Cosa Vedere a Novara

Chiostro della canonica con campanile del duomo di Novara

Novara è una delle province del Piemonte, che occupa l’area centro orientale della regione. Il centro storico della città è comunque a misura d’uomo e le sue dimensioni sono sufficientemente compatte per essere visitate in una bella e lunga passeggiata di un giorno. A grandi monumenti, come il castello e il duomo cittadino, si aggiungono altre attrazioni di dimensioni più contenute.

Anche raggiungere Novara è piuttosto comodo, è infatti dotata di una stazione cittadina a pochi passi di distanza dal cuore del centro storico. La linea è anche direttamente collegata con Milano, dalla quale dista circa mezz’ora e che la rende quindi una meta ideale per una gita in giornata.
Anche in automobile non sarà complicato arrivarci e trovare parcheggio.

Cosa Vedere a Novara in Un Giorno ^

La visita di Novara può iniziare all’ufficio dello IAT, posto all’inizio del centro storico se vi si arriva dalla stazione. Qui vengono distribuite cartine e informazioni utili per non perdersi nulla durante la permanenza. Le informazioni sono piuttosto complete, tanto che vengono illustrati molti palazzi e tanti luoghi che con una veloce ricerca online non vengono invece segnalati.
Ho quindi voluto riassumerli a seguire, per avere un’idea completa delle cose da vedere a Novara.

Sarà sufficiente un giorno per vedere tutto ciò che la città ha da offrire e che sarà preferibilmente da visitare a piedi.

Basilica di San Gaudenzio ^

Cominciamo la visita tra le cose da vedere a Novara in grande stile, con la Basilica di San Gaudenzio, dotata della bella Cupola Antonelliana che raggiunge un’altezza di ben 121 metri.
La costruzione della chiesa prese il via nel 1577 e i lavori furono affidati all’architetto Pellegrino Tibaldi e continuarono fino al 1659. I lavori vennero cominciati non appena scongiurata la peste in città, come a rendere omaggio ai santi per la grazia ricevuta. Venne identificato il punto più alto del centro storico come quello ideale per costruire la basilica di San Gaudenzio e, per lasciarle spazio, venne abbattuta la chiesa dell’XI secolo dedicata a San Vincenzo Martire che si trovava proprio qui. Di questa vennero salvate esclusivamente tre cappelle, tra cui quella di San Giorgio dove erano state trasportate le spoglie di San Gaudenzio.

Già dalla facciata si nota la maestosità del progetto, anche solo l’ingresso estremamente alto e chiuso da una porta in noce, è decorato da rosoni e teste di ferro fuso. La struttura è a pianta a croce latina con un’unica navata con affiancata sei cappelle laterali collegate le une alle altre e che arrivano fino all’ampio transetto posto davanti al presbiterio. Al centro della navata è presente anche un grande lampadario con fiori di ferro battuto che ricorda l’incontro tra i vescovi di Novara e Milano, ovvero Gaudenzio e Ambrogio. Ogni anno, il 22 gennaio, viene ricordato questo evento attraverso la cerimonia del fiore in cui il lampadario viene abbassato e i fiori sostituiti con altri portati in processione da un corteo.

All’interno della Basilica di San Gaudenzio viene custodito anche il corpo del santo, il quale rappresenta il patrono di Novara. Sono diverse anche le altre opere d’arte degne di nota, dalla Cappella della Natività, dove si trova anche il polittico di Gaudenzio Ferrari risalente al 1516, alle decorazioni, per lo più in stile barocco e tutte differenti tra loro, delle altre cappelle. Tra queste anche la cappella dell’Angelo Custode, in cui una grande tela è racchiusa tra due colonne in marmo che decorano l’altare, e la cappella della Madonna Nera di Loreto, nella quale si trova un riproduzione della famosa icona di Loreto.

L’opera più famosa dell’intera Basilica di San Gaudenzio è però la sua cupola progettata dall’architetto Alessandro Antonelli. La cupola venne aggiunta circa 50 anni dopo aver terminato il campanile, e i lavori cominciarono nel 1844. A causa di diverse vicissitudini il progetto cambiò più volte e la cupola vide la luce solo nel 1863. Al termine di questi lavori l’Antonelli si dedicò alla progettazione della celebre Mole Antonelliana di Torino. Successivamente vennero aggiunti alla cupola della basilica le decorazioni floreali a stucco della parte interna e nel 1878 i lavori terminarono ufficialmente, anche se non aderirono al cento per cento al progetto originario che prevedeva ricchi affreschi interni.

Fuori dalla Basilica di San Gaudenzio si trova il campanile settecentesco progettato da Benedetto Alfieri e alto circa 75 metri. Questo venne costruito per sostituire la prima torre campanaria, che si trovava sul pilastro sud ovest della chiesa, ma che a causa delle vibrazioni dovute alle campane rischiava di arrecare seri danni alla basilica. Da fuori è possibile vedere anche la cupola di Alessandro Antonelli sulla quale è posizionata la statua in bronzo del Salvatore, che si trova lì dal 1878, e che è alta circa cinque metri.

Piazzetta e Chiesa di Nostra Signora del Carmine ^

Riprendiamo la nostra passeggiata verso il cuore del centro storico di Novara e ci imbattiamo, un po’ per caso, nella piazzetta di Nostra Signora del Carmine. Il suo nome è legato all’edificio di culto che qui si affaccia, la chiesa di Nostra Signora del Carmine.

Una chiesa è qui presente da svariati secoli e l’imperatore Carlo V d’Asburgo ne ordinò la distruzione nel 1552, facendole riportare ingenti danni. Per anni non si intervenne, fino a quando nel 1763 si decise per una ricostruzione. L’aspetto è decisamente neoclassico, tanto negli esterni quanto negli interni. La facciata, stretta e alta, è scandita da quattro lesene che terminano con capitelli di ordine corinzio. Al centro la forma del portone d’ingresso è chiaramente richiamata dal grande finestrone superiore. La chiesa è dotata anche di un campanile in stile romanico risalente al XII secolo, che contrasta per stile con quello della facciata

Internamente la chiesa di Nostra Signora del Carmine è dotata di due cappelle per lato decorate con rosoni floreali che portano fino al transetto che incrocia l’unica navata. Qui una piccola cupola a forma esagonale dà prestigio alla struttura interna.

Piazzetta e chiesa di Nostra Signora del Carmine

La piazza di Nostra Signore del Carmine, antistante la chiesa, è una piccola piazzetta acciottolata con qualche panchina e un albero a fare ombra a chi decide di fermarsi qui a rilassarsi qualche minuto.

Palazzo della Borsa ^

Passeggiando tra le cose da vedere a Novara vi capiterà frequentemente di trovarvi davanti a grandi palazzi storici, senza nemmeno cercarli. Questo è il caso che ci capita con il palazzo della Borsa: un lungo edificio giallo con al pian rialzato un lungo porticato.

L’edificio è di inizio ottocento e fu costruito per ospitare il mercato cittadino, spostandolo qui dal cortile del broletto. Le crescenti dimensioni di Novara e il fiorire del commercio di riso, cereali, vino, stoffe e tanto altro, rendeva il broletto troppo piccolo per immagazzinare tutte queste merci.

I lavori per il palazzo della Borsa cominciarono nel 1817 e terminarono solo nel 1844. Si trattò di un progetto incrementale che venne sviluppato rapidamente: inizialmente doveva essere un semplice porticato per il commercio del grano, che avrebbe dato riparo alle merci e alle persone. Nel giro di poco divenne però un palazzo a due piani, di forma quadrata, con un grande cortile interno. La struttura occupò un intero isolato abbattuto alle spalle di Porta Vercelli.
Il palazzo aveva dimensioni talmente vaste che vi fu trovato lo spazio anche per la borsa, fatto che contribuì a rendere Novara uno dei principali mercati cerealicoli di tutta Italia.

Il palazzo della Borsa di Novara ha più nomi dovuti al suo passato tra cui palazzo Orelli, per via dell’architetto Luigi Orelli che si occupò della progettazione o palazzo del Mercato, perché qui andarono in scena per svariati anni gli scambi commerciali.

Facciata del Palazzo della Borsa di Novara

La facciata principale dell’edificio si trova su piazza Italia, dove due grandi scalinate portano fino al frontone decorato con un altorilievo in pietra arenaria e marmo che rappresenta il Trionfo di Cerere e Bacco. Ai lati del timpano che chiude la facciata sono anche presenti le statue che rappresentano l’Acqua e la Terra.

Durante gli anni sessanta dello scorso secolo il cortile interno venne sottoposto a una sostanziale ristrutturazione, nella quale fu realizzato il salone contrattazione merci e l’auditorium della Camera di Commercia di Novara nel seminterrato.

Bastioni della Barriera Albertina ^

I Bastioni della Barriera Albertina segnano tuttora l’ingresso alla città dalla strada regia proveniente da Vercelli, conosciuta oggi come viale XX settembre. I due bastioni sono due struttura neoclassiche simmetriche che si fronteggiano. Il loro compito era quello di ospitare le sedi della guardia e del dazio, mentre attualmente ospitano mostre temporanee o conferenze. Questa struttura fu inaugurata nel 1837 e all’epoca si chiamava Porta Torino, ma era già dedicata a Carlo Alberto di Savoia che si era distinto per una serie di interventi a favore dell’economia novarese.

I due edifici, a pianta quadrangolare, hanno un pronao esastilo di ordine dorico chiuso da un timpano. Le facciate dei Bastioni della Barriera Albertina sono decorate anche con statue allegoriche che raffigurano virtù o attività civiche. Ovviamente i due bastioni erano collegati tra loro per mezzo di un lungo cancello che dal 1944 è stato riposizionato come cancellata del principale cimitero di Novara.

Palazzo della Posta – Architettura Fascista ^

Subito al di fuori dei Bastioni della Barriera Albertina scorgiamo il Palazzo della Posta, che allo IAT ci avevano consigliato di vedere. Non ha nulla di speciale, se non lo stile tipico dell’architettura fascista, che qui è chiaramente riconoscibile. Questo palazzo, che ancora oggi rappresenta la sede centrale delle poste, venne costruito a seguito della demolizione del vecchio teatro Politema, nel 1930. I lavori di costruzione richiesero appena due anni e nel 1935 l’edificio era completato.

Il Palazzo della Posta di Novara è un edificio a corpo unico, massiccio e compatto e sul lato sinistro è dominato da una torre con orologio. L’imponenza del palazzo è resa ancora di più per via della scalinata monumentale che porta fino all’ingresso. Le sue dimensioni sono grandiose, con soffitti altissimi e superfici in pietra. La chiusura, ottenuta attraverso volte in vetrocemento, dona luce naturale agli interni.

Architettura Fascista a Novara - Palazzo della Posta

Mura Romane ^

All’interno del parco del castello sono visibili alcuni tratti della Mura Romane di Novara, che testimoniano l’importanza della città in epoca imperiale. Novara divenne infatti municipium con Giulio Cesare e di quei tempi sono stati ritrovati numerosi reperti che ora sono visibili presso le collezioni civiche e nel museo lapidario della canonica del duomo.
Le Mura Romane risalgono circa al I secolo avanti Cristo e altre parti sono visibili anche in piazza Cavour e in via Solaroli.

Le mura romane vennero costruite con la tecnica dell’Opus Mixtum, una tecnica di edilizia romana. La struttura fu realizzata con grossi ciottoli di fiume legati tra loro con della malta. Le pietre sono poi intramezzate da strati di mattoni e pietre preparate a forma piramidale create appositamente per affondarle nella malta. L’intero perimetro quadrangolare delle mura romane misurava circa due chilometri e presentava solo quattro aperture: porta Milano, porta Vercelli, porta Genova e porta l’Ossola.

Delle mura romane di Novara rimangono solo alcuni piccoli tratti, perché durante i secoli il centro storico fu sottoposto a numerosi livellamenti o innalzamenti, in quanto caratterizzato da numerosi dislivelli che rendevano scomode le attività quotidiane.

Mura Romane

Parco dell’Allea – il Parco del Castello ^

Ci troviamo già all’interno del parco dell’Allea, ovvero il parco del castello. Questo è considerato il polmone verde del centro storico di Novara ed è suddiviso in vari spazi, che seguono il perimetro del parco. Tra questi anche un’area bimbi recintata dove i più piccoli possono scorrazzare in sicurezza.

Il parco dell’Allea ha dimensioni molto vaste, raggiunge infatti ben 42200 metri quadri di estensione alle spalle e alla sinistra del castello cittadino. Originariamente questi spazi servivano proprio a difendere il forte da eventuali attacchi. Queste terre furono trasformate ad uso parco solo nella seconda metà  del XVIII scolo. L’area bimbi invece venne costruita tra il 1920 e il 1930 su di un altro spazio verde conosciuto come Prato della Fiera unito poi al Parco dell’Allea in un unico e grande giardino.

La passeggiata all’interno del parco dell’Allea sarà piacevole in qualsiasi stagione: i numerosi alberi regaleranno un po’ d’ombra durante le calde giornate estive e si coloreranno in tonalità calde durante quelle autunnali.

Parco dell'Allea - Il Parco del Castello di Novara

Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale ^

Camminando all’interno del parco dell’Allea arriviamo davanti al Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, dove due colonne ioniche in marmo rosato si ergono parallele verso il cielo. Nella loro sommità si trova l’architrave che reca la dicitura “Ai suoi eroi”.

Sul lato meridionale del monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale di Novara si trova un altorilievo che raffigura uomini e donne che danzano accompagnati dai buoi mentre arano i campi.
Sul lato settentrionale, al centro delle due colonne, c’è invece una scultura in bronzo che venne inaugurato dal Principe Umberto di Savio nel maggio del 1927. Questa è composta di tre figure con al centro rappresentato l’eroe con le braccia aperte quasi a ricordare la crocifissione, alle sue spalle la Vittoria Alata nell’atto di incoronare l’eroe, e a terra una donna seduta con le ginocchia incrociate, la cui figura si presta a più interpretazioni (la madre dell’eroe, la moglie dell’eroe o addirittura il simbolo dell’Italia).
Il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale di Novara è anche conosciuto con il nome di monumento della Vittoria Alata.

Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale dentro al Parco dell'Allea

Castello di Novara ^

Non rimane tantissimo del castello di Novara, se non delle vaghe forme all’interno di un fossato che ricordano lontanamente i fasti del castello Visconteo Sforzesco.

Il primo castello qui costruito era di epoca duecentesca e venne sostituito da quello dei Visconti. Venne poi ulteriormente modificato nel XV secolo durante la signoria di Galeazzo Sforza, che lo trasformò in una vera e propria piazzaforte strategica, grazie l’aggiunta di un muro possente che proteggesse il castello.

Dopo essere stato utilizzato come castello cambiò più volte destinazione d’uso, ad esempio nel XIX secolo venne impiegato come carcere. L’edificio è stato restaurato di recente e oggi viene impiegato per mostre anche di livello internazionale.

La storia del castello cittadino è piuttosto antica, una sua prima edificazione risale infatti al 1272, quando venne costruita la Turricella, ovvero una torre eretta a ridosso delle mura nell’angolo sud occidentale della città. Nel 1293 la proprietà passò alla famiglia Visconti, la quale fece costruire un importante struttura di fortificazione che venne poi ampliata con l’aggiunta di alcuni edifici residenziali. Quando morì Filippo Maria Visconti, nel 1447, il controllo di Novara passò alla dinastia Sforza. In quel momento la struttura venne ulteriormente rivista, con la costruzione di un possente muro di rafforzamento, detto ghirlanda che consiste in uno spesso muro con quattro torri sugli angoli. La fortificazione si apre con un ingresso in due punti: uno verso la città e uno sul lato opposto. Quando Galeazzo Maria Sforza, nel 1476, venne assassinato, la moglie fece creare uno stemma ducale in marmo di Carrara che appose all’ingresso del castello e ancora oggi è in parte visibile.

Tra il XVII e il XVIII secolo l’evolversi delle tecniche di guerra resero obsolete le fortificazioni fatte fino a quel momento, così il bastione ad est del castello venne trasformato in pubblico passeggio e il baluardo di San Giuseppe divenne il giardino che ancora oggi circonda il castello. Durante l’ottocento la struttura del castello servì come carcere militare e come prigione cittadina. In questa occasione l’unico torrione rimasto, la Turrisella, venne in parte demolito per trasformarlo in torre di vedetta sul carcere. Il castello aveva talmente tanto perso di importanza che si discusse seriamente di distruggerlo totalmente per fare spazio a un nuovo quartiere residenziale che rispondesse alle mutate esigenze della città in forte crescita. Nonostante ciò il castello è ancora in piedi, anche se le sue condizioni non sono delle migliori, ed è ancora circondato dall’ampio fossato che lo contraddistingueva. Dal 1973 sono state eliminate le carceri al suo interno e successivamente alcuni spazi sono stati adibiti a sale per eventi.

Noi entriamo dal lato del parco per poi uscire dall’accesso principale. Passeggiando per questi spazi si possono ancora notare le fortificazioni esterne, i ponti (ricostruiti in legno) che lo collegano alla città e alcuni scorci suggestivi sui principali monumenti cittadini, come il teatro Coccia e il Duomo di Novara.

Teatro Coccia ^

Usciti dal castello ci troviamo davanti al teatro più importante di tutta Novara, il Teatro Coccia. La sua struttura neoclassica venne inaugurata nel 1888 e fu costruito sulle ceneri del vecchio teatro cittadino (teatro Nuovo) che si rivelò però non sufficiente per ospitare tutti i cittadini interessati agli spettacoli, il cui numero era cresciuto negli anni. Il Teatro Coccia è anche il teatro storico più importante di tutta la regione Piemonte e la sua struttura è talmente vasta da avere ben tre affacci: uno su via Fratelli Rosselli, uno su piazza dei Martiri e uno su piazza Giacomo Puccini.

La sua costruzione richiese appena due anni e si servì di parecchio materiale riutilizzato dal precedente teatro che venne quasi interamente demolito. Le dimensioni del Teatro Coccia sono di quattro volte superiori a quelle del teatro Nuovo e l’intero perimetro è circondato da un porticato in granito rosa di Baveno, dotato di colonne in stile dorico, sormontato da un ulteriore piano dotato di finestre regolari.

Il teatro venne titolato a Carlo Coccia, morto in città nel 1873 e maestro di Cappella del Capitolo del Duomo, oltre che direttore dell’Istituto Musicale Brera.

La sala interna è a ferro di cavallo e ha un’ottima acustica. Dotata di tre ordini che si concludono con una galleria, ha dei palchetti sorretti da colonnine in ghisa e sono decorati da cigni dorati, con uno stile rinascimentale. Nel rifacimento originale trovavano posto all’interno di questa sala ben 1800 persone, che dopo alcuni recenti lavori di restauro sono scesi a 918 posti a sedere. A questa sala principale si affianca la Piccolo Coccia, che ha a disposizione circa 200 posti.

Angolo delle Ore ^

Arriviamo così nel cuore del centro storico di Novara, dove corso Italia si incrocia con corso Mazzini, corso Cavour e corso Cavallotti dando vita al celebre Angolo delle Ore. Qui era anche dove, secondo l’antico centro cittadino romano, si incontravano il cardo e il decumano. Questa posizione è una divertente sfida per i turisti, chiamati a ricercare nelle facciate dei palazzi e nell’arredo urbano i quattro orologi, uno per angolo, che sono al centro di una tradizione. Nessuno di questi orologi segna infatti l’orario corretto… noi non siamo riusciti a trovarli tutti, ma ci siamo fermati a quota tre.

Un Orologio dell'Angolo delle Ore

Resti della via Romana di Novara ^

Sempre in questo incrocio, su di un lato della strada, è possibile vedere i resti di un’antica via romana, emersi durante degli scavi per ottimizzare le infrastrutture cittadine. Aprendo questo tratto è infatti stato riportato alla luce un lungo tratto di basolato romano, ovvero della  pavimentazione impiegata anticamente per lastricare le vie urbane. Per rendere il più regolare possibile il fondo stradale venivano impiegate lastre di diverse dimensioni e forme, accostate e incastrate per renderle più fitte possibili e idonee a sostenere il peso dei carri.

Oggi è possibile vedere un breve tratto dell’antica via Romana attraverso la grande struttura in vetro posta a protezione di questo luogo storico.

Resti della via romana di Novara sotto teca

Palazzo Langhi Leonardi ^

Siamo giunti all’orario di pranzo e quindi iniziamo a guardarci intorno per scegliere dove fermarci a mangiare. Ci è stato consigliato di percorrere corso Cavallotti, perché ricco di ristoranti, anche se noi non ne troviamo tantissimi. Nel farlo però ci imbattiamo in una serie di palazzi storici dallo stile signorile. Tra questi anche il palazzo Langhi Leonardi, o più semplicemente palazzo Leonardi, di origine settecentesca. La sua costruzione prese il via nel 1712 ma fu sottoposto a una sostanziale ristrutturazione nel 1793. Questa seguì lo stile che andava per la maggiore durante il rifacimento delle facciate degli altri palazzi su corso Cavallotti.

Ai lavori di ristrutturazione parteciparono anche il pittore Giuseppe Levati e l’artista Gaetano Prinetti, che si occuparono di dipingere le figure allegoriche e creare le statue in stucco che adornano lo scalone di ingresso, purtroppo non raggiungibile.

Ancora oggi è un edificio privato, ma non si potrà che rimanere stupiti anche solo guardandone la facciata o l’ingresso dietro a un bel portone in ferro battuto.

Cancello e cortile del Palazzo Langhi Leonardi

Palazzo Cacciapitti Fossati – Palazzo di Giustizia di Novara ^

Dopo aver pranzato continuiamo la nostra passeggiata fino ai limiti del centro storico, in via Cesare Ricotti, dove si trova il palazzo di Giustizia ospitato nel palazzo Cacciapitti Fossati, un bell’edificio di epoca seicentesca.

Anticamente il terreno su cui venne eretto il palazzo si trovava fuori dalle mura romane, in cui venne inglobato solamente alla fine del cinquecento quando gli spagnoli ne ricostruirono una parte.

Il palazzo Cacciapitti Fossati è di dimensioni generose ed è formato da una struttura complessa la cui facciata è totalmente intonacata e dotata di stucchi settecenteschi intorno ai balconi e alle finestre in stile tardo barocco. Il grande cortile posto al pian terreno serviva per accogliere le carrozze con i cavalli ed è circondato su tre lati da un portico dotato di doppie colonne in granito.

Palazzo Cacciapitti Fossati - Il palazzo di Giustizia di Novara

Le due spaziose ali laterali del palazzo sono state aggiunte solamente durante il secolo scorso, ma in stile omogeneo con la struttura originaria. Le due ali sono collegate tra loro per via di un porticato al primo piano, anch’esso dotato di doppie colonne. Gli interni sono invece dotati di grandi saloni decorati secondo lo stile barocco e classico, con raffigurazioni di scene bucoliche e intrighi amorosi tra divinità, ninfee e essere mortali. Tra questi il più importante è il salone d’onore. Qui sono riproposte le decorazioni che si ritrovano anche sulla facciata esterna.

Furono vari gli utilizzi di questo edificio, da palazzo residenziale fino a luogo in cui venivano svolte tante altre finalità. Ad esempio quando nel 1800 Napoleone prese possesso della città, trasformò il palazzo Cacciapitti Fossati nel quartiere generale dell’esercito francese e nel 1943, dopo l’arrivo dei tedeschi, fu la sede del controllo del traffico ferroviario. Nel 1953 e per qualche anno ospitò il comando provinciale della guardia di finanza e nel 2003 è stato sottoposto a un’importante opera di ristrutturazione per poi diventare sede degli uffici del tribunale di Novara.

Casa della Porta ^

Tra tutti i palazzi storici che incontriamo nell’itinerario delle cose da vedere a Novara, ce n’è uno particolarmente storico. Si tratta della Casa della Porta, un edificio medievale dallo stile gotico la cui facciata in mattoni è adornata da fregi in cotto.

La Casa della Porta si trova in via Canobio 8 e prese il posto di altri edifici romani risalenti all’anno mille, dai quali attinse parte dei materiali necessari per la sua costruzione. Lo spazio che ora occupa questa residenza venne acquistato nel XIV secolo dal cardinale Ardicinio della Porta il quale fece ristrutturare e ingrandire il palazzo qui già presente.
I lavori le diedero l’aspetto attuale, in cui la facciata è scandita da tre grandi finestre ogivali con grandi cornici in terracotta decorate finemente con motivi gotici, floreali e geometrici. Negli angoli di tutte le finestre sono presenti due blasoni: quello con il cappello cardinalizio rappresenta la famiglia della Porta, mentre l’altro è lo stemma dei Visconti che un tempo governavano Novara.

Il nuovo palazzo venne terminato agli inizi del XV secolo ed è giunto pressoché invariato fino a noi, ottimamente conservato anche grazie a una ristrutturazione eseguita nella prima metà del secolo scorso.

Casa della Porta - Palazzo medievale di Novara

Palazzo Natta Isola ^

Raggiungiamo poi la piazza Giacomo Matteotti, sulla quale sorge anche il palazzo Natta Isola. L’edificio oggi ospita la Provincia e la Prefettura e venne costruito nella seconda metà del XVI secolo.

Il palazzo Natta Isola venne originariamente costruito per la famiglia dei conti Caccia per poi passare di proprietà ai Natta. Già vedendolo esternamente si può capire come la sua struttura risalga ad epoche differenti: la parte più antica è senza dubbia la torre grande, ovvero la torre dell’orologio costruita nel XIII secolo.

Nei secoli successivi vennero fatte diverse modifiche alla struttura, tra cui una delle più significative risale al 1580 quando venne rivista la pianta creando degli spazi simili a quelli delle antiche ville romane, dove sullo stesso asse si trovano allineati l’ingresso, il cortile d’onore o il giardino privato.

Durante il settecento vennero fatti ulteriori revisioni e ampliamenti e nel perimetro del cortile d’onore a pianta quadrata vennero costruite una serie di colonne d’ordine dorico per creare un lungo porticato. Qui si può vedere anche una delle parti più sorprendenti del palazzo Natta Isola, ovvero il grande scalone d’onore che porta fino al piano superiore nel quale sono numerosi i saloni affrescati. Al centro del cortile è presente anche una fontana in marmo rosa di Baveno.

Palazzo Natta Isola di Novara - Provincia e Prefettura cittadina

Chiesa di San Pietro al Rosario ^

Prima ancora di giungere al duomo di Novara passiamo per un’altra importante chiesa della città: la chiesa di San Pietro al Rosario su via Tornielli. La chiesa di San Pietro al Rosario venne costruita a cavallo tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XVII e fu la sede dei frati Dominicani fino alla soppressione degli ordini religiosi, avvenuta con la riforma napoleonica.

La facciata a capanna della chiesa è decorata da cinque statue di santi posti in nicchie ad arco. Qui si trovano anche una serie di lesene su due livelli che scandiscono le aperture della chiesa: i tre portoni al piano terra e la grande finestra al piano superiore.

Internamente gli spazi sono organizzati a croce latina con un’unica navata e un modesto transetto. Nell’incrocio tra il soffitto del presbiterio e quello della navata si apre una piccola cupola ovale. Al suo interno sono inoltre ancora presenti delle belle opere barocche, tra cui alcuni affreschi seicenteschi dipinti da Giulio Cesare Procaccini e lungo la navata si aprono lateralmente ben quattro cappelle.

Facciata della chiesa di San Pietro al Rosario di Novara

Ospedale Maggiore e il suo Cortile ^

Tra le cose da vedere a Novara mi sembra strano annoverare l’ospedale, ma invece è proprio così: l‘ospedale Maggiore di Novara è dotato di un cortile interno estremamente suggestivo.

La sua storia comincia durante la dominazione spagnola, quando dopo aver rivisto la cinta muraria, venne deciso di costruire l’ospedale Maggiore esattamente dove si trova ora, in largo Pasteur. Il nuovo nosocomio venne inaugurato nel 1643 e fu progettato dallo stesso architetto che si occupò della Pinacoteca di Brera di Milano. Nell’ottocento però l’architetto Alessandro Antonelli si propose per ristrutturare completamente l’edificio con un progetto decisamente in grande. In realtà venne poi eseguito solo in parte e a testimonianza di ciò si trova ancora oggi il magnifico cortile a pochi passi dal reparto di ortopedia. La pianta quadrangolare del cortile dell’ospedale Maggiore di Novara è circondata da due piani di colonnati che nascondono al loro interno statue, busti, dipinti e un grande orologio.

Palazzo Cabrino – il Municipio di Novara ^

Lasciato l’ospedale Maggiore torniamo nel cuore del centro storico cittadino e, più in particolare, davanti a Palazzo Cabrino, che ospita al suo interno il municipio di Novara. Anche questo è un palazzo storico e risale al XVII secolo. Appartenne originariamente alla famiglia Cabrino di cui porta il nome e al suo interno, oltre trovarsi le sale degli uffici comunali, sono anche presenti degli affreschi seicenteschi realizzati dal Montalto.

Palazzo Cabrino apparteneva originariamente alla famiglia Boniperti, ma nel 1660 venne acquistato da Carlo Cabrino, amministratore e tesoriere cittadino, per farne la propria residenza. Dopo la sua morte venne confiscato dal comune di Novara che lo trasformò nella residenza del governatore della città per poi divenire la sede del governo dipartimentale durante la dominazione napoleonica.

Gli esterni in stile barocco nascondono un ampio cortile interno e degli ambienti con ricche e varie decorazione influenzate da diversi periodi e stili.

Palazzo Cabrino - Municipio di Novara

Via Fratelli Rosselli ^

Proseguendo dal municipio cittadino in direzione del duomo imbocchiamo via Fratelli Rosselli, la quale passa anche per la bella piazza delle Erbe.

Via Fratelli Rosselli è una delle vie più belle di tutto il centro storico di Novara. Si tratta di una stretta via sulla quale si affacciano numerosissimi palazzi storici, molti dei quali al pian terreno sono dotati di lunghi porticati, dove trovano posto tanti negozi. Non a caso è una strada particolarmente amata dai novaresi che vi si affollano durante le ore dello struscio.

Lungo via Fratelli Rosselli si trovano alcuni dei più importanti palazzi di Novara: il municipio, il teatro Coccia, il Duomo e il Broletto sono solo alcuni di questi.

Piazza delle Erbe ^

Merita una particolare attenzione la piazza delle Erbe, una delle più belle di tutta Novara, anche nota come piazza Cesare Battisti. L’intero suo perimetro triangolare è ricco di palazzi storici, in buona parte con portici al piano terra. Attraverso uno di questi vertici si arriva poi alla piazza del Duomo Cittadino.

Per via della sua storia, la piazza è nota come Piazza delle Beccherie Maggiori, perché qui venivano allestiti i banchi del mercato dei beccari, ovvero i macellai, dei calzolai e di altri commercianti in genere che vendevano i loro prodotti. Agli inizi del XVI secolo venne operata una grossa ristrutturazione di piazza delle Erbe, tra gli interventi vennero sostituite le antiche colonne in legno e cotto che sorreggevano le case con quelle attuali in serizzo che hanno conferito alla piazza un aspetto molto simile a quello attuale. Parte delle colonne in pietra di questi portici sembrano derivare però dalla città di Biandrate, poco distante da qui, che venne sconfitta da Novara, schierata con la Lega Lombarda, in una battaglia contro Federico Barbarossa.

La storia di piazza delle Erbe è però ben più antica, già nel 1230 fu al centro delle discussioni, quando venne acquistata dalla corporazione dei calzolai che aveva progettato di chiuderla e farne un centro per le loro botteghe. La popolazione però insorse e il progetto non venne mai completato. Il nome di piazza delle Erbe arrivò in seguito a un mercato più recente di quello dei beccari, dove venivano venduti ortaggi e verdure. I fruttivendoli erano inoltre particolarmente devoti a un’edicola qui posizionata in cui era ritratta l’immagine di San Lorenzo, che venne eliminata durante il secolo scorso e che si trovava proprio qui.

Piazza delle Erbe di Novara

Piazza delle Erbe è però famosa anche nel mondo esoterico. La sua forma è quella di un triangolo geodetico che rappresenta convenzionalmente il centro della città di Novara. Questo fatto è ricordato anche da una pietra triangolare in granito posta tra tutta la pavimentazione in porfido della piazza. Questa pietra venne rubata nel gennaio del 1992 e ricomparve nel confessionale di una chiesa cittadina dopo qualche giorno, così la si riposizionò nel suo luogo originario. Il riposizionamento non fu totalmente esatto e si dice che ciò ha scaturito la perdita dell’energia tellurica della città.

Piazza della Repubblica ^

Da piazza delle Erbe giungiamo praticamente al Duomo cittadino attraverso piazza della Repubblica. Questa è la piazza su cui si affacciano i monumenti più importanti di tutta Novara: da una parte il lungo porticato che costeggia la Cattedrale di Santa Maria Assunta, ovvero il duomo cittadino, e che si allunga fino al quadriportico Antonelliano sul quale si affaccia anche il battistero cittadino. Dal porticato si trova l’accesso al sagrato chiuso da una cancellata situata sotto a un pronao. Il porticato termina nel palazzo vescovile che chiude una parte di piazza della Repubblica.

Dalla parte opposta della piazza si trova invece l’accesso al Broletto cittadino, nel quale sono ospitati alcuni locali e un museo cittadino all’interno di una sede storica che a breve visiteremo.

Chiostro della Canonica ^

Da piazza della Repubblica accediamo al chiostro della Canonica. Si tratta di una piccola isola di tranquillità all’interno del centro storico di Novara. Sembra strano vedere come le vie trafficate di pedoni lascino spazio alla pace e al verde in appena quattro passi.

All’interno della Canonica del Duomo trova anche spazio il Museo della canonica del Duomo, che sfrutta ambienti risalenti al XII e XV secolo, mentre il chiostro è di epoca quattrocentesca. Sono presenti ben dodici sale all’interno del museo che ospita opere raccolte principalmente in due sezioni: una che riguarda le opere e la struttura della grande cattedrale e una che che racchiude opere tipiche di un museo archeologico con cippi, are ed epigrafi di epoca celtica e romana.

La canonica si trova all’interno di un edificio risalente al IX secolo che venne fatto costruire dal vescovo Adalgisio per accogliere i chierici ed i presbiteri della chiesa novarese. L’attuale chiostro è risalente però a un rifacimento del XV secolo ed è anch’esso composto da un quadriportico scandito da archi ogivali sui quattro lati che al centro hanno una grande area verde con un pozzo in mattoni centrale.
Sotto ai porticati trovano posto diversi reperti archeologici, sarcofagi, rilievi scolpiti e altri ritrovamenti avvenuti nei territori circostanti dell’epoca romana e tardo romana.
Tra tutti questi pezzi si trova anche un bassorilievo in marmo del III secolo nel quale sono rappresentati un pescatore che regge una lenza con un pesce.

L’ingresso posto al fianco destro del duomo è riccamente decorato attraverso una serie di archi su due piani.

Duomo di Novara su Cortile Quadrilatero ^

Tra le cose da vedere a Novara è arrivato il momento di visitare il duomo, la Cattedra di Santa Maria Assunta. Raggiungiamo quindi un altro quadriportico cittadino, sempre progettato da Alessandro Antonelli. Questo ha un ingresso da piazza della Repubblica e immette all’interno di uno spazio a pianta quadrata dove da un lato è presente l’antico battistero e dall’altra la chiesa principale di Novara.

La prima basilica cristiana dedicata a Santa Maria fu costruita tra il 350 e il 400 esattamente in questo luogo, dove ancora prima era presente un tempio pagano dedicato al culto del dio Giove. La sua struttura venne però modificata più e più volte durante i secoli, fino ad essere totalmente ricostruita in stile romanico tra l’XI e il XII secolo. Questa struttura si presentava con una pianta a croce latina divisa su tre navate con matronei al piano superiore delle navate laterali. Alle pareti le decorazioni erano totalmente a mosaico con soggetti floreali intervallati ad affreschi del X secolo che raccontavano le scene dell’Apocalisse e che vennero ritrovati durante gli scorsi anni.

Altri numerosi restauri vennero operati a partire dal XV secolo, come l’apertura di ulteriori cappelle sui lati o la revisione della facciata eliminando ad esempio le torri laterali che conducevano ai matronei. Nel XVIII secolo, invece, il duomo di Novara venne rivisto in stile barocco, mantenendo tuttavia le strutture originarie.
Una vera rivoluzione avvenne però quando nel 1854 venne richiesto ad Alessandro Antonelli di riprogettare il quadriportico antistante il duomo. L’architetto presentò un progetto che oltre al porticato prevedeva il rifacimento dell’intera cattedrale. Il progetto fu approvato e nel 1857 venne ricostruito il portico, mentre nel 1865 vennero totalmente demolite le navate e la cupola della chiesa romanica per poi essere ricostruita. I lavori terminarono nel 1869. Della chiesa romanica rimangono però ancora alcune parti interne e il grande campanile.

Attualmente la facciata è scandita da quattro colonne scanalate che sostengono un importante frontone triangolare. Internamente le tre navate sono invece suddivise da colonne in stucco marezzato dalle tonalità calde e la navata centrale è chiusa da una volta a botte, mentre quelle laterali hanno una copertura a calotta.

All’interno del duomo di Novara sono presenti numerose opere d’arte, come anche nella sagrestia inferiore riccamente affrescata da Bernardino Lanino con Episodi della vita di Maria. Adiacente alla sagrestia si trova la Cappella di San Siro costruita nel XIII secolo come oratorio privato dedicato al vescovo. Se aperta durante la vostra visita potrete ammirare il ciclo di affreschi sulla vita di San Siro. Salvate dalla distruzione ottocentesca sono solo alcune piccole parti, come la Cappella di San Siro o il pavimento a mosaico nel presbiterio.

Battistero di Novara ^

Usciti dal duomo di Novara ci troviamo nuovamente nel Quadriportico Antonelliano. Lo attraversiamo ed entriamo dentro al battistero cittadino. Questo monumento venne costruito in epoca paleocristiana e risale al V secolo dopo Cristo. Ciò gli è valso il titolo di monumento più antico di tutta Novara. Venne edificato da alcune maestranze provenienti da Milano, l’allora capitale dell’impero, su richiesta dei primi vescovi cittadini.

Il battistero ha una pianta ottagonale e al suo interno si alternano cappelle rettangolari a cappelle semicircolari. La cosa più particolare sono però gli antichi affreschi che sono stati recuperati e resi visibili al pubblico, i quali provengono da differenti epoche e rappresentano varie scene. Tra questi, di grande importanza, si trovano:

  • le scene dell’Apocalisse, risalenti all’XI secolo;
  • Il Giudizio Universale, risalente al XV secolo.

Al centro del battistero è ancora possibile vedere i resti della vasca ottagonale. Oggi sono rimasti solo i gradini della parte inferiore, privi però dell’originale rivestimento. Guardando oltre questo punto scorgiamo un sepolcro cilindrico di epoca romana a forma di vasca rotonda. Questa venne creata nel II secolo a scopo funebre, ma venne poi riutilizzata nel battistero per immergere i bambini che venivano battezzati. Attualmente occupa la posizione in cui si trovava l’altare dedicato a San Giovanni Battista.

La larghezza massima del battistero di Novara, al quale si può accedere gratuitamente, è di 10,5 metri, mentre l’altezza raggiunge ben i 21,5 metri. La struttura originaria che si è conservata fino ad oggi è quella che arriva fino alle finestre ad arco, mentre la parte superiore e la cupola risalgono all’XI secolo. Originariamente l’edificio era esternamente tutto dipinto di rosso e ancora oggi è possibile scorgere qualche traccia di questo colore. All’interno invece si trovavano dei ricchi mosaici, che richiamavano quelli presenti nel duomo di epoca romana. 

Chiesa di San Giovanni Decollato ^

Usciti dal duomo riprendiamo il tratto finale di via Fratelli Rosselli e raggiungiamo un’altra chiesa, praticamente confinante con il battistero, ma alla quale si accede dalla strada opposta. Si tratta della piccolissima chiesa di San Giovanni Decollato, costruita nella prima metà del XVII secolo.

Quest’edificio ospitò da sempre la confraternita di San Giovanni Battista Decollato e visitare i suoi interni significa entrare in un piccolo museo. I documenti più preziosi qui conservati sono senza dubbio la collezione di pergamene che testimoniano un insolito fatto: la confraternita aveva il potere di salvare due persone ogni anno dalla condanna a morte, se l’esecuzione veniva eseguita durante il periodo di San Giovanni.

La facciata della chiesa di San Giovanni Decollato si presenta piuttosto ricca, con due coppie di lesene che si sovrappongono nella parte centrale e che custodiscono due portoni: uno è l’ingresso, mentre l’altro rappresenta solo una grossa finestra. Ai lati sono presenti due nicchie al primo piano che custodiscono altrettante statue. Entrando non si può fare a meno di notare la navata centrale riccamente affrescata nelle volte dalle tinte grigie. Nelle due strette navate laterali, invece, si trovano alcune teche con svariati oggetti in mostra e, percorrendole, arriviamo fino al coro dell’altare dove sugli scranni in legno sono posizionate fotografie e illustrazioni. 

Monumento ai Caduti per la Patria ^

Appena usciti dalla chiesa di San Giovanni Decollato è impossibile non notare il monumento ai Caduti per la Patria. Si tratta di una seconda celebrazione, dopo quella che abbiamo visto all’interno del parco dell’Allea. Qui, in una piccola cappella posta tra il battistero e la chiesa di San Giovanni Decollato, sono riportati i nomi dei novaresi che hanno sacrificato la loro vita durante il primo conflitto mondiale. Di ognuno di questi è riportata una piccola fotografia, il nome e la data e il luogo della morte.

I nomi sono incolonnati al fianco di un piccolo altare adornato dal tricolore italiano e da un crocifisso inserito sopra a due angeli dipinti nell’atto di pregare.

Broletto di Novara ^

Tra le cose da vedere a Novara non può mancare una visita anche al complesso del Broletto, costituito da quattro edifici che vennero costruiti in epoche successive e che quindi differiscono tra loro per elementi architettonici e decorativi.  A comporre il Broletto si trovano il palazzo dell’Arengo risalente al XIII secolo, il palazzo del Podestà del XIV secolo, il palazzo dei Paratici del XIII secolo a cui nel settecento venne aggiunta la loggetta settecentesca e il palazzo della Referendaria costruito tra il XIV e il XV secolo.

Gli edifici sono disposti a quadrilatero intorno al cortile interno, noto anche come Arengo. In tutta la sua storia questo fu uno dei luoghi più importanti per Novara, era qui infatti che avveniva il fulcro della vita cittadina. Il Broletto fu sede delle carceri e anche delle corporazioni artigiane.

Il palazzo del comune o palazzo dell’Arengo ha al pian terreno un lungo porticato con archi a tutto sesto, nel quale trovavano anticamente posto i banchi dei consoli di giustizia che giudicavano le cause civili, mentre il grande salone al piano superiore veniva impiegato come sala per le assemblee pubbliche. La facciata è invece decorata da una serie di quattro trifore ed alcuni resti di un antico fregio del XV secolo.
Il palazzo dei Paratici era invece quello in cui si riunivano le corporazioni artigiane ed è quello sul lato orientale del broletto. Dotato di un semplice porticato con loggia venne ampliato durante il XVIII secolo.
Quello a sud è invece il palazzo del Podestà, dotato anch’esso di un grande porticato con archi ogivali e sovrastato da cinque monofore con decorazioni in cotto ed affreschi del XV secolo. Il porticato del palazzo del Podestà è anche quello da cui si accede se si entra al Broletto da piazza della Repubblica.
L’edificio sul lato occidentale è infine il palazzo dei Referendari ed è l’unico dei quattro palazzi a non avere un porticato aperto sul cortile, ma solo il disegno di ampi archi al pian terreno. Alle finestre è invece dotato di decorazioni in cotto che richiamano il loro perimetro.

All’interno del Broletto di Novara hanno sede diverse importanti istituzioni come la Galleria d’Arte Moderna Giannoni.

Chiesa di San Matteo e San Marco ^

L’ultima chiesa che visitiamo durante la nostra permanenza a Novara è la chiesa di San Matteo e San Marco, originariamente costruita per i Padri Barnabiti sulle ceneri di un’altra chiesa sempre dedicata a San Marco. La nuova struttura venne eretta a partire dal 1607 in stile barocco.

Facciata della chiesa di San Matteo e San Marco - Novara
Interni della chiesa di San Matteo e San Marco - Decori in stile barocco

Internamente la chiesa di San Matteo e San Marco è con una pianta a croce latina e dotata di un’unica navata lungo la quale si trovano sei cappelle laterali. Anche se dalla facciata non è evidente, all’interno si trova anche una cupola a base rettangolare e numerose opere risalenti al XVII e XVIII secolo tra cui anche delle abilissime opere d’intaglio eseguite sui confessionali e sul pulpito. Mentre esternamente è il grigio il colore che domina la facciata, internamente si alternano marmi rossi, legni patinati, dorature e stucchi. Le volte dell’abside e della cupola sono inoltre affrescate con dipinti che raffigurano Dio Padre benedicente e la Gloria di San Giovanni Evangelista.

Palazzo Bellini e il suo Cortile Interno ^

La nostra visita della città, tra le cose da vedere a Novara in un giorno, sta ormai giungendo al termine. Prima di andarcene abbiamo ancora pochi punti da visitare. Uno di questi è Palazzo Bellini, l’edificio più sfarzoso di tutta la città durante l’ottocento e che ancora oggi cerca di tenere fede al suo titolo. La sua struttura originaria risale però alla metà del XVI secolo, quando venne edificato per la famiglia Tornielli, ma venne restaurato nel secolo successivo e in quelli a venire. Ad esempio gli elementi rococò che lo caratterizzano in parte, sono frutto di alcuni lavori del XVIII secolo e si mischiano allo stile rinascimentale che domina l’intera struttura.

Purtroppo gli interni non sono sempre visitabili, in quanto palazzo Bellini è la sede della Banca Popolare di Novara, ma è possibile accedere al suo cortile interno dove sui quattro lati si trovano gli alti porticati che definiscono il pian terreno. In questo edificio sostò a lungo Napoleone per studiare i movimenti da mettere in atto contro gli austriaci ed è ancora visibile il letto nel quale si fermava a riposare. All’interno del palazzo successe anche il fatto storico in cui re Carlo Alberto abdicò a favore del figlio.

Dentro a palazzo Bellini di Novara si trovano però svariate altre opere d’arte, come dipinti e disegni preziosi, ma anche lampadari di cristallo, arazzi settecenteschi e una ricca collazione di antichi coralli provenienti dalla Sicilia.

Casa Bossi e il suo Cortile Interno ^

Prima di lasciare Novara ci dirigiamo anche a Casa Bossi e cominciamo la visita dal suo cortile interno. Originariamente il palazzo venne costruito nel settecento, ma il proprietario Luigi Desanti volle operare una sostanziale ristrutturazione durante il XIX secolo. Si rivolse all’architetto Alessandro Antonelli che nel 1857 diede il via ai lavori, cambiando la facciata e le parti laterali donandogli un aspetto neoclassico. A detta di molti oggi rappresenta l’esempio italiano più bello di architettura neoclassica.

Il nome di Casa Bossi gli venne dato successivamente, quando alla morte del De Santi il palazzo fu venduto al cavalier Carlo Bossi che ne fece la sua residenza. Dal 1951 appartiene invece all’Istituto Civico Dominioni. All’interno delle sue mura abitarono diverse personalità, legate soprattutto al campo culturale e artistico, tra cui Antonio Calderara, l’areopittrice futurista Barbara e lo scrittore Sebastiano Vassalli.

La parte più sorprendente di Casa Bossi è la facciata del grande palazzo, visibile dal Baluardo Quintino Sella all’angolo con via Pier Lombardo. Da qui si può infatti vedere la struttura su cui avanzano i lunghi balconi collegati tra loro per via di un alto colonnato che si sviluppa su tre piani e che sostiene il pronao.

Piazza Cavour di Novara ^

La nostra visita di un giorno a Novara è terminata e ci dirigiamo verso la stazione dei treni. Per farlo passiamo un’ultima volta per piazza Cavour, il piccolo spazio che dalle strade trafficate immette nel centro storico cittadino. Già da qui si possono vedere gli eleganti palazzi che diventano ben presto una costante di tutto il centro storico e i negozi al pian terreno che si alternano ai bar e ai ristorantini. 

Piazza Cavour di Novara

In un angolo di piazza Cavour è posta la grande statua che celebra Camillo Benso Conte di Cavour, il celebre politico e primo presidente del consiglio dei ministri del neonato stato italiano.

Stazione di Novara ^

Anche arrivati alla stazione dei treni di Novara continuiamo a respirare la storia cittadina. Questo edificio entrò infatti in funzione nel 1854 quando venne aperta la linea fra Mortara e Novara, tratto della linea Alessandria Arona. La grande struttura della stazione è dotata di una facciata imponente con un piccolo orologio e, davanti, un porticato dotato di cinque altissimi archi che permette di raggiungere i binari per chi arriva dal lato cittadino. Una serie regolare di finestre illumina poi gli spazi, in parte destinati al transito dei passeggeri e in parte destinati ad uffici della stazione.

Stazione dei treni di Novara

Mappa Itinerario di Novara di Un Giorno ^

Ecco la mappa dell’itinerario per la visita di Novara in un giorno. Sulla mappa sono riportate tutte le principali destinazioni turistiche cittadine e quelle più di nicchia che ci sono state consigliate dall’ufficio di informazioni turistiche della città.

Nonostante a fine giornate si saranno percorsi alcuni chilometri, penso valga la pena seguire questo itinerario totalmente a piedi, per poter godere dei bei palazzi storici che si affacciano sulle vie del centro di Novara.

https://www.lorenzotaccioli.it/wp-content/uploads/2019/12/Chiostro-della-canonica-con-campanile-del-duomo-di-Novara-600x400.jpg
px600
px400
Cosa Vedere a NovaraMappa, fotografie e dettagli dell'itinerario di un giorno a Novara. Ecco cosa vedere oltre palazzi storici, duomo, castello, con tanto di ricche descrizionihttps://www.lorenzotaccioli.it/novara-cosa-vedere-in-un-giorno/
Lorenzo Taccioli