Museo per la Memoria di Ustica – Tutte le Info

Museo per la Memoria di Ustica - I resti dell'Aereo

Il museo per la Memoria di Ustica di Bologna è uno spazio permanente, costruito appositamente per ospitare quest’installazione che inevitabilmente non può che andare dritto al cuore dei visitatori. Nel suo intento di ricordare le vittime e la tragedia aerea del 1980, su cui ancora deve essere fatta luce, riesce a parlare in maniera diretta ai visitatori, con un forte pugno nello stomaco.

Ho visitato più volte il Museo per Memoria di Ustica, perché anche a distanza di anni sa emozionarmi e colpirmi.

Strage di Ustica – la Storia in Breve ^

La strage di Ustica è ancora oggi uno dei misteri italiani irrisolti, su cui di tanto in tanto vengono riaccesi i riflettori con la rivelazione di qualche dettaglio o nuove testimonianze che possono aiutare a fare luce sulla verità.

Il fatto si verificò il 27 giugno del 1980, quando un aereo della compagnia Itavia, il DC9 I-TIGI, decollato da Bologna e diretto a Palermo, viene misteriosamente perso dai radar e ritrovato poi affondato in mare. A bordo c’erano 81 passeggeri, tra cui 13 bambini. L’aereo partì con due ore di ritardo da Bologna, alle 20.08 e sarebbe dovuto atterrare alle 21.13 a Palermo, ma l’ultimo contatto con il velivolo è registrato alle 20.58 all’altezza di Roma. Quando alle 21.04 viene contattato per avviare la procedura di atterraggio il velivolo risulta scomparso e alle 21.25 vengono avviate le operazioni di ricerca.

La tratta percorsa dall’aereo viene scandagliata per ore dai mezzi di soccorso, ma solo la mattina successiva viene identificato il punto in cui è affondato, per via di una chiazza di petrolio. Il luogo è tra le isole di Ustica e di Ponza. Subito vengono avviate le procedure di recupero dei corpi, tutti morti. Di tutti i passeggeri ne vengono recuperati solamente 38, insieme a innumerevoli resti dei bagagli e del velivolo.

Immediatamente partono le indagini che si concentrano su tre piste: cedimento strutturale, attentato con una bomba a bordo, collisione in volo. Mentre la prima pista viene presto scartata, quella ancora oggi più seguita è quella della collisione in volo, eventualmente anche a causa di un missile. Nel 1988 viene fondata l’associazione dei parenti delle vittime della Strage di Ustica, che si occupa ancora oggi di incentivare le indagini e far emergere una verità che sembra essere tenuta volontariamente nascosta. L’opinione pubblica era scossa per quel che si profilava come un grande scandalo e vennero fatte ulteriori ricerche che tra il 1987 e il 1991 restituirono dalle acque del mare ben il 96% del relitto dell’aereo, ma pourtroppo pochi altri dettagli sulle dinamiche. Ciò che invece emerse furono i comportamenti di militari italiani, in servizio quella sera nelle torri radar, volti ad occultare quanto successo. Proprio quella notte erano state organizzate delle esercitazioni militari ed erano presenti anche delle chiatte militari americane che potrebbero essere in qualche modo coinvolte nella tragedia (come risulta da recenti testimonianze da verificare). Nonostante ciò si ritiene che la mancata possibilità di ricostruire l’effettiva dinamica dei fatti sia dovuta prevalentemente ad azioni di depistaggio da parte di membri dell’Areonautica Militare Italiana, tanto che i vertici dell’Areonautica furono incriminati di alto tradimento nel 1992, poi prosciolti in prescrizione nel 2004 e assolti in cassazione nel 2007.

L’ipotesi di una bomba a bordo si rivelò un tentativo di depistaggio, mentre la tesi più acclamata fu proprio quella di un incidente occorso a seguito di un’azione militare di intercettamento, come riportato da una sentenza istruttoria del 1999 del giudice Rosario Priore. La sentenza sosteneva quindi che l’aereo fosse caduto in seguito al colpo di un missile.

Non è ancora stata fatta chiarezza sull’esatta dinamica dell’incidente che ha causato la Strage di Ustica, ma ancora oggi ci sono diverse teorie che vengono analizzate. Tra queste non può essere ignorata la Guerra Fredda che in quegli anni imperversava tra varie potenze internazionali. Una delle ipotesi è che la Libia fosse indirittamente coinvolta nella tragedia, pensando che il missile che colpì l’aereo DC9 I-TIGI fosse in realtà destinato a un aereo libico. La Libia era infatti ritenuta la fucina del terrorismo arabo, ma allo stesso tempo era un partner economico per l’Italia. Questi interessi contrapposti potrebbero aver causato la scelta di tutelare le alleanze militari internazionali da parte dello stato italiano, anziché fare chiarezza su quanto realmente avvenuto ai suoi cittadini.

Il Museo per la Memoria di Ustica di Bologna ^

I resti del velivolo DC9 vennero inizialmente ricomposti in un hangar dell’aeroporto di Pratica di Mare per consentire ulteriori indagini e, il 25 giugno 2006 furono trasferiti a Bologna mediante un trasporto eccezzionale svolto dai Vigili del Fuoco. I resti furono accolti all’interno del Museo per la Memoria di Ustica, costruito appositamente intorno al velivolo per poterlo esporre insieme al resto dell’installazione e aperto il 27 giugno 2007 in occasione del ventisettimo anniversario della strage. Il museo venne costruito negli spazi precedentemente occupati dall’ex magazzino ATC, l’Azienda dei Trasporti Consorziali di Bologna.

Il Museo per la Memoria di Ustica fu pensato e voluto dall’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, che insieme con l’artista francese Christian Boltanski progettò l’esposizione. Quest’artista, conosciuto a livello internazionale, venne scelto proprio perché nei suoi lavori è usuale trattare temi quali la vita, la morte e la sorte.
Lo spazio unico, intorno al quale ci si trova a camminare, è davvero molto suggestivo: le luci fioche si alzano e si abbassano seguendo un immaginario battito cardiaco, come a simboleggiare quello delle persone decedute. Le luci, che pendono dal soffitto, sono 81, come il numero di specchi neri che circondano la breve passeggiata nel museo e dietro i quali sono poste delle casse che ripetono frasi semplici e che si sovrappongono le une alle altre, tipiche dei discorsi che si potevano svolgere dentro all’aereo al momento della tragedia. 81 non è un numero scelto casualmente, ma è quello delle vitime della Strage di Ustica.

L’intero percorso si snoda rialzato intorno ai resti, ricostruiti, dell’aereo DC9 I-TIGI. La carlinga dell’aereo e le sue ali sono una sorta di decoupage di pezzi, ripescati dal fondo del mare e ricomposti intorno a una struttura metallica. Nelle vicinanze dei resti dell’aereo si trovano anche nove grandi scatole nere, in cui sono raccolti gli effetti personali delle vittime ritrovati in mare, come scarpe, occhiali, vestiti, pinne e tanti altri che facevano anche immaginare il clima vacanziero che molti dei passeggeri stavano raggiungendo. Gli oggetti sono nascosti alla vista, perché racchiusi nelle scatole, come a conservare una sorta di privacy per le vittime. Gli stessi sono stati inventariati e inseriti da Boltanski in un opuscolo consultabile nel museo dal titolo “Lista degli oggetti personali appartenuti ai passeggeri del volo IH870. Anche qui però si rifugge ogni sorta di voyeurismo e le fotografie sono appositamente stampate in un formato molto piccolo e sgranate. 

Visitare il museo camminando intorno ai resti dell’aereo, con la luce che sale e scende continuamente al ritmo del battito di un cuore e le decine di voci che si sovrappongono in un basso sottofondo, ma dall’effetto assordante per la mente.

La visita termina in una piccola sala attrezzata con qualche sedia e una televisione in cui viene trasmessa la proiezione della storia nota, di testimonianze e di telegiornali che raccontano il fatto e le indagini dal 1980 alla costruzione del museo. Sono presenti anche immagini che mostrano come il museo per la Memoria di Ustica sia stato costruito appositamente per ospitare il relitto del volo e l’installazione di Christian Boltanski, tanto che venne completato solo una volta portato al suo interno l’aereo: dalle porte presenti non sarebbe infatti possibile fare entrare o uscire le grandi dimensioni dell’aereo ricostruito.

Orari e Prezzi del Museo per la Memoria di Ustica ^

La visita al Museo per la Memoria di Ustica è gratuita, ma è prevista la possibilità di fare visite guidate a questo spazio, al costo di € 110. In questo caso è necessario contattare il MAMbo, ovvero il Museo d’Arte Moderna di Bologna al numero 051 6496627 o all’indirizzo mail mamboedu@comune.bologna.it.

Gli orari di apertura del museo sono ristretti durante la settimana: nel periodo invernale i giorni di apertura sono il giovedì e il venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 18.30. Durante l’estate è invece necessario consultare il sito web http://mambo-bologna.org/museoustica per verificare le giornate di apertura.

Dove si trova il Museo per la Memoria di Ustica ^

Il Museo per la Memoria di Ustica si trova a Bologna, in via di Saliceto 3/22. Siamo nel quartiere Bolognina, alle spalle della stazione centrale, dalla quale dista poco più di un chilometro a piedi.

Come arrivare al Museo per la Memoria di Ustica di Bologna ^

Il Museo per la Memoria di Ustica si trova in una zona dove è abbastanza semplice trovare parcheggio, perciò muovendosi in automobile non si avranno problemi. Se si arriva a Bologna in treno, invece, si può scegliere di raggiungere il museo a piedi, in circa quindici minuti di camminata. Si prende via Matteotti e arrivati in piazza dell’Unità si svolta a destra e poi a sinistra imboccando via di Saliceto sulla quale si prosegue fino al parco della Zucca, sul quale si affaccia il museo.

Eventualmente è possibile raggiungere il Museo per la Memoria di Ustica anche attraverso i bus 25 o 21 che dalla stazione centrale portano fino a piazza dell’Unità, oppure con il bus 27 che da piazza XX settembre porta fino alla fermata Cà dei Fiori, dalla quale si procede poi a piedi per circa 300 metri.

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Museo per la Memoria di Ustica - Tutte le InfoScopri la storia della Strage di Ustica e il suggestivo Museo per la Memoria di Ustica di Bologna. Leggi tutti i dettagli e le informazioni utili.https://www.lorenzotaccioli.it/museo-per-la-memoria-di-ustica-tutte-le-info/
Lorenzo Taccioli