Viterbo in Un Giorno – Cosa Vedere

Palazzo dei Papi di Viterbo da Piazza San Lorenzo

Dopo la visita al Parco dei Mostri di Bomarzo ci muoviamo verso Viterbo, la capitale della Tuscia, in alto Lazio. La città di Viterbo è nota per il suo grande Palazzo dei Papi, ma in realtà anche tutto il quartiere medievale è piuttosto suggestivo.

Una volta all’anno, per le sue vie, sfila la macchina di Santa Rosa, protagonista della principale festa cittadina, che richiama tutta la popolazione e innumerevoli turisti. Dal 2013 la macchina di Santa Rosa è annoverata tra i Patrimoni immateriali dell’UNESCO.

Era nel mio elenco delle città da vedere già da diverso tempo e, approfittando di qualche giorno tra la bassa Toscana e l’alto Lazio ho potuto esaudire anche questo desiderio.

Viterbo – Nel Cuore della Tuscia ^

Cosa vedere a Viterbo - Passeggiata per il centro Storico

Viterbo si trova nella regione conosciuta anche il nome di Tuscia e deriva dal nome attribuito all’Etruria dopo la fine del dominio etrusco. Il territorio che viene compreso nella Tuscia è quello della bassa Toscana, dell’alto Lazio e la parte occidentale dell’Umbria.

Viterbo, anticamente, era nota anche come provincia pontificia del Patrimonio di San Pietro. Il suo centro storico si innalza sul resto della città e raggiunge i 326 metri sul livello del mare. Il centro storico su di un falsopiano noto come “La Palanzana” che si trova alle pendici del monte Palanzana. A ovest di Viterbo, invece, si trova la pianura della Maremma.

Viterbo – la città dei Papi ^

Viterbo è nota anche come “la città dei Papi”, un po’ come Avignone in Provenza. Con la cittadina francese ha infatti qualcosa in comune: ospitò per un periodo limitato la sede pontificia.

Più precisamente, la sede della chiesa venne spostata a Viterbo dal papa Alessandro IV per cercare di prendere le distanze dal clima pesante che andava creandosi a Roma. Sommosse e ostilità erano ormai all’ordine del giorno e così, nel 1257, questa città divenne la nuova sede papale e rimase tale fino al 1281.

Passeggiare per Viterbo - Cosa Vedere a Viterbo in un Giorno

Furono diversi i papi successivi ad Alessandro IV che rimasero a vivere a Viterbo: Urbano IV, che cercò di riportare la sede a Roma, Clemente IV, che la riportò a Viterbo, Gregorio X, Innocenzo V, Adriano V, Giovanni XXI, Niccolò III e Martino IV.

Il palazzo dei Papi è la più evidente testimonianza di questa parentesi legata alla chiesa e rappresentava proprio la sede pontificia viterbese e proprio qui nacque la parola “conclave”, a causa di avvenimenti storici che richiesero di prendere una decisione drastica..

Cosa Vedere a Viterbo ^

Il centro storico di Viterbo è piuttosto raccolto ed è possibile visitarlo tranquillamente in una giornata. Se, come noi, arrivate in auto è presente un grandissimo parcheggio gratuito adiacente al parco di Valle Faul. Da qui prendiamo l’ascensore che ci porta direttamente all’inizio del centro, più o meno davanti all’ufficio turistico.

Ci facciamo consigliare l’itinerario migliore per visitare la città e in pochi minuti usciamo con la mappa alla mano. Le distanze da percorrere sono veramente brevi, quindi il modo migliore per vedere Viterbo è quello di camminare e non utilizzare mezzi pubblici.

La parte iniziale della visita non ci fa esaltare, la città non ci sembra curatissima, ma quando arriviamo nel cuore del quartiere medievale e nella piazza del palazzo dei Papi ci ricrediamo immediatamente!

Palazzo dei Papi di Viterbo da Piazza San Lorenzo

Ecco cosa non perdere nell’itinerario di un giorno a Viterbo.

Teatro dell’Unione ^

Cominciamo il nostro percorso seguendo la mappa e anziché dirigerci immediatamente nel cuore del centro storico di Viterbo, passiamo per la via che ci condurrà fino al Santuario di Santa Rosa.

Prima di svoltare a destra verso la chiesa, ci troviamo in piazza Giuseppe Verdi, dove sorge il Teatro dell’Unione, risalente al 1855 e ancora oggi utilizzato per mettere in scena spettacoli teatrali. La sua costruzione avvenne per volontà di un gruppo di cittadini che per il forte desiderio di avere una struttura di questo genere, si unì nella “società dei palchettisti”. Questa società, risalente al 1844 venne capitanata dal conte Tommaso Fani Ciotti. Nel XIX secolo il teatro dell’Unione diventò presto il teatro più importante della città.

La sua costruzione fu in parte finanziata dal comune, che si impegnò ad acquistare una parte dei palchi per garantire la realizzazione dell’opera. Il progetto venne affidato all’architetto Virgilio Vespignani, un grande esponente del tardo classicismo eclettico.

Viterbo - Teatro dell'Unione

La grande passione per la lirica diede vita al Teatro dell’Unione, ma da inizio novecento questo spazio ospitò anche spettacoli cinematografici. Il teatro appartiene oggi al comune di Viterbo, a causa delle grandi somme stanziate per la sua ristrutturazione, resasi necessaria dopo i grandi danneggiamenti subiti nella seconda guerra mondiale.

Santuario di Santa Rosa ^

Lasciatoci il teatro sulla sinistra procediamo per la breve strada in salita che conduce fino al Santuario di Santa Rosa, al termine della via, dedicato al patrono della città. Questa chiesa è stata costruita nel 1850 sulle basi di una precedente struttura risalente a due secoli prima. Questo non era però il più antico edificio religioso qui presente, il primo infatti risale al XIII secolo ed era conosciuto con il nome di Santa Maria. Nel 1258, però, papa Alessandro IV decise di traslare qui il corpo di Santa Rosa, che ancora oggi dimora all’interno di una teca in questa stessa chiesa. Contestualmente venne cambiato il nome della chiesa.

L’attuale stile neoclassico risale all’ultimo rifacimento e solo nel 1913 venne aggiunta anche la cupola rivestita in piombo che si può vedere solo da certe angolazioni della piazza o dall’interno.

Molti turisti arrivano qui per vedere il corpo di Santa Rosa, conservato dentro a una teca bronzea del 1699. Il corpo della Santa è estremamente minuto, ma ottimamente conservato e avvolto in una veste di seta che viene periodicamente cambiata dalle suore del convento. Al fianco del corpo un reliquiario contiene il cuore della santa e altri oggetti.

Dentro alla chiesa di Santa Rosa è presente anche la tomba di Mario Fani, il fondatore della Gioventù Italiana di Azione Cattolica, morto nel 1869.

Alla destra del santuario si trova il convento delle Clarisse che è direttamente comunicante con la struttura. Infatti sulla parte destra della piazza c’è l’accesso a un corridoio, dove dopo un piccolo shop si può accedere alla chiesa di Santa Rosa dopo essersi lasciati sulla destra una lunga scalinata che conduce fino agli interni del convento.

Piazza delle Erbe ^

Fontana delle Erbe in Piazza delle Erbe a Viterbo

Ci dirigiamo ora verso il cuore del centro storico di Viterbo e, prima di arrivare in piazza del Plebiscito, passiamo per piazza delle Erbe.

Si tratta di una piccola e bella piazza, circondata da edifici un po’ trasandati. Al centro di piazza delle Erbe si trova la fontana delle Erbe, anche conosciuta come fontana di Santo Stefano. Questa fontana risale al XVII secolo e, sulla sommità, riporta uno dei simboli cittadini presenti anche nello stemma: il leone. Una volta, intorno alla fontana, si trovava una cinta che serviva ad impedire ai cavalli di avvicinarsi per abbeverarsi.

Piazza delle Erbe, anticamente conosciuta come piazza Vittorio Emanuele, deve il suo attuale nome ai mercati di frutta e verdura che venivano allestiti in questo spazio.

Piazza del Plebiscito e Palazzo dei Priori ^

In pochissimi passi arriviamo in piazza del Plebiscito, una delle piazze principali di Viterbo. Non rimaniamo particolarmente colpiti da questa piazza, vuoi per le sue dimensioni dispersive, vuoi per il fatto che sia aperta al traffico.

Su di questa piazza si affacciano alcuni palazzi storici, tra cui quello del comune noto come Palazzo dei Priori e quello della prefettura. Per questo motivo la piazza è conosciuta anche come Piazza del Comune.

Fino al XIII secolo, qui era presente solo una chiesa con annesso il cimitero. Fu solo nel 1264 che presero il via i lavori per la costruzione del palazzo del Podestà, attualmente all’opposto del palazzo dei Priori, costruito due secoli dopo.

Il palazzo del Podestà è ancora oggi riconoscibile grazie alla torre dell’orologio, mentre è possibile visitare l’interno del palazzo dei Priori. Dalla piazza si accede al cortile interno, dove una fontana ha come sfondo i giardini della Valle di Faul. L’ingresso agli interni del palazzo è invece su di una via secondaria, a pochissimi passi da piazza del Plebiscito.

Gli interni del palazzo dei Priori ospitano tutt’ora le istituzioni cittadine, ma in orari precisi (e abbastanza ampi), sono aperti alle visite dei turisti. Le sale interne sono infatti riccamente decorate con affreschi e dipinti fatti per lo più nel XVI secolo. Le sale sono state completamente affrescate, dalle pareti fino ai soffitti. La sala più importante è con ogni probabilità la Sala Regia, dove prendono vita personaggi storici legati alla storia cittadina e alla mitologia. Sul soffitto invece sono riproposti i trentatré castelli sotto al dominio di Viterbo nello stesso periodo.

Sullo stesso corridoio si trovano anche altri importanti sale:

  • la sala della Madonna, decorata con episodi che ricordano gli avvenimenti del vicino santuario della Madonna della Quercia;
  • la sala del Consiglio, riconoscibile dai numerosi scranni in legno e ancora oggi utilizzato per il consiglio comunale. Il soffitto a cassettoni chiude le pareti che mischiano la storia cittadina e la mitologia;
  • la sala Aurora, così chiamata per l’affresco che si trova al centro del soffitto;
  • la sala dei Paesaggi, che nasconde gli antichi affreschi a causa di una ristrutturazione del XVIII secolo. Oggi si possono vedere scene di guerra, scene di caccia e paesaggi naturali.

Piazza del Gesù ^

Proseguendo verso la piazza più nota di tutta Viterbo, piazza San Lorenzo, ci ritroviamo in una piazzetta più piccola e intima. Mi piace molto, soprattutto per i palazzi storici che la circondano e per il bassissimo numero di persone che si avventurano qui. Questa è piazza del Gesù, originariamente conosciuta come piazza San Silvestro, dal nome della chiesa che si affaccia proprio qui.

Piazza del Gesù è caratterizzata principalmente dalla presenza di una fontana al centro e dalla torre di Borgognone, sotto la quale erano usuali incontrarsi i priori della città. La fontana invece occupa questa posizione dalla metà del XV secolo, anche se nel 1923 venne interamente ricostruita secondo l’aspetto attuale impiegando una vasca di origine rinascimentale.

La chiesa di San Silvestro è oggi conosciuta con il nome di chiesa del Gesù e venne edificata nell’XI secolo. Il suo nome attuale è dovuto a un passaggio di proprietà, che la portò ad appartenere alla compagnia del Gesù, prima di essere abbandonata alla metà del XVII secolo. Questa chiesa è anche ricordata da Dante nella Divina Commedia, per via dell’uccisione di Enrico di Cornovaglia da parte di Guido di Monfort. Il fatto si consumò qui nel 1271, al ritorno da una delle crociate.

Piazza San Lorenzo ^

Cosa Vedere a Viterbo - Passeggiata Verso Piazza San Lorenzo

Piazza San Lorenzo è, con ogni probabilità, la piazza più famosa di tutta Viterbo. Qui si trova il celebre palazzo dei Papi, che rende famosa la città, e la Cattedrale di San Lorenzo alla quale si affianca il museo Colle del Duomo. Degno di nota è anche il piccolo chiostro che affianca il palazzo dei Papi e lo collega agli edifici del lato orientale della piazza. La loggia altro non è che un muro decorato da colonne e ampie finestre, che delimita l’ingresso alla sala del Conclave del palazzo dei Papi.

Raggiungiamo piazza San Lorenzo attraverso un piccolo ponte che sormonta le intricate vie del centro storico. Sulla piazza si possono vedere anche i segni delle fondamenta dell’antico ospedale etrusco che sorgeva qui e di cui ormai non rimane altro.

Palazzo dei Papi ^

I due monumenti più importanti di Viterbo sono dunque a pochissimi passi l’uno dall’altro. Il palazzo dei Papi è ben visibile anche dalla parte opposta della città: sorge infatti a strapiombo su di un promontorio che domina Valle Faul.

Conosciuto anche come Palazzo Papale, venne costruito nel XIII secolo ampliando il precedente palazzo della curia vescovile. Il motivo per il quale venne costruito fu la crescente tensione tra la chiesa e la borghesia romana: nel 1257 papa Alessandro IV spostò quindi a Viterbo la sede della Curia Pontificia.

La visita all’interno del palazzo può sembrare un po’ deludente: vedendolo da fuori le aspettative sono piuttosto alte, anche e soprattutto se si è visitato il palazzo dei papi di Avignone. In realtà all’interno si trova ‘solo’ una grande sale (nota come sala del conclave), una sala più piccola con alcuni reperti museali e la Loggia dei Papi.

Da piazza San Lorenzo un’ampia scalinata conduce fino all’ingresso del palazzo, sotto ad una grande facciata decorata da merletti. L’ingresso, dove è posta la biglietteria, è all’interno della sala del Conclave, così conosciuta perché ospito il primo (e più lungo) conclave della storia. Proprio per il fatto che i cardinali partecipanti all’incontro non riuscivano a trovare un accordo per l’elezione del nuovo papa, si rese necessario trovare un metodo per forzarli in questa scelta. I cardinali vennero quindi chiusi a chiave all’interno della stanza da parte del popolo viterbese, e non sarebbero potuti uscire fino a quando non avessero trovato un accordo sul nome da proclamare come nuovo capo della chiesa. Nonostante ciò un accordo tardava ad arrivare e così, per metterli con le spalle al muro, prima fu loro ridotta la razione di cibo e, infine, scoperchiato il palazzo per sottoporli alle intemperie.

Il conclave terminò solamente dopo 1006 giorni di discussioni, con l’elezione di papa Gregorio X.

Dalla sala del conclave è possibile raggiungere direttamente la loggia delle benedizioni (o loggia dei papi), al centro della quale si trova una fontana risalente al XV secolo. L’intera loggia è rialzata da terra e sostenuta da un grande pilastro ottagonale e due archi a sesto ribassato. Uscendo dalla sala del conclave, sulla destra, si possono ammirare la serie di archi e colonnine, mentre a sinistra lo sguardo si apre sulla Valle Faul.

Cattedrale di San Lorenzo ^

Al fianco del palazzo dei Papi si trova l’imponente Cattedrale di San Lorenzo, il duomo di Viterbo.

L’impianto originario di questa chiesa, edificata in stile romanico, risale al XII secolo, eccezion fatta per la facciata che a seguito di alcune ristrutturazioni del XVI secolo si presenta in stile rinascimentale. Della struttura originale, esternamente, rimane visibile il campanile che, nella parte più alta, vede alternarsi righe in travertino bianco e azzurro basalto. Il punto della città in cui si trova la Cattedrale di San Lorenzo è da tempo immemore occupato da luoghi di culto: inizialmente un tempio pagano votato al culto di Ercole, poi una chiesetta del VII secolo dedicata a San Lorenzo.

Ovviamente l’importanza del duomo di Viterbo crebbe sensibilmente non appena la sede papale venne spostata in questa città. All’interno della chiesa si trovano sepolti due Papi: Alessandro IV e Giovanni XXI.

Gli interni della Cattedrale di San Lorenzo sono divisi su tre navate, separate da archi a tutto sesto. La pavimentazione cosmatesca venne eseguita dai marmorari romani che diedero il nome stesso a questa tecnica di decorazione. Anche gli interni subirono alcuni rimaneggiamenti durante gli anni e così nel XVI secolo vennero abbattuti alcuni muri con tanto di affreschi, per lasciare spazio a dieci cappelle laterali. Il secolo successivo vennero fatti altri importanti lavori, tra i quali l’allungamento della navata centrale e l’aggiunta un abside in stile barocco (non più visibile).

Interni della Cattadrale di San Lorenzo - Duomo di Viterbo

Nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, una bomba colpì il duomo di Viterbo, che riportò ingenti danni. Nel suo ripristino, però, si decise di riportare la chiesa all’impianto originario, eliminando parte delle ristrutturazioni avvenute durante i secoli.

La Sacrestia del Duomo ^

Particolarmente interessante è anche l’ingresso alla sagrestia del duomo, risalente alla seconda metà del XVII secolo i cui arredi furono completati solo un secolo più tardi. Gli arredi che ricoprono tutta la parte inferiore della sala sono ancora gli originali in radica di noce, risalenti al XVIII secolo. La volta è riccamente decorata con motivi greco-romani e l’utilizzo del color oro e si chiude con la riproduzione fotografica dell’opera “San Lorenzo e i Poveri”, visibile in originale all’interno del duomo. Notevole è anche il crocifisso in cartapesta che, attraverso delle giunture in legno, permette di muovere braccia e gambe del Cristo.

Museo Colle del Duomo ^

Al fianco del palazzo dei Papi e confinante con il duomo di Viterbo, si trova il museo Colle del Duomo. In realtà è possibile visitare questo spazio con un unico biglietto cumulativo, che comprende anche l’ingresso agli altri due importanti palazzi.

Il museo venne istituito all’inizio di questo secolo, in occasione del giubileo, e dal 2005 rimane aperto con regolarità.

Gli spazi interni sono divisi in tre settori, raggiungibile dopo aver passeggiato attraverso il cortile interno nel quale si trovano alcuni reperti locali che si collegano alla prima sezione, quella archeologica. Qui sono posizionati pezzi di origine villanoviana, etrusca, romana e medievale ritrovati nelle strette vicinanze della città vecchia di Viterbo. Successivamente si trovano i settori storico-artistico e quello di arte sacra.

Nonostante personalmente non trovi particolarmente avvincente questo tipo di musei, ho trovato alcuni pezzi che hanno attirato il mio interesse, come dei reliquiari contenenti teschi e corpi.

Viterbo Sotterranea ^

Per chi vuole è possibile fare anche una visita nelle viscere di Viterbo, accedendo alla Viterbo Sotterranea. Ci sono più percorsi possibili, anche se il più gettonato è quello di circa 25 minuti che parte ad ogni ora durante il giorno.

Il percorso ha una lunghezza di circa 100 metri, da percorrere in entrambe le direzioni, che parte dal quartiere medievale di Viterbo e si allunga fin poco oltre le mura cittadine. Il percorso venne interamente scavato nel tufo che compone il sottosuolo cittadino e si snoda tra i 3 e i 10 metri di profondità.

Lo scopo con il quale vennero costruiti questi cunicoli non è certo, ma si pensa che in epoca etrusca venissero utilizzati come sistema per canalizzare l’acqua. Successivamente, in epoca medievale, divennero un sistema di cunicoli in grado di collegare le aree più strategiche della città attraverso dei passaggi segreti. In ogni caso i collegamenti diretti di questi cunicoli verso l’esterno della città potevano essere utilizzati come vie di fuga.

Solo in epoca più recente, la Viterbo sotterranea, venne utilizzata dai briganti per svolgere i loro loschi affari e, durante la seconda guerra mondiale, ricoprirono il ruolo di rifugi antiaerei per proteggere la cittadinanza dai bombardamenti.

Quartiere Medievale ^

A pochi passi da piazza San Lorenzo e dall’ingresso a Viterbo Sotterranea, si trova il quartiere medievale di Viterbo. Se fino a prima di vedere il duomo e il palazzo dei Papi si possono nutrire alcuni dubbi circa la bellezza di Viterbo, beh con il quartiere medievale vengono tutti fugati.

In quest’area l’impianto urbanistico del XIII secolo è più visibile che nelle altre zone del centro storico e le strette vie, che si aprono su archi e piazzette sono davvero irresistibili. Palazzi in pietra si alternano a eleganti logge, fontane e chiese in una passeggiata che ci lascia a bocca aperta.

Non possiamo non notare i frequenti “profferli”, ovvero le scale esterne in pietra che decorano le facciate o le “case a ponte”: delle abitazioni costruite come congiunzioni di altri due edifici e che si trovano tipicamente al primo o secondo piano.

Piazza San Pellegrino ^

Piazza San Pellegrino è il cuore del quartiere medievale. Infatti quest’area della città è conosciuta anche come quartiere di San Pellegrino, dall’omonima chiesa che si affaccia su di questa piazza.

Arco dentro al quartiere medievale - Sotto una casa a ponte

Piazza San Pellegrino riunisce in se un po’ tutti gli elementi che caratterizzano il quartiere: archi, porticati, scale esterne, case ponte e chiese. Diciamo che in un piccolo spazio descrive in maniera piuttosto completa l’intera area.

Su di questa piazza si trovano anche due importanti edifici: palazzo degli Alessandri e la chiesa di San Pellegrino.

Palazzo degli Alessandri ^

Torre e Palazzo degli Alessandri

Palazzo degli Alessandri venne costruito agli inizi del XIII secolo ed è una struttura a tre piani in cui è possibile vedere un particolare profferlo: anziché svilupparsi all’esterno dell’edificio, in questo caso è stato costruito all’interno delle mura perimetrali, decorando il parapetto con una fantasia a stella di diamante.

Chiesa di San Pellegrino ^

La chiesa di San Pellegrino, invece, ha origini più antiche: sembra infatti che sia databile nella prima metà dell’undicesimo secolo, nonostante sia stata ricostruita alla fine del XIX secolo. Purtroppo anche la chiesa di San Pellegrino fu bombardata durante la seconda guerra mondiale, come successo al duomo poco distante.

Piazza San Pellegrino - Chiesa di San Pellegrino dal palazzo degli Alessandri - Viterbo

La ristrutturazione del XIX secolo ha coperto la facciata originale, con l’erezione di quella attuale in stile neogotico. Nonostante i bombardamenti sono stati fortunatamente salvati alcuni affreschi eseguiti tra il XV e il XVIII secolo, ancora oggi visibili all’interno dell’unica navata che caratterizza la chiesa di San Pellegrino.

Piazza Fontana Grande ^

Nel cuore del centro storico, sempre dentro al quartiere medievale, si trova anche la Fontana Grande, che dà il nome a piazza Fontana Grande. Il motivo è presto spiegato: in mezzo alla piazza, proprio a lato della strada, si trova una grande fontana dalla pianta a croce greca.

Questa è la fontana più antica di tutta Viterbo e si trova qui dagli inizi del XIII secolo, quando il comune decise di finanziarne la costruzione.

La struttura è rialzata rispetto alla piazza e la si può raggiungere attraverso la breve scalinata che conduce fino alla vasca, al centro della quale si innalza una colonna dotata di due vasche sovrapposte e chiusa da un capitello.

Già dallo stesso secolo la piazza fu chiamata anche fontana del Sepale, per via delle antiche colonne che cingevano la struttura come fosse una siepe.

Piazza Fontana Grande - Viterbo

Tutt’oggi l’acqua che alimenta la Fontana Grande proviene da un antico acquedotto romano risalente al IX secolo che preleva l’acqua da una località a monte dell’ex penitenziario di Santa Maria in Gradi.

Piazza Santa Maria Nuova ^

Ad appena 300 metri di distanza si trova un’altra piazza di Viterbo, all’interno del quartiere medievale: piazza Santa Maria Nuova. La piazza di per se ha ben poco fascino, essendo aperta anche al traffico di automobili sembra più una larga via che un punto di ritrovo.

Più interessante è invece la storia della chiesa che dà il nome alla piazza. La chiesa di Santa Maria Nuova, infatti, agli inizi dell’XI secolo venne donata a un gruppo di ecclesiastici col fine di crearne un ospizio per i pellegrini diretti a Roma. La storia della chiesa si è spesso intrecciata con la politica della città di Viterbo, tanto che al suo interno hanno trovato sede lo statuto cittadino del XIII secolo e le casse comunali.

Il successo della chiesa di Santa Maria Nuova continuò a salire fino al XVI secolo, arrivando a custodire al suo interno anche gli archivi cittadini. Nel secolo successivo, però, la chiesa venne declassata da papa Pio V, che di fatto la aggregò alla cattedrale.

Piazza Santa Maria Nuova e chiesa di Santa Maria Nuova - Viterbo

Gli interni sono divisi in tre navate separate da dodici colonne e quattro semicolonne, ma la cosa più particolare è il soffitto della chiesa rivestito da piastrelle in terracotta dipinte a tempera.

Valle Faul ^

Valle Faul di Viterbo sotto al palazzo dei Papi

Il nostro tour di Viterbo è praticamente concluso e così torniamo al punto di partenza, adiacente al nostro parcheggio: valle Faul o valle di Faul. Questo è un punto di riferimento cittadino molto importante, un po’ perché conosciuto da tutti, un po’ perché visibile da tantissimi punti della città.

Valle Faul è il polmone verde di Viterbo e si trova in una piccola ‘vallata’ ai piedi del colle del Duomo (sul quale si trova anche il palazzo dei Papi). Non si tratta altro che di un parco cittadino che regala un po’ di verde, il quale si arrampica su tutto il crinale del colle attraverso i suoi alberi.

Purtroppo quest’area rappresenta un punto problematico della città, un po’ a rischio degrado, anche a causa dei diversi palazzi che versano in stato di abbandono.

All’interno della Valle Faul, dopo aver attraverso la porta Faul, si può accedere a un’area di parcheggio libero, che attraverso un veloce ascensore congiunge all’area di parcheggio del Sacrario, adiacente all’ufficio turistico.

Porta Faul e ingresso alla città storica di Viterbo

I bagni termali liberi di Viterbo ^

Una volta recuperata l’automobile riprendiamo il nostro tour della Tuscia e delle zone limitrofe. A dire il vero la prossima tappa è un po’ più distante: vogliamo raggiungere il giardino dei tarocchi a circa un’ora di distanza, rientrando in Toscana giungendo da sud.

Terme Libere in Lazio - Le Piscine Carletti di Viterbo

Quasi per caso raggiungiamo la tappa successiva: i bagni termali di Viterbo. Mentre guidiamo sulle prime strade esterne alla città notiamo alcune persone in costume in mezzo a un campo libero. Incuriositi fermiamo subito l’automobile e la parcheggiamo a bordo strada per andare a vedere da più vicino.

Così scopriamo l’esistenza di alcuni bagni termali liberi nella prima periferie di Viterbo: tre o quattro pozze in comunicazioni tra loro e alimentate (sembrerebbe) dalla stessa sorgente attraverso un piccolissimo canale. Siamo davanti alle “piscine Carletti”.

In realtà esistono diversi bagni termali intorno alla città di Viterbo:

  • le piscine Carletti, a circa 2 chilometri dal centro storico, che offrono acqua ricca di minerali e oligoelementi. La temperatura con la quale l’acqua sgorga varia dai trenta ai sessanta gradi centigradi e si trovano immerse in un grande prato totalmente aperto, al quale è possibile accedere anche di notte per una serata termale sotto le stelle;
  • le terme del Bullicame distano 2 chilometri e mezzo dal centro storico e sono immerse nella campagna viterbese. A differenza delle piscine Carletti, che sono una serie di piccole vasche collegate tra loro, questa è composta da due vasche molto più grandi. Una è a diretto contatto con la sorgente dalla quale l’acqua sgorga a 58° C, mentre l’altra ha una temperatura più bassa. Questa differenza tra le due vasche permette anche di fare un percorso “calidarium”. Le terme di Bullicame sono conosciute fin dall’antichità tanto da essere nominate anche da Dante nel XIV canto dell’Inferno. È possibile accedere gratuitamente a queste terme, ma l’orario di apertura è limitato durante la giornata e prevede la chiusura alle 17.00 nelle giornate invernali e alle 18.00 in quelle estive;
  • le terme del Bagnaccio sono quelle più organizzate, tanto da avere delle vasche con piastrelle intorno. Nonostante siano libere, vengono gestite da un’associazione che ne garantisce la sicurezza e per questo, a differenza delle altre, è necessario pagare un biglietto di ingresso di € 6. Estremamente in voga anche durante il periodo dell’impero Romano per via delle proprietà delle sue acque, venivano chiamate Acquae Passeris.
    Le terme del Bagnaccio sono composte da sei vasche con diversi getti di acqua solfurea che esce ad una temperatura di 63°C e sono circondate da un grande parco verde, parte del quale è stato coltivato con specialità tipiche di questa zona della Tuscia.

Ovviamente per vederle tutte bisognerebbe avere almeno un weekend a disposizione, quindi se si vuole unire qualche ora di relax alla visita della città di Viterbo è necessario scegliere solo uno di questi bagni termali.

La macchina di Santa Rosa ^

Passeggiando per Viterbo non si potrà non notare il frequente riferimento alla macchina di Santa Rosa. Questa è infatti la protagonista indiscussa della festa patronale della città: si tratta di un’altissima struttura a colonna decorata a sfondo religioso con protagonista santa Rosa. Solitamente l’altezza si aggira intorno ai trenta metri per cinque tonnellate di peso ed è illuminata da luci elettriche e da alcune fiaccole.

Ogni anno, la sera del 3 settembre, viene portata a spalla in giro per la città da circa 100 facchini (conosciuti con il nome di “Cavalieri di Santa Rosa”) che fanno diverse soste all’interno del centro storico per poi arrivare al santuario di Santa Rosa, dove la macchina viene lasciata per qualche giorno per poter essere comodamente ammirata da tutti. Il tragitto all’interno del centro storico è di circa un chilometro e se non ci si organizza per tempo sarà quasi impossibile trovare un posto da cui si abbia una buona visibilità, tanto è il richiamo di questa festa.

La macchina di Santa Rosa viene rinnovata ogni cinque anni circa e fabbricata artigianalmente nelle settimane precedenti all’interno del centro storico, nei pressi di Porta Romana. Nei negozi e nelle botteghe che si trovano in centro non è inusuale vedere cartoline o ricostruzioni di tutte le macchine di Santa Rosa che si sono susseguite durante i decenni.

Questa tradizione fonda le sue origine in diversi secoli fa. Non è ancora chiaro quando sia nata quest’usanza, ma sono giunte a noi testimonianze certe già dal XVII secolo. Sembra però che la tradizione sia nata poco dopo il 1258, anno in cui le spoglie della santa vennero trasferite dalla chiesa di Santa Maria in Poggio al Santuario di Santa Rosa. La manifestazione di Santa Rosa sarebbe stata istituita per commemorare quel momento ogni anno. Agli inizi dell’ottocento si verificarono anche alcuni incidenti, con macchine che presero fuoco o che si inclinarono pericolosamente sulla folla.

Dal 2013 la manifestazione della Macchina di Santa Rosa è stata inserita tra il patrimonio immateriale dell’UNESCO.

Itinerario di Viterbo ^

Scopri anche le altre città e i borghi, nell’itinerario di cinque giorni tra Tuscia e Maremma!

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Viterbo in Un Giorno - Cosa VedereItinerario di Viterbo: guarda la mappa del percorso e scopri cosa vedere in un giorno e la storia (in breve) che l'ha resa celebre.https://www.lorenzotaccioli.it/viterbo-in-un-giorno-cosa-vedere/
Lorenzo Taccioli