Vík í Mýrdal: i Faraglioni sulla Spiaggia Nera dell’Islanda

Vík í Mýrdal Spiaggia Nera Islanda

La strada per Vík í Mýrdal

È ormai passata la mezzanotte e noi siamo ancora in giro a visitare la meravigliosa costa meridionale dell’Islanda. Abbiamo da poco lasciato Laufskalavarda, un luogo magico e ricco di empatia e l’idea era quella di raggiungere l’albergo e crollare nel letto. Abbiamo intenzione di visitare tante meraviglie l’indomani, tra cui la cascata di Skogafoss e Vík í Mýrdal: la splendida spiaggia nera su cui si affacciano i faraglioni più conosciuti dell’isola.

Percorrendo la Ring Road passiamo a poche decine di metri da Skogafoss, così decidiamo di avvinarci in automobile per dare una sbirciatina di anteprima. La cascata è deserta e sarebbe fantastico scorazzarci intorno senza nessun’altro nei paraggi, ma notiamo un piccolo sentiero che sale a fianco della cascata e non abbiamo proprio energia per percorrere anche quella ripida salita, perciò rimandiamo all’indomani.

Procedendo, però, ci troviamo sulla sinistra Vík í Mýrdal. Pensiamo che una breve passeggiata in spiaggia potrebbe starci, anche per aiutare il sonno se ce ne dovesse essere bisogno. Svoltiamo perciò con l’automobile e ci immettiamo nel piccolo paese della regione del Sudurland, ai piedi del ghiacciaio Mýrdalsjökull che copre il vulcano Katla. Qui ci vivono nemmeno 300 persone ed oltre ad una stazione di servizio e un piccolo ristorante non c’è molto altro, se non uno spettacolo estremamente suggestivo dell’Islanda.

La nostra visita a Vík í Mýrdal e la spiaggia di Reynishverfi

Raggiungiamo a piedi la spiaggia nera di Reynishverfi, di questo colore perché la sabbia ha ovviamente origini laviche. Intorno a noi non c’è praticamente anima viva, se non un paio di turisti che come noi decidono di avventurarsi nelle ore più calme della giornata. Di sottofondo solo il rumore del mare che si schianta contro i vicini faraglioni che vegliano sulla cittadina. La spiaggia è piuttosto piccola, perché divisa dal monte Reynisfjall che la separa in due. Da questa parte si ha un’ottima visuale sui faraglioni che ovviamente sono i soggetti dell’ennesima leggenda islandese: nell’antichità due giganti tentavano di prendere una nave che passava poco distante dalla spiaggia e di portarla a riva, ma vennero sorpresi dal giorno prima che potessero nascondersi nella montagna e vennero quindi trasformati nei tre faraglioni di Vík í Mýrdal che vennero nominati Skessudrangur, Langhamar e Landdrangur.

Dall’altra parte del monte si arriva fino ad alcune colonne di basalto a forma di canna d’organo che danno vita alla grande caverna Hálsanefshellir. Noi ci tratteniamo diverse decine di minuti a respirare la calma e la quiete di quel posto che con la luce della notte sembra ancora più tranquillo e magico, nonostante viva nel rischio perenne di essere totalmente sommerso in caso di eruzione del vicino vulcano Katla.

Ripartiamo a malincuore verso l’hotel che ci ospita. Si tratta di un motel che si affaccia su di un piccolo lago e che raggiungiamo dopo circa quaranta minuti. Non ha reception, ma ci viene comunicato un codice di ingresso per poter accedere alla camera in autonomia. Fatichiamo un po’ a trovare l’ingresso, perché nascosto dietro ad un ristorante. La struttura è interamente in legno e piuttosto minimal, ma molto carina. Una volta entrati in camera ci accorgiamo di non riuscire a chiudere la porta di ingresso e solo dopo qualche minuto ci ricordiamo delle istruzioni inviateci per mail che spiegavano come funziona, evidentemente non siamo stati gli unici ad avere qualche problema.

Ci prepariamo un tè caldo con il bollitore messo a disposizione della camera, prima di riposarci dopo la lunga ed entusiasmata giornata di questo nostro viaggio in Islanda.

Scopri tutto il tour di 8 giorni in Islanda:

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Vík í Mýrdal: i Faraglioni sulla Spiaggia Nera dell'IslandaUna tappa a Vík í Mýrdal con il sole di mezzanotte che veglia sui faraglioni avvolti nella leggenda. Da qui si raggiunge la caverna Hálsanefshellir.https://www.lorenzotaccioli.it/vik-myrdal-faraglioni-spiaggia-nera/
Lorenzo Taccioli