e raggiunge, nel punto più alto i 22 metri di altezza.

Chiesa di San Giovanni Battista

Piazza Giacomo Matteotti ^

La chiesa di San Giovanni Battista ha la facciata su via Emilia Centro, ma il resto dell’edificio sorge sul lato occidentale della piazza Giacomo Matteotti. Si tratta di una bella piazza piantumata, in cui il verde ben si sposa con il colore mattone della chiesa e degli altri edifici che si affacciano qui.

La sua nascita fu molto lunga, infatti il primo progetto, che prevedeva anche l’abbattimento di alcuni palazzi, è datato 1913, ma rimane fermo fino al 1933 quando, dopo alcune demolizioni degli edifici su questo terreno, si ferma nuovamente. Tutto si sblocca solo dopo la seconda guerra mondiale e, attraverso una revisione del progetto originale, riesce finalmente a vedere la luce la piazza che viene titolata a Giacomo Matteotti.

Alberi in Piazza Giacomo Matteotti Modena

Corso Duomo ^

Corso Duomo - Porticati

Il nostro giro per Modena diventa un po’ tortuoso, in fondo dobbiamo smaltire il pranzo bio consumato in piazza XX Settembre, così ci troviamo varie volte a muoverci anche a distanza di qualche ora, su vie molto vicine tra loro. Questa volta, con la scusa di prendere un caffè pomeridiano, ci ritroviamo su Corso Duomo.

Il nome del corso è inevitabilmente legato all’edificio più importante che si trova su di questa via, il duomo di Modena ha appunto la facciata su questa strada. La facciata è piuttosto maestosa, ma non rende l’idea delle grande dimensioni che realmente ha la cattedrale.

Lasciandosi il duomo sulla sinistra non si può fare a meno di notare lo storico palazzo in mattoni che ci si trova di fronte e che, attraverso la sua struttura, forma un piccolo arco contornato da porticati.

Giardino Ducale Estense ^

Uscendo leggermente dalle vie più centrali del centro storico e passando per il retro del palazzo ducale che in un’ala periferica esibisce una bella galleria che passando sopra la strada si collega ad un altro palazzo, si può passare anche per il giardino Ducale Estense, dove la statua di Nicola Fabrizi occupa una buona parte della visuale.

L’origine di questo giardino va indietro di molti secoli, infatti pare risalire al 1598, anno in cui il duca Cesare decise di chiudere quest’area (che si trovata subito a nord del castello) e trasformarla in un giardino rinascimentale. Qualche secolo più tardi il giardino venne trasformato in orto botanico per poi essere nuovamente rivisto durante l’800 dandogli quella configurazione che è arrivata fino ai giorni nostri.

La statua di Nicola Fabrizi ricorda il patriota modenese che ebbe contatti anche con Garibaldi a partire con i mille e con cui combattè nella terza guerra di indipendenza. La statua che si può qui ammirare venne plasmata nel 1896.

Chiesa di San Giuseppe – Tempio Monumentale ai Caduti ^

Chiesa di San Giuseppe - Tempio Monumentale ai Caduti di Guerra

Durante la visita di un giorno a Modena merita una veloce visita anche la Chiesa di San Giuseppe in Piazzale Natale Bruni.

La chiesa venne eretta in ricordo delle vittime modenesi della prima guerra mondiale, i cui nomi (7237) sono stati scolpiti sui pilastri e sulle pareti della cripta. La sua costruzione fu molto sentita e richiesta anche dalla popolazione di Modena che con uno spiccato senso patriottico contribuì anche con fondi propri alla sua costruzione.

Purtroppo il tempio monumentale ai caduti, o chiesa di San Giuseppe, non è attualmente visitabile a causa dei danni riportato a seguito del terremoto che ha recentemente colpito l’area del modenese.

Casa Museo Enzo Ferrari – MEF ^

Non si può dire di essere stati a Modena se non si fa una tappa al MEF: la casa museo di Enzo Ferrari, uno dei personaggi più celebri provenienti da Modena.

La struttura avveniristica, dotata di curve pareti a specchio, è stata costruita nel 2012 a seguito di un bando del 2004 che prevedeva la riqualificazione di quest’area della città. Il bando richiede la costruzione di un edificio da collegarsi alla tutt’ora esistente officina in cui nacque Enzo Ferrari e il progetto deve prevedere molti spazi: una caffetteria, uno spazio espositivo, una sala meeting della capienza di 150 posti, una sala per proiezioni cinematografiche e un centro di documentazione, valorizzando al tempo stesso anche la casa in cui nel 1898 nacque Enzo Ferrari.

Il costo di ingresso al museo è di 16€, ma vale sicuramente la pena per chi è appassionato di automobili e di quelle che hanno reso l’Italia famosa nel mondo.

Per più informazioni o per l’acquisto del biglietto a data aperta ci si può collegare al sito della Casa Museo Enzo Ferrari.

Piazza Giuseppe Mazzini e Tempio Israelitico – Sinagoga ^

Ritornando per l’ennesima volta verso il centro storico si può visitare la Piazza Giuseppe Mazzini, sulla quale si trova la sinagoga di Modena: il tempio israelitico.

L’area della piazza, che presenta una forma piuttosto allungata, divenne un ghetto durante il seicento, quando il Duca Francesco I decise di riservare quest’area ai numerosi ebrei presenti in città. Addirittura, fino al 1859, questa zona era dotata di grandi cancelli che venivano chiusi durante la notte per confinare i suoi abitanti all’interno di quest’area.

Visto il continuo crescere del numero di ebrei, si continuavano ad aggiungere piani alle case qui presenti, rendendole quindi strutture molto particolari. Ciò continuò fino al 1893, quando si prese la decisione di valorizzare la piazza, nel frattempo nominata Piazza della Libertà, abbattendo tutte queste casupole e ristrutturando le facciate dei palazzi che rimasero, seguendo lo stile signorile dell’epoca che ancora oggi possiamo ammirare.

Poco prima anche le numerose e piccole sinagoghe vennero piano piano dismesse a favore della Sinagoga Maggiore costruita nel 1873 e la cui facciata neoclassica dà tuttora un’aria particolarmente curata e signorile a piazza Mazzini. Si tratta anche di una delle sinagoghe più grandi d’Italia, nonché una delle poche a sorgere in pieno centro storico.

Purtroppo la Sinagoga non è aperta al pubblico e perciò non visitabile, ma la sua facciata è di una bellezza estrema che non può non attirare gli occhi anche del turista più distratto.

Chiesa di Santa Maria della Pomposa e Piazza della Pomposa ^

Passeggiando per i vicoli del centro storico e passando tra alti palazzi antichi e angoli più contemporanei, dove ad esempio si trova il murales di Ericailcane titolato “il canto anarchico”, arriviamo in Piazza della Pomposa.

Si tratta di una piazzetta secondaria il cui assetto è rimasto invariato rispetto a quello del XVIII secolo. Piazza della Pomposa è una piazza poco frequentata ma altrettanto colorata di quelle più conosciute. Se c’è una cosa che noto negli edifici di Modena è l’utilizzo abbondante del colore, che crea quest’effetto piacevole di cromie sulle pareti delle case.

Su Piazza della Pomposa si affaccia anche la Chiesa di Santa Maria della Pomposa, una chiesa di medie dimensioni  e tra le più antiche di tutta la città. Infatti sono state trovate notizie di questa chiesa già a partire dal 1153. Dopo diversi secoli durante i quali non venne toccata, durante il XVIII secolo fu sottoposta ad un riammodernamento, a cui sono però sopravvissuti i segni dell’antico portone medievale di forma ad arco.

La facciata in mattoni racchiude la semplice struttura della chiesa, ad aula unica e arricchita solamente da due cappelle per lato, le quali ospitano al loro interno diverse statue e dipinti di rilevanza artistica.

Parco Archeologico Novi Ark ^

Parco Archeologico Novi Ark - Ingresso

La storia del Parco Archeologico di Novi Ark è un po’ bizzarra. Si tratta infatti di un compromesso tra l’esigenza di avere un parcheggio sotterraneo per la città e quella di valorizzare i reperti archeologici della zona.

Durante gli scavi per il parcheggio sono stati infatti trovati tantissimi resti provenienti in un periodo che va dal I secolo A.C al V secolo D.C. Si tratta dei resti della periferia di una grande città (Mutina) attraversata da una larga via di ciottolati, oltre che di una grande necropoli con resti e tombe, due edifici, una discarica con resti di vasellame e anfore, e vasche di impianti produttivi.

Questi resti, ritrovati a circa 5 metri di profondità nel sottosuolo, sono stati prelevati e riposizionati in superficie, per permettere il completamento dei parcheggi, ma anche per renderli visibili liberamente e 24 ore al giorno ai visitatori.

Nella foto si può vedere l’ingresso alla vasta area del parco archeologico di Novi Ark.

Palazzo dei Musei ^

Ritornando nuovamente, e per un’ultima volta, verso l’area più centrale della città di Modena passiamo per il Palazzo dei Musei ospitato all’interno di un edificio risalente alla seconda metà del ‘700 e nato come “Albergo dei Poveri”.

Già dalla fine dell”800 ospita al suo interno numerose opere d’arte, più volte ridisposte a seguito della revisione dei percorsi espositivi divisi sulle venti sale di cui si compone.

Teatro Comunale Luciano Pavarotti ^

Teatro Comunale di Modena
Via del Teatro - Teatro Comunale Luciano Pavarotti

Nelle cose da vedere quando si visita Modena, merita una tappa il grande teatro comunale Luciano Pavarotti, titolato ad uno dei più illustri modenesi a partire dal 2007.

Il Teatro Comunale Luciano Pavarotti venne costruito tra il 1838 e il 1841 e denominato inizialmente Teatro dell’Illustrissima Comunità, diventò poi Teatro Comunale, prima di arrivare al nome dello scomparso tenore.

La sua costruzione fu una grande opera: occupando lo spazio di circa 2000 metri quadri, rese necessario demolire diverse abitazioni che si trovavano in questi terreni. Anche l’inaugurazione dovette quindi essere un grande evento, tanto che per l’occasione venne composto un melodramma ad hoc.

A differenza di numerosi teatri italiani, la sua facciata si trova stretta tra altri palazzi storici e l’ingresso del Teatro Comunale Luciano Pavarotti, decorato da tre grandi archi che danno sul porticato, non è su di una piazza, ma bensì su di una via.

Chiesa di San Biagio nel Carmine ^

Anche la chiesa di San Biagio nel Carmine, durante la nostra visita, è chiusa per restauri dovuti al terremoto. Quella che possiamo vedere oggi è però una ricostruzione dell’antica chiesa di San Biagio, inizialmente costruita sulla via Emilia. Quella attuale prese il posto di una chiesa del ‘300 che venne quasi interamente abbattuta (esclusione fatta per la fiancata meridionale) per poi essere ricostruita sulla stessa base.

La sua semplice struttura è ad una sola navata, separata da sei arcate per late che ospitano due altari laterali. L’unica parte salvata dalla vecchia chiesa è nel chiostro del XIV secolo, nel quale si trova una piccola cappella dotata di un affresco del trecento.

Chiesa di San Biagio nel Carmine - Modena

Mercato Coperto Albinelli ^

Prima di abbandonare Modena e ritornare all’automobile, facciamo una tappa anche al mercato coperto Albinelli, il mercato storico di Modena che si trova qui dagli anni trenta del secolo scorso ed è aperto tutte le mattine dal lunedì al sabato, oltre che i pomeriggi del sabato e dei prefestivi.

Prima di questa sede, i negozianti erano ambulanti abituati a vendere in Piazza Grande, causando notevoli disagi per chi volesse frequentare la piazza. Questa motivazione, unita al pensiero che il mercato ambulante sia più difficilmente controllabile e socialmente pericoloso, venne attivato il progetto del mercato coperto Albinelli.

Fu posta parecchia attenzione alla costruzione del mercato coperto e alle condizioni igieniche che doveva garantire, tanto che i banchi del pesce vennero dotati di banconi in marmo, facilmente pulibili e maggiormente igienici e ad ogni bancarella è stata portata acqua, oltre che studiato un sistema di deflusso delle acque che permettesse una facile pulizia degli ambienti.

Oggi si può trovare al suo interno diversi generi alimentari, dal pesce al frutta e verdura, dal macellaio ai formaggi, oltre che diverse bancarelle di piante e fiori.

Breve Storia di Modena ^

La storia di Modena è piuttosto antica, infatti questa zona era già abitata durante l’era del paleolitico. Il nome originario di “Mutina” dato in periodo etrusco alla città, probabilmente faceva riferimento all’antico insediamento terramaricolo riferito al villaggio di palafitte che qui si trovava durante l’era del bronzo.

Dalla dominazione etrusca, il territorio passò poi ai Galli, per poi essere una colonia romana dal 183 A.C.. Questa colonia fu veramente importante per la città di Modena, tanto che divenne il capoluogo della Gallia Cisalpina per ben due secoli, dopodiché a causa delle frequenti inondazioni del terreno venne abbandonata per altri due secoli.

Grazie alla sede vescovile, che andava assumendo importanza, tornò a popolarsi e proprio a seguito della creazione di mura difensive nel 891, venne cominciata la costruzione della cattedrale.
Quando terminò la dominazione vescovile, attraverso l’autonomia comunale proclamata nel 1135, cominciò un periodo di duri scontri con Bologna, che videro inizialmente sconfitta la città di Modena, salvo poi riprendersi e arrivare fino alle due torri di Bologna con le proprie truppe.

Alla fine del XVI secolo Modena assunse nuovamente una grande importanza, quando il duca Cesare spostò la capitale del suo regno estense da Ferrara a Modena. Da questo periodo la città riuscì a resistere a diversi tentativi di occupazione, arrivando incolume fino all’unità d’Italia, alla quale i cittadini modenese risposero con entusiasmo.

La tradizione di Modena è stata fin da subito socialista e comunista e questo causò diversi problemi ai cittadini durante l’epoca fascista. Una nutrita schiera di partigiani combattè ferocemente per riaffermare le proprie idee di libertà, spesso subendo gravi perdite. La zona infatti, durante il ventennio, fu conosciuta come “triangolo nero” a causa della dominazione fascista. La rivincita arrivò in fretta,  al punto che negli anni successivi la caduta del regime, il nome “triangolo nero” divenne “triangolo rosso” o  “triangolo della morte” per un gruppo di ex partigiani che uccideva chiunque fosse sospettato di essere coinvolto nel fascismo (circa 2000 morti).

Nel dopoguerra ebbe inizio lo splendore della città di Modena: un boom economico senza precedenti coinvolse la zona, soprattutto grazie alle numerose piccole imprese che andavano nascendo, alcune delle quali hanno trainato l’Italia e sono tutt’ora esistenti, come la Maserati, la Panini e la Ferrari. Inoltre i territori sotto la provincia di Modena sono spesso al centro di particolari specializzazioni, si pensi ai prodotti enogastronomici tipici ma anche alle ceramiche di Sassuolo o al settore tessile molto sviluppato di Carpi.

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Modena - Un Giorno nel Patrimonio dell'UNESCOCosa non perdere nella visita di un giorno a Modena. La città ha tantissime attrazioni che meritano di essere visitate, scoprile insieme alla loro storia.https://www.lorenzotaccioli.it/modena-un-giorno-nel-patrimonio-unesco/
Lorenzo Taccioli