Rocchetta Mattei – il Castello Arabeggiante in Emilia Romagna

La Rocca Arabeggiante sulle colline di Bologna - Rocchetta Mattei

La Rocchetta Mattei è un piccolo particolare castello che riunisce al suo interno diversi stili architettonici. Sicuramente chi ne ha sentito parlare la ricorda per la sua architettura arabeggiante, che anche se non è l’unico stile adottato nella suafoto costruzione è sicuramente quello più insolito per la sua posizione.

In realtà la storia della Rocchetta Mattei non si ferma al suo aspetto insolito e noi siamo andati a scoprirla.

La Rocca Arabeggiante sulle colline di Bologna - Rocchetta Mattei

Come Arrivare alla Rocchetta Mattei ^

Visitare la Rocchetta Mattei ha un unico ostacolo.. la scomodità di raggiungerla! Si trova infatti sopra Bologna, nei suoi colli, ma arrivarci è tutt’altro che comodo. Siamo sull’Appenino Settentrionale, su di un colle che raggiunge i 407 metri di altitudine. La località è quella di Savignano, all’interno del comune di Grizzana Morandi. Uscendo dall’autostrada a Bologna dovrete tenere conto di circa un’ora aggiuntiva in automobile che, per buona parte del tempo, sarà su strade tortuose.

Probabilmente il metodo più comodo per raggiungere la Rocchetta Mattei è quello di arrivare in treno (per il quale è previsto anche uno sconto sul biglietto d’ingresso). Si può prendere il treno alla stazione di Bologna, sulla linea Porrettana Bologna – Pistoia con la frequenza di circa un treno all’ora. Si scende alla fermata di Riola e si percorre a piedi l’ultimo chilometro abbondante che separa la rocchetta dalla stazione ferroviaria. Nel caso si sia invece optato per l’automobile, è disponibile un piccolo parcheggio proprio davanti alla Rocchetta e altri posti auto lungo la strada.

Storia della Rocchetta Mattei ^

La storia della Rocchetta Mattei è piuttosto affascinante e risale alla metà del XIX secolo. In questo luogo era presente un precedente castello del XIII secolo probabilmente appartenuto a Matilde di Canossa. Il conte Cesare Mattei era alla ricerca di uno spazio che gli permettesse di dare sfogo al suo estro, isolandosi dalle grandi città e che gli permettesse di respirare aria pura. Nelle sue numerose ricerche arrivò a Grizzana Morandi e si innamorò di questo posto.

Il Mattei nacque a Bologna nel 1809 all’interno di una famiglia agiata e a contatto con i più grandi pensatori della sue epoca. All’età di appena 28 anni fu tra i 100 fondatori della Cassa di Risparmio di Bologna. Nel 1847 cominciò a nutrire i suoi rapporti con la chiesa, donando al papa Pio IX buona parte dei possedimenti di famiglia tra Ferrara e Comacchio. Attraverso questa operazione riuscì anche a fermare l’avanzata dell’esercito austriaco sull’Italia che, per gli accordi sottoscritti, non poteva invadere territtori pontefici.

Nel 1844 la madre del Mattei venne a mancare per un cancro al seno, curato esclusivamente con dei salassi. Il conte subì un duro colpo e perse ogni speranza nella medicina tradizionale e cominciò a studiarne una possibile alternativa. Così entra nella sua vita l’elettromeopatia, disciplina fondata da lui, ma gli serviva un luogo dove poterla studiare e praticare in tranquillità. Nel 1850 pose la prima pietra della Rocchetta Mattei, dove si trasferì definitivamente nel 1859. Seguì direttamente i lavori e dallo stile medievale, fu contaminata da tanti altri stili visti durante i suoi viaggi per il mondo, creando quindi una struttura molto variegata e insolita che fu completata solo nel 1875.

Cesare Mattei non era un medico e per evitare di incorrere nell'”esercizio abusivo della professione”, tutto quello che venne fatto all’interno della rocchetta fu fatto in presenza di un medico abilitato. In quel periodo l’omeopatia stava riscuotendo un crescente successo in Italia e Mattei coniò il termine “elettromeopatia” per definire la sua disciplina a metà tra l’omeopatia, la fitoterapia, il magnetismo e l’alchimia. Il suo brand ebbe un successo in rapida ascesa, tanto che arrivò a studiarne un logo e a distribuire i suoi prodotti in tutta Europa, ospitando anche i pazienti all’interno della Rocchetta. Con il crescente successo il Mattei si preoccupò anche dei pernottamenti dei suoi ospiti creando una serie di strutture satellite intorno la rocchetta.

L’apice del successo ci fu nel ventennio 1860 – 1880 e si basava sull’esistenza di 5 fluidi elettrici che avrebbero ristabilito l’equilibrio tra le cariche positive e quelle negative presenti all’interno del corpo umano, riportando l’organismo a uno stato di benessere. Questa teoria fu aspramente contrastata dal mondo medico e il mondo omeopatico, determinando un sempre crescente interesse intorno alla figura del Mattei.
Il rapido successo, anche nell’esportazione dei suoi prodotti, gli richiese la creazione di svariati depositi in giro per il mondo, arrivando alla cifra record di ben 107 comprendendo anche la Cina e gli Stati Uniti.

Dal 1885 cominciò il periodo di decrescita, quando il nipote Luigi Mattei, futuro erede della fortuna dello zio, si diede a forti speculazioni finanziarie che richiedettero la vendita di molti beni di famiglia per essere colmate. Per evitare di perdere anche la rocchetta, il conte diseredò il nipote e riuscì in parte a contenere i debiti. Per farlo fu coadiuvato dal suo aiutante Mario Venturoli che venne adottato dal Mattei nel 1888 in segno di riconoscenza. Mario Venturoli viveva all’interno del castello con il conte, ma poté farlo solo grazie alla sua ignoranza e parziale analfabetismo, che davano la sicurezza al conte di non poter vedere sottratti i segreti dei suoi ritrovamenti.

Un anno più tardi, da una relazione segreta del conte con la sua governante di 53 anni più giovane, nacque la bambina Maria Bonaiuti che non venne mai riconosciuta come figlia legittima dal Mattei.

Cesare Mattei era una persona piuttosto riservata e al limite del paranoico. Per paura che qualcuno potesse rubare le sue idee si spinse addirittura alla distruzione di tutti i suoi scritti, per cui alcuni aspetti delle sue teorie non sono arrivati fino a noi e presentano alcuni dubbi che, se risolti, porterebbero una vera e propria rivoluzione nel mondo della chimica e della medicina. Le paranoie del Mattei erano talmente tante che quando il Venturoli introdusse nella rocchetta anche la sua compagna divampò un’accesissima discussione a causa di un caffè che a detta del Mattei era avvelenato. Questo causò l’allontanamento della nuora e del Venturoli dalla rocca e un raffreddamento dei rapporti tra padre e figlio adottivo.

In seguito alla morte del Mattei, nel 1896, proseguì la produzione dei suoi rimedi fino al 1959 quando il laboratorio venne ufficialmente chiuso. Ci fu il tentativo da parte della famiglia di vendere la rocchetta al comune di Bologna, ma fu sempre senza successo. La Rocchetta Mattei venne acquistata da Primo Stefanelli (detto Mercantone), un commerciante locale che la trasformò in una sorta di parco divertimenti, aggiungendone particolari mai esistiti (come prigioni o pozzi), un albergo e un ristorante. Nel 1986 la rocchetta viene inserita tra i bene tutelati dallo stato e contemporaneamente viene dichiarata inagibile, impedendone di fatto l’accesso al pubblico. Alla morte di Stefanelli, nel 1989 la rocchetta cadde in stato di totale abbandono fino al 2005, quando la fondazione Carisbo la riacquistò omaggiando Mattei come socio fondatore della banca. Fu avviato un grosso lavoro di ristrutturazione che nel 2015 permise di riaprire il pubblico la parte non privata della Rocchetta, riportata agli splendori iniziali.

Durante la seconda guerra mondiale l’intera struttura venne sequestrata dai tedeschi che vi fecero il loro quartiere generale rubando gli arredi più ricchi e inviandoli in Germania. Quelli meno preziosi invece furono bruciati e utilizzati per riscaldarsi. I tedeschi infatti temevano di andare a cercare la legna nei boschi circostanti, perché questa zona pullulava di partigiani che non aspettavano altro di trovarsi davanti qualche tedesco isolato dalle sue truppe.

La parte utilizzata dal Mattei come residenza privata e laboratori è invece ancora chiusa e necessiterebbe di profondi e costosi lavori di ristrutturazione non ancora finanziati.

Visita della Rocchetta Mattei – Il Castello Arabeggiante di Bologna ^

La visita alla Rocchetta Mattei è possibile esclusivamente attraverso un percorso guidato che, per buona parte dell’anno, si svolge esclusivamente durante i weekend. La visita con la guida aiuta a capire esattamente la storia del conte Mattei e della sua dimora, con ricchezza di particolari e curiosità. Io ne sono rimasto soddisfatto e nonostante il tempo impiegato per arrivarci mi sento di consigliare questa destinazione.

Attualmente, e purtroppo, è visitabile solo una parte di questi edifici, quella che il conte Mattei riteneva pubblica e dedicava al ricevimento dei propri pazienti. La parte privata, dove il conte aveva le camere e lo studio deve essere ancora ristrutturata e la guida ci dice essere ancora più bella di quella aperta alle visite. La massiccia ristrutturazione della parte pubblica è costata circa 26 milioni di euro, mentre per quella privata sono stati stimati altri 15 milioni non ancora stanziati.

Rocchetta Mattei a Grizzani Morandi

Dettagli della visita ^

La durata della visita alla Rocchetta Mattei è di circa un’ora e mezza ed è possibile prenotarla su questo sito internet. La prenotazione deve essere fatta con qualche giorno d’anticipo, consentendo al personale di formare i gruppi, aggreggandone qualcuno con meno iscritti degli altri. Attualmente non è ancora disponibile il pagamento online della prenotazione, quindi è richiesta la correttezza di segnalare l’eventuale ripensamento sulla visita.

Il costo è di € 10 per gli adulti, € 5 per i bambini ed è inoltre attiva la convezione per chi arriva in treno. In questo caso, esibendo il biglietto del treno, il costo d’ingresso è di € 7. Lo stesso costo si applica ai possessori della carta dei musei metropolitani.

Gli orari di visita variano a seconda delle stagioni, a causa della luce naturale disponibile che permette di vedere meglio le zone esterne. Nonostante la sua conformazione ricca di scale, grazie ad appositi ascensori è possibile la visita della Rocchetta Mattei anche da parte di persone disabili non deambulanti.

Scalone d’ingresso e l’ingresso ^

Arrivati alle porte della Rocchetta Mattei veniamo accolti da un grande ingresso al piano terra che rende già chiara l’influenza orientale e arabeggiante della costruzione. Varcato questa porta ci troviamo davanti il lungo scalone d’ingresso in pietra che sembra condurre i malati che lo varcavano fino al cielo. Su di questa scala si affacciano diverse strutture, tutte in stili differenti.

Già dallo scalone si notano i vari simboli che affollano l’intera Rocchetta Mattei. Tra questi si trova un ippogrifo e, alla sinistra dell’ingresso vero e proprio, un’arpia. Si tratta di un diavolo dotato di ali che porta sopra di se la rappresentazione del mondo. Questa statua, posta al di fuori dell’ingresso vero e proprio, sta a simboleggiare il fatto che le sofferenze del mondo rimangono fuori dal castello del conte.

I simbolismi sono però solo all’inizio: nel corridoio tinteggiato d’arancione che conduce fino al cortile centrale si trovano due teste attaccate al muro. La prima, più in basso, è quella di un caprone, mentre più avanti e più in alto c’è quella di un vecchio barbuto. Questo simbolismo rappresenta l’ascesa dall’ignoranza alla saggezza che si percorre accedendo al castello.

Ingresso al cortile con simboli e tre arpie

Cortile Centrale ^

Varcato il corridoio di ingresso ci ritroviamo nel cortile centrale della Rocchetta Mattei. Questo cortile è il cuore di tutta la struttura e si affaccia da una parte sul lato pubblico in stile arabo-moresca del castello, mentre dall’altra sulla parte privata del conte in stile più medievale. Come un perfetto rigattiere, il conte Mattei ha inserito all’interno di questo cortile tantissimi elementi arrivati da altri edifici. Ad esempio su di una delle finestre che danno verso la sala dei 90 è presente una fonte battesimale, mentre l’ingresso all’area privata della rocchetta era in origine un grande camino.

Al centro del cortile si trova una fontana sulla quale si affacciano due altissime finestre, un tempo riempite da piante fiorite accanto alle quali sgorgava una cascatella che scendeva dai piani alti del castello. Dietro le finestre parte la scala nobile che permette di arrivare all’ingresso del cortile dei leoni.
Girandoci verso l’ingresso notiamo il piccolo davanzale di una sala ancora chiusa al pubblico. Questa sala era stata fatta costruire dal conte per il Papa Pio IX, che in realtà non ha mai soggiornato qui dentro. La speranza del conte, infatti, era quella che il Papa venisse a fargli visita successivamente alla donazione dei terreni di famiglia allo stato vaticano. Anche il davanzale ha una vita precedente: fu infatti preso dalla basilica di San Petronio, successivamente allo stop del Papa ai grandi lavori che miravano a trasformare questa basilica nella più grande del mondo.

Sotto il davanzale, ai lati dell’ingresso, sono presenti due gnomi che sorreggono l’arco del portone. Quello più chiaro rappresenta il bene, mentre quello più rossastro rappresenta il male. Il bene ha le gambe incrociate, perché si pensava che il male venisse dagli inferi (quindi da sotto) e questa posizione aiutasse a bloccarlo.

Sala dei 90 ^

Dal cortile centrale è possibile accedere alla Sala dei 90, nella quale è attualmente ospitata la biglietteria. Questa sala era stata pensata come luogo di pace e meditazione. A questo scopo doveva aiutare il grande soffitto dipinto di blu di Prussia con le stelle disegnate. La pianta della sala è ad esagono perfetto, mentre dalla parte opposta all’ingresso si trova una grande finestra di vetro rotonda nella quale è raffigurata l’effige del conte Mattei.

Il nome di questa stanza suggerisce l’obiettivo ultimo per la quale era stata costruita, ovvero celebrare i 90 anni del conte. L’intenzione del Mattei era infatti quella di celebrare i suoi 90 anni con altre 89 persone di 90 anni, all’interno di questa sala. Purtroppo l’appuntamento fu mancato per poco, in quanto il Mattei morì ad 87 anni, contro ogni sua previsione.

Cappella della Rocchetta Mattei – una Piccola Mezquita di Cordova ^

Dalla sala dei 90 si esce e si prende la scalinata a sinistra che ci congiunge al simbolo della Rocchetta Mattei, la cappella. Costruita in stile arabeggiante è il primo simbolo delle contaminazioni che il conte ha avuto durante i suoi viaggi all’estero. La cappella è infatti una piccola ricostruzione della Mezquita di Cordova. Già esternamente si può percepire lo stile orientale e moresco dell’edificio che la ospita. Le diverse colonne sono chiuse da forme tondeggianti, così come le alte finestre hanno decori che richiamano il mondo arabo.

Sulla facciata sono numerosi i simboli che si alternano ai decori orientali, come 4 grandi croci poste tra le finestre.

Muro esterno della cappella della rocchetta Mattei - Stile Arabeggiante Moresco

Una volta entrati all’interno della Cappella, anche se sappiamo già quello che ci aspetta, non possiamo che rimanere a bocca aperta. La sala è divisa in tre navate sorrette da colonne circolari che sostengono gli archi sul quale è in parte costruito il piano superiore. Qui la guida inizia a farci notare gli ‘inganni’ che il conte ha disseminato all’interno della sua rocca. Alzando gli occhi verso i soffitti della cappella sembra di vedere un abilissimo gioco di intagli e stucchi che rendono ancora più sorprendente la sala. A un’occhiata più attenta si può però vedere che queste decorazioni floreali sono in realtà dipinte in bianco e nero secondo motivi non geometrici.

Alla sinistra dell’ingresso c’è una piccola scala che conduce a una galleria sopraelevata che domina l’intera cappella e dalla quale si ammirano gli splendidi archi a righe bianche e nere alternate. Dalla parte opposta della galleria si trova un piccolo spazio, la cappella, il cui soffitto è dipinto di blu con tante stelle e con una piccola finestrella verso l’alto, dove si trova la tomba del conte.

Area Medievale – la Zona Privata del Conte ^

Uscendo dalla cappella e proseguendo lungo il percorso di visita ci imbattiamo in un’altra illusione. Il parapetto della scalinata, che sembra fatto in legno ormai datato, è in realtà in cemento. Non è possibile proseguire lungo la scalinata, ma è obbligatorio procedere dritti avanti a se, fino ad affacciarsi sul cortile interno. Da questa posizione si ha una vista migliore sull’area privata della Rocchetta Mattei, quella in cui il conte si rinchiudeva per studiare e produrre i suoi ritrovati omeopatici.

Questa parte del castello è facilmente riconoscibile, per via del suo stile medievale: la torre nella quale erano presenti le sue stanze è intervallata ai classici merletti che hanno identificato questo stile architettonico. Dietro, una torre a pianta circolare, nasconde invece il laboratorio.

Corrimano in cemento simil legno

Cortile Pensile ^

Il cortile pensile, invece, è l’area che separa l’ingresso della cappella da quello del cortile dei leoni. Siamo nella parte più interna della struttura e alzando gli occhi al cielo possiamo ammirare le diverse torrette che circondano l’orologio sulla facciata interna.

Una panca in cemento offre un supporto per fermarsi a guardare la parte medievale dietro la quale si trova la torre tondeggiante e moresca (ospitante la camera da letto del conte). Guardandola meglio non si può non notare il buco sotto la seduta.. questo serviva per fare i propri bisogni direttamente all’aperto. Non a caso la panca si trova su di un ponticciolo sotto il quale scorreva la veloce cascatella che scendeva fino al cortile centrale e che aiutava a far defluire via tutto.

Oltre il ponte si trova l’arrivo della scala nobile, all’interno di una struttura chiusa e bassamente illuminata. In quest’area sono numerosi i simboli scolpito lungo le pareti della Rocchetta Mattei. Tra questi, oltre alcuni richiami massonici, si trovano anche diversi dragoni (o qualcosa che dovrebbe assomigliarvici) a ricordare la vicinanza con la medicina cinese delle cure praticamente dal Mattei.

Cortile dei Leoni – una Piccola Fortezza dell’Alambra ^

Proseguiamo dal giardino pensile fino all’accesso al cortile dei leoni. Dopo essere passati sotto di un piccolo arco arriviamo davanti all’entrata vera e propria, segnalata attraverso due leoni che sorreggono le colonne dell’ingresso. La struttura della Rocchetta Mattei, in questo particolare punto, fonde una serie di colonne e torri l’una nell’altra, dando vita a un’area dalla pianta anomala. Buona parte della rocchetta è stata scavata direttamente nella roccia e per questo motivo presenta alcuni lati irregolari, anche a seconda di quanto ci si potesse ampliare.

Gli intagli e le decorazioni a bassorilievo degli esterni del cortile, così come quelle in mattone sulla torre a base quadrata, sono molto particolareggianti, ma non sono niente al confronto di quanto ci aspetta all’interno.

Architettura insolita alla Rocchetta Mattei

Il cortile dei leoni è una versione in piccolo del Cortile dei Leoni presente nella fortezza dell’Alambra di Granada. Ancora una volta ritroviamo all’interno della Rocchetta Mattei delle contaminazioni derivanti dai viaggi del conte, che amante della bellezza, ha voluto ricreare per se quei monumenti che l’hanno incantato in giro per il mondo.

L’intero cortile è completamente circondato da altri edifici di due piani di altezza sotto i quali gira il portico che abbraccia i quattro lati del cortile. Tutto il portico è riccamente intagliato, quasi come fosse disegnato e le sottili colonne che sorreggono gli archi sembrano quasi possano spezzarsi sotto il peso di questa struttura così imponente e leggiadra allo stesso tempo. Le pareti del portico sono ricoperte da piastrelle che sembrano essere le stesse utilizzate all’interno dell’Alambra.

Al centro del Cortile dei Leoni si trova una fontana in pietra dai colori chiari. Sui quattro lati della fontana sono posti altrettanti leoni che sorreggono una bassa vasca utilizzata per raccogliere l’acqua piovana.

Nelle decorazioni del cortile ritorna spesso il logo della Rocchetta Mattei, coniato dal conte Mattei che capì l’importanza di essere riconoscibili attraverso un simbolo proprio già tanto tempo fa.

Intorno al Cortile dei Leoni corrono alcuni corridoi coperti e chiusi da alte finestre che permettono di isolare quest’area dal freddo esterno, ma nello stesso tempo di illuminarla abbondantemente. Alzando gli occhi verso il soffitto ritroviamo anche qui minute decorazioni che creano una sorta di trama e di texture sulle pareti.

Dopo essere tornati nel cortile riusciamo ad orientarci guardando le torri che spuntano oltre il tetto. Ogni torre che spunta della Rocchetta Mattei è diversa dall’altra, ma insieme creano una grande armonia estetica.

Corridoi intorno al Cortile dei Leoni

Sala della Musica ^

Il prossimo passaggio è all’interno della Sala della Musica: una calda stanza sia per via dei colori e dei materiali che per la presenza del camino che scalda questa e altre sale. La pianta della stanza è a triangolo irregolare, a causa del fatto che quest’area del castello si è dovuta adeguare alla roccia sottostante.

La sala della musica, rivestita in legno e con carta da parati riportanti gli stemmi assunti dal Mattei, veniva utilizzata come luogo di intrattenimento. Qui il conte era usuale deliziare i suoi ospiti con musica e poesie. Non a caso all’interno della sala è ancora presente un pianoforte e un tavolino estremamente prezioso, il cui piano è fatto quasi totalmente in madreperla.

Purtroppo non sono molti gli arredamenti originali arrivati ai giorni nostri, a causa dell’occupazione tedesca che ha saccheggiato il mobilio più prezioso spedendolo in patria e ha dato fuoco al rimanente per cercare di scaldarsi durante gli inverni più rigidi.

Ingresso alla Sala della Musica
Sala della Musica - Pianta Irregolare - Scavata nella Roccia

Tomba del Conte Cesare Mattei ^

Da dove ci troviamo, rientrando nei corridoi dell’area aperta al pubblico della rocca, torniamo all’interno della cappella. Siamo però sopra l’abside, proprio dove dava la finestrella che abbiamo visto in precedenza. Qui vi è una piccola tribuna che si affaccia su tutti gli archi bianchi e neri della cappella.

All’interno della tribuna è ospitata la tomba del conte, costruita in ceramica e dalla forma di un grande sarcofago. La massiccia cassa è riccamente decorata anche con elementi già disegnati dal conte proprio per questo scopo. Le decorazioni sono fatte in maiolica e riportano iscrizioni e numerose immagini. Tra le iscrizioni ne è presente una che recita “anima reo uiescat in m anu domini” seguita da una lunga scritta che simboleggia le dimensioni minime dell’uomo rispetto alla vastità dell’universo.

Il Mattei non fu subito seppellito all’interno di questa tomba, ma vi ci fu condotto come desiderato solo a distanza di 10 anni dalla sua morte, per mano del figlio adottivo Venturelli.

La tomba del conte Mattei venne profanata per rubare all’interno quanto di prezioso si riuscisse a trovare. Nonostante ciò pare che il sarcofago custodisca ancora il corpo di questo studioso illuminato e, a tratti, paranoico.

Soffitto della Cappella della Rocchetta Mattei - Bologna

Sala dell’Oblio ^

Arrivati al piano superiore attraverso una scala interna, ci troviamo davanti alla sala dell’oblio. Ai nostri piedi un elaborato parquet, che si è salvato in tutti questi anni, arriva fino all’alta zoccolatura in legno che copre in parte le pareti verdastre. Nella parte bassa della finestra che si affaccia sul cortile dei Leoni si trovano le iniziali del Venturoli, che usava questa stanza come sua camera da letto.

Dalla finestra opposta, invece, si scorge la facciata della cappella. I simboli sulla parete rappresentano la storia della Rocchetta, e sono una croce latina e un pellicano.

Sala dell'oblio
Parete esterna della cappella

Sala della Pace ^

Attraversando il corridoio dal soffitto con cassettoni in legno, arriviamo alla sala più grande di questa area della Rocchetta Mattei: la sala della Pace. Questa sala, posta praticamente al di sopra della cappella, venne terminata dal Venturoli e porta questo nome per celebrare la vittoria e la conclusione della Prima Guerra Mondiale.

La sala della Pace è completata da altre due torri, in cui è possibile entrare e che danno grande luce a tutta la stanza, insieme con il lato finestrato che divide le due colonne. Durante la nostra visita è ospitata all’interno della Rocchetta Mattei una mostra di arte contemporanea che forse poco si addice al contesto in cui ci troviamo.

Al centro della stanza si trova un massiccio lampadario, che è l’unico originale presente all’interno del castello. Il motivo è presto spiegato: il suo grandissimo peso ha fatto sì che gli sciacalli rinunciassero al suo furto.

Torretta della Sala della Pace nella Rocchetta Mattei

Biblioteca ^

Tornando sui nostri passi e ripercorrendo il corridoio dalle pareti tappezzate, lasciamo sulla nostra sinistra la Camera Gialla e sbirciamo nella successiva porta socchiusa. La guida ci ha spiegato che da qui si accede alla biblioteca, che occupa l’ennesima torre della Rocchetta Mattei. Purtroppo questa parte non è aperta alle visite, ma da quello che ci dicono è rimasto poco da vedere, oltre la piccola scala in legno ricurva che conduce a quella sala.

Studio del Conte Cesare Mattei – la Sala Rossa ^

Molto più d’impatto è invece la Sala Rossa, ovvero quella utilizzata dal conte Cesare Mattei come studio per ricevere i suoi pazienti. Ha una caratteristica estremamente particolare: la stanza risulta essere divisa in due da una fila di quattro sottili colonne dipinte con un motivo a zig zag. Nella prima parte in cui accediamo era presente il lettino in cui il malato si stendeva, nella parte più interna, invece il conte distribuiva cure e medicine.

Il conte amava molto le persone, soprattutto quelle più povere, che si offriva di aiutare in maniera completamente gratuita offrendo loro sia visite che medicine. La prima cosa che faceva con questi pazienti era rivoluzionargli lo stile di vita, cambiandogli la dieta inserendovi quante più verdure possibili e invitandoli a fare lunghe passeggiate all’aria aperta, proprio qui che l’aria è così ‘buona’. In compenso con chi se lo poteva permettere, le cure costavano veramente caro.

La particolarità dello studio del conte Cesare Mattei è il soffitto. Guardando in alto ci accorgiamo di un ennesimo decoro che nasconde un nuovo inganno per i suoi visitatori. Quello che sembra un soffitto decorate con forme in legno, è in realtà ottenuto attraverso fogli di carta. Perché inserire questo elemento? Semplice: la carta assorbe la eco della voce e così facendo il paziente sente una voce differente del conte, quasi come se in realtà fosse una voce all’interno della sua mente a parlargli. Il conte Mattei, infatti, era solito dare le cure da dietro una tenda che lo separava dai pazienti, per rendere ancora più mistica l’esperienza e convincere maggiormente il paziente di turno che a parlare è il medico presente all’interno della sua mente e non in carne e ossa davanti a lui.

Questa tecnica era un inizio di effetto placebo sugli avventori della rocchetta.

Soffitto in Carta dello studio del conte Cesare Mattei
Studio del medico e Conte Cesare Mattei e spazio per i pazienti

La Scala Nobile ^

Dopo aver girato i corridoi labirintici intorno alle stanze dove venivano ricevute le persone, scendiamo attraverso la scala principale della Rocchetta Mattei: la Scala Nobile. Questo passaggio era quello utilizzato dai pazienti che si recavano in visita al conte e dovevano raggiungere lo studio.

Anche la costruzione della scala non è stata lasciata al caso: una bassa illuminazione, i decori tramite grosse righe alle pareti e la forma degli scalini presente anche sopra la testa dei pazienti per via della loro forma a chiocciola, confondevano gli avventori. Tutta la conformazione serviva ad aumentare il senso di rotazione di questa scala, disorientando i pazienti che cominciavano già a sentirsi all’interno delle cure del Mattei.

La visita è ufficialmente terminata e la guida ci spiega dove osservare la serie di strutture satelliti che il conte fece costruire progressivamente intorno alla rocca per ospitare i suoi pazienti. Tra queste molte funzionarono da alberghi e altrettante si trovano ora in vendita. Nonostante il prezzo possa essere concorrenziale molte rimangono invendute perché sotto vincolo delle belle arti.

Scala Nobile

Dove Mangiare Dopo la Visita della Rocchetta Mattei ^

Usciamo dalla rocca passando nuovamente per lo scalone di ingresso. A seconda dell’orario a cui si arriva si potrebbe percepire un po’ di appetito, ma Grizzano Morandi è un piccolissimo comune e potrebbe essere problematico trovare qualcosa da mangiare.

Ad ovviare a questo problema ci ha pensato Luana, una simpatica signora che pubblicizza il suo alimentari attraverso un volantinaggio all’ingresso della rocca. All’alimentari Luana, distante circa 300 metri, ci si dovrà accontentare di qualche saporito panino, ma in fondo (per chi non è vegetariano) Bologna è la patria dei salumi e della mortadella..

Se invece volete optare per un pranzo seduti con più calma, potete informarvi circa gli orari di apertura delle due trattorie che si trovano entro un chilometro dalla rocchetta: il bar trattoria Cinzia e la trattoria da Rotilio, entrambe a Riola.

Uscita del Castello Arabeggiante sulle colline di Bologna

Se, come noi, avete avete programmato la visita alla Rocchetta in mattinata potete approfittare delle vicine Grotte di Labante (a circa mezz’ora di automobile) per riempire un’ulteriore paio d’ore prima di rientrare verso casa.

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Rocchetta Mattei - il Castello Arabeggiante in Emilia RomagnaVisita alla Rocchetta Mattei. Tutto quello che c'è da sapere sulla Rocchetta in stile arabo, moresco e medievale in Emilia Romagna. Fotografie e dettagli su come raggiungerla, dove mangiare e come prenotare la visita.https://www.lorenzotaccioli.it/rocchetta-mattei-il-castello-arabeggiante-emilia-romagna/
Lorenzo Taccioli