Pistoia è stata proclamata capitale italiana della cultura nel 2017 ed è una tappa obbligata per chi visita la Toscana e vuole uscire dai classici circuiti di città e borghi invasi da turisti.
Pistoia ha una bellezza timida, che non si svela appena arrivati in città, ma che conquisterà progressivamente passeggiando tra le sue vie, ricche di palazzi storici e chiese che conducono fino alla piazza centrale, ovvero piazza del Duomo, su cui si affacciano splendidi edifici.
Cosa Vedere a Pistoia
Seminario Vescovile di Pistoia
Santuario Basilica Madonna dell’Umiltà
Piazza della Sala e Piazza degli Ortaggi
Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas
Palazzo Fioravanti
Palazzo Azzolini – Palazzo della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia
Palazzo Panciatichi
Palazzo della Provincia – Palazzo Vivarelli Colonna
Chiesa di San Paolo
Via della Torre
L’ospedale del Ceppo
Teatro Anatomico dell’Ospedale del Ceppo
Pistoia Sotterranea
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Ex Chiesa di San Lorenzo
Torre di Catilina
Piazza Principale di Pistoia – Piazza del Duomo
Battistero di San Giovanni in Corte di Pistoia
Palazzo del Capitano del Popolo
Duomo di Pistoia – Cattedrale di San Zeno
Torre del Campanile del Duomo di Pistoia
Palazzo del Governo
Palazzo Pretorio
Palazzo degli Anziani – Palazzo del Comune di Pistoia
Fortezza Santa Barbara
Chiesa di San Bartolomeo in Pantano
Galleria Vittorio Emanuele
Mappa Itinerario di Pistoia in Un Giorno
Pistoia è anche conosciuta come la città di pietra incantata e il suo centro storico è racchiuso da tre antiche cerchie murarie. La maggior parte delle cose da vedere a Pistoia si concentrano nel cuore della città e sono comodamente raggiungibili a piedi senza la necessità di utilizzare mezzi pubblici.
In una giornata è tranquillamente possibile vedere la maggior parte delle sue attrazioni e quindi consiglio questo tempo come permanenza in città.
La città si trova nel centro nord della regione Toscana, sopra a Firenze e in un’area a rischio sismico, tanto che durante i secoli venne più volte colpita da forti terremoti che portarono a danni nell’architettura cittadina. Nonostante ciò questa zona è abitata da tempi antichi, la città di Pistoia venne infatti costruita in epoca romana su degli esistenti insediamenti etruschi.
Tra i più piccoli che abitano in zona, ma anche in Emilia Romagna, la città è conosciuta per il suo zoo (giardino zoologico di Pistoia) che negli anni ’90, quando la coscienza animalista non era ancora troppo sviluppata, diventava meta di gite domenicali.
Pistoia è famosa principalmente per il suo splendido Duomo e la torre campanaria annessa, ma per non rovinarci la sorpresa abbiamo tenuto queste attrazioni verso la fine della visita in città, anche se vista la loro centralità ci siamo imbattuti nella loro piazza più volte.
Ecco cosa vedere a Pistoia nella visita di un giorno.
Dopo aver parcheggiato l’automobile ci dirigiamo verso il cuore del centro storico attraverso una larga via (via Niccolò Puccini che diventa poi via della Madonna).
La nostra attenzione è attirata dalla facciata del palazzo del Seminario Vescovile, ottenuto dall’unione di diversi edifici. La sua forma particolare ricorda quella di una chiesa e, infatti, l’ingresso venne ottenuto incorporando nella struttura la chiesa di Santa Chiara.
Il palazzo del Seminario Vescovile di Pistoia venne costruito nella seconda metà del XVIII secolo su volontà dell’allora vescovo cittadino, con l’obiettivo di unire i diversi edifici che componevano il monastero dedicato sempre a Santa Chiara.
Purtroppo non è possibile visitare gli interni, i cui spazi sembrano essere lineari ma allo stesso tempo grandiosi, e non è possibile raggiungere nemmeno il giardino racchiuso all’interno della struttura.
Continuiamo la nostra passeggiata per Pistoia e ci imbattiamo nella facciata del Santuario Basilica Madonna dell’Umiltà, una grande chiesa la cui cupola rinascimentale è visibile da numerosi punti della città e che si perde un po’ quando si è esattamente davanti all’ingresso.
La costruzione di questa basilica avvenne a partire dagli ultimi anni del XV secolo sui resti della chiesa di Santa Maria Forisportam e si trovava in corrispondenza della prima cerchia muraria cittadina. La decisione di costruire un Santuario Basilica venne prese in seguito a un fatto miracoloso che si consumò proprio nella piccola chiesa che si trovava qui: siamo nel 1490 quando un’immagine della Madonna venne vista lacrimare in questo luogo, proprio nel bel mezzo di scontri interni alla città.
Immediatamente cominciò il flusso di pellegrini verso la Basilica Madonna dell’Umiltà e così venne progettato un edificio di grandi dimensioni che potesse ospitare sia l’immagine della Madonna che il corposo numero di fedeli che arrivavano in città.
La costruzione del Santuario Basilica Madonna dell’Umiltà si prolungò per tantissimi anni, interrotta una volta per mancanza di fondi, un’altra per ragioni politiche interne e Pistoia. Per progettare la cupola della chiesa, che rappresenta la terza cupola più grande di tutta Italia, il Vasari prese ispirazione dalla vicina cupola del Brunelleschi di Firenze.
Entrando all’interno del Santuario si può ammirare la parte più antica della chiesa, ovvero il vestibolo che ha riutilizzato i resti della chiesa di Santa Maria Forisportam. Al centro dell’altare invece si trova l’immagine della Madonna che venne vista lacrimare oltre cinque secoli fa.
Dentro al Santuario Basilica Madonna dell’Umiltà sono presenti anche preziosi arredi sacri, stoffe, gioielli ed ex voto riuniti sotto al nome di Tesoro della Madonna.
Arriviamo così nel cuore del centro storico di Pistoia, in una delle piazze più vissute dai cittadini: piazza della Sala.
Nel suo piccolo spazio va in scena il mercato cittadino di frutta e verdura, mentre lungo il perimetro si trovano tantissimi locali e botteghe storiche cittadine.
Al centro di piazza della Sala è presente un antico pozzo, ovvero il pozzo del Leoncino, così chiamato per via della statua che si trova sulla sua sommità. Tra il XIII e il XIV secolo questo pozzo veniva utilizzato come discarica per i residui delle carcasse animali che venivano macellate direttamente in strada, ma nel 1450, successivamente all’ordinanza che disciplinava la macellazione, tornò a svolgere il suo compito originale fino alla seconda guerra mondiale, quando venne bombardato. Il restauro lo rese nuovamente disponibile alla piazza nel 1954. Le due colonne ioniche ai lati del pozzo servono per sorreggere l’architrave alla quale era collegato un secchio per l’estrazione dell’acqua.
Su piazza della Sala si affaccia anche il palazzo del Gastaldo, ovvero il rappresentante del re che durante la dominazione longobarda si occupò di amministrare la città.
Adiacente a piazza della Sala è presenta la piazza degli Ortaggi, una piazzetta dalle dimensioni ancora più contenute, caratterizzata da una statua in bronzo chiamata “il giro del sole” e posizionata qui nel 1996. Questa statua rappresenta tre giovani bendati che con una lampada ad olio in mano si muovono verso tre direzioni opposte. Anche piazza degli Ortaggi è ricchissima di locali dove i pistoiesi sono soliti riunirsi. Questa parte del centro storico era anticamente occupata dal ghetto ebraico e le piccole finestre presenti sui palazzi sono testimonianza dell’architettura tipica dei ghetti.
Quasi per caso arriviamo alla chiesa di San Giovanni Fuorcivitas. La chiesa è facilmente riconoscibile per le sue bande orizzontali bianche e verdi. Questo edificio, di epoca longobarda deve il suo nome alla posizione fuori dalle mura cittadine.
In realtà la struttura romanica che possiamo ammirare ancora oggi non è quella originaria che, già nel XII secolo, versava in condizioni critiche. L’attuale chiesa di San Giovanni Fuorcivitas venne costruita a partire dalla metà del XIV secolo.
Per via del suo orientamento, il fianco settentrionale viene considerata la facciata della chiesa. Questo a causa degli spazi ristretti che si trovano nei pressi della vera facciata, una volta parallela alle mura cittadine. Effettivamente la struttura, vista dal fianco, è decisamente insolita perché estremamente allungata. Per dare più dignità a quello che è considerato il nuovo ingresso, venne aperto un portale sul fianco, decorato da un’architrave e dal dipinto dell’ultima cena risalente al XII secolo.
La sua struttura variò durante i secoli, la navata unica con l’abside nella parte orientale venne ampliata occupando una parte del chiostro e riposizionando l’abside. Ancora oggi la pianta della chiesa di San Giovanni Fuorcivitas è ad aula rettangolare monoabsidata.
La chiesa, seppur in parte spoglia, presenta al suo interno diverse opere d’arte. Dall’acquasantiera in marmo del XII secolo posizionata al centro della navata della chiesa, al Pergamo di Fra Guglielmo da Pisa del XIII secolo appoggiato alla parete meridionale. Sul pergamo sono scolpiti gli evangelisti e alcune scende del vangelo.
Davanti alla chiesa di San Giovanni Fuorcivitas c’è il palazzo Fioravanti, costruito nel XIV secolo proprio in corrispondenza della prima cerchia muraria. L’edificio è stato inizialmente concepito come torre di guardia militare e diversi anni dopo venne aggiunta un ulteriore piano di mattoni che lo rendeva il palazzo più alto di tutta la zona ed è tutt’ora dotato di feritoie agli angoli.
Durante l’ottocento il palazzo fu notevolmente rivisto e furono aperti diversi ingressi anche su via Cavour.
Palazzo Fioravanti si trova in via Cavour, la quale ai tempi delle mura era un antico fossato e l’accesso all’edificio avveniva attraverso delle ampie rampe di scale poste sull’altro lato.
Tra le cose da vedere a Pistoia c’è un altro bel palazzo del centro storico: palazzo Azzolini, sede della cassa di risparmio di Pistoia e Pescia, visibile sia da via Cavour che dalla bellissima piazza Duomo e situato in via San Matteo.
Questo palazzo venne costruito in stile neorinascimentale a cavallo tra l’ottocento e il novecento, quando venne creata la cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia distaccandosi dalla sede banca centrale fiorentina. Al fianco di palazzo Azzolini c’è il palazzo della borsa, risalente a metà del novecento e separato solo dalla stretta via Argentina.
Il palazzo Azzolini è all’interno del quartiere più antico della città, fatto di torri e case medievali. Per lasciargli spazio furono sacrificate alcune di queste case, che vennero rase al suolo insieme ad una chiesa a partire dal 1896.
L’edificio porta il nome del suo architetto e venne costruito impiegando materiali locali come i laterizi di Pistoia e la pietra serena. Le decorazioni interne ed esterne sono volutamente evocative di temi quali progresso e lavoro e vennero affidate a un paio di artisti. Purtroppo non è possibile visitarne gli interni, se non durante sporadiche aperture al pubblico.
Continuando su via Cavour arriviamo nei pressi di Palazzo Panciatichi, conosciuto anche come palazzo del Baly. Questo edificio è unico nel suo genere in tutta Pistoia, è infatti l’unico palazzo privato medievale ancora in piedi in tutta la città e risale al trecento.
Venne edificato su iniziativa di Vinciguerra Panciatichi, un ricco banchiere derivante da famiglia ghibellina e passato poi ai Guelfi, appartenente a una delle più potenti famiglie della città. A livello storico il palazzo Panciatichi è molto importante, perché qui dimorarono anche il papa Alessandro V e la famiglia di Lorenzo il Magnifico. Oggi al suo interno si trovano appartamenti privati, uffici e la sede del Consiglio Provinciale, ma proprio la sua posizione in vista lo rese protagonista di vari fatti avvenuti durante gli anni, come l’incendio appiccatogli agli inizi del XVI secolo nel tentativo di espugnarlo.
L’intero palazzo Panciatichi è costruito come casa-fortezza. Al piano terra in corrispondenza degli archi ribassati che sostengono le facciate in pietra alte tre piani erano presenti le case logge degli uomini armati. Un caso unico nel suo genere è dato dalle finestre a crociera, forma utilizzata durante il cinquecento ma che in questo caso risalgono proprio dal periodo gotico. Al suo interno invece è presente un giardino con un porticato che gira su tutti i lati e conduce a una scala che permette di raggiungere i piani superiori.
Sulla piccola piazza San Leone, che deve il suo nome alla presenza della chiesetta San Leone, è presente la sede della provincia di Pistoia, ospitata all’interno del palazzo Vivarelli Colonna.
Dal 1927 la provincia e la prefettura cittadino condividono questo spazio, posto all’interno del palazzo costruito come sede vescovile nel 1720 per volere dell’allora vescovo Colombino Bassi. Successivamente venne acquistato dalla famiglia Vivarelli Colonna che lo trasformò durante il XIX secolo, con affreschi su argomenti quali “l’Italia in mezzo ai suoi figli più illustri” o “Allegorie dell’onore, della virtù e della salute”.
Anche questo palazzo è dotato di giardino interno, recuperato dal comune nel 2013 e dal quale si possono vedere i resti della chiesa di San Pietro in Cappella, inglobati all’interno del palazzo Vivarelli Colonna.
Arrivati in via della Rosa, al civico 39, troviamo la chiesa di San Paolo, collegata su di un fianco ai bassi palazzi lungo la via e libera sull’altro.
Questa chiesa risale addirittura al X secolo, ma le forme attuali sono riconducibili a rimaneggiamenti di due secoli più tardi, nonostante altre pesanti ristrutturazione vennero svolte nel XVII e nel XIX secolo. Il primo edificio aveva dimensioni più contenute e rimaneva subito all’esterno della prima cerchia muraria. Con l’intervento del XII secolo venne allungata la chiesa verso la Porta Caldatica.
A colpirmi particolarmente sono gli esterni in stile gotico toscano che fanno intendere che gli interni siano ad un’unica navata. Come per la chiesa di San Giovanni Fuorcivitas, anche su questa venne aperta una porta sulla fiancata. Sopra al portale di ingresso sono presenti le statuette di Cristo e due angeli, e più sopra in bassorilievo Mosè e David. Alla sua destra, gli archi in pietra più bassa riportano i simboli dei Banchieri, un’antica famiglia cittadina.
Al di sotto del campanile, raggiungibile da dentro la chiesa, c’è una piccola cappella con decorazioni originali del XVIII secolo.
Stiamo continuando a girare intorno al vecchio perimetro della prima cerchia muraria cittadina e una delle vie più suggestive che da qui collega al cuore del centro (piazza Duomo), è via della Torre, una breve strada in salita.
Questa è una delle più antiche vie di tutto il centro storico, caratterizzata da case medievali e piccole torri che contraddistinguevano la città di Pistoia.
Ancora oggi, affacciandosi su questa via, si può respirare il clima antico della città e ci si può imbattere nei numerosi collegamenti a ponte tra i palazzi dirimpettai.
Prima di raggiungere piazza Duomo continuiamo la nostra visita delle cose da vedere a Pistoia girandoci intorno. Arriviamo così in piazza Papa Giovanni XXIII, dove si trova l’Ospedale del Ceppo, riconoscibile dal particolare loggiato che occupa tutto un lato della piazza e nel quale si può entrare per visitare l’omonimo museo o per acquistare il biglietto e iniziare la visita di Pistoia Sotterranea.
Questo edificio venne costruito come ospedale nel XIII secolo e per molti anni a venire svolse questa funzione, tanto che fino al 2013 ricoprì la funzione di nosocomio della città. All’interno dell’edificio è presente un chiostro e una corsia dedicata alle donne, costruita circa un secolo dopo la sua fondazione. Nell’ospedale erano quindi presenti due corsie principali:
La grande importanza di questo ospedale è testimoniata dall’epidemia di peste nera che colpì la città a metà del XIV secolo: numerosissimi furono i pazienti portati qui che, in testamento, decisero di lasciare i loro averi all’ospedale, tanto che lo stesso si trovò a gestire un ingente patrimonio di beni e liquidità.
Inizialmente sotto il controllo della chiesa, attraverso la compagnia del Ceppo che amministrava l’intero edificio, si decise tra il trecento e il quattrocento di laicizzare quest’istituzione con un progressivo cambio dei vertici che di fatto dirigevano la struttura e così a metà del XV secolo l’ospedale venne modificato nelle forme per renderlo più appropriato alle attività sanitarie che venivano eseguite al loro interno. Agli inizi del cinquecento la compagnia del Ceppo si trovò totalmente estromessa dalla gestione dell’ospedale che, di fatto, era passato sotto la responsabilità dei priori cittadini.
Il nome ospedale del Ceppo sembra essere legato a una leggendo che volle vedere fiorire un ceppo di legno durante l’inverno e che narra che l’apparizione della Madonna diede indicazioni sul costruire in questa posizione un ospedale.
L’attuale facciata dell’ospedale del Ceppo risale al XV secolo ed è anteposta a quella precedente e si ispira a quella dell’ospedale degli Innocenti di Firenze. Sul porticato una serie di fregi di origine cinquecentesca narrano le sette opere della misericordia, ovvero:
Ognuna di queste scene è intervallata, in apposite lesene, dalle figure di Virtù, mentre il tutto è racchiuso da due arpie che definiscono i lati della struttura. Al di sotto delle opere di misericordia sono presenti dei tondi, sempre del XVI secolo, in cui vengono raffigurati:
Tra le cose più particolari dell’ospedale del Ceppo, ancora aperto al pubblico, c’è il Teatro Anatomico.
Dentro all’ospedale del Ceppo si tenevano infatti lezioni di medicina già nel cinquecento, anche se la scuola di medicina venne fondata il secolo successivo e riconosciuta quello più tardi ancora. La scuola di medicina di Pistoia aveva una durata di sei anni ed era suddivisa in tre classi con specializzazioni quali anatomia, ostetricia e chirurgia. Il basso numero di allievi la portò però alla chiusura a metà dell’ottocento.
Nel piccolo parco dietro l’ospedale del Ceppo era ed è tutt’ora presente il teatro anatomico che si narra essere il teatro anatomico più piccolo del mondo. Le sue dimensioni estremamente contenute potevano ospitare pochissimi studenti per volta. L’edificio è totalmente separato dal corpo dell’ospedale e venne costruito in stile neoclassico alla fine del settecento.
La struttura del teatro anatomico dell’ospedale del Ceppo è composta di due stanze, una dove avveniva la preparazione dei corpi su tavoli di marmo e dove sono presenti a terra degli scolatoi per i liquidi che fuoriuscivano dai corpi. L’altra è quella dove effettivamente venivano fatte autopsie e dimostrazioni con gli studenti, che potevano accomodarsi nei pochi posti e dove componenti dell’arredamento sono fatti di legno di ciliegio: un particolare legno molto odoroso che serviva a coprire l’odore dei corpi che venivano sezionati. Sulle pareti di questa stanza sono numerosi gli affreschi che rendevano l’ambiente più leggero.
All’ospedale del Ceppo abbiamo prenotato la visita guidata alla Pistoia Sotterranea, unico modo per poter accedere a questi ambienti che corrono sotto la città. I turni di visita sono numerosi, soprattutto durante il weekend o i periodi dell’anno più turistici e partono con regolarità da una sala all’interno dell’Ospedale del Ceppo.
Il camminamento sotterraneo è ora visibile grazie a un’opera di ristrutturazione e messa in sicurezza che ci permette di entrare in corrispondenza dell’ospedale del Ceppo e uscire dopo circa 600 metri di visita, in corrispondenza dell’ex chiesa di San Lorenzo. In realtà i lavori che hanno interessato questa parte del sottosuolo pistoiese hanno permesso di recuperare ben 1200 metri di camminamenti, non totalmente aperti al pubblico.
Durante la visita la guida spiegherà che questi spazi furono frutti di numerosi cambiamenti del letto del torrente Brana che, anche per via dell’impeto con cui scorreva, venne ridirezionato nel percorso in città con la costruzione di un canale conosciuto come Gora di Scornio. Attraverso la visita di Pistoia sotterranea è possibile vedere la stratificazione dell’urbanizzazione della città, ma anche ammirare alcuni resti trovati qui sotto durante la ristrutturazione. Proprio questi resti hanno permesso di capire come questi spazi venivano utilizzati. A intervalli regolari sono posizionati i ritrovamenti fatti qui sotto, puntualmente spiegati dalla guida che, in un primo momento, conduce fino alla grandissima ruota azionata da una deviazione del fiume durante i mesi invernali, e che muoveva le macine in pietra del frantoio nel quale veniva prodotto un ottimo vino.
Durante la piena attività dell’ospedale del Ceppo erano presenti anche delle botole che mettevano in comunicazione diretta le sale superiori con il fiume che scorreva qui sotto e che veniva utilizzato letteralmente come discarica: ovvero qui venivano gettati direttamente i rifiuti ospedalieri, che sono stati poi ritrovati diversi secoli dopo. Questa pratica era veramente pericolosa, anche perché, come si scoprirà durante la visita, qualche centinaia di metri più avanti erano presenti dei lavatoi pubblici nei quali le signore si ritrovavano a lavare i propri panni. Non a caso il fiume si trasformava in un grosso veicolo di malattie, soprattutto nel periodo della peste. L’usanza di usare il fiume come discarica, venne provata grazie al ritrovamento di numerosi butti, ovvero piatti e scodelle utilizzate per dare da mangiare ai malati, personalizzati con i simboli dell’ospedale del Ceppo e di quello di Firenze.
Camminando lungo il percorso di Pistoia Sotterranea le volte che troviamo sopra le nostre teste si fanno da più alte a più basse e la loro altezza varia in base alle strutture che vennero costruite sopra le nostre teste. La guida non mancherà di farci orientare e capire dove ci troviamo in ogni momento.
L’attuale progetto è quello di riportare alla luce il percorso della gallerie sotterranee fin verso la fortezza di Santa Barbara, restituendo alla città un percorso di quasi due chilometri che lo trasformerebbe in uno dei più estesi di tutta Europa.
Quando riemergiamo dalla terra arriviamo in piazza San Lorenzo. Qui vediamo la chiesa di Santa Maria delle Grazie, un edificio semplice collegato agli altri palazzi.
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Pistoia prese il posto di un piccolo oratorio, quando si sparse la voce che una donna venne miracolosamente salvata dall’intervento della Madonna. I fatti risalgono al 1336 e, oltre un secolo dopo, nel 1469 il comune versò un’ingente somma per la costruzione della chiesa in stile rinascimentale.
Gli interni della chiesa di Santa Maria delle Grazie sono a navata unica e con copertura a cassettoni. In una piccola cappella si può ancora ammirare il “letto del miracolo”, che in via quasi straordinaria non era una panca in legno ma un letto vero e proprio (cosa molto rara durante il XIV secolo). Sulla testata del letto, dopo essersi verificato l’episodio miracoloso, vennero dipinte le effigi della Madonna in stile giottesco.
Dentro la chiesa di Santa Maria delle Grazie è presente anche un organo a canne del 1755.
A pochissimi passi dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie, sempre su piazza San Lorenzo, c’è anche l’ex Chiesa di San Lorenzo collegata al rispettivo convento.
L’edificio e il suo convento vennero fondati nel 1278, ma venne inaugurato solamente tre secoli dopo. I suoi interni sono a navata unica con copertura a capriate e la pianta quadrata è completata da tre cappelle in corrispondenza dell’abside. Proprio dietro la cappella di destra sorgeva il campanile dell’ex chiesa di San Lorenzo, che venne demolito durante il novecento.
La struttura originaria della chiesa di San Lorenzo subì diversi rimaneggiamenti e stravolgimenti durante i secoli, proprio perché adibita a innumerevoli funzioni diverse come quelle di ricovero, fonderia, falegnameria, caserma militare e cantiere comunale per poi essere abbandonata.
Nonostante ciò negli interni sono ancora presenti alcuni affreschi originari risalenti al XIV secolo, eseguiti da artisti locali.
Ormai è giunto il momento di raggiungere il cuore di Pistoia, ovvero la bellissima piazza Duomo, sulla quale si affacciano gli edifici più famosi della città. Per arrivarci, a pochissima distanza da questa piazza, tanto da essere visibile dalla piazza stessa, vediamo la Torre di Catilina.
La torre si trova al civico 2 di via Tomba di Catilina e rappresenta una delle torri storiche della città. Edificata addirittura nel IX secolo è costruita interamente in pietra e raggiunge un’altezza di trenta metri. Proprio la sua altezza, unita alla posizione unica sul centro storico, ha fatto si che sulla sua sommità venisse costruita terrazza panoramica.
La torre di Catilina porta questo nome perché la leggenda vuole che nella stessa via si trovi la tomba di Lucio Sergio Catilina, un senatore romano vissuto durante la nascita di Gesù e ucciso qui durante la battaglia di Pistoia dall’esercito romano che voleva vendicarsi del tentativo dello stesso Catilina di creare una dittatura da lui capitanata.
La torre di Catilina è a base rettangolare e durante il medioevo venne trasformata in casa-torre con botteghe commerciali al pian terreno. Per un breve periodo venne chiamata anche “Torre delle Palle” perché conteneva lo stemma della famiglia Medici murata all’interno della facciata, poi sostituita da quello della famiglia de’ Rossi che ne divenne proprietaria. Solo nel 1815 la torre di Catilina divenne di proprietà comunale.
Arriviamo finalmente in Piazza del Duomo e non possiamo che rimanere a bocca aperta davanti ai palazzi che circondano la piazza e l’inizio delle vie che partono proprio da qui.
Questo spazio è proprio il punto iniziale dal quale la città si è allargata: qui sono stati infatti ritrovati dei resti romani risalenti al secondo secolo avanti Cristo.
Sicuramente quasi tutti hanno presente la forma del duomo di Pistoia, con le sue bande colorate che definiscono orizzontalmente il profilo della chiesa, ma oltre a questo palazzo se ne trovano tanti altri: il palazzo dei Vescovi, il battistero di San Giovanni, il palazzo comunale, quello del governo, il palazzo del Capitano del popolo e il palazzo Pretorio.
In questa piazza si tiene il mercato cittadino nelle giornate di mercoledì e sabato, da tempo immemore: si pensa infatti che già intorno all’anno mille questo era il luogo cittadino utilizzato per i commerci.
Tra gli edifici che più risaltano in piazza Duomo a Pistoia c’è senz’altro il battistero di San Giovanni in Corte, proprio davanti alla Cattedrale di San Zeno.
Il suo nome è legato alla presenza in questo luogo della chiesa di Santa Maria in Corte di origine longobarda, di cui prese il posto. La costruzione del battistero venne cominciata agli inizi del XIV secolo e la struttura ha una base ottagonale regolare. Il periodo di costruzione fu abbastanza ritardato rispetto a quello degli altri battisteri, infatti la cerimonia di battesimo con immersione completa dell’adulto in acqua andava via via lasciando il posto a cerimonie più ‘moderne’. Per questo motivo si identifica nel battistero di Pistoia uno degli ultimi edifici di questo genere costruiti. Questo battistero, concluso solamente nel 1366, rappresenta anche uno dei massimi esempi di gotico toscano, condensando in se elementi tipici senesi, fiorentini e pisani che ben si integrano con lo stile romanico.
Il battistero di San Giovanni in Corte si lega molto al duomo cittadino, come questo è infatti ricoperto di marmo a bande bianche (marmo di Carrara) e verdi (serpentino verde di Prato) e vi si può accedere liberamente grazie a tre portali posti sui lati e riccamente decorati con bassorilievi sempre in marmo. I portali sono decorati da timpani triangolari acuti, dotati di rosone interno e di piccole edicolette ai lati. In quello principale si trovano le piccole statue di San Pietro, della Madonna con Gesù e di San Giovanni Battista.
L’altezza di circa quaranta metri di questa struttura è chiusa da una lanterna che ne chiude il tetto e che riprende il perimetro ottagonale dell’intero battistero di Pistoia. Gli interni sono estremamente semplici e contengono una fonte battesimale datata 1226 contornata da alcune grandi formelle in cotto e la vasca centrale è contornata di quattro vasche di dimensioni più contenute nelle quali venivano battezzati i bambini.
Da piazza del Duomo, guardando verso il battistero si può intravedere, quasi nascosto, il palazzo del Capitano del Popolo. In realtà questo si affaccia su via Stracceria 3 ed era la residenza del Capitano del Popolo, ovvero un rappresentante del ceto borghese che si occupava di interagire con le famiglie nobili, dividendosi l’amministrazione del potere.
Il palazzo del Capitano del Popolo venne costruito nella seconda metà del XIII secolo e ospitava anche la magistratura locale. La sua posizione era strategica, perché nella strada che congiunge la piazza Duomo con piazza della Sala, altro centro del potere cittadino.
Attualmente e da diversi secoli, questo palazzo è occupato da appartamenti privati. Più precisamente dal 1530, quando venne abolita la figura del capitano del Popolo. Durante i secoli l’edificio subì numerose e sostanziali ristrutturazioni e ancora oggi mostra i segni di questi vari interventi: ad esempio agli archi in pietra che decorano la facciata della torretta, vennero aggiunte delle bifore al posto delle monofore. Il palazzo del Capitano del Popolo è ancora oggi composto di tre blocchi: la torretta angolare, la casa-torre adiacente alla torre e un altro piccolo fabbricato ulteriormente più basso.
L’edificio più importante che si affaccia però su questa piazza è il Duomo di Pistoia, ovvero la Cattedrale di San Zeno. La presenza qui di una chiesa è piuttosto antica, non è ancora chiaro se già ci fosse nel V secolo oppure se solamente nel X. A seguito di un incendio scoppiato agli inizi del XII secolo la chiesa venne prontamente ricostruita, ma le sfortune non erano ancora finite: agli inizi del secolo successivo scoppiò un altro incendio e alla fine ci fu un terremoto. In entrambi i casi la struttura riportò dei danneggiamenti.
Durante tutti questi secoli e successivamente ad ogni catastrofe che colpì la cattedrale di San Zeno, inizialmente titolata a San Martino, vennero apportate modifiche alla struttura, sia internamente che esternamente.
L’esterno del duomo di Pistoia è, come nel caso del battistero, a strisce orizzontali bianchi e verdi, ottenute con il marmo di Carrara e il serpentino verde di Prato. La facciata è in stile romanico e dal XIV secolo venne aggiunto il porticato, completato solo nel 1505 con l’archivolto centrale e la statua della Madonna col bambino nella lunetta in terracotta. A coronare la facciata sono presenti le statue dei patroni cittadini: San Zeno (risalente al 1336) e San Jacopo (risalente al 1721). Proprio la statua di San Jacopo ogni 21 luglio viene ricoperta di un mantello in lana rossa, simbolo del martirio, durante la festa della vestizione di San Jacopo.
Accedendo agli interni si può ammirare il soffitto in legno con decori, ottenuto attraverso un lavoro di ripristino dello scorso secolo nel quale vennero eliminate le navate a crociera che chiudevano la chiesa, riportando alla luce il tetto in legno del XIV secolo. La chiesa è suddivisa in tre navate attraverso dei colonnati che sostengono gli alti archi.
In fondo alla chiesa è presente l’altare, posizionato proprio al di sopra della cripta della cattedrale, esistente già nella struttura del XII secolo. La volta del presbiterio è riccamente decorata con affreschi di Domenico Cresti di inizio seicento, mentre l’abside venne dipinto da Cristoforo Allori e da Gregorio Pagani negli stessi anni.
Sulla navata destra c’era la Cappella di San Jacopo che custodiva le reliquie di San Giacomo e un altare d’argento che, a seguito della soppressione della cappella nella seconda metà del XVIII secolo, venne spostato nella cappella del Crocifisso.
Alla sinistra della facciata della cattedrale di San Zeno, è presente il campanile del duomo di Pistoia, risalente alle ristrutturazione del XII secolo e alto quasi 67 metri.
Sembrerebbe che il campanile sia stato il risultato della ristrutturazione di una torre longobarda già presente in questa posizione. Lungo la sua altezza si possono vedere i diversi stili che la contraddistinguono: longobardo nella parte più bassa, poi pisano e infine pisano-lucchese.
La struttura prevede un numero sempre crescente di aperture man mano che si cresce in altezza: mentre i primi tre piani sono privi di finestre e sull’ultimo di questi è presente un orologio del XVI secolo, i successivi due sono dotati di bifore. Crescendo ancora si possono vedere i tre piani decorati da loggette con particolari in serpentino verde e, infine, il piano con la cella campanaria chiuso da una cuspide e decorato con una merlatura ghibellina a coda di rondine.
L’intera struttura del campanile della cattedrale di San Zeno, oltre che il serpentino, presenta un massiccio uso di pietra calcarea.
Volendo è possibile salire sul campanile, acquistando un apposito biglietto: in circa 200 scalini si arriverà ben a 60 metri di altezza, con un panorama piuttosto suggestivo con ai propri piedi tutta la città di Pistoia.
Il palazzo del Governo di Pistoia si trova al civico 10 di piazza del Duomo e non si può fare a meno che vederlo guardando in direzione della torre di Catilina. Questo edificio prese il posto del vecchio “palazzaccio”, abbattuto nel secolo scorso per lasciare spazio a questo palazzo concluso nel 1936.
Il palazzo del Governo venne utilizzato dal governo fascista come sede dell’Istituto di Previdenza e fu pensato in uno stile a metà tra il classico e il rinascimentale. L’obiettivo era ovviamente quello di integrare questa nuova costruzione all’interno dello stile degli edifici storici che già occupavano la piazza.
Ci fu un’accesa discussione sull’opportunità di abbattere il precedente Palazzaccio, che per chi era favorevole trovò sfogo nelle condizioni quasi fatiscenti dello stesso, causate da un incendio avvenuto nel cinquecento e opere di ristrutturazione più volte cominciate e lasciate poi incompiute.
L’edificio si sviluppa su tre piani e il pian terreno è vivacizzato dai due portoni di ingresso laterali, inscritti in archi in marmo, e da finestre decorate da timpani. I due piani rimanenti invece sono composti da una serie di sei finestre regolari per piano e dalla dicitura “Palazzo del Governo”.
Al fianco del battistero di San Giovanni in Corte è presente il palazzo Pretorio, attuale sede del tribunale di Pistoia. Questo edificio occupa praticamente tutto un lato di piazza Duomo e si trova esattamente di fronte al palazzo del Comune.
Il Palazzo Pretorio venne costruito nel 1367 e nei secoli subì diverse ristrutturazioni, come quella del 1634, testimoniata da un’iscrizione presente nel cortile interno. Inizialmente il palazzo doveva avere una forma quadrata come si può ritrovare guardando le prime quattro file di finestre a partire da sinistra. Queste sono centrate sul portone di ingresso. Successivamente vennero annesse al palazzo ulteriori stanze, per alloggiare le truppe, contenere le prigioni e le stalle inglobando anche parte degli edifici annessi.
Un secondo importante rimaneggiamento del palazzo è databile 1846, quando all’edificio già esistente venne aggiunto un ulteriore piano per aumentare gli spazi interni e venne nuovamente rivisto il cortile.
Gli esterni sono interamente ricoperti di un intonaco che simula l’effetto della pietra e che rende omogenei tutti gli interventi e le annessioni fatte nel corso dei secoli.
Il palazzo Pretorio è conosciuto anche con il nome di Palazzo del Podestà, perché in epoca medievale ospitava questa figura che amministrava la città di Pistoia.
Dalla parte opposta della piazza rispetto al Palazzo Pretorio, c’è il palazzo degli Anziani, ovvero il palazzo del Comune di Pistoia noto anche come palazzo di Giano, con riferimento al podestà Giano della Bella.
Questo edificio venne costruito per lo più agli inizi del XIV secolo, anche se nel 1339 si era già all’opera per effettuare alcuni ampliamenti. Anche in questo caso si decise di allargarsi verso le case confinanti con questo edificio che, nei tempi record di 26 giorni furono espropriate ad alcune famiglie nobili pistoiesi. Per farlo si attivò un particolare procedimento burocratico che vedeva la valutazione di tre esperti di ogni singola casa e fu liquidato l’importo medio di ognuna come risarcimento alla famiglia.
Il palazzo degli Anziani segue uno stile gotico, con caratterizzazioni tipiche senesi, con vari punti di contatto con il palazzo di Magia di Siena, come ad esempio nelle forme delle finestre. L’edificio venne costruito con pietra serena e sulla facciata sono presenti diversi stemmi, come quello cittadino, quello dei guelfi e il giglio di Firenze.
All’interno del Palazzo degli Anziani di Pistoia c’è ancora la sede del municipio cittadino, ma anche il Museo Civico e il Centro di Documentazione di Giovanni Michelucci.
Al centro del cortile interno è presente anche un’opera di Marino Marini. Accedendo ai piani superiori attraverso la scala interna è possibile vedere le sale del palazzo:
Uscendo dalla prima cerchia muraria del centro storico raggiungiamo la fortezza di Santa Barbara. Le condizioni in cui versa non sono ottimali, ma viene tutt’ora utilizzato come spazio cittadino per concerti ed eventi estivi.
La fortezza Santa Barbara prese il posto di un fortino medievale costruito nel XIV secolo da parte dei fiorentini e distrutto appena 12 anni dopo dai pistoiesi in segno di rappresaglia.
La ricostruzione della fortezza Santa Barbara cominciò nel 1539 su volere di Cosimo I de’ Medici su pressioni interne. Posizionato all’angolo sud est del centro storico venne in seguito collegata alle mura cittadine attraverso un baluardo. Venne utilizzata anche come caserma e carcere militare.
La pianta della Fortezza Santa Barbara è a base quadrata ed è dotata di bastioni e mura a scarpata in mattoni. Della struttura medievale rimangono solo resti di alcune torri e il mastio. In epoca rinascimentale vennero rimossi alcune cime delle torri e gli angoli vivi della struttura che venne adeguata per le nuove armi da fuoco disponibili che prendevano il posto di catapulte e balestre.
Nella seconda metà del secolo scorso la Fortezza Santa Barbara è stata sottoposta a un grosso restauro, per restituirla alla cittadinanza. Ad oggi, purtroppo, rimane aperta solo in corrispondenza di eventi organizzati al suo interno.
Ormai la visita di Pistoia è conclusa e continuando la passeggiata lungo la parte esterna del centro storico ci imbattiamo, quasi per caso, nella chiesa di San Bartolomeo in Pantano. Il suo nome include il termine “Pantano” perché la chiesa si trovò in area fangosa venutasi a creare successivamente alla deviazione del torrente Brana durante il XIV secolo.
La chiesa di San Bartolomeo in Pantano venne costruita intorno al 726 e al suo interno erano presenti i frati Benedettini e i marchesi della Tuscia. Durante i secoli, però, la chiesa passò in gestione ad altri ordini, come i canonici lateranensi o i Vallombrosani.
L’aspetto attuale della chiesa di San Bartolomeo in Pantano lo si deve a una revisione delle sue forme volute dal priore Buono nel XII secolo e riporta a uno stile romanico pistoiese. La facciata è composta da cinque archi, tre dei quali dotati di portali d’ingresso in legno. Gli archi in marmo a fasce bianche e verdi e lo stesso decoro è ripreso in altre parti della chiesa e in altri edifici religiosi di Pistoia, come la cattedrale di San Zeno, il battistero di San Giovanni in Corte o la chiesa di San Giovanni Fuorcivitas. Il portone centrale è decorato da un bassorilievo in marmo nel quale Gesù dà i comandamenti agli apostoli. Negli angoli della facciata sono invece presenti delle sculture romaniche che rappresentano due leoni.
Gli interni della chiesa sono divisi su tre navate, una centrale e le due laterali divise da colonnati su cui poggiano gli archi. A terra, invece, la pavimentazione è in coccio pesto.
La nostra visita di un giorno a Pistoia si è praticamente conclusa, ma andando verso l’automobile troviamo un’altra delle cose da vedere a Pistoia, ovvero la galleria Vittorio Emanuele in via degli orafi 54. Al suo interno era ospitato il cinema Eden.
La galleria venne commissionata da Antonio Lavarini, un commerciante piemontese, agli inizi del secolo scorso. Lo scopo dell’edificio era quello di creare una galleria per esposizioni, ma anche un cinema teatro ad uso della popolazione. Per la progettazione sono stati interpellati artisti locali che si sono occupati anche delle decorazioni interni, sulle pareti e sui soffitti interamente dipinti.
Per poter costruire la Galleria Vittorio Emanuele sono stati sfruttati gli ultimi spazi disponibili in questa zona della città, eliminando un cortile interno e chiudendo il vicolo di Corte Vecchia.
L’edificio, dopo un periodo di splendore, cadde progressivamente in miseria fino ad essere quasi abbandonato nel 1988. Solo negli anni 2000 viene recuperato e i suoi interni ripopolati di negozi e attività commerciali.
Ecco la mappa dell’itinerario a piedi tra le cose da vedere a Pistoia in un giorno.