Tresigallo è un piccolo comune sperduto nella Pianura Padana, diventato famoso negli ultimi anni grazie al recupero dei numerosi palazzi del centro storico, tutti costruiti in stile razionalista. Questa città è infatti rinata dopo il ventennio e nell’occasione è stato ripensato tutto l’assetto urbano, gli edifici pubblici, quelli industriali e anche quelli privati.
Camminare per le vie di Tresigallo è come immergersi in un quadro di De Chirico e ti proietterà in un’atmosfera particolare e insolita.
In questa guida completa a Tresigallo potrai scoprire il percorso per visitare la città e vedere tutte le sue architetture più celebri e quelle meno conosciute.
Dove si trova Tresigallo
Breve storia di Tresigallo
Architettura razionalista di Tresigallo
Itinierario di Tresigallo
Asilo di Tresigallo
Chiesa di Sant’Apollinare
Portico di piazza Italia
Casa del Ricamo
Opera Nazionale Maternità e Infanzia
Ex caserma
Albergo Domus Tua
Domus Tua
Scuola elementare
Campo sportivo
Colonia post sanatoriale
Piazza della Repubblica
Bar Roma
Casa del Fascio
C.A.L.E.F.O.
Cimitero di Tresigallo
Consorzio Agrario
S.A.I.M.M.
Consorzio Nazionale Produttori Canapa
S.I.A.R.I.
S.A.A.T.
I.N.T.A.
CEL.NA.
Mulino
Bagni di Tresigallo
Ex casa della G.I.L.
Serbatoio dell’acqua di Tresigallo
Teatro del 900
Municipio di Tresigallo
Palazzo Pio
Mappa dell’itinerario di Tresigallo
Dove dormire per visitare Tresigallo
Immagini di Tresigallo
Tresigallo è un piccolo comune in provincia di Ferrara, quindi in Emilia Romagna. Si trova immerso nella Pianura Padana.
Nel 2019 si è fuso con il comune di Formignana, dando vita al nuovo comune di Tresignana di cui rappresenta il capoluogo.
La città di Tresigallo ha una storia antica. Pare infatti fosse esistente già nell’XI secolo, quando nacque anche il toponimo con significato di Trans Galliam, riferito ai Galli che era il popolo che all’epoca invadeva la regione. Inizialmente era un borgo composto da poche case, addossate alla chiesa cittadina. Rimase tale per diversi secoli, fino ad assumere importanza con il prosciugamento delle paludi, processo iniziato a metà dell’ottocento, ma arrivato al successo solo agli inizi del novecento.
Tuttavia il borgo rimaneva un territorio ostile in cui vivere e difficile da raggiungere. Solo l’intuizione di Edmondo Rossoni, nato in città nel 1884, diede spinta alla città. Anarchico, socialista e dal carattere rivoluzionario, nel 1921 assunse la carica di capo dei sindacati fascisti. La visione rivoluzionaria di Rossoni gli conferì un grande consenso a livello nazionale, tanto da essere temuto dallo stesso Mussolini. Nel 1930 entra a far parte del Gran Consiglio del Fascismo e nel 1932 diviene sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri. In quell’epoca venivano costruite nuove città sul volere del duce, e Rossoni spesso presenziava alla loro costruzione, inaugurando stabilimenti e cantieri.
È in quel contesto che Rossoni inizia a pensare a una sua città modello, dove poter anche concretizzare le sue idee di sindacalismo integrale, dando vita a una città corporativa da esportare poi su scala nazionale. La città che aveva in mente prevedeva una collaborazione tra lavoratore e datore di lavoro, con obiettivi comuni nel creare nuove risorse e opportunità con una maggiore ricchezza diffusa.
Nel 1933 viene costruita la strada che da Ferrara conduce a Tresigallo, aprendo la città alla viabilità e al commercio. Nel 1935 Rossoni viene nominato ministro dell’agricoltura e foreste, e inizia a dedicarsi alla ricostruzione della città di Tresigallo.
È nel 1935 che inizia quindi il progetto di ricostruzione della città che, visto il periodo, prevede che tutti i palazzi seguano lo stile razionalista tanto in voga all’epoca. Rossoni collabora attivamente con l’ingegnere Frighi.
Nel nuovo progetto di città rimane il già esistente corso Roma come punto fondamentale, attorno al quale vengono sviluppate le reti stradali e viarie.
Prima vengono costruiti gli edifici pubblici, poi le fabbriche e infine le abitazioni private. Questo aveva lo scopo di creare una città che fin da subito avesse servizi pubblici e industriali efficienti.
L’architettura razionalista di Tresigallo viene innalzata pricinpalmente tra il 1935 e il 1939, in una continua saturazione degli spazi.
La città di Tresigallo per anni è stata più o meno sconosciuta, fino a quando nel 2003 la Soprintendenza di Ravenna fece richiesta al comune di Tresigallo di catalogare tutti gli edifici rossoniani, accendendo una fiammella nella giunta comunale che capisce il patrimonio di cui disponeva.
È proprio nel 2003 che il comune adotta il marchio “Tresigallo, città del ‘900” e da lì si accende un interesse crescente sulla città che la rende sempre più nota.
Nell’itinerario alla scoperta di Tresigallo camminerai per le sue strade e andrai alla scoperta dei suoi innumeravoli edifici razionalisti, da quelli più iconici a quelli meno conosciuti.
Ecco cosa vedere a Tresigallo.
L’asilo di Tresigallo è la prima tappa dell’itinerario. Questo venne concepito come asilo parrocchiale ed era già presente nel nucleo ottocentesco della città. Divenne solo nel novecento un punto fondamentale lungo la prospettiva di viale Roma, con una facciata adeguata al nuovo stile razionalista della città.
Uno dei maggiori interventi fu infatti la revisione del portale, in cui è stato aggiunto un bassorilievo del balcone che raffigura il Sacrario ai Caduti.
Al fianco dell’asilo sorge la chiesa di Sant’Apollinare. Dotata di una facciata monumentale che si affaccia sulla piazza ampia e sgombera, si presenta rivestita con lance di travertino. Le poche decorazioni sono dei bassorilievi.
Il rivestimento della chiesa nasconde le origini romaniche dell’edificio, risalente in una prima costruzione al 1044, di cui rimane testimonianza esclusivamente nel campanile. Una massiccia revisione avvenne già durante il settecento, ma fu durante il novecento che l’intera facciata fu ricoperta da lastre di travertino romano con bassorilievi in marmo e decorazioni monumentali.
Al fianco della chiesa parte anche il portico che si estende per tutta piazza Italia. Questa lunga ripetizione di archi è realizzata in cemento armato rivestito con un intonaco in graniglia che ricorda le lapidi.
Ogni arco è decorato nella parte superiore da bassorilievi che riportano un’iconografia tipica del regime fascista.
Al di sotto del portico di piazza Italia puoi trovare numerosi bar ed esercizi commerciali.
Imbocca ora la via Verdi. Questa strada era dedicata agli edifici che svolgevano servizi per la cittadinanza. E così, dopo pochi passi, troverai la casa del Ricamo. Questo palazzo è formato da un corpo centrale dalla forma regolare di un parallelepipedo, racchiuso da due elementi semicircolari. Uno di questi conserva ancora oggi l’infisso in ferrofinestra originale.
Quando venne costruita, la casa del Ricamo ospitava una scuola di cucito e ricamo dedicata alle ragazze madri. Frequentare la scuola permetteva loro di inserirsi più facilmente nel mondo del lavoro.
Oggi la casa del Ricamo è di proprietà privata.
Davanti alla casa del Ricamo sorge un altro palazzo estremamente simile, seppure differente. È quello dell’opera nazionale Maternità e Infanzia, oggi utilizzato come asilo comunale.
Dietro a una ringhiera affiancata alla vegetazione, si innalza un corpo cilindrico che fuoriesce dalla struttura principale dalla forma di un parallelepipedo. Una lunga scalinata conduce alla porta d’ingresso protetta da una loggia.
Nonostante durante gli anni l’edificio dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia sia stato modificato per adeguarlo alle mutate esigenze, durante il restauro del 2005 si è cercato di dare evidenza all’impianto originale del palazzo.
Un’altra particolare struttura da vedere durante l’itinerario alla scoperta di Tresigallo è quella che ospitava la caserma dei carabinieri. La sua forma articolata vede innestarsi diversi parallelepipedi l’uno nell’altro, dando vita a una forma composta e resa ancora più particolare dalle finestre, alcune delle quali sono disposte ad angolo.
Sul fianco sinistro si innalza una bassa torretta con alte e strette finestre su di un lato.
Il palazzo dell’ex caserma dei carabinieri è oggi stato reimpiegato per ambulatori dell’AUSL.
Procedendo su via Verdi ti troverai davanti all’albergo Domus Tua, una struttura massiccia e imponente che ancora una volta è composta da un corpo centrale a parallelepipedo racchiuso da due volumi laterali di forma semicircolare.
L’edificio nacque come albergo di lusso, in cui soggiornavano principalmente imprenditori, industriali e le personalità più in vista del regime fascista. Non a caso durante la seconda guerra mondiale divenne la sede del comando tedesco, per poi cambiare diverse funzioni durante gli anni a venire. Cambiamenti che portarono anche a un adeguamento progressivo della struttura, solo negli ultimi anni riportato alle forme originali.
Oggi l’albergo Domus Tua ospita al suo interno una casa protetta.
Praticamente al fianco dell’albergo sorge un’altra palazzina nota come Domus Tua, ben riconoscibile per via della sua torretta che si affaccia su piazzale Forlanini. Quando venne costruito negli anni trenta, questo palazzo era stato pensato come sala da ballo e, per questo motivo, aveva dimensioni maggiori rispetto alle attuali.
A causa di un incendio si rese necessario demolire buona parte del corpo retrostante, per cui oggi rimane poco più della torretta scenica che caratterizza il palazzo.
Domus Tua è stata ristrutturata nel 2009 per trasformarla in una struttura ricettiva.
Procedendo lungo l’itinerario arriverai a un edificio verdino, dalle dimensioni imponenti. Questo è il palazzo della scuola elementare Forlanini, progettato per ospitare dodici aule secondo una schema centrale in cui l’ingresso è posto sull’omonimo piazzale. Da qui si originano due corpi laterali allungati.
Guardandolo bene potrai notare che l’edificio manca del corpo laterale sulla via dello Sport, che non è mai stato costruito.
Davanti alla scuola elementare c’è uno degli edifici simbolo di Tresigallo: il campo sportivo. Celebre principalmente per il suo ingresso monumentale, costituisce una quinta scenica insieme alle facciate degli edifici circostanti.
Il portale d’ingresso del campo sportivo è realizzato in travertino ed ha la forma di un arco trionfale, con un grande richiamo alla cultura romana, di cui il fascismo intendeva riappriopriarsi. Originariamente questo arco era affiancato da un secondo arco che si collegava direttamente alla scuola elementare. Avvicinati all’ingresso e potrai notare nella sua profondità lo spazio dedicato al botteghino.
All’interno del campo sportivo era ospitato anche l’appartamento del custode del campo.
Leggermente discostata dalle altre strutture cittadine, ma circondata da un’area verde, c’è la colonia post sanatoriale. È interessante sapere che nonostante le dimensioni generose, la sua costruzione richiese solamente tre anni e fu completata nel 1939. Ospitava originariamente le donne che durante la convalescenza venivano preparate al reinserimento in società.
La struttura della colonia post sanatoriale, ovvero l’ospedale di Tresigallo, è circondata da un muro perimetrale che ne nasconde parzialmente la vista e che, su piazzale Forlanini, è anticipato da due edifici gemelli con funzioni di servizio.
Quest’ospedale cittadino si sviluppa su ben cinque piani, con tutti i muri sviluppati a intercapedine. Le particolarità architettoniche dell’edificio sono diverse, a partire da alcune finestre a forma di oblò, un vano scale di forma elicoidale e la terrazza solarium.
Oggi la colonia post sanatoriale svolge ancora la funzione di poliambulatorio e RSA, ma è in via di dismissione.
Raggiungi ora piazza della Repubblica, nata coma piazza della Rivoluzione. La sua posizione all’interno della struttura cittadina è particolare. È infatti un punto di collegamento tra la zona industriale (il luogo del lavoro) con il cimitero (luogo di riposo e memoria).
Piazza della Repubblica sorge in un punto centrale del centro di Tresigallo, ma nonostante ciò non ospita le funzioni simboliche del paese come il comune, chiese, o all’epoca uffici del regime.
Le sue dimensioni sono spaziose e la sua pianta è ad emiciclo imperfetto, con il perimetro caratterizzato da alti portici in cui trovano posto uffici, negozi, bar e ristoranti dedicati alla cooperazione tra pubblico e privato.
Al centro di piazza della Repubblica c’è una fontana con sculture in bronzo che ritraggono gazzelle.
Il bar Roma è un palazzo basso in mattone a vista al pian terreno e intonacato al piano superiore. Le sue forme semplice sono identiche a quello di un palazzo poco distante. Insieme questi due palazzi gemelli racchiudono la casa del Fascio, enfatizzandone l’imponenza.
L’edificio del bar Roma appartiene a un privato che non ne sta curando la manutenzione. Ciò permette di cogliere alcuni aspetti originali dell’edificio, come ad esempio gli infissi in ferrofinestra al piano terra e il rivestimento del pian terreno.
Da notare anche l’insegna del bar, realizzata con i caratteri tipici dell’epoca fascista.
La casa del Fascio, o casa Littoria, è uno dei palazzi più eleganti di tutta Tresigallo. Nonostante le dimensioni contenute, si presenta imponente e monumentale, grazie anche allo sfalsamento dei volumi che compongono la facciata e che conducono fino alla torretta sul lato destro. Ad arricchire le sue forme vi è inoltre l’utilizzo di materiali pregiati, come il travertino romano che ben contrasta con il rosso mattone dell’intonaco.
All’interno della casa del Fascio erano ospitati al pian terreno uffici con funzioni politiche, mentre al primo piano c’erano delle sale per il ritrovo dei cittadini.
Allungati fino alla piazza del Popolo, dove troverai un edificio squadrato e regolare, con grandi finestre che scandiscono l’intera struttura. Si tratta di C.A.L.E.F.O., ovvero il Consorzio Agrario Lavorazione ed Esportazione Frutta e Ortaggi, risalente al 1936.
Inizialmente utilizzato per la lavorazione di frutta e ortaggi, venne poi impiegato nella produzione vivaistica, portando sul mercato varietà agricole e frutticole. Nel 1940 terminò l’attività di produzione e divenne poi un magazzino, per poi essere ceduto alla curia di Ferrara.
In epoca più moderna ospitò un’autofficina e un gommista.
Il cimitero è un altro dei punti da visitare durante l’itinerario tra le cose da vedere a Tresigallo. Si trova a un’estremità dell’asse che taglia il centro della città in manira longitudinale. Una lunga e stretta via piantumata con cipressi guida lo sguardo fino ai tre archi che caratterizzano l’ingresso al cimitero.
Qui si trova una chiesetta che svolge anche la funzione di camera mortuaria, la cui facciata conserva un particolarissimo angelo operaio con enormi mani che spicca il volo sopra una fiaccola di marmo verde.
All’interno del cimitero di Tresigallo riposa anche Edmondo Rossoni, la cui tomba monumentale conserva il corpo del rifondatore della città metafisica.
Muoviti ora verso l’area produttiva della città. La strada da percorrere a piedi non è delle più belle, ma conserva su di se numerose fabbriche le cui strutture sono una vivida testimonianza dell’architettura razionalista.
La prima di queste è quella del consorzio agrario, un grande magazzino dalla capacità di circa 20.000 quintali che era stato costruito per ospitare le riserve di grano. La struttura conserva le forme originali, ad esempio nella facciata che alterna fasce intonacate a fasce in laterizio a vista.
Il consorzio agrario appartiene oggi al comune di Tresigallo ed è in attesa di ristrutturazione e definizione della nuova destinazione d’uso.
Il fabbricato successivo è quello della S.A.I.M.M., che prese il posto del vecchio cimitero della città. Questa era una fabbrica metalmeccanica in cui venivano costruite macchine agricole quali trebbie, aratri e presse.
Fu un imprenditore modenese, Adolfo Orsi, a costruirla e nel farlo applicò il concetto rossoniano di industria modello, dove il luogo di lavoro era affiancato dalle abitazioni delle maestranze.
La struttura della S.A.I.M.M., oggi occupata da laboratori artigiani e imprese locali, ha una forma allungata e curvilinea e chiude in maniera prospettica l’area occupata dal centro abitato.
Anche se oggi non è più così, agli inizi del secolo scorso l’Italia era la seconda nazione al mondo per la produzione della canapa tessile e più in particolare l’area in cui sorge Tresigallo era la più proficua, con una produzione di circa 363.000 quintali all’anno.
All’interno del Consorzio Nazionale Produttori Canapa avveniva la selezione della canapa macerata, attività svolta fino al secondo dopoguerra, quando la crisi del mercato colpì duramente.
Oggi la vasta struttura è stata assorbita dall’azienda agricola Mazzoni, che ha operato alcune modifiche strutturali all’impianto per adeguarlo alle mutate esigenze.
La fabbrica successiva è quella della S.I.A.R.I., la Società Incremento Agricolo e Rinnovamento Industriale, nata come società per la lavorazione del latte. Si trattava di una società all’avanguardia, tanto che nel 1937 sperimentò la produzione di Lanital, una fibra sintetica ottenuta dalla lavorazione del latte.
Nel 1942 venne convertita in Società Anonima Industrializzazione Prodotti Ortofrutticoli, uno stabilimento specializzato nella produzione di conserve.
Ancora oggi la posizione della S.I.A.R.I. è su uno degli ingressi principali al paese, raccordando la cittadella industriale al centro abitato.
Prosegui fino alla Società Anonima Allevamenti Tresigallo, nata come impianto per la lavorazione dei prodotti d’allavamento. La struttura di questo polo era composta dalla facciata che ancora oggi puoi vedere con insegne realizzate con i caratteri tipici dell’epoca, e da due corpi posteriori che oggi risultano abbattuti.
In questi trovavano posto due stalle che ospitavano 114 mucche, 40 vitelli e due infermerie veterinarie. Per poter sostenere l’allevamento c’erano anche cinque silos e due vasche per il contenimento polpa.
Nell’organizzazione industriale della città, nulla era lasciato al caso. L’allevamento dei bovini fu infatti inserito per garantire le materie prime necessarie al S.I.A.R.I..
Un’altra fabbrica che era presente a Tresigallo era quella dell’I.N.T.A., l’Industria Nazionale Tessile Autarchico che si occupava di trasformare gli stracci in lana artificiale. Al termine della guerra fu riconvertita in un’industria chimica. La produzione di questo polo non durò però a lungo, cessò infatti nel 1953.
I.N.T.A. era affiancata da da MA.LI.CA., ovvero la manifattura lino canapa, nata nel 1936 e impiegata nella stagliatura della canapa verde. Come il Consorzio Nazionale Produttori Canapa entrò però in crisi con la dismissione di questa produzione italiana. Oggi ospita al suo interno la sede della protezione civile della regione Emilia Romagna.
L’ultima fabbrica da vedere in questo itinerario alla scoperta di Tresigallo è la CEL.NA., ovvero la Cellulosa Nazionale, costruita tra il 1936 e il 1939. Inaugurata nel 1940 non riuscì però mai ad entrare in funzione a causa dell’inizio della seconda guerra mondiale.
Sulla carta doveva però essere una delle maggiori strutture a livello europeo nella produzione chimica della cellulosa estratta dal canupolo e della paglia, con una capacità di lavorazione pari a 600 quintali di cellulosa al giorno, impiegando fino a 400 persone.
L’intera struttura è sviluppata intorno all’iconica ciminiera che raggiunge un’altezza di 70 metri. L’ingresso è formato da due corpi semicircolari gemelli e all’interno sono conservate le specchiature in vetroceramica e le massicce strutture in cemento armato.
Purtroppo ciò che resta del mulino di Tresigallo non è tanto, se non lo scheletro della struttura. L’edificio era un Mulino Enel, mentre oggi è in disuso.
Questo palazzo, oggi appartenente a un privato, ha una forma particolare. Si presenta infatti convesso in angolo, nella sua parte più alta che lo slancia e gli dà imponenza. Qui si possono notare diversi elementi tipici degli anni trenta, come l’utilizzo di infissi in ferrofinestra, un alto basamento e l’utilizzo di tetti piani.
L’immagine che più rappresenta la città di Tresigallo e che sicuramente avrai visto cercandola sui social o su internet è quella della prossima tappa: i Bagni di Tresigallo.
Celebre è la sua grande insegna “Sogni” che si innalza sul corpo squadrato della struttura. Attraverso una scalinata potrai arrivare al grande ingresso, affiancato da due finestre anch’essere rettangolari, e vederne gli interni. Questo spazio è oggi impiegato come sede dell’Urban Center cittadino.
Originariamente questo palazzo era utilizzato come spogliatoio e bagno per i giovani che si occupavano della propaganda del regime. Svolse questo ruolo per solamente un paio d’anni, per poi essere successivamente abbandonato e riutilizzato per diversi scopi durante i decenni successivi. Tra i vari utilizzi ci fu anche quello di rifugio per gli sfollati della seconda guerra mondiale.
All’inizio di viale Roma trova posto un altro palazzo simbolo di Tresigallo: l’ex casa della G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio) o, come era conosciuta inizialmente, Casa Balilla. Questo era il luogo in cui i più giovani venivano formati sia nell’ideologia che nel fisico. Al suo interno trovava infatti posto la palestra, l’ufficio per l’istruzione premilitare e la scuola guida.
Anche in questo caso c’è un insieme di volumi differenti tra loro che vengono assemblati dando vita a un prospetto imponente. La parte destra è arrotondata ed è posta come termine a un lungo parallelepipedo steso, dal quale si innalzano due elementi di forme differenti, di cui una torretta.
All’interno dell’ex casa della G.I.L. oggi trova posto la biblioteca comunale della città.
Affacciandoti dalla cancellata al fianco dell’ex casa della G.I.L. potrai vedere una torre circolare che si innalza tozza con grandi finestroni al di sotto della corona che completa la sua struttura.
Questa struttura ospita un serbatoio d’acqua della città e insieme agli edifici che la anticipano, più bassi e squadrati, crea una prospettiva che somiglia a una quinta scenica.
In una città che funzioni e che coinvolga la propria popolazione, non poteva mancare il teatro. Nato come teatro cooperativo tra il 1933 e il 1939, fu realizzato dagli operai cittadini. Una prima inaugurazione ci fu già nel 1935, con la proiezione del film Passaporto Rosso.
Negli anni successivi furono ospitati qui numerosi spettacoli lirici, anche di grande rilievo nazionale, grazie all’influenza di Edmondo Rossoni.
Attualmente all’interno del teatro del 900 trova posto la sede dell’Associazione Musicale Arianna Alberighi, una scuola di musica della Banda della Filarmonica.
Simile all’edificio dell’ex caserma dei carabinieri è quello occupato dal municipio cittadino. Anche qui diversi volumi cubici sono incastrati tra loro in una sorta di tetris, dal quale si innalza una struttura su cui si aprono sei alti finestroni.
Con il municipio si conclude anche l’itinerario tra i palazzi del centro storico di Tresigallo.
Appena fuori dal centro storico c’è l’ultima tappa tra le cose da vedere a Tresigallo, ovvero il palazzo Pio. Quest’edificio non è decisamente in stile razionalista e non appartiene al contesto della città metafisica, ma anzi è un edificio della prima metà del cinquecento, costruito su volere di Alessandro Feruffino, capitano delle milizie del duca Alfonso I d’Este.
L’edificio passò di mano a vari eredi, fino al 1653 quando, in assenza di un erede maschio, l’edificio venne assegnato al cardinale Carlo Pio di Savoia.
Palazzo Pio è a pianta quadrata e si innalza per tre piani. L’intera struttura è in mattone a vista con muri a scarpata e solai in legno. Il lato meridionale è quello principale e qui si innalzano due torri, con la più alta caratterizzata da una scala con volta a botte. Questa torre serviva come strumento di difesa del palazzo e delle sue pertinenze, tutte collegate all’attività agricola.
Per seguire al meglio l’itinerario alla scoperta di Tresigallo puoi percorrere la mappa che ti metto qui a seguire. L’intero tragitto è percorribile a piedi.
Per visitare Tresigallo hai diverse possibilità nella scelta di dove dormire.
La prima è quella di soggiornare direttamente in città. La scelta di strutture è molto limitata, ma spesso i turisti la visitano in giornata, quindi sarà abbastanza facile trovare una sistemazione.
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D’altra parte, però, la città non ha troppi servizi per i turisti. Potresti quindi scegliere di soggiornare in una città più ampia e, magari da visitare essa stessa. A breve distanza, circa mezz’ora dal centro di Tresigallo, puoi trovare sia Ferrara che Comacchio. Entrambe sono una buona opzione, con più servizi dedicati ai turisti. Ferrara ha sicuramente più ristoranti e servizi per i turisti di Comacchio, ma Comacchio saprà immergerti in un’altra atmosfera insolita, grazie ai suoi canali e ai suoi scorci caratteristici.
A questo link trovi le strutture disponibili a Ferrara, mentre qui puoi vedere hotel e bed and breakfast di Comacchio.
Ecco qualche immagine di Tresigallo.