Passo dello Stelvio – Tutte le Info

Un po’ tutti alle scuole elementari abbiamo conosciuto il Passo dello Stelvio, ma solo gli amanti della montagna o degli sport come il ciclismo o lo sci ci sono probabilmente rientrati in contatto durante la propria vita.

Il passo dello Stelvio è un valico alpino nelle Alpi Retiche, famoso per essere il valico automobilistico più alto di tutta Italia e il secondo in Europa, con i suoi 2.758 metri sul livello del mare. Spesso e volentieri le sue immagini si ritrovano in riviste automobilistiche, che sfruttano le sue curve suggestive per mettere in evidenza le macchine che le percorrono.

Dove si trova il Passo dello Stelvio ^

Il Passo dello Stelvio si trova tra il Trentino Alto Adige e la Lombardia, unendo le località di Prato allo Stelvio (Bolzano) e quella di Bormio (Sondrio), ovvero la Val Venosta alla Valtellina. Più precisamente si trova nelle Alpi Retiche, all’interno delle Alpi dell’Ortles. Questo passo segna anche la divisione tra le Alpi Retiche occidentali da quelle meridionali.

Intorno al passo sono presenti molti famosi monti, che contribuiscono a rendere molto suggestivo questo luogo: l’Ortles, l’Umbrail e lo Scorluzzo sono solo alcuni di questi.

Apertura del Passo dello Stelvio ^

Il Passo dello Stelvio non è aperto durante tutto l’anno, ma le sue aperture variano a seconda degli eventi atmosferici e, anzi, rimane totalmente chiuso tra novembre e maggio quando la stagione è più fredda.

Dettagli sul Passo dello Stelvio ^

La strada dello Stelvio è una bella e curata strada che sale in quota fino a raggiungere i 2578 metri sul livello del mare all’omonimo passo. Su entrambi i lati che salgono, si tratta di una strada a due carreggiate, che è quindi possibile percorrere in entrambi i sensi di marcia durante i periodi di apertura.

Per prendere velocemente quota la strada dello Stelvio è caratterizzata da ben 88 tornanti, di cui 48 sul territorio altoatesino e 40 su quello lombardo. Da quest’ultimo lato è possibile prendere anche il Giogo di Santa Maria, ad un’altitudine di 2500 metri, che conduce in territorio svizzero senza passare per alcuna dogana.

Sono tre quindi le strade che conducono al Passo dello Stelvio:

  • la via altoatesina, che parte dal Prato allo Stelvio da un’altitudine di 915 metri sul livello del mare e che in circa 26 chilometri arriva al passo. La strada ha una pendenza che varia dal 5% degli inizi fino al 12% nell’ultimo chilometro prima dell’arrivo, con una media che si attesta intorno all’8/9%;
  • la via valtellinese, che parte da Bormio a un’altitudine di 1225 metri sul livello del mare e che in circa 21,5 chilometri registra una pendenza media del 7% con un picco del 12%;
  • la via svizzera, che parte invece da Santa Maria Val Monastero, a un’altitudine di 1375 metri sul livello del mare e si sviluppa per buona parte in Svizzera. Si collega all’italia al passo dell’Umbrail a 2503 metri di altitudine, dove si innesta poi al versante valtellinese a circa 3 chilometri dall’arrivo. La lunghezza totale di questa strada è di circa 13 chilometri ed è più stretta di quelle italiane. Questa registra picchi di pendenza del 12%.

La particolarità del Passo dello Stelvio è anche quella di essere l’unico luogo in Italia dove è praticabile lo sci estivo, tanto che molti appassionati che non riescono a rinunciare ad una sfrecciata sulla neve vengono qui a passare le loro vacanze. Non a caso, in cima al passo, sono presenti alcuni hotel e impianti di risalita, oltre che una neve perenne. Per gli amanti della montagna, poi, è anche possibile imboccare uno dei tanti sentieri escursionistici che partono dal passo, come quello che conduce alla cima Garibaldi, a 2843 metri sul livello del mare, o quello che porta al rifugio Pirovano, a 3028 metri sul livello del mare.

Una volta arrivati al Passo dello Stelvio, durante il giorno, sono aperti bar, ristorantini e strutture ambulanti pronti a rifoccilarvi, prima di imboccare la discesa che vi porterà nuovamente a valle. Nel frattempo potete anche passeggiare tra i rifugi, i laghetti, e la chiesetta presenti proprio ai lati della strada.

Rifugio Garibaldi ^

Arrivando in vetta al Passo dello Stelvio si notano diverse strutture dedicate all’ospitalità dei turisti. Tra alberghi e piccola ristorazione, arrampicato sul crinale della montagna nel lato destro (arrivando dalla strada altoatesina), vediamo il rifugio Garibaldi.

Si tratta di una piccola struttura in pietra dai muri spessi che permettono di isolarla termicamente dalle rigide temperature esterne. Le finestre rosse si aprono lungo tutte le facciate, al di sotto dei merletti che ne decorano la sommità. Sui suoi muri spiccano anche le bandiere dell’Italia e della Svizzera.

Il breve sentiero che collega il rifugio al Passo dello Stelvio fa parte della celebre e suggestiva Via Alpina e nei suoi primi dintorni è presente una piccola cappella votiva e svariate trincee e costruzioni risalenti alla prima guerra mondiale.

Il rifugio Garibaldi è aperto dal mese di giugno a quello di settembre e vanta 12 posti letto con camera arredate in stile alpino e una ventina di posti per pranzare e altrettanti all’esterno sulla terrazza panoramica.

Questo rifugio venne costruito negli anni sessanta e prese il posto di un vecchio albergo svizzero, situato a pochi metri di distanza, che venne raso al suolo durante i bombardamenti della prima guerra mondiale quando nei dintorni si trovavano ben 2000 soldati austroungarici a cui apparteneva questo territorio. L’area dell’attuale provincia di Bolzano passò all’Italia solo successivamente alla fine della guerra.
Dal rifugio si può anche ammirare la cima Garibaldi, così rinominata per sottolinearne la proprietà e il patriottismo italiano, mentre prima era nota come Ferdinandshòhe e, durante l’epoca fascista, come rocca Dreisprachenspitz.
Girandosi dalla parte opposta si può invece chiaramente vedere l’insieme di alberghi e altre strutture ricettive costruite a ridosso della strada e che ormai cominciano a mostrare i loro anni.

Chiesetta della Madonna della Neve ^

Tra le costruzioni più vicine alla strada è presente anche una piccola chiesetta costruita sempre nello scorso secolo. Anche questo edificio è caratterizzato da una costruzione in pietra, su di una spianatoia rivestita a sua volta in pietra.

La chiesetta non poteva essere che titolata alla Madonna della Neve e presenta una facciata concava sulla quale trova posto una grande croce in legno ottenuta semplicemente incrociando due assi. Al di sopra la campana integrata in una finestra della facciata è l’unico motivo ornamentale accompagnato alla piccola tettoia che protegge i fedeli che entrano in chiesa. Gli spazi interni sono piuttosto piccoli e presentano un abside anch’esso semicircolare. Alle pareti bianche sono affisse alcune statue e bassorilievi che rappresentano la via crucis, mentre gli arredi in legno chiaro richiamano quelli del soffitto totalmente in legno.

All’esterno della chiesetta della Madonna della Neve c’è una targa posta in marmo bianco in memoria dei soldati imperiali e degli alpini italini che morirono qui servendo le loro patrie.

Rifugio Alpino Tibet Hutte ^

La struttura che attira lo sguardo di chi arriva al passo dello Stelvio dal lato della Val Venosta è senza dubbio il rifugio alpino Tibet Hutte, una struttura circolare costruita con le stesse pietre del rifugio Garibaldi e dotata di una torretta, anch’essa circolare, che si innalza al piano superiore.

Il rifugio Tibet Hutte si trova a 2800 metri di quota e permette di dormire o pranzare in un’atmosfera davvero incantata, tra la neve e quasi a un passo dalle stelle. Le camere infatti trovano posto nella torre della struttura. Anche qui le finestre rosse contrastano con il colore scuro della pietra e rendono l’edificio ben visibile.
Gli interni delle camere richiamano le suggestioni del Tibet, spazi ariosi con arredi minimali e legno chiaro che strizzano un occhio anche al design. Il bar e ristorante, invece, si rifanno alle atmosfere tipiche delle locande di montagna.

Questo rifugio venne costruito tra il 1959 e il 1961, dal pionere del turismo Fritz Angerer che, condizionato dalla lettura di “Sette anni in Tibet”, decise di mettersi in contatto con l’autore Heinrich Harrer il quale ispirò la costruzione della torre tibetana. Negli anni novanta la struttura venne in parte modificata con l’aggiunta della terrazza panoramica, che regala una vista davvero suggestiva sul versante altoatesino e sui tornanti che salgono in quota e portano fino a qui.

Il rifugio Tibet Hutte è aperto da fine maggio agli inizi di novembre, seguendo le aperture del passo dello Stelvio, e offre ai suoi avventori anche il servizio di bar e ristorante in cui vengono offerte le specialità locali.

Parco Nazionale dello Stelvio ^

Il passo dello Stelvio si trova all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, istituito nel 1935 e perciò uno dei più antichi di tutta Italia. Il parco occupa le province di Bolzano, Brescia, Sondrio e Trento, allargandosi quindi nelle regioni del Trentino Alto Adige e della Lombardia su ben 24 comuni.

Anche le aree circostanti a questo parco sono di rara e fragile bellezza, tanto che alcuni dei confini di questa zona tutelata sono rappresentati da altri parchi: il Parco Nazionale Svizzero, il Parco naturale provinciale Adamello Brenta e il Parco regionale dell’Adamello.

L’istituzione del Parco Nazionale dello Stelvio venne fatta principalmente per tutelare la flora e la fauna locale, ma anche per salvaguardare la bellezza di questi luoghi, in cui spicca il gruppo montuoso Ortles-Cevedale. L’intera area occupa una superficie di quasi 131000 ettari ed è caratterizzata da boschi, casali, paesini ancora abitati, tante specie di animali e vegetali e ghiacciai, tra cui il più grande ghiacciaio vallivo italiano, ovvero il ghiacciaio del Forni.

Fino ai 2000 metri l’ambiente è dominato dalle foreste di conifere, con abeti rossi, abeti bianchi, larici e pino cembri. Salendo si trovano per lo più arbusti nani che arrivano a circa 2600 metri per poi lasciare il passo alla roccia nuda che si alterna a ghiaia e nevi perenni in cui si trovano solo alcuni licheni. Gli animali che popolano il Parco Nazionale dello Stelvio sono altrettanto variegati: tassi, donnole, volpi, ermellini, scoiattoli, lepri, marmotte, stambecchi, caprioli, camosci, cervi, ma anche alcuni esemplari di lupi, linci ed orsi che provengono per lo più dal confinante parco naturale Adamello Brenta. Non da meno sono le specie di uccelli, di cui gufi, aquile reali, pernici, gracchi, corvi imperiali e picchi rappresentano solo una piccola parte.

Si tratta di quindi di un preziosissimo ecosistema naturale, che vale la pena salvaguardare e scoprire con un turismo responsabile e attento alla conservazione.

Breve storia del Passo dello Stelvio ^

Le origini del Passo dello Stelvio vanno ricercate nell’ottocento, con lo scopo dell’imperatore Francesco II d’Asburgo di collegare la città di Milano alla Val Venosta attraverso la Valtellina. Già allora si trattatava di una grandissima impresa e, per la sua realizzazione ci si affidò allo stesso progettista del passo della Spluga.

I lavori di costruzione partirono in pompa magna e, dal 1822, in appena tre anni si conclusero. L’inaugurazione vide come protagonista l’imperatore austriaco in persona. La strada divenne subito un’importante via di comunicazione da dover rendere quanto più possibile sicura. E così gli austriaci eressero diversi fortini sul lato altotesino, come il forte Gomagoi, il Kleinboden e il Weisser Knott e, più o meno in corrispondenza del passo, il forte Goldsee di cui ancora oggi si possono vedere i resti.

A quei tempi il Passo dello Stelvio era percorribile lungo l’intero anno, anche sfruttando un servizio di diligenze che continuò ad essere utilizzato fino al 1915. Certo le percorrenze invernali non erano delle più semplici, anche a causa delle grosse precipitazioni nevose che imponevano la presenza di squadre di spalatori che sgomberavano la strada dalla neve.

Successivamente alla prima guerra mondiale entrambi i lati del passo furono annessi al territorio italiano, mentre durante la guerra il passo stesso fu teatro di grosse battaglie tra austriaci e italiani. A quel punto il passaggio divenne meno strategico e si optò per la sua chiusura durante i mesi invernali.

Solo dal 1928, invece, la strada divenne carrozzabile e a doppio senso di marcia, grazie ad un ampliamento delle carreggiate a alla loro asfaltatura.

Sport al Passo dello Stelvio ^

La conformazione del Passo dello Stelvio, unita ai panorami suggestivi e alla natura rigogliosa che lo ospita ne fa una suggestiva location per praticare sport e mettersi alla prova sfidando la fatica.

Ovviamente è scontato quanto questo luogo sia apprezzato per fare trekking e lunghe passeggiate, alcune delle quali partono anche lungo le strade che salgono in quota. Ma ci sono anche altri sport che hanno ormai idealizzato questo luogo.

Sci ^

Primo tra tutti è lo sci, e il motivo è molto semplice: questo è l’unico luogo in Italia dove è praticabile lo sci estivo. Poco più a sud del passo si trova infatti il ghiacciao del Livrio che va da un’altitudine di 2800 metri fino ai 3400. Proprio su questo ghiacciaio sono state tracciate le piste che, non a caso, vengono impiegate anche dalla nazionali di sci alpino per continuare gli allenamenti. Le prime piste vennero aperte negli anni 30 dello scorso secolo.

Le piste sono aperte a tutti e possono essere raggiunte direttamente dal parcheggio del Passo dello Stelvio, dove si trovano anche alcuni hotel, attraverso la funivia che porta fino ai 3000 metri di altitudine del monte Trincerone e si prosegue poi attraverso un ulteriore impianto fino al rifugio Livrio, da cui è possibile utilizzare 4 skilift.

Purtroppo la conclamata situazione del riscaldamento globale impone sempre più spesso nelle ultime estati alcuni blocchi temporanei alla pratica dello sci, per via di assenza di neve o la creazione di crepacci nel ghiacciaio.

Si sa che lo sci è uno sport costoso e, non a caso, proprio qui si trova lo sportello bancario più alto d’Europa, appartenente alla banca popolare di Sondrio.

Ciclismo ^

Un altro sport praticato sul Passo dello Stelvio è il ciclismo. Numerosi ciclisti si sfidano quotidianamente lungo i tornanti che salgono fino al passo, per poi fermarsi a godere soddisfatti del panorama, prima di scendere nuovamente.

Nonostante le curve dei tornanti impongano velocità moderate è sempre bene stare attenti, soprattutto in salita, perché potrebbe essere molto rischioso a causa della poca visibilità.

Il Passo dello Stelvio è conosciuto anche grazie al passaggio del Giro d’Italia che, più di una volta, ha percorso queste strade. La parte più complicata è senza dubbio la salita da parte del versante altoatesino che parte da un’altitudine di 915 metri sul livello del mare, registrata al Prato dello Stelvio, e crea quindi un dislivello di ben 1843 metri lungo i suoi 26 chilometri.

Chi volesse misurarsi con questo percorso con la propria bicicletta può farlo tutti i giorni di apertura del passo, oppure durante una delle due gare ciclistiche che vengono organizzate annualmente: l’US Bormiese a inizio luglio con partenza da Bormio o l’ARSV Vinschgau a metà luglio, con partenza dal Prato allo Stelvio. Interessante è anche l’occasione della Giornata della Bicicletta, che si celebra ogni anno nell’ultimo sabato di agosto o nel primo di settembre. In quest’occasione le strade vengono chiuse al traffico delle automobili e dei motori e l’accesso è consentito solo alle biciclette, aumentandone la sicurezza ma anche il numero di persone che si radunano che si aggira mediamente intorno alle 12 mila persone che per lo più partono dal Prato allo Stelvio per poi arrivare a Bormio.

Il Passo dello Stelvio è solo una tappa tra le tante cose da fare in Val Venosta, scoprile nell’itinerario dedicato.

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Passo dello Stelvio - Tutte le InfoStoria del passo dello Stelvio e informazioni complete su apertura, strade, tornanti e le cose da fare a 2758 metri di altitudine.https://www.lorenzotaccioli.it/passo-dello-stelvio-tutte-le-info/
Lorenzo Taccioli