Visita al Forte di Fortezza

Cortile interno del Forte di Fortezza

Il forte di Fortezza è un edificio imponente impossibile da non notare se vi trovate a percorrere l’autostrada del Brennero tra Bressanone e Vipiteno. Ciò che ancora oggi è possibile visitare è una vivida testimonianza del fortino austriaco costruito all’incrocio tra la Val d’Isarco e la Val Pusteria inserito all’interno di un fitto sistema di protezione istituito dal governo austriaco in quei territori che rappresentavano una volta il confine con l’Italia.

Il forte di Fortezza era per l’epoca, tra il 1833 e il  1838, un edificio a prova di bomba e uno sbarramento invalicabile da parte di qualsiasi esercito. Ciònonostante non venne mai attaccato, diventando noto come cattedrale nel deserto.

Dove si trova il Forte di Fortezza ^

Il forte, conosciuto con il nome tedesco di Festung Franzensfeste, si trova nella cittadina di Fortezza, in provincia di Bolzano, dal cui centro storico dista circa 50 chilometri.

Siamo a 750 metri sul livello del mare, nel punto in cui la Val d’Isarco incrocia la Val Pusteria, lungo la strada del Brennero e quindi in Trentino Alto Adige.

Come arrivare al Forte di Fortezza ^

Il Forte di Fortezza si trova lungo l’A22, nel tratto che collega Bolzano a Vipiteno, pochi chilometri a nord di Bressanone. Sono diversi i modi per arrivare qui:

  • in automobile si prende l’uscita autostradale di Bressanone e si seguono poi le indicazioni per la Val Pusteria e poi per Fortezza. Davanti al forte sono presenti alcuni posteggi gratuiti e, se dovessero essere pieni, a pochi metri di distanza si trova un parcheggio a pagamento;
  • in treno scendendo alla stazione di Fortezza e procedendo poi a piedi per circa una ventina di minuti in direzione sud;
  • in autobus (linea 310) dalle città di Vipiteno e Bressanone, in circa 30 minuti di corsa. C’è una fermata davanti all’entrata del forte che porta proprio questo nome, ma è necessario chiedere all’autista che vi si fermi. Questa si trova proprio tra Aica (a sud) e Fortezza (a nord);
  • in bicicletta percorrendo la ciclabile che da Bolzano conduce fino al Brennero. Questa passa proprio davanti al forte.

Breve storia del Forte di Fortezza ^

L’esigenza di costruire il Forte di Fortezza si inserisce all’interno di un contesto storico e geografico dove le tensioni tra le varie nazioni erano piuttosto palpabili. Già nel 1797, infatti, l’armata d’Italia (Armée d’Italie) di Napoleone Bonaparte aveva preso ad avanzare verso il territorio austriaco attraverso la valle Isarco.
Nonostante ciò i primi forti segnali di preoccupazione si ebbero dopo lo scoppio di una rivoluzione in territorio francese, che portò l’Austria a fortificare i suoi confini meridionali. In quest’ottica nel 1833 inizia la costruzione del Forte, sotto le direttive dell’arciduca Giovanni. Il progetto venne affidato a Franz Scholl e doveva essere un’opera estremamente solida e resistente.

Per costruire il Forte di Fortezza vennero impiegati ben 20 milioni di mattoni e oltre 250 mila metri cubi di granito. La struttura era già divisa in tre settori, i quali potevano isolarsi e difendersi anche singolarmente. Ognuno di questi era dotato di un ingresso con una doppia o addirittura tripla protezione e le feritorie furono progettate per non avere angoli morti.

In appena cinque anni il forte è compiuto e nel 1838 viene inagurato dedicandolo all’imperatore Francesco I, scomparso pochi mesi prima. Il costo totale dell’opera fu faraonico per i canoni dell’epoca, il totale fu di circa 2,6 milioni di fiorini, corrispondenti più o meno a 400 milioni di euro attuali.

Negli anni successivi il forte venne evoluto e furono costruiti ulteriori edifici, senza mai snaturare l’aspetto iniziale. Nel 1845 venne aggiunta la cappella presente ancora oggi nel cortile interno, che divenne una delle prime strutture neogotiche di tutto il Tirolo. Anche le infrastrutture progredirono e nel 1867 venne completata anche la linea ferroviaria che collega Bolzano ad Innsbruck, passando per il Brennero che diviene progressivamente sempre più strategico. A distanza di quattro anni venne costruita anche la linea della Val Pusteria che passa proprio per il Forte.

Si arriva così al 1882, quando il Forte di Fortezza viene degradato a semplice deposito, a seguito della sottoscrizione del patto della Triplice Alleanza tra Italia, Austria e Germania, dove ci si assicura la pace reciproca. Il Forte non entrò mai in funzione per lo scopo per cui era stato progettato e, anzi, nel 1919 passa nelle mani dell’esercito italiano: a seguito della prima guerra mondiale, infatti, questi territori vengono ceduti dall’Austria all’Italia.

Nel 1939 venne costruito anche il lago artificiale, tutt’ora presente, ai piedi del Forte. Alcuni passaggi durante la visita di questo luogo, ci fanno passare proprio sopra a questo specchio d’acqua. Proprio la costruzione del lago mette sott’acqua una piccola parte del forte, oltre che l’intero borgo abitato di Unterau, oggi scomparso.

Il 1943 è un anno particolare per la storia del forte, infatti Benito Mussolini fa trasportare da Roma a Milano ben 127,5 tonnellate d’oro, ovvero le riserve della Banca d’Italia. Attraverso la Repubblica di Salò, però, proclamata nel settembre del 1943 e controllata direttamente da Hitler, l’oro arriva nella mani dell’amministrazione militare tedesca, che lo intercetta e lo nasconde all’interno di questo forte. Nel 1944, l’oro riparte dal Forte diviso in tre carichi, ma uno di questi viene ‘smarrito’, anche a causa della confusione generata dalla guerra.

Nel 1945, a guerra ormai conclusa, un attacco aereo colpì la ferrovia del Brennero e una piccola parte della fortezza viene distrutta. Questo è stato di fatto l’unico attacco, non diretto, che il forte ha subito.

Dalla seconda guerra mondiale e fino al 2003 questo luogo venne impiegato dall’esercito italiano come deposito per armi e munizioni e il forte era sorvegliato 24 ore al giorno dai soldati della Brigata Alpina Tridentina. Quando l’esercito abbandonò il forte, questo passò cinque anni durante i quali venne risanato e consolidato per poi essere aperto al pubblico nel 2008 con una manifestazione d’arte che portava il nome di Manifesta. Nel 2013 il Forte di Fortezza entra nei beni della provincia autonoma di Bolzano e un paio d’anni dopo l’infopoint del tunnel di base del Brennero si trasferisce nella sua ala settentrionale. Nel 2017, infine, il Forte di Fortezza apre definitivamente le porte al pubblico come museo provinciale.

Il tesoro del Forte di Fortezza ^

Ciò che è conosciuto come il tesoro del Forte di Fortezza sono dunque numerosi lingotti d’oro che per un periodo vennero nascosti qui dentro. La storia in dettaglio cominciò il 16 dicembre del 1943, quando un treno che proveniva da sud entrò all’interno della vicina stazione ferroviaria. Al suo interno si trovavano delle lunghe casse in legno, che a loro volta contenevano dei recipienti particolarmente pesanti.

In quel periodo il forte era occupato dalle forze tedesche, i cui soldati si occuparono di trasferire personalmente questo carico all’interno della fortezza. Il posto scelto era particolarmente sicuro, venne infatti scavata una galleria nella roccia da parte dei prigionieri russi, più o meno al di sotto della cappella. 

Il carico qui nascosto conteneva ben 127,5 tonnellate d’oro, le riserve auree della Banca d’Italia, che Benito Mussolini decise di far trasferire da Roma a Milano prima di essere destituito da presidente del consiglio. Durante il trasferimento, però, grazie alla presenza delle truppe SS nella vicina Repubblica di Salò, i tedeschi intercettarono il carico e lo celarono qui dentro.

Nel 1944 i tedeschi decisero di smistare l’oro e tre carichi lasciarono progressivamente la fortezza:

  • il 29 febbraio 55 tonnellate vennero spedite in direzione del ministero degli affari esteri di Berlino;
  • il 19 aprile 23,5 tonnellate vennero spedite ad alcune banche svizzere a Berna;
  • il 21 ottobre 24 tonnellate vennero spedite alla Reichsbank di Berlino. 

Quando le forze statunitensi entrarono nella fortezza il 17 maggio 1945 trovarono nella galleria solamente 25 tonnellate d’oro, che furono poi restituite al governo italiano. Invece delle 79 tonnellate dirette a Berlino, si smarrirono le tracce durante gli ultimi giorni della seconda guerra mondiale. Da ciò partirono diverse teorie, tra cui quella che sostiene che quell’oro non abbia mai lasciato la fortezza e sia ancora nascosto in qualche punto. 
Tra i fatti che non tornano c’è anche un misterioso treno che prima della fine della guerra, partito da Cattaro in Montenegro, passò sulla ferrovia della Pusteria. Cattaro in quel periodo era controllata dagli italiani che avevano accumulato qui 60 tonnellate d’oro in lingotti, monete, gioielli e vari milioni tra dollari e sterline. La sorveglianza di questi beni era affidata al giovane agente Licio Gelli che ubbidiva sia agli italiani che ai tedeschi ed era a capo della loggia massonica P2. Alla fine della seconda guerra mondiale scomparvero circa 20 tonnellate d’oro oltre a un milione di dollari e uno di sterline. C’è chi sostiene che questi si trovavano sul treno che transitò per Fortezza, attraverso la ferrovia della Pusteria e, non a caso, Gelli si vide più volte da queste parti dopo la seconda guerra mondiale. 

Tutte queste storie hanno alimentato le fantasie dei cacciatori d’oro, che più o meno segretamente a più riprese hanno scandagliato il forte di Fortezza. Dalla pulizia fatta nel 2005 emerse solo uno stampo vuoto che, non a caso, aveva le dimensioni esatte utilizzate per fondere i lingotti d’oro.

Cosa vedere al Forte di Fortezza ^

La visita del Forte di Fortezza occuperà qualche ora, soprattutto per via della presenza di alcune mostre permanenti ed altre temporanee. Gli altri spazi, che si dividono tra Forte Basso, Forte Medio e Forte Alto, sono per lo più un continuo susseguirsi di grandi stanzoni vuoti. 

Onestamente ho trovato la visita relativamente interessante: oltre agli spazi completamenti non allestiti, non sono presenti nemmeno tabelle che spieghino il vecchio utilizzo di queste sale o diano qualche curiosità se non il mero utilizzo che ne veniva fatto. 

E così ci si ritrova a camminare tra casematte, polveriere, l’infermeria, la mensa degli ufficiali e gli altri spazi quasi non capendo la differenza tra gli uni e gli altri. Insomma si tratta di un luogo ricco di storia e potenzialità, ma scarsamente utilizzate.

Questi i luoghi principali che si attraverseranno.

Passaggi tra Casematte

La galleria di base del Brennero ^

Su ben sette casematte del Forte è stata allestita l’area espositiva della mostra permanente sul BBT del Brennero (la galleria di base del Brennero). Lo spazio occupato è di circa 200 metri quadri e spiega, attraverso delle installazioni suggestive, come è stata pensata, progettata, eseguita e manuntenuta la galleria di base del Brennero e l’intera infrastruttura, che permette di mettere in contatto l’Italia con il resto d’Europa proprio in questi territori.

Nella prima stanza della mostra è presente uno scanner interattivo che si basa sul modello tridimensionale della conca del Brennero. Questo è da tempo un luogo di passaggio che, nella volontà, doveva divenire rapidamente superabile ma che nei fatti, per molti decenni, richiedeva diverso tempo per essere percorso e sottoponeva gli avventurieri a diversi pericoli. Una seconda stanza è invece dedicata alla cultura di questi luoghi, che hanno sempre rappresentato una via di unione dell’Europa. Sono tanti gli oggetti qui inseriti, dall’ambra del Mar Baltico ai chiodi da scarpe dei legionari romani, resti trovati nelle tombe dell’epoca.

Nella stanza “perché” della mostra sulla galleria di base del Brennero, diverse persone spiegano i motivi della realizzazione di questa infrastruttura. Persone lungimiranti, ma anche tecnici, raccontano com’era la vita prima della costruzione di questa infrastruttura e il perché si rendeva effettivamente necessaria. Protagonista di questa sala è un grande modello in scala che rappresenta la galleria di base del Brennero e che permette attraverso schemi interattivi di visionare informazioni sui singoli cantieri.

Nella stanza “come”, invece, viene spiegata la tecnica con la quale è stata scavata la galleria di base del Brennero. Una grande talpa meccanica che mancia letteralmente la roccia e avanza lentamente scavando nella montagna. Quando nemmeno la potenza della macchina riusciva a scavare il terreno, c’era l’intervento umano dei minatori che attraverso le mine facevano saltare il terreno in un pericoloso lavoro quotidiano. Interessante è anche la stanza “natura”, nella quale viene mostrata l’attenzione posta nei confronti del territorio. Mensilmente vengono tuttora monitorate ben 1350 sorgenti e i carotaggi di ogni perforazione fatta nel terreno sono controllati accuratamente. Sono così numerosi che, se messi in fila, formerebbero una linea lunga ben 40 chilometri.

Museo permanente del Forte di Fortezza – La cattedrale nel deserto ^

All’interno delle casematte poste a nord della struttura è allestita la mostra permanente sul Forte di Fortezza, conosciuta con il nome di Cattedrale nel Deserto. Attraverso grandi pannelli, parte di questi interattivi, affiancati a fumetti e reperti o ricostruzioni, si racconta la storia della fortezza e dei suoi tempi.

Anche la Cattedrale nel Deserto si sviluppa su sette casematte e approfondisce nel dettaglio la costruzione di questa enorme struttura e cosa questo ha comportanto nei paesi limitrofi. A differenza di buona parte delle altre stanze che si possono incontrare visitando il forte, queste sono riccamente allestite e chiedono un po’ di tempo per essere visitate. Tempo necessario per capire al meglio il luogo che si sta visitando, perché e come questo è stato pensato e come è stato impiegato.

Mostre temporanee ^

Appena entrati nel grande cortile del Forte di Fortezza ci si trova sulla destra la cappella e, proprio davanti, l’accesso alle mostre temporanee. Queste vengono allestite negli spazi una volta occupati dalle casematte e dalla mensa degli ufficiali e toccano i temi più svariati. 

Raramente i temi toccati si collegano alla location in cui ci troviamo, ma spesso utilizzano questi grandi spazi per allestimenti di arte contemporanea o architettura. A seconda del periodo in cui si farà la propria visita saranno presenti differenti installazioni, il cui accesso è tendenzialmente compreso nel biglietto di ingresso alla struttura.

Il portone d’ingresso ^

Il portone d’ingresso del Forte di Fortezza dà subito un’idea di maestosità e imponenza. Costruito con possenti blocchi di granito, ognuno di circa 13 tonnellate, è decorato da una scritta che dedica la struttura agli imperatori austriaci Francesco e Ferdinando.

Il portone d’ingresso si rifà nell’aspetto alle strutture romane, ricordandone la grandiosità a costo di fare uno strappo allo stile costruttivo rigorosamente funzionale di tutto il fortino. Oltre a questo portone ne era presente un secondo, che venne però demolito dagli occupanti tedeschi durante la seconda guerra mondiale, al fine di facilitare il passaggio degli autocarri più pesanti.

Un altro portone di ingresso che nelle sembianze ricorda quello che abbiamo davanti è invece situato sul lato nord-occidentale del Forte Alto.

Le casematte ^

La stragrande maggioranza delle grandi sale presenti all’interno del Forte di Fortezza sono casematte. Grandi stanzoni, collegati tra loro attraverso delle ampie porte, che ospitavano la vita quotidiana dell’esercito.

Una casamatta è un tipico locale dei fortini, che viene costruito per essere a prova di bomba. Frequentemente è munita anche di spazio per un cannoniere e per questo viene ricavato lo spazio necessario a ricevere le artiglierie. A differenza del bunker, che spesso e volentieri viene scavato nella roccia, le casematte sono completamente fuori dalla terra, come in questo caso. Inoltre i bunker possono contenere zero o diverse casematte, che in realtà rappresentano i singoli locali che alloggiano le armi.

La scala del Forte di Fortezza ^

Tra le parti più iconiche del Forte di Fortezza c’è senza dubbio la sua scala di 451 gradini. Questa, attraverso 75 metri d’altezza, dà un colpo d’occhio davvero spettacolare.

Questa scala, quasi sulla sua sommità, è dotata di un pianerottolo da cui si raggiunge una galleria laterale. Questa è posta dopo 433 scalini e perciò è nata la leggenda che i successivi 18 furono aggiunti in seguito per nascondere il tesoro della fortezza. In realtà, però, la scala venne costruita in questa maniera sin dalla sua origine.

La mensa ufficiali ^

Accesso all'edificio dell'approvvigionamento vicino alla mensa degli ufficiali

C’è una frase celebre sulla mensa ufficiali del Forte di Fortezza: “La rosa fiorisce, ma la spinga punge. Chi paga subito non lo dimenticherà”. Questa si trova scritta sulle travi in legno della sala e si presta a diverse interpretazioni e le diverse e piccole stanze da letto ritrovate al piano superiore della mensa ufficiali, fanno pensare che in questa zona non si consumassero solo pietanze.

La possibilità per gli ufficiali di avere incontri amorosi, permetteva di mantenere di buon umore i militari durante lo svolgimento quotidiano dei loro compiti e pare che questa evenienza sia confermata proprio dagli spazi qui allestiti.

La Kaiservilla ^

Tra tutte le costruzioni del Forte di Fortezza ce n’è una decisamente particolare: la kaiservilla. Si trova quasi isolata all’interno di un cortile ed è rappresentata da un piccolo edificio la cui funzione non è mai stata spiegata.

Riguardando i vecchi progetti del forte si pensa possa essere una polveriera, ma è troppo lontana dalle postazioni di combattimento per adempiere al meglio questo ruolo. Un’altra ipotesi è quella che la vuole utilizzata come alloggio per l’imperatore, ma anche in questo caso risulta essere troppo piccola per un compito così speciale.

Tra le ipotesi più conclamate sull’utilizzo della kaiservilla c’è quella che la descrive come un luogo di detenzione: davanti al suo ingresso sono infatti presenti dei grandi incavi dove potevano essere sistemate delle travi che avrebbero bloccato la porta dall’esterno chiudendo all’interno i prigionieri.

La cappella del Forte di Fortezza ^

Interni della cappella del Forte di Fortezza

All’interno del Forte di Fortezza si è pensato anche alla religione. Qui si trova infatti una piccola cappella. Durante l’ottocento ogni grande complesso pubblico era dotato di un luogo di culto e questo forte non poteva fare eccezione.

Nonostante la sua costruzione avvenne sette anni più tardi l’apertura della struttura, entrò subito in funzione. Si tratta di uno dei pochi esempi di neogotico in tutto il Tirolo e anche questo edificio era a prova di bomba. Internamente presenta un soffitto a cassettoni, che riprende gli stemmi del Pantheon di Roma e assicura inoltre un’acustica eccellente che aiutava la voce del sacerdote a giungere fino all’esterno nella piazza d’armi. Le dimensioni della cappella sono infatti decisamente limitate ed era necessario che le funzioni religiose potessero essere seguite anche dall’esterno.

Davanti alla cappella sono presenti due zoccoli di granito su cui si trovano le statue in bronzo di due generali: Heinrich von Heb e il conte Josef Radetzky. Entrambi si erano distinti per coraggio, nel 1848 e nel 1859, durante i combattimenti contro i piemontesi.

Le due statue sono andate perse durante la prima guerra mondiale e tra le ipotesi più veritiere c’è quella che vuole che siano state fuse per ricavare dei bossoli.

Le polveriere ^

Tra i vari edifici del Forte di Fortezza ci sono anche le polveriere. Prima dell’invenzione del bossolo, la polvere da sparo era altamente sensibile all’umidità e nelle giornate più piovese diventava piuttosto complicato farle prendere fuoco.

Le stanze adibite a polveriere della fortezza erano quindi dotate di intercapedini sotto i pavimenti in legno, all’interno delle quali veniva fatta circolare dell’aria calda con lo scopo di mantenere asciutta la polvere da sparo. Si trattava di uno dei primi prototipi di riscaldamento a pavimento.

Riferimenti altimetrici ^

Tra le cose da vedere nel Forte di Fortezza sono presenti anche i riferimenti altrimetrici. All’epoca della sua costruzione non esisteva ancora un metodo preciso per misurare l’altitudine dei luoghi. Nel 1871 i geografi europei stabilirono la creazione di quote di riferimento precise al millimetro da posizionare in luoghi assolutamente stabili dal punto di vista geologico. Questi servivano come punto base di partenza per ulteriori misurazioni.

In tutto l’impero austriaco vennero identificati sette luoghi come punti di riferimento altimetrico, tarati sull’altezza media del mare nel porto di Trieste. Il più altro di tutti i riferimenti dell’impero si trova all’interno della Fortezza e porta la misura di 736,4520 metri sul livello del mare. Questo è rappresentato da un obelisco in granito su cui è posta una targa in ottone.

Mappa del Forte di Fortezza ^

Ecco la mappa, presente anche in loco, per orientarsi meglio durante la visita del Forte di Fortezza.

Mappa del Forte di Fortezza

Prezzi e Orari del Forte di Fortezza ^

Il Forte di Fortezza è apero alle visite tutti i giorni della settimana ad esclusione del lunedì. Mentre da maggio a ottobre compresi l’orario di apertura è dalle 10:00 alle 18:00, da novembre a dicembre e da marzo ad aprile è dalle 10:00 alle 16:00. Nei mesi di gennaio e febbraio è invece completamente chiuso.

Interni di una polveriera

Chi vuole può fare una visita guidata della durata di un’ora e mezza al forte. Queste vengono organizzate di tutti i giorni alle 11:00 e alle 15:00 nei mesi che vanno da maggio a ottobre.

Il prezzo di ingresso per la vista del Forte di Fortezza è di € 7,00 per l’intero e di € 5,00 il ridotto. Si prevede anche il biglietto famiglia a 16,00 € che permette l’ingresso a due adulti e ai loro bambini sotto i 16 anni.

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Visita al Forte di FortezzaAlla scoperta del Forte di Fortezza. Leggi la storia e scopri di più sul suo tesoro. Fotografie e dettagli completi per la visita.https://www.lorenzotaccioli.it/visita-al-forte-di-fortezza-tutte-le-info/
Lorenzo Taccioli