Trevi in Un Giorno – Cosa Vedere

Centro Storico di Trevi al Tramonto

Nel nostro itinerario di qualche giorno in Umbria non era prevista nessuna tappa a Trevi, ma ci ritroviamo qui un po’ per caso. Le giornate lunghe e soleggiate sono dalla nostra parte e ci permettono di visitare questi posti fino a tardi. 

Trevi si sviluppa sul dolce crinale di una collina, arrivando alla quale ci facciamo già chiaramente un’idea delle sue dimensioni compatte, tipiche dei bei borghi italiani. Non a caso è annoverato tra i borghi più belli d’Italia.

Dove si trova Trevi ^

Trevi si trova in Umbria, spostata verso la parte meridionale della regione, ed è in provincia di Perugia, anche se dista circa 45 chilometri da questa. Il borgo è costruito all’ombra di due monti dell’Appenino umbro marchigiano: il Monte Serano e il Monte Brunette che superano entrambi di poco i 1400 metri sul livello del mare. Queste alture sono costituite per lo più da detriti di rocce calcaree e sedimentarie di origine marina.

Trevi, per quanto il suo centro storico possa essere piccolo, ha un territorio comunale abbastanza ampio che si estende da questi monti fino ad aree più pianeggianti e a fondovalle. 

Cosa Vedere a Trevi

Cosa vedere a Trevi ^

Arriviamo a Trevi nel tardo pomeriggio, con ancora un po’ di tempo prima del tramonto. Ci arrampichiamo con l’automobile per i tornanti che salgono la collina e parcheggiamo poco fuori le mura che cingono il centro storico. Da qui ci muoviamo a piedi e arriviamo innanzitutto in piazza Mazzini e da qui cominciamo la nostra passeggiata tra i suoi bellissimi vicoli, fatti di vie strette e palazzi storici.

In pochi minuti non possiamo fare a meno di notare le numerose impronte stampate per terra accompagnate a dei numeri e intuiamo facciano parte di un percorso di visita alla città. Decidiamo quindi di andare verso l’ufficio turistico per avere maggiori informazioni e qui troviamo un depliant che ci accompagna alla scoperta di tanti palazzi e angoli del centro che, altrimenti, non avremmo visto.

Il mio consiglio è quindi quello di cominciare la propria visita, tra le cose da vedere, a Trevi proprio dall’ufficio turistico in piazza Mazzini. In ogni caso ecco riportati a seguire i punti principali da non perdere in città. Nonostante questi siano numerosi bisogna considerare che la maggior parte di essi può essere vista solo esternamente, perciò richiederà appena pochi secondi prima di passare alla tappa successiva.

In un paio d’ore la visita di Trevi sarà tranquillamente ultimata.

Piazza Mazzini ^

Appena entrati nel centro storico di Trevi ci ritroviamo nella piazza principale della città, chiamata dai trevani semplicemente “piazza”. Il suo nome in realtà è cambiato molto durante le varie epoche, da piazza Sant’Emiliano a piazza del Municipio, da piazza Vittorio Emanuele II all’attuale nome di piazza Mazzini attribuitole nel secondo dopoguerra.

Le sue origini si fondano agli inizi del XIII secolo, quando Trevi venne distrutta da parte di Spoleto.  Questo è senza ombra di dubbio il luogo più vissuto dai cittadini e proprio qui vengono organizzate le principali feste paesane e i ritrovi. Già in epoca antica questa era la piazza che ospitava la vita politica, economica e sociale di tutta Trevi. Si tratta di una piazza laica, in quanto manca una chiesa, ma al suo interno si dice che abbia predicato San Francesco, il quale si rese protagonista di un aneddoto celebre: tranquillizzò un asino che durante la sua predica disturbava ragliando.

All’epoca del castrum romano l’attuale piazza si trovava al di fuori dell’area del castello e si suppone venisse utilizzata come cortile delle armi.
Durante i secoli, su piazza Mazzini, si sono alternati una moltitudine di monumenti diversi e anche la sua pavimentazione è spesso cambiata. 

Nell’angolo sud est della piazza si trova la torre civica, riconoscibile per il suo orologio posto su di una delle facciate. La torre venne eretta nel XIII secolo, ma durante tutti questi anni ha subito diversi rifacimenti e modifiche. Le sue campane, ora mute, venivano utilizzate per diversi scopi tra cui il raduno delle truppe, lo scandire le ore, celebrare le feste e via dicendo. La torre venne abbassata nel 1424, ma rialzata appena cinque anni più tardi perché il suono delle campane non era udibile a distanza. Per innalzarla il comune fissò una tassa che ricadeva su di ogni famiglia. I lavori non vennero bene e a distanza di pochi decenni venne modificata e innalzata nuovamente. Alla fine del XVII secolo subì seri danni a casa di un terremoto che causò anche la riduzione dei merletti posti al culmine della torre. Ne rimasero quattro nelle posizioni in cui oggi si trovano altrettanti pilastri e in quell’occasione le campane vennero portate allo scoperto in cima alla struttura.
Un primo orologio venne applicato alla torre durante il XV secolo e serviva a comandare la campana. Solo successivamente venne aggiunta la parte esterna con quadrante e indicazione delle ore. Alla destra della torre civica si trova il palazzo del Governatore, utilizzato attualmente come sede degli uffici comunali e anticamente come palazzo del Podestà in cui si amministrava la giustizia e si gestivano i rapporti dei cittadini con il governo della Chiesa.

Su piazza Mazzini, alla sinistra della torre, si affaccia anche il palazzo comunale, le cui origini si fondano nel duecento, anche se l’aspetto attuale deriva dai rimaneggiamenti occorsi tra il XV e il XVII secolo, come il balcone aggiunto solo nella prima metà del seicento o il porticato di metà quattrocento. Le finestre in stile rinascimentale sono dotate di iscrizioni che ricordano i nomi dei magistrati che le commissionarono, mentre in basso a sinistra si trova il vecchio monte di Pietà, di epoca quattrocentesca. Originariamente questo palazzo era la residenza dei Priori.

Teatro Clitunno ^

Il teatro Clitunno si trova arretrato rispetto alla via principale, quasi nascosto in una piazzetta. Venne costruito a partire dal 1874 e al suo interno ospita ancora lo storico sipario del 1877 che rappresenta la visita dell’imperatore Caligola al tempio del dio Clitunno. Proprio questa bella opera d’arte dà il nome all’intero teatro. 

Teatro Clitunno di Trevi

Gli interni del teatro sono organizzati su due ordini di palchi e un loggione, che in totale possono ospitare 220 spettatori. Le somme necessarie per l’edificazione del teatro Clitunno vennero versate da famiglie private che, in questa maniera, si garantivano un palco riservato per gli spettacoli.

Nel 1955 il teatro Clitunno venne modificato per trasformarlo anche in sala cinema e da quel momento, oltre la proiezione di film e la messa in scena di spettacoli teatrali, ospita anche eventi.

Disegno Monocromo ^

Facciata del Disegno Monocromo di Trevi

Ritornando in direzione di piazza Mazzini cerchiamo di trovare i segni del disegno monocromo sulle facciate dei palazzi esterni alla piazza, ma fatichiamo parecchio a trovarli. Il disegno monocromo è un dipinto cinquecentesco che racconta di Atteone, l’eroe greco allevato da Chirone che divenne cacciatore. Estremamente sicuro di se, si paragonò alla dea della caccia Diana che, risentita, lo trasformò in un cervo. 

Un’altra versione vuole invece che il sacrilegio di essere trasformato in cervo gli sia stato fatto perché sorpreso a guardare la dea completamente nuda mentre si faceva il bagno. Questo episodio è proprio quello rappresentato nel disegno monocromo.

In ogni caso la fine di Atteone fu spietata, venne infatti sbranato dai suoi stessi cani con il quale era usuale andare a caccia, che non lo riconobbero nelle sue nuove sembianze.

Affresco dei Santi Protettori ^

Affresco dei Santi Protettori di Trevi in piazza Mazzini

Molto più visibile è invece l’affresco dei Santi Protettori, dipinto in una lunetta proprio al di sotto dei portici che ci introducono a piazza Mazzini. Nell’affresco si trova la figura della Madonna circondata da angeli e dai protettori della città di Trevi: sant’Emiliano, San Vincenzo e San Benigno. 

Anche questo affresco ha origini antiche: venne infatti dipinto agli inizi del settecento quando vennero trasferite a Trevi le reliquie dei santi Vincenzo e Benigno, prima conservate a Lucca. Trevi, in segno di riconoscenza, riconobbe la cittadinanza a tutti gli abitanti di Lucca.

Ospizio ^

Da piazza Mazzini cominciamo la nostra esplorazione della città di Trevi imboccando i vicoli che dal di qui si diramano. Seguendo l’itinerario consigliato ci imbattiamo in un palazzo antico, sulla cui facciata si estende una breve scala, che ospitava il vecchio ospizio

Il palazzo è di origine cinquecentesca ed è annesso a una chiesetta da tempo sconsacrata. Questo era l’ospizio della città, amministrato dalla confraternita del Gonfalone e dai frati cappuccini.

Non è possibile accedervi ma sulle mura esterne si può ancora notare la traccia di affreschi del XIV e XV secolo, nell’angolo in alto a sinistra. Purtroppo il loro stato di conservazione non è buono, ma sono ancora percepibili.

Porta del Morto ^

Tornati in piazza Mazzini imbocchiamo la via parallela a quella dell’ospizio. A poca distanza ci ritroviamo in un altro punto di interesse che riconosciamo principalmente per via delle orme disegnategli davanti. Ci troviamo di fronte alla porta del morto. In realtà questa è solo una delle tante che si trovano in giro per la città e consta di una piccola porta secondaria aperta sulla facciata del palazzo proprio al fianco di quella principale. 

Porta del Morto di Trevi - Prospettiva verso piazza Mazzini

La porta del morto era un ingresso murato che, come suggerisce il nome, veniva aperto solo in occasioni piuttosto tristi: da quella porta veniva infatti fatta passare la bara contenente un defunto che abitava il palazzo. Il motivo si presta a più interpretazioni, ma due sono le più acclamate:

1) si credeva che facendo uscire la bara da un ingresso diverso dal principale lo spirito del morto sarebbe rimasto all’interno della casa;

2) la seconda, di motivo più pratico, si rifà alla struttura delle case antiche che, usualmente avevano al pian terreno botteghe artigiane o stalle a cui erano affiancate delle ripide scale che portavano agli appartamenti. Le scale erano talmente strette e a ridosso dell’ingresso che la bara non sarebbe riuscita a girarsi per uscire dalla porta principale e così si rendeva necessaria questa seconda apertura in linea con la scala. 

La porta del morto che ci troviamo davanti venne poi trasformata in ingresso principale dell’abitazione, ma se ne trovano altre in giro per la città trasformate in finestre o rimaste murate.

Palazzo Valenti ^

La nostra passeggiata per Trevi continua con il primo dei palazzi signorili storici, probabilmente il più bel palazzo rinascimentale della città: palazzo Valenti, appartenuto ai conti Valenti di Riosecco. 

Facciata di Palazzo Valenti
Cortile interno del palazzo Valenti e sistema idrico

Tutta la facciata è ricca di simboli che rimandano alla famiglia, come i bassorilievi con ritratti negli spicchi che decorano il portale architravato, o le finestre con gli stemmi della famiglia e dei casati imparentati.

Esternamente il suo aspetto si confonde con quello degli altri palazzi cittadini e purtroppo l’accesso agli interni del palazzo Valenti non è possibile, in quanto abitato da privati. Si può però entrare nell’androne e dare un occhio al metodo utilizzato come sistema di approvvigionamento idrico presente nella maggior parte delle case nobili di Trevi. Il reperimento dell’acqua in città è infatti stato un grosso problema fino a quando nel 1928 venne strutturato l’acquedotto pubblico. Prima le case si dotavano di grosse cisterne per raccogliere l’acqua piovana o si rifornivano alle grandi cisterne pubbliche attraverso le fontanelle. Una buona parte del sottosuolo di Trevi conserva tutt’ora le cisterne utilizzate anticamente.

Chiesa San Francesco ^

Eccoci arrivati alla prima chiesa cittadina, la chiesa di San Francesco. La sua struttura gotica risale addirittura al XIV secolo e venne concepita ingrandendo la chiesa già esistente dedicata a Santa Maria. 

Sia il portale di ingresso che l’affresco posto nella lunetta sopra il portone, che ritrae la Madonna con Gesù bambino tra San Francesco e Santa Chiara, sono quelli della costruzione originale. La facciata a capanna ha una chiusura a capriate di legno e sul lato sud si aprono due portali gotici dotati di due fasci di colonne che poggiano su capitelli che si congiungono in un arco acuto sormontato dalla raffigurazione di un agnello mistico.

Entrando nella chiesa di San Francesco si scopre l’unica navata che caratterizza la chiesa e che è chiusa con delle capriate. Anticamente l’intera chiesa era riccamente decorata da affreschi, mentre oggi se ne vedono solo alcuni residui sulle pareti, in cui vennero rifatti su ben tre strati. L’affresco più grande è quello conservato nell’abside che rappresenta alcune storie di vita della Madonna. Lo strano fatto di omaggiare la Madonna anziché San Francesco all’interno dell’abside è probabilmente riconducibile alla volontà di rendere grazie alla dedica più antica della precedente chiesa.

Al fianco della navata centrale si trovano due cappelle laterali e l’abside della chiesa di San Francesco è di forma pentagonale. Nella cappella di destra si trova anche il monumento funebre del XII secolo che conteneva le ossa del Beato Ventura. Sulla cappella sinistra, invece, si trova il monumento funebre dei Valenti.

La chiesa di San Francesco fa parte del complesso museale di San Francesco che si allunga fino al vicino convento.

Fiancata della chiesa di San Francesco a Trevi

Santa Reparata ^

Santa Reparata - Vecchia chiesa di Trevi

Passando lungo le basse mura che definiscono il centro storico di Trevi vediamo un torrione del XIII secolo che ci fa godere di un ottimo panorama sulla vallata. Arriviamo in pochi passi, passando anche davanti al convento di San Francesco, alla Santa Reparata. 

Santa Reparata è un torrione del XV secolo inserito all’interno della seconda cerchia muraria di Trevi, risalente a due secoli prima. All’interno di questa torre fu costruita una piccolissima chiesa dotata di un unico altare e un unico piccolo ingresso. Solo nel seicento, quando venne affidata alla Compagnia delle Stimmate di San Francesco, fu dotata di un secondo altarino con il dipinto del Santo. 

La chiesa venne abbattuta nella seconda metà dell’Ottocento per dare spazio alla strada nuova, dopo oltre un secolo, da quando la compagnia delle Stimmate la lasciò. Questa strada collega tuttora il centro alla stazione ferroviaria.  

Antica Porta ^

Volendo tornare verso il cuore intricato del centro storico di Trevi lasciamo la via su cui corrono le mura e prendiamo l’antica porta, o meglio i resti di una delle porte che erano state aperte sulla più antica e stretta cinta muraria della città. 

Dell’antica porta si possono vedere i conci in materiale rosa che formavano i piedidritti.
I resti dell’Antica Porta si trovano in via dell’Orticaro.

Piazza della Rocca – palazzo della Prepositura Valenti ^

Archi in pietra nei vicoli di Trevi

Imboccando vicolo Oscuro, passiamo per scorci piuttosto suggestivi di Trevi. Sulle strade strette, intervallate da archi e scalette in muratura che salgono fino ai piani superiori dei palazzi, arriviamo nei pressi di piazza della Rocca, sulla quale si affaccia il palazzo della prepositura Valenti

Intorno le vie sono piuttosto caratteristiche: i portoni in legno si alternano al verde rigoglioso che cresce sopra ad alcune pareti, alla roccia e alle pietre dei muri. 

Il palazzo della Prepositura Valenti, appartenente alla stessa potente famiglia Valenti di cui abbiamo parlato prima, era riservato al secondo figlio che doveva imboccare la carriera ecclesiastica. 

Il palazzo della prepositura Valenti ha origini seicentesche ed è dotato di un bel portone sormontato da un piccolo balconcino con ringhiera. Ai piani superiori sono presenti belle finestre dotate di architrave con iscrizioni riportanti frasi religiose. Attualmente ospita al pian terreno un bar che allestisce la piazza con tavolini e organizza qui alcuni eventi musicali.

Ex Chiesa di San Filippo Neri ^

Facciata della Ex Chiesa di San Filippo Neri

L’ex chiesa di San Filippo Neri ha una genesi del tutto particolare. Il palazzo venne infatti costruito come una residenza privata che il sacerdote Antonio Costa, nella metà del XVII secolo donò alla congregazione dei padri filippini affinché ne facessero la loro chiesa. Insieme a questa, Costa fece grosse donazioni economiche affinché i frati potessero mantenersi. Parte di queste somme dovevano essere elargite come dote, ogni anno, a tre ragazze provenienti dai paesi vicini che si distinguevano dalle altre. Le ragazze potevano recarsi fino all’ex chiesa di San Filippo Neri per candidarsi, lasciando la loro domanda nelle feritoie sulla parete laterale della chiesa che ancora oggi si possono vedere.

Dopo i padri Filippini l’ex chiesa di San Filippo Neri ospitò la confraternita della Stimmate di San Francesco.

Resti della Rocca ^

Il prossimo punto d’interesse segnalato è rappresentato dai resti della rocca cittadina. Purtroppo non rimane granché, se non nelle case che la sfruttarono per costruirvi le loro stanze. La rocca non era particolarmente amata dai cittadini, i quali la distrussero per celebrare la caduta di Corrado Trinci, che ne avevo richiesto la costruzione nel XV secolo.

Resti della Rocca di Trevi inglobati nelle case

Palazzo Petroni ^

Un altro dei palazzi storici di Trevi è quello appartenente alla potente famiglia Petroni, che si distinse per essere particolarmente erudita, soprattutto in materie letterarie e legali.

Il palazzo Petroni è caratterizzato da un grande portone ad arco adornato da pietre, così come le finestre, arricchite da decorazioni degli inizi del XVII secolo.

Ingresso del Palazzo Petroni di Trevi

Chiesa di Sant’Emiliano ^

Continuando a passeggiare per i vicoli in salita di Trevi arriviamo fino alla sommità del colle su cui si trova il centro cittadino, dove si trova la chiesa di Sant’Emiliano, il duomo cittadino.

Non è certo, ma si suppone che in questa posizione si trovasse un antico tempio dedicato al culto di Diana Trivia, fatto poi distruggere per lasciare spazio a una nuova chiesa dedicata alla Trinità, poi rivista in onore di sant’Emiliano martire. 

Sant’Emiliano fu il primo vescovo di Trevi e subì il martirio sotto l’epoca di Diocleziano, nel 303. 
Durante i secoli la chiesa di Sant’Emiliano venne rivista più volte. Una prima nel XV secolo, quando venne ampliata, e poi durante l’Ottocento. 

Le vie di Trevi che si trovano qui girano tutto intorno alla chiesa, la quale presenta sulla facciata principale un portale rinascimentale del XV secolo dotato di una bella cornice scolpita e ricavata in parte da una lapide romana. 

Sopra al portone c’è un timpano in cui venne raffigurato Sant’Emiliano tra i leoni. La particolarità è che il timpano si trovava originariamente in un’altare su piazza Mazzini e veniva utilizzato per dire messa. 

Sulla facciata laterale invece si trova un portale del quattrocento sul quale è posizionata una statua in marmo di sant’Emiliano risalente al XII secolo. Dello stesso periodo sono anche i tre absidi della chiesa.

All’interno del duomo di Trevi sono invece presenti alcuni quadretti dotati di didascalie. Le sue decorazioni risalgono per lo più al XVI secolo e sono in stile rinascimentale. Oltre agli affreschi, purtroppo non ottimamente conservati, si trova anche il cippo in cui vennero ritrovate le spoglie del martire.

Al fianco della chiesa è presente il campanile che però non è più nulla di storico. Quello che possiamo vedere, da poche vie più in là, risale infatti al 1926 e prese il posto dell’antica torre campanaria in stile romanico e dalla forma piramidale. Purtroppo la torre originale riportò svariati danni a causa di fulmini e terremoti e si giunse quindi alla soluzione di abbatterla e sostituirla con quella dello scorso secolo.

Palazzo Lucarini ^

Vicino alla chiesa di sant’Emiliano c’è l’ingresso al palazzo Lucarini, anche questo come la quasi totalità degli altri edifici, chiuso al pubblico. 

Il portale d’ingresso è del XVI secolo ed ha una forma ad arco dotata di architrave con gli stemmi della famiglia Lucarini e della famiglia Valenti. Al fianco è presente un ulteriore portone bugnato, di dimensioni più grandi, risalente al secolo prima. Le finestre dello stesso periodo sono in cotto intonacato con elementi in marmo. 

Il palazzo Lucarini è talmente vasto che quando venne costruito incorporó al suo interno un intero piccolo quartiere medievale fatto di basse case e qualche vicolo. 

La famiglia Lucarini era ben vista in città, anche perché lasciò come testamento il suo patrimonio per essere utilizzato dai giovani trevani per studiare, tanto che il palazzo ricoprì anche la funzione di collegio.

Palazzo Lucarini di Trevi

Botteghe Medievali ^

Dei begli archi di origine medievale ci introducono alla via sulla quale si trovavano le botteghe artigiane. I palazzi qui presenti sono caratterizzati da grandi archi di circa due metri di spessore con l’ingresso arretrato. Questi spazi riparati ma all’aperto permettevano agli artigiani di sfruttare la luce del giorno per lavorare, ma di non bagnarsi sotto alle intemperie. In realtà questa particolare architettura venne aggiunta ai palazzi originari per garantire loro maggiore stabilità, in seguito ai vari terremoti che colpirono la zona. 

Al piano rialzato di uno di questi palazzi è presente una bella facciata quattrocentesca dotata di una scultura in cotto che rappresentava la presa d’aria di un camino.

Botteghe Medievali di Trevi con Porticati

Casa Quattrocentesca ^

A stupirci è ora la struttura particolare della casa quattrocentesca posta subito dopo una costruzione del secolo precedente nei pressi di via dei setaioli. 

A poca distanza un’ulteriore casa quattrocentesca dotata di un affresco dello stesso periodo che mostra chiaramente i segni del tempo.
Se si trova aperta la casa quattrocentesca si può entrare nel portico sormontato dall’atrio su cui poggia il loggiato.

Casa Quattrocentesca - Cosa vedere a Trevi

Palazzo Ciccaglia ^

Palazzo Ciccaglia è un altro dei palazzi appartenuti alle ricche famiglie di Trevi. Sopra il portone di ingresso, dotato anche questo di pietre che circondano l’arco della porta, si trova un bello stemma in stucco. Altrettanto particolare è la pavimentazione davanti all’ingresso che anticamente caratterizzava molte case cittadine e che purtroppo è quasi ovunque andata persa durante i lavori che portarono l’acqua corrente a tutte le case. Quella che vediamo qui davanti sembra quasi un piccolo zerbino.

Palazzo Ciccaglia con zerbino in pavimentazione

Ex chiesa di San Bartolomeo ^

Continuiamo i nostro itinerario tra le cose da vedere a Trevi e giungiamo in uno stretto vicolo. Quasi non ci accorgiamo della presenza dell’ex chiesa di San Bartolomeo. Con un’occhiata più attenta notiamo il muro in pietra, ricoperto in parte da affreschi, che chiude gli interni dell’ex chiesa di San Bartolomeo.

La decorazione sulla facciata di questa vecchia chiesa è un affresco del quattrocento che rappresenta l’annunciazione. Il dipinto si trova proprio sopra la porta all’ex chiesa (e convento) di San Bartolomeo. 

Le origini della chiesa sono incerte, ma si suppone sia stata costruita agli inizi del quattrocento, quando le monache della Sacca si trasferirono in città. La chiesa era piuttosto semplice, dotata di un unico altare titolato a San Bartolomeo e San Giovanni Battista. La pavimentazione originaria della chiesa coincideva con il piano stradale, ma venne completamente sventrata durante il novecento per poter accedere ai piani inferiori.

Vicolo di Trevi con Affreschi - Ex Chiesa di San Bartolomeo

Portico del Mostaccio ^

Un’altra costruzione particolare, simile all’arco delle botteghe medievali, è il portico del Mostaccio.  Mentre oggi rappresenta un passaggio tra i palazzi e i vicolo di Trevi, una volta fungeva da porta cittadina aperta nella prima cerchia muraria della città. 

Dell’aspetto originario conserva i blocchi in breccione rosa alla base della struttura interna, mentre durante il XIII secolo venne modificata, dandole l’attuale forma ad arco e aprendo la bifora che si trova sulla sua facciata. 
Entrandovi ci si ritrova sulla sinistra l’ingresso al grande palazzo Petroni, mentre davanti gli spazi utilizzati in epoca medievale come botteghe.

Palazzo Natalucci ^

Il tour tra le cose da vedere a Trevi sta ormai giungendo al termine, ma prima di tornare in Piazza Mazzini ci troviamo davanti l’archetto di palazzo Natalucci che lo collega all’edificio dirimpettaio. 

Palazzo Natalucci è l’antico accesso al quartiere ebraico di Trevi, che si trovò qui fin circa la metà del XVI secolo. Il quartiere era piuttosto ricco proprio perché abitato dagli ebrei, i quali al contrario dei cristiani potevano praticare l'”arte dell’usura”. Per questo motivo gli ebrei venivano quasi invitati in città e veniva loro concessa la cittadinanza, ma a patto di adempiere ad alcuni obblighi, come finanziare le feste civili, non applicare tassi di interesse superiori al 50% annui e non uscire di casa per qualche giorno durante il periodo pasquale.

Ospedale di San Giovanni ^

L’ultima tappa all’interno del centro storico tra le cose da vedere a Trevi è l’ospedale di San Giovanni. In questo palazzo si trovava proprio l’ospedale della confraternita della Misericordia che venne successivamente chiamato Ospedale Novo, come riportato in alcuni resti dei dipinti antichi che ancora si possono vedere qui. 

Ad inizio ottocento la confraternita della Misericordia spostò la sede nel convento dei domenicani e questo palazzo divenne la caserma dei carabinieri e il carcere della città.

Ospedale di San Giovanni a Trevi

Villa Fabri ^

Subito fuori dalle mura del centro storico, ma adiacente alle vie più centrali di Trevi, c’è Villa Fabri. Al suo interno ospita eventi e un piccolo parco aperto al pubblico. 

Le origini di Villa Fabri risalgono al cicinquecento, quando Girolamo Fabri la fece costruire per passarvi la sua vecchiaia. Alla parte cinquecentesca venne aggiunta l’ala ovest tre secoli più tardi. Nello stesso periodo la facciata è stata decorata esternamente con graffiti che raffigurano la città e i santi della Boemia. 

I tesori di villa Fabri sono però all’interno, nei dipinti di inizio seicento delle sue sale. Nel seminterrato è presente la cappella dei Boemi decorata invece secondo lo stile artistico tedesco che si sviluppò nel XIX secolo ispirandosi ai dipinti egizi, greci, romani e bizantini.

Un piccolo bar completa attualmente Villa Fabri, che mette a disposizione anche un ampio parco attraverso il quale ci si può affacciare sulle vallate e le colline circostanti.

Chiesa delle Lacrime ^

Scendendo dal centro storico di Trevi, durante un suggestivo tramonto nel quale il sole va a nascondersi dietro i tetti dei palazzi, arriviamo alla chiesa della Madonna delle Lacrime, di origine cinquecentesca.

Chiesa delle Lacrime a Trevi
Facciata della Chiesa delle Lacrime

La chiesa venne costruita in seguito all’evento miracoloso nel quale nel 1483 una Madonna dipinta pianse lacrime di sangue. Il santuario quindi costruito aveva lo scopo di celebrare questo evento. 

Purtroppo quando arriviamo davanti alla chiesa la troviamo chiusa, ma al suo interno sono custoditi alcuni tesori, come la cappella dei Magi dipinta dal Perugino nel 1521 o la cappella di San Francesco con l’affresco del 1520 del Trasporto di Cristo. 

Dall’esterno possiamo comunque apprezzare la storicità della chiesa della Madonna delle Lacrime: il portale in pietra alba è degli ultimi anni del quattrocento.

Mappa Itinerario di Trevi in Un Giorno ^

Ecco la mappa dell’itinerario di un giorno tra i vicoli di Trevi, con tutte le cose da vedere in città. L’itinerario dovrà necessariamente essere seguito a piedi, perché attraversa zone chiuse al traffico automobilistico e passa per scalinate e vicoli non affrontabili con altro mezzo se non le nostre gambe.
Le distanze sono comunque brevi, perciò non sarà troppo faticoso percorrerlo. L’ultima tappa, la chiesa delle Lacrime, è l’unica da raggiungere in auto perché fuori dal centro storico, ma sulla strada per arrivare al cuore di Trevi.

In un paio d’ore si sarà tranquillamente percorso l’intero itinerario e ciò trasforma Trevi in un’ottima tappa di fine giornata per fermarsi poi a cena in uno dei suoi pochi ristorantini, oppure in una tappa di passaggio, tra città più grandi.

Trevi è solo una delle tappe della nostra gita in questa regione. Con 3 giorni in Umbria è possibile vedere tanti borghi e cittadine d’arte. Scopri il programma completo.

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Trevi in Un Giorno - Cosa VedereCosa vedere in un giorno a Trevi o in qualche ora. Mappa dell'itinerario con guida dettagliata ai luoghi di interesse e fotografie.https://www.lorenzotaccioli.it/trevi-in-un-giorno-cosa-vedere/
Lorenzo Taccioli