Soncino e la Rocca Sforzesca – Cosa Vedere nel Borgo

Rocca Sforzesca di Soncino

Soncino è un bel borgo lombardo, famoso principalmente per la sua rocca Sforzesca. In realtà in una veloce passeggiata per il centro storico si scoprono altre curiose e suggestive destinazioni, come le tre chiese principali, riccamente decorate e affrescate e tutte molto diverse tra loro. Merita una visita anche il museo della Stampa, dalla storia decisamente antica.

Soncino è anche annoverato tra i borghi più belli d’Italia, per cui è una destinazione imperdibile e una bella idea per una gita fuoriporta.

Rocca Sforzesca di Soncino
Visita alla rocca di Soncino - Cosa vedere a Soncino

Dove si trova Soncino ^

Soncino è un piccolo borgo in provincia di Cremona, da cui dista quasi quaranta chilometri in direzione nord. Più vicina è invece la città di Crema, a nemmeno venti chilometri di distanza in direzione ovest. Proprio per via della sua vicinanza e delle sue dimensioni è possibile combinare in una sola giornata la visita di Crema e quella del borgo di Soncino, mentre invece è necessaria un’intera giornata per vedere Cremona.

Soncino si trova all’interno di un territorio pianeggiante, in piena Pianura Padana e, più o meno, al centro tra le province di Cremona, Brescia e Bergamo. Ad est del centro storico scorre il fiume Oglio e infatti la città si affaccia sul parco dell’Oglio nord.

Come arrivare a Soncino ^

Arrivare a Soncino è molto semplice se la si raggiunge in automobile. Si arriva in autostrada nei dintorni del borgo e poi si procede su strade provinciali che passano anche all’interno di altri centri storici.

Raggiungere Soncino con i mezzi pubblici è invece più impegnativo: la città non è infatti servita da una stazione dei treni. Bisogna quindi decidere qual è la via più comoda per arrivarci, se si proviene da Milano o da nord sono due le alternative principali:

  • raggiungere Crema in treno (da Milano impiega circa un’ora, con cambio a Treviglio) e poi prendere l’autobus K501 che al costo di € 2,80 porta fino a Soncino in circa venti minuti. L’autobus può essere preso nei dintorni della stazione e, durante la stagione scolastica la frequenza è molto maggiore. Bisogna fare attenzione se si intende tornare indietro durante il pomeriggio perché gli autobus nella tratta inversa sono molto poco frequenti;
  • raggiungere la stazione di Romano di Lombardia (in provincia di Bergamo) in treno (da Milano impiega circa quaranta minuti) e poi prendere l’autobus R che porta fino a Soncino al costo di € 2,30. Il tragitto impiega tra i venti e i trenta minuti e la frequenza durante il giorno è molto maggiore in entrambe le direzioni.

Nel mio specifico caso sono arrivato a Soncino da Crema, dopo averne visitato il centro storico e ritornato attraverso Romano di Lombardia, riprendendo poi il treno per Milano.

Cosa vedere a Soncino ^

In una giornata, o anche mezza, a Soncino è possibile vedere praticamente tutto ciò che il bel borgo lombardo ha da offrire.
Le sue origini non sono ancora state chiarite, ma si pensa che venne fondato nel IV secolo dai Goti, per poi essere trasformato in un feudo militare dai Longobardi appena quattrocento anni dopo. Lungo la sua storia fu al centro di diverse contese, tra cui quella tra Cremona (che lo acquistò come avamposto di difesa verso i milanesi) e Brescia. Prima di essere annessa al regno d’Italia furono diverse altre le dominazioni su Soncino, nell’ordine: i Visconti, la repubblica di Venezia, i francesi, gli spagnoli , gli austriaci e i francesi.
Queste diverse culture ebbero un impatto sull’assetto di Soncino, che conserva comunque l’impianto di un borgo medioevale fortificato, chiuso da mura ampliate nel quattrocento durante il dominio degli Sforza, anche se sono note come “mura venete”, in quanto i lavori di costruzione cominciarono proprio dalla dominazione veneziana, prima che questa fosse cacciata.

Il centro storico di Soncino è, purtroppo, in parte aperto al traffico di automobili, che si trovano anche nella piazza principale, ovvero piazza Garibaldi. Nonostante ciò la si può girare tranquillamente a piedi per godere delle facciate dei suoi palazzi.

Durante la visita al borgo mi è capitato anche di assaggiare il gelato al Gorgonzola, tipico di queste zone. Anche se si potrebbe storcere inizialmente il naso pensando a un dolce con questo gusto, in realtà ne sono rimasto estasiato.

Porta San Martino ^

Entriamo nalla parte più antica del centro storico attraverso porta San Martino, conosciuta anche porta di tramontana. La porta è segnalata da colonne bianche che si ergono su di un ponte che attraversa il naviglio Pallavicino.

Il nome di porta San Martino è legato all’antica vicinanza con l’oratorio di San Martino che dal 1276 al 1775 si trovava sull’attuale piazza San Martino. Oggi su di questa piazza si può invece vedere il palazzo Cangini, di origine cinquecentesca e originariamente noto come palazzo Covi per via della potente famiglia ghibellina a cui appartenne.

Porta San Martino o porta di Tramontana

Portico Rosso ^

Portico Rosso di Soncino
Interni del Portico Rosso

Il Portico Rosso di Soncino è uno dei primi monumenti che incontriamo entrando in città. Si tratta di un’alta struttura aperta e dotata di tre grandi archi sul lato lungo e di uno su quello corto. Il Portico Rosso fu costruito dal comune tra il 1878 e il 1879 nel luogo in cui si trovavano delle più antiche abitazioni civili.
Lo scopo di questa struttura era quello di creare uno spazio riparato in cui ospitare il mercato di pollame e ortaggi e il suo nome è legato alla pavimentazione rossa in mattoni a coltello. Altre formelle rosse, in terracotta, decorano le pareti con la rappresentazione di vecchi mestieri e giochi dei più piccoli.

Piazza Garibaldi ^

Piazza Garibaldi, nonostante le timide dimensioni, è la piazza principale di Soncino e su di questa si affaccia il palazzo comunale con la torre civica di Soncino. Questo spazio venne rivisto durante i secoli e progressivamente dotato di nuovi edifici. Il porticato che copre un lato della piazza era inizialmente la sede dell’università dei pannilana e, successivamente, della camera mercantile.

Su piazza Garibaldi era presente anche il patibolo nel quale venivano eseguite le pene capitali cittadine e i roghi in caso di stegoneria. In un angolo era infine installata la gogna pubblica.

Palazzo Comunale e Torre Civica di Soncino ^

Il palazzo comunale di Soncino ha origini piuttosto antiche e la sua storia si fonde con quella della città. Nel 1118 Socino venne acquistata dal comune di Cremona e vi insediò cinquanta militari. A distanza di dieci anni il palazzo vecchio vide ergersi al suo fianco il palazzo dei consoli, dotato di una nuova torre civica. A circa un secolo di distanza venne eretto anche il palazzo Pretorio, sotto le cui arcate venne seppellitto Ezzelino da Romano.

Quello che oggi viene identificato come palazzo comunale di Soncino è in realtà un agglomerato di diversi palazzi, appartenenti a secoli differenti: il palazzo feudale con la sua torre, del X – XI secolo, il palazzo vecchio del XII secolo, il palazzo dei consoli del XIII secolo e il palazzo nuovo del XV secolo. Il terremoto del 1802 causò dei gravi danni alla facciata del palazzo dei consoli che venne demolito per poi ricostruire la facciata visibile tuttora, dotata di torretta del 1506 con installati sopra gli automi, conosciuti come Matéi, legati alla dominazione veneziana. Oggi sulla torretta è presente un orologio zodiacale del 1977.

Porta di Sera ^

Porta di Sera di Soncino o Porta San Rocco

Usciamo dal centro storico cittadino per raggiungere una vicina gelateria in cui ho provato l’ottimo gusto al sapore di Gorgonzola. Rientriamo poi da porta San Rocco, conosciuta anche porta di Sera. Il suo nome è legato all’oratorio campestre di San Rocco, diventato patrono del comune in seguito alla peste del 1576. L’oratorio venne poi sconsacrato nel 1774 e oggi è solo parzialmente visibile nell’edificio tra via borgo sera e via Galantino.

Il borgo di Soncino vede scorrere al suo fianco il fiume Oglio e nelle estreme vicinanze delle mura, è bagnato dal naviglio Pallavicino, anche noto come naviglio Grande o naviglio Nuovo.

Il naviglio Pallavicino ha una lunghezza di circa trenta chilometri e venne creato allo scopo di irrigare i terreni delle province di Bergamo e di Cremona. La sua costruzione risale agli inizi del XVI secolo su iniziativa del marchese Galeazzo Pallavicino, proprietario di un grande appezzamento di terreni in queste zone.

Il naviglio è stato ottenuto sfruttando la roggia Pumenenga, una cavità già esistente, allargandola e riempendola con acqua derivante dal fiume Oglio. Ha origine tra le località di Calcio e Pumenengo e passa per torre Pallavicina, da cui prende il nome. Proprio la presenza del naviglio Pallavicino ha fatto sì che fiorissero i mulini lungo il suo corso, sia per la produzione di farine, che per la lavorazione dei materiali e, infine, per la produzione di energia elettrica.

Rocca Sforzesca di Soncino ^

Arriviamo così alla rocca sforzesca di Soncino, vero simbolo della città. La sua costruzione avvenne nel 1473 su volere di Gian Galeazzo Maria Sforza e ancora oggi rappresenta l’esempio di architettura militare meglio conservata di tutta la Lombardia. Dal 1536 la rocca venne parzialmente modificata per essere utilizzata come residenza della famiglia marchionale e in quell’occasione gli spalti furono chiusi per ricavarne ulteriori stanze. Venne inoltre scavato un cunicolo che collegava la rocca alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, ma che già ad inizio del seicento risultava essere inagibile. Il suo aspetto attuale è però legato a un grosso restauro operato nella seconda metà dell’ottocento, su volere del comune.

La visita all’interno della rocca sforzesca di Soncino è possibile attraverso l’acquisto di un biglietto, al costo di 5 euro, nel baldacchino davanti al suo ingresso posto in direzione del centro storico. Appena entrati ci troviamo davanti al Rivellino, costituito da un piccolo cortile che rappresentava uno sbarramento fortificato con due uscite, una verso il borgo e una verso le campagne circostanti. Attraverso delle scale è possibile salire fino agli spalti, ma si pensa che queste non fossero presenti nella costruzione originale e che i soldati venivano portati sugli spalti attraverso delle strutture mobili, per garantire maggiore sicurezza. Gli spalti rappresentano quindi i collegamenti tra le quattro torri della rocca, utilizzati come camminamenti di ronda. Lungo gli spalti si trovano i merli a coda di rondine (o ghibellini) che definiscono il perimetro della rocca. Questi erano dotati di feritoie o di piccole finestre, attraverso le quali i balestrieri potevano scoccare le loro frecce all’esterno. I merli erano poi protetti esternamente attraverso delle ventieri, ovvero degli sportelli di legno su cui frecce e dardi andavano a schiantarsi.

Dal rivellino è poi possibile accedere alla rocca attraverso due ponti levatoi e arrivare così al cortile principale, di base quadrata, dotato di quattro torri sugli angoli:

  • la torre del capitano, utilizzata come abitazione del comandate delle truppe e dotata di cucina con particolari volte unghiate e camera da letto. In totale si contano sei piani, di cui tre sotterranei alla rocca in cui erano stati ricavati gli spazi impiegati come cantina e come prigione. All’interno della prigione venivano rinchiusi solo personaggi importanti, mentre i soldati e altri meno importanti venivano portati nelle prigioni presenti all’interno del palazzo comunale, dove ancora oggi si trovano due stanze di legno con incisioni lasciate dai prigionieri. Questa torre era pensata per poter essere isolata dal resto della struttura in caso di necessità, attraverso i ponti levatoi che la collegano al resto degli spalti;
  • la torre cilindrica, dove si trova il Befredo, ovvero la torre d’avvistamento per le sentinelle. Questa torre era preesistente alla costruzione della rocca. All’interno della struttura venne infatti inglobata una precedente torre appartenente alla cinta muraria, ampliandola in altezza. Questa è anche la torre più esterna di tutta a rocca sforzesca. Nel piano degli spalti venne ricavata una stanza dotata di due grosse feritoie, attraverso le quali due grandi cannoni da difera potevano sparare. Esternamente si trova la statuetta di una Madonna con Bambino con inciso un simbolo egizio. La statua venne posizionata qui in segno di protezione verso la torre e tutta la rocca;
  • le torri gemelle, che completano il profilo della rocca sforzesca. Su quella sud est era inserita anche la cappella interna al castello, dove ci si poteva riunire in preghiera. A testimonianza di ciò sono ancora visibili affreschi risalenti alla fine del XV secolo. Uno di questi rappresenta una Madonna con Bambino, mentre altri rappresentano alcuni stemmi nobiliari, come quello degli Sforza con un’aquila imperiale o  il serpente con il leone di San Marco a ricordo della dominazione veneziana.

Al di sotto del cortile principale della rocca si trovano le scuderie, delle ampie sale impiegate come stalle per i cavalli dei soldati.

Intorno alla rocca correva un lungo fossato, diviso in tre sezioni, una delle quali sempre riempita d’acqua grazie al naviglio che scorre al fianco della città, mentre le altre venivano allagate solo in caso di necessità. Per questo motivo è ancora possibile vedere una chiusa. Nel fossato è presente anche un ponte collegato direttamente alla Torre del Capitano attraverso un ponte levatoio, che permetteva ai soldati di raggiungere gli spalti delle mura per la prima difesa della rocca.

I musei nella rocca sforzesca ^

Dentro alla rocca sforzesca di Soncino sono stati ricavati anche gli spazi per due musei. Il museo Civico Archeologico Aquaria, in cui si trovano in mostra centinaia di reperti provenienti dalla prestoria fino al XVII secolo. Questo museo ha una rifornita sezione dedicata alla seconda età del ferro, con corredi celtici di armati, mentre dell’età romana si trovano reperti recuperati in località Bosco Vecchio, una zona vicina abitata in età preistorico e in età romana. A concludere il percorso di visita si trova invece la sezione relativa ai reperti ritrovati a Soncino e all’interno della rocca, con una ricca collezione di ceramiche rinascimentali.

L’altro museo presente all’interno della rocca sforzesca di Soncino è il museo dei combattenti, posto all’interno della torre di nord ovest. Si tratta di un’unica sala dove in mostra si trovano divise garibaldine, documenti, armi, borracce, fotografie, gavette e divise provenienti dalla prima e dalla seconda guerra mondiale e appartenute sia a soldati italiani che a soldati stranieri.

Museo della rocca sforzesca - museo di combattenti

Monumento ai Caduti di Soncino ^

Subito al di fuori del centro storico di Soncino si trova il monumento ai caduti. Posizionato all’interno di un piccolo prato è caratterizzato da uno stile liberty, ritrovabile nella cancellata che lo protegge, e da una grande statua raffigurante un soldato romano, protetta da due massicce colonne, e il tutto posizionato su di un’alta scalinata in pietra.

All’interno del giardino che ospita il monumento ai caduti sono posizionate le targhe commemoritave dei soldati provenienti da Soncino morti in battaglia durante la prima guerra mondiale.

Monumento ai caduti di Soncino

Porta di Sotto o porta di San Giuseppe ^

La nostra visita tra le cose da vedere a Soncino continua rientrando per la porta di Sotto, o porta di San Giuseppe. Il suo nome è legato all’antica presenza di un tempio dedicato a San Giuseppe proprio lungo la strada esterna al borgo, abbattuto nel 1784 per questioni di viabilità.
Qui si trovava anche il mulino di San Giuseppe, che veniva utilizzato per le ragioni più disparate: per macinare i cereali oppure come torchio, segheria o chioderia. Oggi a testimonianza del mulino rimane solo una ruota.

Porta San Giuseppe fu per molti secoli la più importante di tutta la città, perché collegava il borgo alla strada che andava in direzione di Cremona e di Bergamo.

Porta di Sotto o porta di San Giuseppe

Ex Filanda Meroni e Museo della Seta ^

Praticamente adiacente all’ingresso della rocca sforzesca di Soncino si trova un altro punto di interesse cittadino: la ex filanda Meroni. Questo luogo, appartenuto ai fratelli Meroni, è una vivida testimonianza del passato del borgo, dove si contavano ben cinque setifici fino alla fine del XIX secolo.
Questa struttura conserva al suo interno alcuni resti che permettono di ricostruire il processo di lavorazione della seta, attraverso le diverse fasi di lavorazione: dall’approvvigionamento dei bozzoli fino alla produzione della seta grezza. Tra i reperti qui presenti è possibile vedere:

  • un mulino idraulico, che si occupava di fornire l’energia necessaria ai macchinari per la produzione;
  • le vasche di decantazione, utilizzate per filtrare l’acqua proveniente dai canali esterni per poi essere utilizzata nella trattura che avveniva in cortile;
  • le caldaie a carbone che si collegavano direttamente al sistema di distribuzione idrica presente nei sotterranei della filanda.

Proprio per la sua importanza storica, all’interno dell’ex Filanda Meroni è ospitato, oltre all’ufficio di informazioni turistiche di Soncino, il museo della seta. Le sale sono dotate di antichi strumenti impiegati nella produzione della seta, lungo tutti i passaggi che andavano dall’approvvigionamento delle uova dei bachi da seta fino ai trattamenti applicati al tessuto. Una sala è interamente dedicata anche alle aziende che producono le uova dei bachi.
La creazione del museo della seta di Soncino è stata possibile grazie al curatore e collezionista Enzo Corbani, che ha messo a disposizione della comunità la sua vasta raccolta privata.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie ^

Facciata della chiesa di Santa Maria delle Grazie

Prima di riprendere la visita del centro storico di Soncino ci allunghiamo esternamente alle mura fino alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, raggiungibile in nemmeno dieci minuti di passeggiata lungo il naviglio Pallavicino che circonda la città. La sua posizione è lungo la strada che collegava Bergamo a Cremona e in questo punto si trovava precedentemente un’antica cappella.

Arrivati davanti alla chiesa di Santa Maria delle Grazie ci troviamo davanti una facciata a capanna decadente e semplice, in pietra. Questa risale agli inizi del XVI secolo, quando i frati carmelitani iniziarono la costruzione con i fondi raccolti tra le famiglie nobili di Soncino. L’ingresso è sormontato da un gruppo scultoreo e da un rosone. Gli interni, ad unica navata, furono riccamente affrescati nel 1527 e tra i vari dipinti sembra prevalere un ex voto per la Madonna da parte del duca Francesco II Sforza e del marchese Massimiliano Stampa, che richiesero (in tempi successivi) questi lavori. La chiusura della navata è con volte a botte e vi si affacciano sopra ben dieci cappelle distribuite sui due lati e altrettanto decorate. Le cappelle sono poco profonde e continuano il vasto ciclo di affreschi ad opera di Francesco Scanzi, Giulio Campi e Francesco e Bernardino Carminati. Più in particolare le cappelle di destra e la prima, la quarta e la quinta di sinistra sono opera di Scanzi e ritraggono la Madonna col Bambino, la Fuga in Egitto, l’Annunciazione, l’Apparizione di Gesù alla Maddalena e santi. Le vele del presbiterio sono invece opera di Giulio Campi e raffigurano i quattro evangelisti, mentre sul soprarco che divide il presbiterio dall’abside lo stesso autore affrescò l’Assunzione di Maria. Sulla controfacciata è infine presente l’affresco del Giudizio Universale, ad opera di Francesco e Bernardino Carminati.

Alla chiesa di Santa Maria delle Grazie era affiancato un convento, che venne soppresso nel 1772 e che gradualmente andò versando in condizioni critiche fino a quando, nel 1864, non venne acquistato dalla soncinese Paola Elisabetta Cerioli che fondò l’ordine delle Suore della Sacra Famiglia.

Palazzo Azzanelli ^

Tornati nel centro storico imbocchiamo via IV novembre, che collegandosi a via Orefici taglia in due il centro di Soncino. Questa strada è conosciuta anche come Strada Magna o Contrada Grande. Su di questa via si trova palazzo Azzanelli, un edificio quattrocentesco, facilmente riconoscibile per le belle finestre ad arco che ne decorano la facciata.

In realtà la struttura dell’edificio si basa su quella di un precedente palazzo che gli Azzanelli, famiglia di mercanti soncinesi, acquistò per farne la propria residenza.
Purtroppo sono andate perdute le piastrelle in ceramica che decoravano l’intero palazzo, ma si sono conservate le monofore trilobate in cotto, dotate di putti e di modanature a tortiglione, posizionate lungo le cornici in cotto che segnano i piani dell’edificio. Queste sono a loro volta decorate con festoni, ghirlande e altri putti. Tra le finestre è presente una piccola bifora, ora cieca, in cui le due aperture sono interrotte da una sottile colonna.

Purtroppo non è possibile entrare all’interno di palazzo Azzanelli, ma si può comunque scoprire un bel cortile rivisto durante il XVII secolo, con grandi archi ribassati sorretti da massicce colonne con entasi.

Palazzo Azzanelli - Soncino

Palazzo Zardina – Cropello ^

Dal lato opposto di via IV novembre si trova invece il palazzo Zardina – Cropello, un lungo edificio giallo con stemmi, balconcini dotati di ringhiere in ferro battutto e monofore dalle forme particolari, che è il risultato di una ristrutturazione della fine del XVIII secolo del vecchio Ospedale dei Pellegrini. Al termine dell’edificio si trova invece una vecchia torre dalla facciata in cotto con due bifore ad arco al piano superiore e un grosso portone, sempre ad arco, al piano terra. Questa torre prende il nome di “Quartiere Barbò” e ospitava al suo interno l’arsenala privato della famiglia Barbò.

Palazzo Zardina - Cropello a Soncino

Chiesa di San Giacomo e torre Eptagonale ^

Lungo la strada che porta fino a piazza del Comune incontriamo la facciata della chiesa di San Giacomo. Anche questa chiesa è decisamente particolare, soprattutto nella parte dell’abside.

La chiesa di San Giacomo risale al XII secolo e venne costruita per i frati agostiniani che, a distanza di due secoli, fecero erigere anche il campanile eptagonale, che ancora oggi rappresenta una rarità in tutto il mondo per i suoi sette lati. Il numero sette sarebbe stato scelto perché rappresenta il numero dei sacramenti. Un’ulteriore particolarità di questo campanile è una leggera pendenza dovuta al terremoto del 1802.

Nel XV secolo alla struttura originale vennero aggiunti il convento, un paio di chiostri (di cui oggi ne rimane uno soltanto) e venne sopraelevato il presbiterio conservando la cripta al di sotto, conosciuta come cripta della Santa Corona, perché qui venivano conservati i resti di una parte della Sacra Spina di Gesù. Tra i priori che ressero il convento ci fu anche Papa Pio V.

Gli interni della chiesa di San Giacomo a Soncino sono caratterizzati da uno stile barocco, con una ricca decorazione aggiunta sul finire del XVII secolo. Gli spazi sono suddivisi su tre navate e alla fine di quella centrale sono presenti due affreschi quattrocenteschi che ritraggono una Crocifissione e una Madonna in trono.

Chiostro di San Giacomo e Sala della Vita Medievale ^

Dietro alla chiesa di San Giacomo, affacciato sulla stessa piazza della pieve di Santa Maria Assunta, si trova l’ingresso al chiostro di San Giacomo. Questo è l’unico chiostro della chiesa arrivato fino ai giorni nostri e raccordava l’antico chiostro utilizzato come cimitero, sul lato orientale della chiesa, e un terzo raggiungibile attraverso un piccolo cavalcavia.

Il chiostro di San Giacomo è dotato di tre lati con archi a sesto acuto sorretti da colonne tozze con capitelli cubici. Da qui è possibile accedere anche alla sala della vita medievale, compresa nel biglietto di ingresso alla rocca. In realtà si tratta di due piccole stanzine allestite con poster e qualche materiale, che spiegano com’era la vita in epoca medievale. Al fianco un’altra sala è dotata di vecchi scrittoi con inchiostro e piume con le quali si può provare a cimentarsi con la scrittura di una volta.

Pieve di Santa Maria Assunta ^

Dalla parte opposta della strada si erge la pieve di Santa Maria Assunta di Soncino. Siamo alle spalle di piazza Garibaldi e arrivandovi la si riconosce chiaramente per via della facciata in cotto, sulla quale si apre un bel pronao con colonne in marmo e, alla base, due leoni in pietra. Al di sopra un grosso rosone illumina il tratto iniziale della chiesa. Affiancati all’ingresso principale due archi più piccoli svolgono la funzione di ingressi secondari, mentre sulla sommità tre pinnacoli scandisono la divisione della facciata.

La chiesa di Santa Maria Assunta venne fondata nel V secolo e da un paio di secoli più tardi svolse anche la funzione di sede vescovile. In realtà però la struttura che possiamo ammirare anche oggi è frutto di diversi lavori di rimaneggiamento operati durante gli anni. L’ultimo di questi risale al XIX secolo, dopo un grosso terremoto che arrecò gravi danni alla chiesa. In quest’occasione è stata eretta l’imponente cupola ottagonale che precede l’altare maggiore. Il campanile è rimasto quello romanico, al quale è però stata aggiunta una statua in rame alla fine dell’ottocento.

A stupire maggiormente della pieve di Santa Maria Assunta sono gli interni, estremamenti ariosi e dotati di affreschi dal colore blu acceso lungo tutte le volte della navate centrale, che conduce fino alla cupola. Le decorazioni interne sono in stile neobizantino e tra tutte spicca anche la tela che rappresenta Vespasiano che fa liberare Giuseppe Flavio dalle catene, in pieno stile caravaggesco. A metà della navata sinistra si trova inoltre un affresco medievale che ritrae la Santissimia Trinità, in cui le tre figure sono rappresentate come persone identiche, anziché il classico Padre, Figlio e Spirito Santo. Ciò spinse le autorità ecclesiastiche a far coprire l’affresco, riportato alla luce solo alla fine del XIX secolo.

Tra le cappelle presenti all’interno della chiesa  c’è anche quella dedicata al Santo Presepe, costruita nel 1610 per ospitare la reliquia della mangiatoia della sacra grotta, che purtroppo venne distrutta durante un incendio e venne ricostruita in stile neoclassico.

Museo della Stampa di Soncino ^

Siamo agli sgoccioli delle cose da vedere a Soncino in un giorno, ma vale la pena fare una tappa anche al Museo della Stampa, il cui ingresso è incluso nel biglietto della rocca.

Appena entrati un ragazzo ci illustra la storia del museo e della stampa a Soncino. Nella seconda metà del XV secolo in città arrivò la famiglia ebraica da Spira che dopo aver lavorato come prestatori di denaro, diedero vita alla prima stamperia utilizzando la tecnica dei caratteri mobili di Gutenberg. Nel 1483 stamparono il loro primo libro, ma passarono alla storia per aver stampato la prima Bibbia ebraica completa di accenti e vocali nel 1488 e continuarono a farlo per soli due anni, perché in seguito furono costretti a lasciare la città.

I da Spira procedettero comunque la loro attività di stampatori tra l’Italia e i paesi orientali, continuando a firmare le loro copie con il nome di Soncino, in segno di riconoscenza verso la città che li aveva ospitati. Tra le loro produzioni ci fu anche la Bibbia di Berlino, nota per essere stata la prima Bibbia in formato tascabile e alcune opere di Francesco Petrarca.

Il museo della stampa di Soncino si sviluppa su due piani e venne istituito nel 1988, allestito con macchine da stampa tutt’ora funzionanti e provenienti dal XIX e dal XX secolo. Inoltre in mostra è possibile vedere la riproduzione di un torchio quattocentesco.

Ex Chiesa di Sant’Antonio Abate ^

La nostra visita tra le cose da vedere a Soncino è praticamente conclusa e raggiungiamo l’uscita del borgo attraverso via Sant’Antonio. Su questa strada è possibile vedere l’ex chiesa di Sant’Antonio, praticamente fusa con il monte di Pietà di Soncino.

Questa chiesa, di origine quattrocentesca, era collegata all’ospedale di Sant’Antonio, già conosciuto come ospedale Santo Spirito, fondato nel 1240 dal Beato Facio da Verona, con lo scopo di assistere i malati ma anche di accogliere viandanti, orfani e pellegrini. Solo nel 1802 cominciò a svolgere anche una funzione sanitaria e venne spostato all’interno dell’ex convento di San Giacomo. 

Ex chiesa di Sant'Antonio Abate e Monte di Pietà di Soncino

Monte di Pietà di Soncino ^

Attaccato all’ex chiesa di Sant’Antonio si trova anche il monte di Pietà di Soncino. Questo fu fondato nel 1472 dal frate francescano Pacifico Ramati da Cerano.
Lo scopo del monte di pietà era quello di aiutare i bisognosi, offrendo loro somme di denaro a interessi zero, con l’obiettivo di evitare che questi si affidassero ai prestiti operati dagli ebrei presso il loro banco dei pegni.

Mappa dell’itinerario di Soncino ^

Questa la mappa dell’itinerario alla scoperta di Soncino. Le dimensioni raccolte del centro e le belle facciate dei palazzi storici la rendono una destinazione ideale da scoprire esclusivamente a piedi.

Immagini di Soncino ^

Ecco qualche immagine suggestiva del centro storico di Soncino, il borgo famoso per la sua rocca sforzesca.

Spalti verso la torre cilindrica della rocca sforzesca di Soncino
Cortile della rocca sforzesca con le due torri gemelle - cosa vedere a Soncino
Mulino di Soncino
https://www.lorenzotaccioli.it/wp-content/uploads/2020/02/Rocca-Sforzesca-di-Soncino-600x400.jpg
px600
px400
Soncino e la Rocca Sforzesca - Cosa Vedere nel BorgoItinerario di un giorno a Soncino, uno dei borghi più belli d'Italia. Scopri cosa vedere, le immagini suggestive e la mappa del centro storico.https://www.lorenzotaccioli.it/soncino-e-rocca-sforzesca-cosa-vedere-nel-borgo/
Lorenzo Taccioli