Il mattino di questo nostro secondo giorno in Norvegia ci svegliamo molto carichi e ci fiondiamo a fare la colazione. Ci aspetta una bellissima escursione alla Pulpit Rock nei pressi di Stavanger, meglio conosciuto come Preikestolen.
In hotel mettono a disposizione i biglietti per i mezzi pubblici che ci consentono di andare e tornare fino alla roccia. Usciti cerchiamo subito la fermata dell’autobus che in qualche minuto ci porterà al traghetto. Anche qui i mezzi pubblici sono spesso in ritardo, ed oggi non fanno eccezione.
Arrivati al porto ci imbarchiamo sul traghetto che non appena terminato di caricare le automobili parte ed attraversa il breve tratto di mare che ci separa dall’altra parte della penisola norvegese.
Ci aspetta una camminata di circa 4 km che si dovrebbe riuscire a fare in circa 2 ore sia all’andata che al ritorno. Il punto di partenza è il Preikestolhytta Vandrerhjem (chiaro, no?); l’inizio del sentiero è particolarmente ripido ma piuttosto ben segnalato e continua su tratti scoscesi alternati a zone paludose. Passiamo addirittura dentro al letto di un fiume in salita, alle volte arrampicandoci sui sassi, alle volte mettendo i piedi in acqua.
Ciò che più mi stupisce è l’agilità di alcune persone anziane che salgono tenendo facilmente il nostro ritmo e la non curanza con cui le madri norvegesi lasciano i bambini scorrazzare anche in zone che mi sembrano piuttosto pericolose. È tutta un’altra mentalità rispetto alla nostra, dove con molte probabilità gli anziani sarebbero rimasti seduti su di una sedia pieghevole a vedere la gente passare e le madri si sarebbero alternate in una serie di urli di richiamo da rendere sorde tutte le persone nel raggio di 4 km.
Entusiasti e parzialmente bagnati continuiamo la salita passando per laghetti (di probabile formazione glaciale), torrenti e lastre granitiche. Scavalliamo la montagna continuando a seguire il percorso ed infine (non) scorgiamo in lontananza il famoso Preikestolen. L’umidità è tantissima, così come la nebbia, e fa sì che nelle aree più aperte ci si inzuppi semplicemente camminando. Lo spettacolo è da togliere il fiato: uno spiazzo di roccia che si apre su di una punta che si protende dentro al fiordo Lysefjord: la Pulpit Rock. Già solo questo è valso tutto il viaggio in Norvegia: una roccia con tre lati di parete praticamente uniforme che scende a picco per oltre 600 metri sul fiordo sottostante ed, a rendere anche più suggestivo il tutto, una grossa crepa nel punto di congiunzione con la montagna.
Rimaniamo per un po’ ad ammirare il panorama ed i diversi turisti che in barba ad ogni sicurezza arrivano sempre più al limite della roccia, mangiamo qualche panino che ci eravamo portati dall’albergo ed infine cominciamo la discesa. Tornando indietro anche l’acqua del fiume si è abbassata, lasciandoci più liberi di camminare tranquillamente senza bagnarci, ma proprio un passo falso fa sì che metta il piede totalmente a mollo.
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