Ho scoperto dell’esistenza di Rasiglia navigando online, un po’ per caso. Mi sono imbattuto in un’immagine nella quale si ritraeva il suggestivo corso del suo fiumiciattolo in mezzo alle vecchie case del paese. Immediatamente mi sono appuntato la sua posizione nella mappa che tengo dei luoghi che vorrei visitare.. e l’occasione giusta per vederla è arrivata durante un weekend lungo in Umbria, nel quale abbiamo deciso di passare anche per Foligno.
Rasiglia è un minuscolo borgo in provincia di Perugia e fa parte del comune di Foligno, del quale rappresenta una frazione sperduta tra i colli, nei pressi delle sorgenti del fiume Menotre. Il centro storico è rappresentato da un pungo di antiche case che sorgono a 648 metri sul livello del mare, in una verdissima vallata attraversata dai corsi d’acqua.
Per raggiungere Rasiglia da Foligno è necessario guidare per circa mezz’ora, nonostante la breve distanza di venti chilometri. Siccome Foligno è totalmente in pianura, è necessario arrampicarsi su per i colli attraverso la tortuosa strada statale 7 che lasciamo poi per via Macerata. Arriviamo così ad appena una manciata di chilometri dal confine con le Marche, nella parte orientale dell’Umbria.
Il borgo di Rasiglia è anche noto come Borgo dei Ruscelli, perché in una passeggiata per le vie del suo centro si rimarrà sorpresi dai fiumiciattoli che scorrono dentro al paese.
La piccola forma ad anfiteatro dell’agglomerato urbano richiama la struttura tipica dei borghi umbri. Le sue origini arrivano agli inizi del XIII secolo, quando questi luoghi rappresentavano il punto ideale in cui costruire delle fortificazioni e un castello (il castello dei Trinci) che consentiva di tenere sott’occhio tutta la valle del Menotre. Solo durante il XVII secolo il piccolo borgo prese importanza per le sue produzioni artigianali, grazie ai mulini mossi dallo scorrere del fiume cittadino.
Il centro storico di Rasiglia è tanto piccolo quando suggestivo, e in appena un quarto d’ora lo si sarà percorso interamente. Venire qui significa però allentare il ritmo e godere della natura. Durante il periodo estivo sono inoltre numerose le piccole sagre che vengono allestite proprio fuori dal centro storico, nei pressi della via principale lungo la quale è possibile parcheggiare la propria auto. E così, se capitate in orario di pranzo, potete approfittare degli stand che vendono panini con salumi e formaggi tipici e un bel bicchiere di vino, oppure rifocillarvi nel piccolo bar ristorante, spesso preso d’assalto nelle ore centrali della giornata (soprattutto nel weekend).
La cose più particolari di Rasiglia, che attira qui decine e decine di turisti, sono senza ombra di dubbio i suoi piccoli canali di acqua che scorrono proprio nel centro storico. Passeggiando per i suoi vicoli ci si troverà quasi costantemente affiancati dall’acqua che scende in direzione della valle, chiusa in piccoli fossi di pietra e canali artificiali che la direzionano verso un grande vascone posto al centro del borgo, quasi come fosse una piazza. Anche noi, nonostante conoscessimo questo aspetto di Rasiglia, rimaniamo entusiasti dei suoi canali e dell’acqua che decora il suo centro storico e che ci accompagna con un piacevole sottofondo sonoro costante.
Ecco dunque cosa vedere a Rasiglia in mezza giornata o un paio d’ore.
L’edificio più rilevante di tutta Rasiglia è, probabilmente, la sua Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Questo edificio di culto andò a sostituire quello affiancato al castello cittadino, andato perso e del quale non si hanno più tracce. Fino al 1743 la chiesa del castello rappresentò l’unica chiesa di tutta Rasiglia, ma in quell’anno, considerate le condizioni di stabilità precarie del palazzo, si decise di costruirne una seconda nel cuore del centro storico del borgo.
Come posizione adeguata per la costruzione della chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo venne identificato un luogo poco distante dalle sorgenti di acqua del paese e l’edifico fu eretto nel 1745.
La facciata della chiesa è estremamente semplice, la forma a capanna è accompagnata ai colori caldi delle mura sulle quali si apre un grande portone in legno con decorazioni in cotto, sopra cui si trovano due semplici finestre ad arco posizionate all’interno di nicchie rettangolari.
Gli interni sono a navata unica e anche qui i colori chiari la fanno da padrone. Due archi laterali custodiscono altrettanti altari che si sommano a quello principale conservato nell’abside. Le decorazioni interne alla chiesa sono decisamente minimali.
Il campanile della chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo è tozzo e massiccio e risale invece al 1754. Si trova sulla parte sinistra della facciata della chiesa, con la quale si integra perfettamente. Al di sotto della cella campanaria è posto un piccolo e semplice orologio.
Già nel cuore del centro storico di Rasiglia cominciamo a vedere le indicazioni per la Fonte Capovena. Questa, tra le varie sorgenti che sorgono nei dintorni della città è la più importante, perché alimenta i piccoli canali cittadini che, anticamente, permettevano agli strumenti qui raccolti di funzionare e al lavatoio pubblico di avere acqua corrente in cui lavare i panni. Non a caso a Rasiglia erano presenti tre mulini che venivano alimentati da quest’acqua. Alcuni di questi sono ancora visibili.
Per raggiungere la Fonte Capovena è sufficiente incamminarsi in direzione della stradina sopra il paese che conduce fino ai resti del castello di Rasiglia. Ai piedi della salita è possibile vedere una piccola pozza nella quale l’acqua sgorga lentamente e viene poi veicolata, attraverso tutto il paese, in rivoli e cascatelle fino ad essere raccolta nel grande vascone noto come “Peschiera”, dal di qui la fonte Capovena continua poi il suo viaggio e si immerge nel fiume Menotre.
Del castello di Rasiglia rimane ben poco e ciò che resta lo si può raggiungere attraverso una bella passeggiata che sale dal termine del centro urbano. Il mastio della fortezza si erge in mezzo all’erba a ricordare antichi splendori, ormai andati.
Questo castello venne costruito tra il XIV e il XV secolo insieme a tanti altri nei paesi vicini. In quel periodo la famiglia Trinci aveva un grossissimo potere su Foligno e nel circondario e aveva tutto l’interesse nel sorvegliare quanto avvenisse nei suoi dintorni. Per questo motivo fece erigere tutte queste piccole fortezze, dotandole di castellani stipendiati e di soldati posti a vigilare.
Originariamente il castello di Rasiglia era ben più ampio rispetto a quanto si possa immaginare ora, dai suoi resti affiancati al piccolo cimitero. Non veniva infatti impiegato solo come posto di guardia, ma prevedeva anche la residenza stabile del castellano e di alcuni soldati. Inevitabilmente la sua pianta era irregolare per il fatto che doveva adeguarsi al terreno sottostante.
Quello che si può vedere oggi del castello di Rasiglia non è che un pugno di ruderi: parti delle mura, due piccole torri difensive e il mastio, recentemente ristrutturati.
L’acqua della fonte Capovena prima di scendere per tutto il borgo di Rasiglia, passa per lo storico lavatoio cittadino, oggi inutilizzato ma aperto alle visite.
Il lavatoio era estremamente utile quando le case non erano ancora dotate di acqua corrente e le donne venivano qui per lavare i panni, immergendo continuamente le mani nell’acqua congelata.
Attraverso una breve scala si può scendere fin dentro il lavatoio di Rasiglia, ottimamente ristrutturato e dotato di una stampa d’epoca che mostra come le donne si recavano qui a lavare i panni. Rasiglia ha un passato legato allo sviluppo tessile e la vasca veniva quindi utilizzata in accoppiata alle sale in cui si procedeva alla tintura dei tessuti.
Ancora oggi l’acqua passa da dentro al lavatoio e procede poi lungo i vicoli del paese. Un breve ponticciolo pedonale attraversa il lavatoio ed è chiuso su di un lato da una grande vetrata che mostra il letto del fiumiciattolo che continua verso le case del borgo.
L’importanza del settore tessile per il borgo di Rasiglia è testimoniata anche dal piccolo edificio totalmente occupato dal grande telaio meccanico di fine ottocento. Questo telaio è un modello Jacquard, estremamente all’avanguardia per l’epoca. La sua caratteristica principale è la possibilità di eseguire disegni anche piuttosto complessi sui tessuti che intreccia ed è composto da un semplice telaio al quale viene aggiunta una seconda macchina in grado di muovere i singoli fili dando quindi la possibilità a un singolo tessitore di fare anche disegni piuttosto elaborati senza l’aiuto di altre persone.
La sua tecnologia rende il telaio Jacquard anche l’antesignano del calcolatore, infatti i disegni creati sui tessuti vengono letti da schede perforate che vengono inserite nella macchina stessa.
Il successo di Rasiglia era infatti in buona parte dovuto a questa produzione. Cominciata come lavorazione di pellami e lane, si sviluppa grazie all’apertura di concerie, filande, tintorie che sfruttando anche l’acqua che scorreva al fianco delle case, rimanendo aperte fino al secondo dopoguerra. La lavorazione dei tessuti diventa fonte di ricchezza per la città, che in alcuni periodi ha visto rimanere aperti ben tre lanifici, ai quali erano collegati altrettante tintorie e mulini.
A ricordare l’importanza della tessitura per Rasiglia c’è una festa, chiamata “Penelope a Rasiglia”: una manifestazione culturale che fa rivivere nel borgo il processo completo della tessitura, dalla tosatura delle pecore alla tintura della lana fino alla produzione del filato e la tessitura così come fatta anticamente.
Curiosando tra i vicoli di Rasiglia ci imbattiamo in una bassa abitazione caratterizzata da un grande portone in legno sul quale è posizionata una piccola nicchia interamente affrescata. Questo edificio ospita la sede dell’associazione di promozione sociale “Rasiglia e le sue Sorgenti”, un’associazione locale che si occupa della promozione di questo territorio, cercando di far conoscere il borgo anche ai turisti che passano nelle vicinanze. L’associazione è stata creata e finanziata dagli abitanti (e ex abitanti) di questa piccola frazione del comune di Foligno.
Oltre a far conoscere il paese, Rasiglia e le sue sorgenti organizza anche due feste annuali che hanno sede proprio a Rasiglia: “Penelope a Rasiglia“, di cui abbiamo già parlato, e durante il periodo natalizio “Rasiglia Paese Presepe“, un presepe vivente lungo le vie del borgo, che solitamente va in scena il 26 dicembre e il 6 gennaio, richiamando centinaia di visitatori che affollano gli stretti vicoli di pietra.
Il nome di Rasiglia e le sue sorgenti è motivato dalla presenza di svariate sorgenti nei dintorni:
La nostra visita tra i vicoli del suggestivo borgo di Rasiglia si è ormai conclusa e imbocchiamo così via dei Ponticelli. Questo è il nome della via che costeggia il letto del fiume che dal centro storico scende verso il fiume Menotre. Il nome di via dei Ponticelli è presto spiegato: qui si trovano alcuni piccoli ponti, alcuni anche transitabili, che passano da una parte all’altra del fiume.
Su via dei Ponticelli si trovano spesso anche gli stand che propongono ai visitatori un po’ di prodotti tipici per ristorarsi prima di raggiungere altri borghi o di scendere verso la città più grande di Foligno.
Rasiglia è un borgo dalle dimensioni davvero compatte. Inoltre la sua posizione un po’ sperduta sulle colline fa sì che le strutture di ricezione in città siano abbastanza limitate come numero. Puoi vedere quelle disponibili a questo link.
Il mio consiglio, soprattutto se decidi di pernottare fuori casa per qualche giorno, è di scegliere una città dalle dimensioni un po’ più ampie e più comoda da raggiungere, in maniera tale da utilizzarla come buona base di partenza per le tue visite nei borghi circostanti.
Una buona idea è quella di pernottare in uno di questi alberghi presenti a Foligno, dove la scelta è decisamente più ampia.
Prima di scendere nuovamente in pianura, ne approfittiamo per vedere qualcosa nei dintorni. Rasiglia sorge in una posizione piuttosto isolata e giungere fino a qui, per rimanere un’ora o al massimo in due in paese, può sembrare una perdita di tempo.
In realtà a poca distanza dal centro storico si trovano le cascate del Menotre, una bella area naturale da visitare e scesi nuovamente in pianura si può raggiungere la vicina Foligno o il famoso borgo di Spello.
Noi ci dirigiamo inizialmente alle cascate del Menotre, imboccando la strada statale 77 e scendendo fino alla località Pale, sempre sotto il comune di Foligno. La distanza è di circa venti minuti in automobile, impiegati per percorrere 14 chilometri.
Arrivati a Pale veniamo accolti da una leggera pioggia che un po’ ci scoraggia, ma non ci diamo per vinti e parcheggiamo nel centro storico, nei pressi del piccolo bar in cui ci fermiamo per un caffè.
Attraversiamo la porta che si apre nella massicce mura di pietra e che permette di entrare e uscire dal centro storico. Queste mura fanno parte del castello costruito nel 1442 per difendere gli abitanti del paese di Pale e prese il posto di un’antica fortezza del 1300 fatta erigere da Ugolino VIII Trinci. Nel castello era presente un’antica cartiera, oggi abbandonata, e la chiesetta di Sant’Andrea. Ancora oggi si trova invece funzionante, anche se in un nuovo stabilimento, l’antica cartiera Sordini di origine ottocentesca. Qui inizialmente la carta veniva fabbricata a mano, ma poi si passò alla produzione industriale impiegando gli stracci come materia prima. Dietro le mura del castello di Pale si trova piazza Elisei, così chiamata perché ci si affaccia il palazzo Elisei risalente al XVII secolo. Questo edificio era estremamente sfarzoso, dotato di giardino, piscina, vivaio, animali esotici e addirittura una grotta suddivisa in diverse caverne con decorazioni in pietra pomice e pietra spugnosa, ancora oggi visitabile con una visita guidata. Lungo il percorso che scende tra le cascate si trovano anche i resti della villa estiva degli Elisei, una delle famiglie più ricche di Foligno che per un periodo, dal 1268, abitò anche dentro al castello di Pale. Lasciata questa villa venne trasformata in cartiera per poi essere abbandonata.
Procediamo in discesa in mezzo alla natura, in un bel sentiero lungo qualche chilometro. Ci troviamo immersi nel Parco Naturale dell’Altolina e il percorso si snoda in mezzo alla terra battuta e alte rocce che definiscono la strada e che lasciano spesso spazio a una ricca vegetazione che ci accompagna lungo gli scalini in legno che rendono più agevole la ripida passeggiata. Di tanto in tanto uno scorcio ci permette di vedere più da vicina le varie cascate del fiume Menotre, la cui portata varia parecchio nei diversi mesi dell’anno e il cui corso si è modificato negli anni.
Osservando attentamente il territorio si può infatti percepire dove l’acqua passasse una volta, modellando la roccia e scavandola, per poi lasciarla libera alla vista e preferendo altre vie.
Lungo la passeggiata, oltre la vecchia Villa Elisei, si trova la Curva della Condotta, così chiamata per via della conduttura in mattoni che affiora dal terreno e che rappresenta un’antica opera idraulica utilizzata per incanalare l’acqua del fiume Menotre e portarla verso gli opifici che erano stati costruiti a valle già nel XII secolo. La presenza del fiume Menotre e la possibilità di sfruttare l’energia idroelettrica, ha fatto sì che lungo il fiume sorgessero varie cartiere durante l’ottocento e, nel 1895, venisse costruita la prima centrale idroelettrica in grado di portare illuminazione alla città di Foligno.
La cascata più celebre e famosa tra tutte quelle qui presenti è la cascata delle grotte. Il suo nome è motivato dal fatto che a destra dell’acqua si trova l’accesso a una piccola grotta che gira dietro la cascata e che si apre una seconda volta all’esterno verso la parte alta nella sezione sinistra. All’interno della grotta sono presenti delle formazioni di travertino, una roccia carbonatica che si forma attraverso l’incrostazione di elementi vegetali e animali.
Lungo la passeggiata tra le cascate del fiume Menotre si può raggiungere anche l’Eremo di Santa Maria Giacobbe, già presente agli inizi del XIII secolo. L’eremo è costruito in un anfratto naturale e si trova ad un’altitudine di 534 metri sul livello del mare. La chiesetta dell’eremo è riccamente affrescata, con dipinti eseguiti tra il XIV e il XVI secolo. Il suo nome è legato alla pia donna Maria di Giacomo, che raggiunse questo luogo attraverso un ripido sentiero tra le rocce, che è ancora oggi percorribile per arrivare qui.
Se avete ancora tempo a disposizione (almeno una mezza giornata) potete visitare Foligno, il comune di Rasiglia, il cui centro storico è costruito totalmente in pianura. Questa città sorprende per i numerosi palazzi storici che si alternano in pochi chilometri.
Piazza della Repubblica è quella più centrale e, oltre al bellissimo duomo (con una doppia facciata) vede come protagonisti il palazzo comunale, il palazzo Trinci ed altri edifici storici che rappresentavano il potere cittadino.
Nella visita di Foligno potete unire una passeggiata in un bel centro storico all’arte (anche contemporanea) grazie al museo CIAC e alla piccola chiesa in cui è ospitata la gigante opera Calamita Cosmica di Gino de Dominicis.
Per chi invece non vuole raggiungere Foligno perché troppo grande o perché l’ha già vista, può valutare la visita di Spello. Si tratta di un altro borgo umbro dalla bellezza sorprendente, annoverato tra i borghi più belli d’Italia.
Questo si trova sopra a Foligno, sempre in provincia di Perugia. Dista circa mezz’ora di auto (23 chilometri) da Rasiglia.
Le sue vie in salita sanno fare innamorare di se ogni turista che capita qui e diventano ulteriormente protagoniste nelle feste paesane conosciute come “le infiorate di Spello“, quando l’intero centro storico viene invaso di grandissime composizioni floreali durante la festa del Corpus Domini. Questa festa ha trasformato il borgo nella “Capitale dei Fiori”. Per chi è particolarmente attratto da questa festa è bello sapere che esiste anche “La notte dei fiori“, ovvero la nottata precedente durante la quale tutte le composizioni vengono preparate tra i vicoli del borgo.
Per visitare Spello saranno necessarie tra le due e le quattro ore, considerato che le sue dimensioni sono estremamente più generose di quelle di Rasiglia e che le cose da vedere sono molte di più.
Scopri il diario di viaggio con le destinazioni da visitare in tre giorni in Umbria.