Damián Ortega, Cosmic Thing

All’Hangar Bicocca di Milano va in scena la prima mostra personale in Italia di Damián Ortega.

L’artista messicano affermatosi nella seconda metà degli anni novanta utilizza oggetti d’uso comune per creare le sue opere che spaziano su diversi linguaggi: dalla fotografia, all’installazione, dalla performance al video. All’Hangar Bicocca si espone “Casino“: la mostra comprende diciannove pezzi, tra sculture, installazioni, performance e film, di cui le foto sopra rappresentano quelle più sceniche.

Per le opere vengono utilizzati oggetti semplici e di recupero, che sono assemblati e rielaborati al fine di indagare sui temi cari all’artista: i sistemi di produzione e di trasformazione della materia.

The Beetle Trilogy è composta da tre opere: un’installazione, una performance ed un video ed è legata alla scelta. Al centro dell’opera c’è un Maggiolino, l’auto sviluppata per il popolo durante il terzo reich con l’intento di mantenere bassi i costi. Diventa il simbolo della ripresa dopo la seconda guerra mondiale ed è una delle prime auto economiche disponibili sul mercato messicano. In “Cosmic Thing“, l’esplosione delle componentistiche del Maggiolino, Ortega effettua una ricerca sulle relazioni tra gli oggetti e lo spazio in cui si trovano inseriti. Per costruire l’opera l’artista si è rivolto ad un’autofficina per smontare tutti i pezzi, dopodiché, manuale dell’auto alla mano, ha riprodotto tutte le posizioni nell’intento di “restituire la visione espansa di un oggetto“.

Moby Dick” è una performance in cui l’artista cerca di domare attraverso funi e carrucole l’automobile posta in moto su di uno strato di grasso con l’intento di analizzare il rapporto tra uomo e natura. Di questa performance si trova la macchina, con ancora il grasso intorno alle ruote e le funi attaccate, al centro dell’esposizione.

L’ultima opera della trilogia è Escarabajo, un video in cui, dopo un viaggio di esplorazione in campagna, giunge con l’automobile nella sede in cui questa era stata prodotta e la seppellisce con l’aiuto di altre persone.

Le altre due opere che si trovano nelle foto sono Hollow/Stuffed: market law del 2012 e  Controller of the Universe del 2007.  La prima nasce in seguito alla visione da parte di Ortega dell’immagine di un quotidiano che accompagnava la notizia del ritrovamento di un sottomarino che veniva utilizzato dai narcos per il trasporto di cocaina. Ricostruisce così un sottomarino con sacchi alimentari biodegradabili riempiti di sale, con un solo foro da cui fuoriesce il sale, creando un parallelismo ironico tra quella che era una volta tra le fonti principali di sostentamento di numerosi paesi (il sale) e la cocaina che ricopre ad oggi lo stesso ruolo.

Controller of Universe si presenta invece come l’esplosione di numerosi attrezzi da lavoro trovati dall’artista in vari mercatini dell’usato di Berlino ed appesi attraverso fili trasparenti. Il nome dell’opera rappresenta una citazione dell’opera di Diego Rivera che quando gli fu commissionato un murale per il Rockfeller Center di New York vi inserì anche un provocatorio ritratto di Lenin. Ciò causò la distruzione dell’opera che venne poi rifatta l’anno successivo dallo stesso Rivera per il Palacio de Bellas Artes di Città del Messico e venne chiamata “El hombre controlador del universo“.

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Damián OrtegaCasino di Damián Ortega all'Hangar Bicocca. Tra gli altri si trova la Beetle Trilogy, Hollow/Stuffed: market law e Controller of Universe. Tra ironia e relazioni uomo-oggetti.https://www.lorenzotaccioli.it/damian-ortega/
Lorenzo Taccioli