Santa Maria ad Cryptas e la Necropoli di Fossa

Intera chiesetta di Santa Maria ad Cryptas interamente affrescata

La piccola cittadina di Fossa nasconde al suo interno dei piccoli tesori. Oltre ai resti del castello medioevale, qui ha sede la chiesa di Santa Maria ad Cryptas e la necropoli di Fossa.

La chiesa di Santa Maria ad Cryptas è celebre per gli antichi affreschi duecenteschi che decorano tutti gli interni in maniera strabiliante, mentre la necropoli ha dimensioni e un’età tale da renderla una delle più importanti della zona.

Dove si trova Fossa ^

Fossa è un piccolo comune abruzzese che conta poco più di 700 abitanti. Appartenente alla provincia dell’Aquila è ad un’altitudine di 644 metri sul livello del mare.

Ci troviamo all’interno della valle dell’Aterno, tra Campo Imperatore e la città dell’Aquila.

La chiesa di Santa Maria ad Cryptas ^

Chi capita da queste parti o magari visita i vicini borghi di Castel del Monte, Santo Stefano di Sessanio e Bominaco, farebbe vene ad allungare l’itinerario fino alla chiesa di Santa Maria ad Cryptas. Nonostante i suoi esterni non lascino trapelare alcunché, il tesoro è all’interno.

La chiesa di Santa Maria ad Cryptas rappresenta infatti uno dei migliori esempi di arte gotica in Abruzzo. Costruita nel XIII secolo sopra ad una precedente chiesa romano bizantina del IX secolo, ha una facciata a capanna con un rinforzo sul lato che dà verso la montagna. Nella sua struttura mostra le forme tipiche dell’architettura cistercense borgognona.
Il portone d’ingresso è un connubio tra forme gotiche e arte abruzzese ed è sormontato da un affresco oggi poco leggibile, mentre gli interni sono organizzati su di una sola navata a base rettangolare. In fondo c’è invece il presbiterio quadrato.

Originariamente il soffitto era chiuso da un’unica volta a botte definita da due arconi che ne scandivano gli spazi. La volta, a causa dell’eccessiva altezza, crollò e venne sostituita da una copertura a capriate in legno. La navata è divisa in tre campate attraverso lesene perimetrali.

Sotto al presbiterio, accessibile per via di una ripida scalinata, c’è la cripta della chiesa di Santa Maria ad Cryptas dominata da uno spoglio altare in marmo. Pare che questa risalga alla chiesa originaria.

Risale invece al XV secolo l’edicola, anch’essa riccamente decorata, affiancata alla parete settentrionale della chiesa.

Gli affreschi della chiesa di Santa Maria ad Cryptas ^

Ciò che rende unica la chiesa di Santa Maria ad Cryptas sono però i suoi affreschi, che ricoprono interamente gli interni non lasciando praticamente nemmeno un centimetro spoglio.

Gli affreschi risalgono per lo più alla seconda metà del XIII secolo e rappresentano un raro esempio medioevale di quest’arte. Le storie dipinte sono tratta da episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento, a cui si aggiungono altre rappresentazioni. Questi affreschi fanno parte di un ciclo pittorico duecentesco abruzzese che comprende anche altre chiese nei dintorni.

Le scene rappresentate nella chiesa di Santa Maria ad Cryptas sono molto più variegate di quelle della vicina e celebre chiesa di Bominaco. Il ciclo più importante è quello della Genesi, situato nella parete dell’arco trionfale e sulla parete di destra. Qui Gesù è rappresentato come un uomo giovane che separa il sole dalla luna. Dio è invece in posizione centrale, tra le onde del mare e le spighe di grano.
La seconda fase è nella parete destra della prima campata e rappresenta la divisione del bene e del male e la creazione degli animali. Continua poi con la creazione di Adamo ed Eva e il monito di Dio contro l’albero della vita.
Il terzo registro della genesi trova invece rappresentato il peccato originale e la cacciata dal paradiso terreste con la porta dell’Eden custodita da un cherubino.

Il secondo ciclo rappresenta invece dei personaggi posti in nicchie mentre portano alcuni messaggi. Alcuni di questi sono profeti, mentre altri sono santi.

La terza campata raffigura i santi cavalieri: San Giorgio ritratto mentre uccide il drago e San Martino mentre toglie il mantello per donarlo a un povero. Nel secondo registro sono rappresentati gli ultimi sei mesi dell’anno attraverso le attività lavorative, mentre nel terzo ci sono i tre patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe.

Nel presbiterio c’è infine la rappresentazione della Passione di Cristo, partendo dall’ultima cena e dal bacio di Giuda. Prosegue poi con la flagellazione e la scena della decisione di Ponzio Pilato seguita dal Cristo martoriato. Successivamente ci sono le scene della crocifissione e della deposizione.

Sulla controfacciata trova posto uno dei cicli più antichi d’Abruzzo sul Giudizio Universale, suddiviso in cinque registri.

Visita alla chiesa di Santa Maria ad Cryptas ^

Purtroppo il turismo a Fossa non ha ancora preso troppo piede e questa chiesa, che nasconde un gioiello, non ha un percorso di visita strutturato durante tutto l’anno. Anzi, di anno in anno, sono valutate le aperture al pubblico fuori dalle funzioni religiose.

La visita è spesso gestita da associazioni locali, come l’associazione Semi Sotto La Pietra.

Orari di Santa Maria ad Cryptas ^

Come detto non ci sono degli orari standard di apertura della chiesa di Santa Maria ad Cryptas al pubblico, ma questi variano di anno in anno. Solitamente le aperture sono concentrate nel periodo estivo, dove i turisti sono più numerosi.

Per informazioni più precise sugli orari puoi consultare il sito del comune di Fossa o, alternativamente, presentarti all’ingresso della chiesa dove trovi esposti gli orari e un numero telefonico da chiamare per poter accedere alla chiesa. Se sei fortunato potrebbe capitarti che la chiesa venga aperta anche fuori orario di apertura abituale…

I templari a Santa Maria ad Cryptas ^

Come raccontato dalla trasmissione Freedom – Oltre il Confine, c’è la credenza che i templari siano legati alla chiesa di Santa Maria ad Cryptas. All’interno degli affreschi della chiesa sono infatti presenti alcuni riferimenti all’ordine templare:

  • negli affreschi che ritraggono San Giorgio e San Martino questi sono vestiti con abiti classici dell’ordine templare;
  • Gesù è rappresentato in maniera simile alla Sacra Sindone, che pare appartenesse ai templari.

La Necropoli di Fossa ^

A pochissima distanza dalla chiesa di Santa Maria ad Cryptas potrai vedere la necropoli di Fossa. Troverai l’indicazione percorrendo la via che da Fossa ritorna verso la strada principale. Quest’area di circa 5000 metri quadrati è piuttosto importante, perché conta circa 600 sepolture databili dal IX secolo al I secolo avanti Cristo. Le sepolture sono piuttosto numerose e in alcuni casi si sovrappongono tra loro.

L’importanza nella necropoli di Fossa è attribuibile, oltre che alla sua antichità e vastità, anche all’incredibile stato di conservazione, reso possibile grazie alle esondazioni del vicino fiume Aterno che, allagando l’area, ha protetto le tombe a tumulo e quelle successivamente create, con uno strato di terra.

Il ritrovamento di questa area archeologica è stato quasi casuale e avvenne durante alcuni lavori del 1992 per realizzare un impianto industriale. Si pensa che le sepolture qui ritrovate, siano attribuibili agli abitanti del vicino colle Restoppia e del monte Cerro. Già nel I millenio avanti Cristo queste zone erano infatti abitate dai Vestini Cismontani, identificati così dai romani per intendere che fossero “al di qua del monte” (Gran Sasso). I loro insediamenti erano costruiti sui colli e ben fortificati per resistere agli attacchi nemici. I paesi principali erano quelli di Aveia (oggi Fossa), Peltuinum (Prata D’Ansidonia) e Aufinum (Capestrano).

La necropoli di Fossa è quella vestina di dimensioni più ampie nella zona, subito dopo a quella di Bazzano a L’Aquila.

Tombe a Tumulo ^

Visitando il sito della necropoli di Fossa potrai vedere diverse tipologie di sepoltura. Tra le più antiche ci sono le tombe a tumolo, risalenti al periodo tra l’età del Bronzo e la prima età del Ferro, ovvero tra il XIII e l’VIII secolo avanti Cristo.

In questo caso il defunto era posto all’interno di una bara in legno, poi posizionata al centro di un’area circolare delimitata da pietre e coperta poi da sassi, terra ed erba. All’interno di ogni tumulo era posizionato sempre e solo un defunto.

Le dimensioni delle tombe a tumulo variano in base al corpo sepolto. Per i bambini possono avere un diametro di 3 metri, mentre i più grandi arrivano anche a 25 metri. Nel caso di Fossa il tumulo più grande aveva un diametro di 18 metri, ma venne distrutto da una tomba a camera del II secolo avanti Cristo, posizionata intenzionalmente al centro della sepoltura più antica.

I Menhir ^

A cominciare dall’età del Bronzo Finale, ovvero dal XIII / XI secolo avanti Cristo, le sepolture maschili abruzzesi erano accompagnate da pietre erette sul lato occidentale del tumulo. I menhir sono disposti in ordine decrescente dall’alto verso il basso, partendo dal margine occidentale del tumulo, a cui sono collegati per mezzo di una pietra obliqua.

Ancora oggi non è ben chiaro il motivo di questa usanza e ci sono varie ipotesi. Tra queste il fatto che le pietre possano rappresentare il percorso evolutivo della persona sepolta (infanzia, maturità e morte resa attraverso la pietra obliqua). Un’altra ipotesi è che queste possano essere dei riferimenti astronomici legati alla posizione del sole al momento del decesso della persona sepolta.

Successivamente, tra il VII e il VI secolo avanti Cristo, i menhir lasciarono posto a stele antropomorfe e a statue legate alle personalità dell’epoca, come il vestino Nevio Pompuledio

Le tombe a fossa ^

Cumuli di pietre ai piedi delle tombe

Tra l’VIII e il VII secolo avanti Cristo le dimensioni dei tumuli furono progressivamente rimpicciolite e caratterizzate da pietre più piccole. L’uso del tumulo sparisce definitivamente in età Arcaica (VI secolo avanti Cristo) e al suo posto compare la fossa scavata nel terreno. Anche in questo caso il corpo era deposto all’interno di una bara di legno e ai suoi piedi vi era una sorta di scatola di pietre. Questa conteneva un vaso con offerte liquide, si pensa al vino.

In quel periodo i rapporti con gli etruschi erano molto frequenti, come testimoniato dai vasi in bucchero, ovvero la classica ceramica nera etrusca.

Le tombe a camera e a sarcofago ^

All’interno della necropoli di Fossa è stata rinvenuta una sola tomba a sarcofago, composta da più lastre litiche. Questa è una rarità per l’intera area in cui ci troviamo. Al suo interno sono stati rinvenuti i resti di un bambino tra i 3 e i 5 anni, vissuto durante il I secolo avanti Cristo.

La tomba a camera, invece, conteneva i resti di una cassa in legno posizionata sotto al pavimento del sepolcro. Il corpo apparteneva a una donna intorno ai 40 anni. Sulla camera erano invece appoggiati le ossa di tre persone. Una di queste riposava sopra a un letto funerario rivesto in osso animale e gli oggetti che le appartenevano raccontano di una donna molto curata: specchi in bronzo, aghi in osso, porta profumi in ceramica sono solo alcuni di questi. La particolarità di disporre i defunti su letti ossei era tipica della Grecia, ma in Abruzzo furono ritrovati ben 110 esemplari di questa usanza, il più grande campione di tutto il mondo antico.

Orari della necropoli di Fossa ^

La necropoli di Fossa è aperta abitualmente solo durante i weekend della stagione estiva. Solitamente le aperture cominciano intorno alla fine di giugno, quando vengono organizzati anche gli sfalci che permettono di scorgere meglio pietre e tumuli.

Durante la mia visita gli sfalci non sono ancora stati fatti, ma riesco comunque a comprendere la forma di queste particolari sepolture.

Per informazioni più precise circa gli orari di apertura della necropolfi di Fossa puoi consultare il sito del comune di Fossa oppure recarti all’ingresso del sito, dove troverai tutte le informazioni.

L’Abruzzo è ricco di chiese e siti archeologici. Scoprili all’interno di un viaggio di 9 giorni in Abruzzo.

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Santa Maria ad Cryptas e la Necropoli di FossaLa chiesa di Santa Maria ad Cryptas e la Necropoli di Fossa. Storia, arte, leggenda e archeologia si uniscono in una visita suggestiva.https://www.lorenzotaccioli.it/visita-chiesa-santa-maria-ad-cryptas-e-necropoli-di-fossa/
Lorenzo Taccioli