Scopriamo l’Ossario del Pasubio un po’ per caso. Siamo in piena estate e dopo aver dedicato quasi l’intera giornata al trekking sulla strada delle 52 gallerie, con ritorno per la strada degli Scarubbi, torniamo verso il nostro campeggio in montagna. Prima però ne vogliamo approfittare per percorrere il Ponte AVIS, un ponte tibetano lungo un centinaio di metri sempre nei dintorni del Pasubio. Proseguendo per il ponte notiamo alcuni cartelli che ci indicano la vicinanza all’Ossario del Pasubio, di cui non conoscevamo l’esistenza.
Il parcheggio in cui lasciamo l’automobile per il ponte tibetano è a pochi passi di distanza dall’Ossario, così decidiamo di visitarlo e restiamo sorpresi da questo luogo, disperso tra le montagne, a memoria dei caduti della prima guerra mondiale.
L’ossario del Pasubio, anche noto come sacello-ossario del Pasubio è un monumento situato a Valli del Pasubio dedicato ai caduti della prima guerra mondiale. La provincia di Vicenza è estremamente legata all’Ossario del Pasubio, tanto che la sua sagoma è inserita anche all’interno dello stemma.
La forma dell’Ossario del Pasubio richiama quella di un faro, totalmente estrapolato dal contesto marittimo e posizionato in maniera panoramica su di un colle visibile da tutta la pianura vicentina. La sua struttura ha un’altezza di 35 metri e la sua sommità, raggiungibile internamente, ha una lanterna luminosa.
Verticalmente la struttura è divisa in due parti:
L’intero Ossario del Pasubio è riccamente decorato con vetrate artistiche e dipinti affrescati all’interno. Le vetrate furono a cura Umberto Bellotto, mentre i dipinti vennero creati da Tito Chini, direttore della Manifattura Chini di Borgo San Lorenzo.
Intorno all’Ossario del Pasubio si trovano anche altri elementi degni di nota, come alcune armi utilizzate nei conflitti e un edificio a forma di L dedicato al museo sulla prima guerra mondiale, ristrutturato e ingrandito nel 2005. Al pian terreno è presente anche un piccolo bar con tavolini all’aperto dove potersi fermare a ristorarsi.
Il monumento principale dell’ossario del Pasubio è diviso in sei piani:
Le scalinate interne, soprattutto quelle verso l’ultimo tratto, sono un po’ pericolose è quindi necessario percorrerle con calma e tranquillità e stando bene attenti ad eventuali bambini portati con se.
L’idea di costruire un sacrario del Monte Pasubio iniziò a circolare nel 1917, quando i soldati italiani della Prima Armata decisero di realizzare un’edicola titolata alla Madonna Immacolata. L’idea venne presa in carico dal vescovo di Vicenza che dopo aver creato un comitato ampliò il progetto al fine di edificare un sacrario-ossario del Pasubio.
Il progetto venne creato dall’architetto Ferruccio Chemello, che lavorò gratuitamente per onorare la memoria del figlio alpino rimasto vittima della prima guerra mondiale. I lavori cominciarono in maniera molto celere e nel Natale del 1917 venne ultimata la cappella in cui fu riprodotta la grotta di Lourdes. Nel 1918 si aggiunse al progetto il generale Guglielmo Pecori Giraldi, che estese l’idea a livello nazionale e ne divenne presidente. Nel 1920 si avviarono i sopralluoghi per determinare il luogo migliore in cui costruire l’Ossario del Pasubio e venne scelta questa posizione per la sua visibilità e tranquillità. Il terreno venne ceduto gratuitamente da parte del comune di Valli del Pasubio e i lavori cominciarono immediatamente. Il luogo era piuttosto isolato e il primo passo fu quello di creare una strada che lo congiungesse con Pian delle Fugazze e, nel luglio del 1920 venne posata la prima pietra dell’Ossario del Pasubio.
Vennero utilizzate principalmente due tipi di roccia, quella nera estratta da una cava alle pendici del Monte Cornetto e portata qui per via di una teleferica, e il marmo bianco, estratto dalla cave di Magré e di Piovene Rocchette. I lavori continuarono per sei anni prima di giungere a una conclusione. Già nel 1921 vennero però trasferiti nell’ossario i primi duemila corpi dei soldati caduti. Appena tre anni dopo la struttura era completata e gli ultimi due anni si resero necessari per terminare i lavori di decoro e rifinitura.
Il 26 agosto del 1926 il sacrario venne inaugurato alla presenza del re Vittorio Emanuele III e venne consacrato dal vescovo Rodolfi il quale fece costruire a pochi passi di distanza la sua casa per le ferie, poi donata alla Fondazione 3 Novembre che ne fece il museo della Prima Armata.
L’Ossario del Pasubio si trova in provincia di Vicenza, alle porte delle Piccole Dolomiti nelle Prealpi Vicentine. Più precisamente è stato costruito all’interno del comune di Valli del Pasubio, sul Colle Bellavista nel Pian delle Fugazze.
Questa posizione è stata scelta per svariate ragioni: da una parte la grandissima tranquillità che vi si respira, immersi nei boschi e nella natura. In secondo luogo per la posizione panoramica sulla vallata che rende l’Ossario del Pasubio visibile a distanza. Anche passeggiando lungo le strade soprastanti, ad esempio in direzione del Ponte Tibetano, di tanto in tanto tra gli alberi si può scorgere il faro che compone la struttura.
L’Ossario del Pasubio si trova immerso nella natura ad un’altitudine di 1180 metri sul livello del mare.
Per arrivare all’Ossario del Pasubio è imprescindibile avere un’automobile. Arrivati a Valli del Pasubio è necessario procedere per circa altri 20 minuti prima di giungere a destinazione. Procedendo sulla strada provinciale 46, all’altezza dell’imbocco della Strada degli Eroi (al di là del confine con il Trentino Alto Adige), si prende la strada provinciale 99 girando in una curva a gomito. Su questa strada si continua finché non si vedranno le insegne per l’ossario. Ad un certo punto si noteranno alcuni parcheggi sul lato della carreggiata e una stradina a sinistra che scende in ripida discesa e che si chiama proprio Ossario del Pasubio, in fondo alla quale è presente proprio il monumento.
I parcheggi per l’automobile sono sostanzialmente due: o si lascia la macchina lungo la strada che scende in discesa fino all’ossario (parcheggio a pagamento) oppure, durante gli orari di apertura, è possibile raggiungere il parcheggio riservato ai visitatori, oltre una grande cancellata. Qui la sosta è invece gratuita. Viene però richiesto di non lasciarla parcheggiata oltre al tempo di visita. Se quindi vorrete fare una passeggiata nei dintorni o fino al ponte AVIS bisogna spostarla all’esterno del cancello.
L’Ossario del Pasubio, ben visibile esternamente anche dai dintorni, segue gli orari di apertura del Museo della Prima Armata, con il quale condivide il piazzale in cui è possibile parcheggiare la propria auto.
Gli orari variano in base al periodo dell’anno e sono i seguenti:
Il costo di ingresso al museo della Prima Armata è di 2,5€, mentre l’accesso all’Ossario del Pasubio è gratuito.
Ecco qualche fotografia dell’Ossario del Pasubio e del suo piccolo parco circostante.
A poca distanza dall’Ossario del Pasubio, circa 40 minuti a piedi o una ventina se si porta l’automobile all’inizio della strada in discesa che giunge fino all’Ossario, si trova un’altra grande attrazione del luogo: il Ponte Tibetano, conosciuto come Ponte AVIS. Questo ponte, aperto nel 2016, sostituisce un tratto di 500 metri della Strada del Re, crollato a causa di una frana.
Lo si può percorrere liberamente in entrambe le direzioni ed ha una lunghezza di poco più di 100 metri sospesi sulla vallata a 35 metri di altezza.
Leggi tutti i dettagli sul Ponte AVIS, il suggestivo ponte tibetano.