Legnano – Cosa Vedere nella Città degli Scoiattoli

Basilica di Legnano - San Magno
Basilica di Legnano - San Magno

Legnano è una piccola città lombarda a poco meno di un’ora dal centro di Milano in direzione Nord Ovest. Raggiungerla è quindi facilissimo, grazie ai numerosi treni che collegano le due città.

Non è particolarmente conosciuta, ma nel grigio delle sue giornate invernali può essere un’ottima meta oltre che per il suo castello e i palazzi antichi del centro storico, anche per il parco dove si trovano centinaia di scoiattoli che corrono continuamente avanti e indietro davanti ai tanti visitatori che spesso si fermano a dare loro un po’ di cibo.

Breve storia di Legnano ^

Le origini ^

Il fiume Olona che attraversa la cittadina ha fatto sì che le prime popolazioni decidessero di risiedere qui. Infatti dall’inizio dei tempi gli uomini scelsero preferibilmente di insediarsi nelle vicinanze di corsi d’acqua, per potersi approvvigionare e far sopravvivere gli animali allevati.

La zona di Legnano era particolarmente favorevole, perché al contrario di altre nelle vicinanze, veniva risparmiata dalle frequenti esondazioni del fiume. Gli insediamenti lungo il fiume Olona sono davvero molto antichi, risalenti addirittura all’età del rame. Infatti alcuni reperti (frammenti di vasi) sono datati addirittura tra il 3400 A.C. e il 2200 A.C.. Altri reperti arrivano invece dalla dominazione Celtica e sono datati tra il IV e il I secolo A.C., mentre quelli trovati in numero maggiore risalgono all’epoca romana e si tratta di piatti, monete e utensili vari.

Il medioevo ^

L’attuale divisione in contrade di Legnano (Contrada Granda e Legnanello) arriva direttamente dal medioevo, quando la città risultava divisa in due nuclei abitativi, separati dal fiume Olona.

A livello storico Legnano è salita alla ribalta nel medioevo, quando unita alla lega lombarda sconfisse Federico Barbarossa intenzionato a conquistare nell’Italia settentrionale, nella battaglia combattuta proprio nei dintorni di Legnano. A ricordare questo fatto, oltre a sei unità militari dell’esercito italiano dedicate alla città, ogni ultima domenica di Maggio viene celebrato il palio di Legnano: una rievocazione storica della battaglia, con sfilate in costume e gara ippica tra le otto contrade della città lombarda.

Di epoca medievale è anche il piccolo castello di San Giorgio, tuttora visitabile, ma che non riserva grosse sorprese oltre le mura esterne che sorgono proprio a ridosso del fiume Olona.

Il rinascimento ^

In epoca rinascimentale, durante il XV secolo Legnano ebbe un momento di successo, che portò alla costruzione di svariate case sfarzose riservate ai nobili e molte delle quali sono però andate distrutte nei secoli. Pare infatti che solo la Torre Colombera sia giunta fino ai giorni nostri.

Durante il XVI secolo la cittadina venne duramente colpita dalla peste, che decimò la popolazione. Nel frattempo le famiglie nobili, con l’intento di conquistare le grazie della curia milanese iniziarono una gara in opere di beneficenza e carità, facendo costruire la maggior parte delle chiese e dei conventi che sono giunti fino ai giorni nostri.

Nei secoli successivi il fiume Olona vide crescere in maniera esponenziale il numero di mulini lungo il suo letto, 17 erano infatti presenti nel solo comune di Legnano. Purtroppo i pochi che vennero conservati, furono distrutti entro lo scorso secolo per essere soppiantati da tecnologie più moderne di sfruttamento dell’energia idrica. La spinta definitiva all’economia di Legnano arrivò però a cavallo tra il ‘700 e l”800 quando venne potenziata la strada che metteva in comunicazione Milano a Parigi e che passava proprio da Legnano, sancendo un’importanza strategica per questa città.

L’ottocento e il Novecento – l’industrializzazione ^

Legnano è molto legata alle sue origini e alla sua storia, tanto che nel 1862, su esortazione di Giuseppe Garibaldi, decise di costruire una statua a ricordo della battaglia di Legnano. Questa fu commissionata allo scultore Egidio Pozzi e fu poi sostituita nel 1900 dal monumento al Guerriero di Enrico Butti. A distanza di vent’anni da questo evento, una grande esondazione del fiume Olona invase la città, ma i legnanesi non si diedero per vinti e reagirono alla tragedia, accaparrandosi anche una medaglia al valore militare per l’opera di risanamento compiuta.

A Legnano c’è una grande tradizione di lavorazione dei tessuti: già durante il XII secolo si lavorava la lana nei conventi, mentre durante l”800 nacque la prima grande industria della città, il Cotonificio Cantoni che associato all’artigianato e alla manifattura domestica diedero una prima spinta verso l’industrializzazione di Legnano. A partire dal 1850 nacquero le prime fabbriche tessili seguite poi da quelle meccaniche per la costruzione e la riparazione di macchinari tessili.
Legnano fu nota per la sua veloce industrializzazione, che portò anche qualche aspetto negativo con se, come l’impiego dei bambini nelle industrie. Questo fatto negativo portò anche ai primi scioperi e alla nascita delle società operaie.

Risale invece al 1882 la fondazione dell’industria meccanica Tosi che è anche l’unica grande industria di quel periodo ancora in attività. Come molte altre industrie di quel periodo, durante la prima guerra mondiale, venne convertita per la costruzione di armi per l’esercito. Non fu un periodo particolarmente fortunato per la città però, oltre alla diminuzione della popolazione dovuta alla guerra, lo scoppio di febbre spagnola e una seconda grande esondazione del fiume Olona registrata nel 1917 portò ad una diminuzione dei cittadini.

La ripresa fu per l’ennesima volta forte, dopo la prima guerra mondiale, ma durante la seconda guerra mondiale si ripristinò la situazione già vista: le fabbriche ripresero a produrre armamenti e molti cittadini furono chiamati alle armi. Nel frattempo la città fu colpita da un bombardamento che causò decine di morti e che portò Legnano sotto mano nazista, per cui la cittadina continuò a produrre armamenti. Ciò causò la nascita di alcune associazioni partigiane interne alla città, che vennero duramente colpite durante alcuni rastrellamenti nazisti nelle fabbriche, culminati con l’internazione nei lagher di alcuni operai. Ciò nonostante i partigiani non si diedero per vinti e continuarono a lavorare sodo, tanto da far meritare la medaglia di bronzo postuma al valore militare alla città di Legnano.

Dopo la naturale recessione dovuta al dopo guerra ancora una volta Legnano si riprese e riprese la sua crescita economica e industriale, tanto da diventare la seconda città italiana per indice di occupazione nel settore dell’industria durante gli anni ’50.

Cosa vedere a Legnano ^

In una mezza giornata a Legnano si può vedere tutto quello che il centro storico ha da offrire. Arrivando dalla stazione è facile orientarsi verso il centro storico e segnare un tragitto che comprenda le maggiori attrazioni della città.

Monumento al Guerriero di Legnano ^

Legnano Piazza Monumento Edificio Storico
Monumento al Guerriero di Legnano

Affacciato su di una rotonda stradale, che dà vita a Piazza Monumento, notiamo un lungo edificio le cui parete sono decorate con fantasie calde e gli affacci arricchiti con qualche archetto. Al centro della rotonda svetta il Monumento al Guerriero di Legnano. Si tratta della statua creata da Enrico Butti ad inizio dello scorso secolo, dopo il discorso di Garibaldi tenuto in città in cui spronava i cittadini a commemorare la battaglia di Legnano.

Chiesa di San Domenico ^

Proseguendo in direzione del centro storico, tra edifici un po’ trasandati e la statua dedicata ai caduti sul lavoro, in stile vagamente boteriano, arriviamo alla chiesa di San Domenico, su corso Giuseppe Garibaldi.

La chiesa di San Domenico è stata fortemente voluta dagli abitanti del rione a cui appartiene. Nata come una piccola cappella (oratorio del Salvatore) costruita nella seconda metà del ‘700, circa un secolo dopo venne ampliata per dare agli abitanti del quartiere una chiesa dove pregare e prese il nome attuale di Chiesa di San Domenico. Nonostante ciò si trattava comunque di una cappella ingrandita, quindi non adatta a ospitare troppe persone. Per questo a cavallo tra l’800 e il ‘900, quando la chiesetta rischiava di essere distrutta per fare spazio ad una conceria, cominciò una colletta tra gli abitanti del rione che permisero la costruzione in tempi record della nuova chiesa di San Domenico. La chiesa a croce latina, con tre navate è completata dalla cupola ottagonale arricchita con una statua in rame dorato del redentore.

Fino al 1925 continuarono i lavori per terminare la chiesa, tra cui la costruzione del campanile in stile rinascimentale alto 40 metri e l’ultimazione della facciata.

Chiesa del Santissimo Redentore ^

Chiesa del Santissimo Redentore con Pozzo e Battistero

Anche la chiesa del Santissimo Redentore risale all’inizio del ‘900 e questa venne costruita in meno di un anno, grazie a fondi privati oltre che a quelli della stessa chiesa. L’aumento della popolazione nella città di Legnano richiese infatti la costruzione di numerose chiese.

La chiesa del Santissimo Redentore si presenta con tre navate divise da due file di colonne in marmo che si congiungono nell’abside. L’altare all’interno è ispirato a quella della basilica di Sant’Ambrogio di Milano e a quello delle bellissime basiliche bizantine presenti a Ravenna.

Davanti alla chiesa, in quello che attualmente viene utilizzato come parcheggio, si trova un pozzo adornato con marmi, mentre alla sinistra della chiesa c’è un piccolo battistero nella classica struttura a base ottagonale.

Al nostro arrivo tutta l’aera è praticamente deserta, ma la chiesa in mattoni spicca nella foschia invernale.

Basilica di San Magno ^

Proseguendo verso il centro storico arriviamo ad una via che conduce alla basilica di San Magno, sull’omonima piazza, e a Palazzo Malinverni: le due costruzioni infatti si guardano vicendevolmente.

La basilica di San Magno, risalente ad inizio del ‘500 è in stile rinascimentale lombardo (stile sviluppatosi nel passaggio di potere tra la famiglia dei Visconti e quella degli Sforza). Sembra che il progetto originale della chiesa sia stato effettuato da Donato Bramante, uno dei più attivi artisti del rinascimento che lavorò principalmente a Milano e nelle zone limitrofe. Il campanile invece è stato aggiunto nella seconda metà del ‘700 e sorge proprio davanti la chiesa.

La basilica di San Magno è titolata all’arcivescovo ambrosiano Magno da Milano e sorge sulle ceneri della più antica chiesa romana di San Salvatore. Queste risalirebbe addirittura al X secolo, ma nel XV secolo presentava molti problemi di stabilità, peggiorati dalle frequenti inondazioni che la cittadina subiva, nonostante la posizione più favorevole sul fiume Olona. Date le condizioni ormai fatiscenti della chiesa di San Salvatore, gli abitanti di Legnano ebbero il via libera alla costruzione della nuova chiesa sulle basi della precedente.

Adiacente alla chiesa di San Salvatore si trovava anche il cimitero cittadino, che qui rimase fino all’inizio dell”800, quando una legge impose lo spostamento dei cimiteri al di fuori delle città per questioni di salubrità.

La maggior parte dei contributi alla costruzione della chiesa venne data da due famiglie nobiliari di Legnano che, in quell’epoca, facevano a gara per sostenere progetti pubblici a scopo di avere grande visibilità. Nel giro di 9 anni si conclusero infatti i lavori di costruzione della struttura esterna. Tempi più lunghi si ebbero invece per il termine dei lavori interni, per i quali si alternarono diversi problemi: da mancanza dei fondi, alla morte del progettista, fino ad un impoverimento generale della cittadina. Nonostante questo, però, nel 1929 fu possibile consacrare la chiesa di San Magno.

Nei secoli successivi diversi lavori coinvolsero la chiesa, come lo spostamento dell’ingresso nell’attuale posizione o il consolidamento della cupola per motivi strutturali o ancora il rifacimento dell’imponente porta di ingresso alla chiesa.

Nel 1950, infine, Papo Pio XII elevò la chiesa di San Magno al rango di Basilica Romana Minore.

Palazzo Malinverni ^

Legnano Palazzo Malinverni - Sede Comune

Adiacente alla basilica di San Magno si trova Palazzo Malinverni, il cui ingresso si trova sulla rotatoria stradale dalla quale si può vedere il pulpito della basilica (largo Franco Tosi).

L’edificio risale all’inizio del secolo scorso, il periodo di maggior espansione (economica e sociale) della città e attualmente ospita il comune di Legnano. Il municipio era precedentemente posto in un altro palazzo sempre in Piazza San Magno e per la costruzione di questa nuova sede fu indetto un concorso, con rigide specifiche da rispettare (tre piani di altezza, con altezze specificate dei singoli piani, locali per la portineria, ufficio per telegrafo e tanti altri vincoli). Ai tre progetti vincitori spettava un premio in denaro che andava dalle 1.000 lire alle 250 lire.

Nel 1908 cominciò così la costruzione del palazzo Malinverni che si protrasse fino all’anno successivo per un costo totale di circa 300.000 lire, tre volte tanto quello inizialmente preventivato.

Il palazzo abbraccia diversi stili: da quello medievale ad elementi in stile liberty e neorinascimentali.

Piazza San Magno ^

Sia la basilica della città che il Palazzo Malinverni si affacciano sulla bella Piazza San Magno, che accoglie anche diversi altri palazzi, alcuni in stile liberty e altri decisamente più contemporanei. Si tratta di una piazza ampia e spaziosa, dove si trova diverso verde piantumato qua e là anche grazie a una recente riqualificazione, terminata nell’Aprile 2015 con un costo di circa cinquantamila euro e che è servita a gestire meglio l’irrigazione del verde, oltre che ammodernare con passerelle in legno e diverse sedute la piazza principale di Legnano.

Palazzo Ottone Visconti e Palazzo Leone da Perego ^

In una passeggiata per Legnano non si può assolutamente perdere lo storico palazzo Leone da Perego, nella cui corte si congiunge con il palazzo Ottone Visconti, formando la corte arcivescovile.

Il palazzo Leone da Perego risale alla fine dell”800, ma nella sua costruzione sono stati conservati diversi elementi del preesistente palazzo in stile medievale e la cui origine è incerta (IX o XIII secolo), mentre il palazzo Ottone Visconti risale al 1200, ma durante il 1937 subì una totale ristrutturazione.

Entrambi i palazzi storici devono i loro nomi ai rispettivi arcivescovi milanesi che avevano qui la loro residenza e da qui deriva anche il nome della corte artivescovile, formata dalla congiunzione dei due palazzi.
La corte è piuttosto suggestiva: i due palazzi si aprono con numerose finestre e bifore ad arco su di un’intima e raccolta piazzetta. Attualmente all’interno di Palazzo Leone da Perego sono ospitate frequenti mostre d’arte, mentre dentro a Palazzo Visconti è ospitato il cinema Ratti.

Castello Visconteo di Legnano ^

La passeggiata per il centro storico però non è ancora conclusa se non si fa una tappa al piccolo Castello Visconteo di Legnano. In realtà questo castello non ha molto da offrire, se non le sue mura e le basse torri che svettano al fianco del fiume Olona.

L’accesso al castello è libero, ma non dà enormi soddisfazioni, ci si trova infatti qualche struttura semi-diroccata, le stalle, i resti della chiesetta di San Giorgio, una sala espositiva e poco di più. Nel giro di 10 minuti si è quindi visto tutto quello che il castello visconteo ha da offrire, perché anche le strutture recuperate non sono troppo valorizzate e non si percepisce il valore storico che possono avere.

Storia del castello ^

Risale al XIII secolo ed è conosciuto anche con il nome di castello di San Giorgio. La sua costruzione avvenne per fini prettamente strategici, dovuti alla posizione particolarmente favorevole di Legnano: un facile assedio della città avrebbe infatti portato velocemente al raggiungimento di Milano da parte dei nemici, aprendo una ferita nel sistema difensivo difficile da arginare. Questa motivazione tenne in piedi il castello, fino a quando Legnano acquisì maggior indipendenza da Milano e anche la sua storia di ‘avamposto militare’ lasciò spazio alle coltivazioni agricole rendendo meno necessario questo strumento di difesa.

La motivazione del nome di “San Giorgio” per il castello sono dovute alle sue origini: proprio qui infatti si trovava un piccolo convento dedicato al santo, dotato di una sua piccola torretta di vedetta. Nel tempo però, la famiglia nobile milanese Della Torre riuscì ad acquisire sempre più proprietà in questo territorio, fino ad arrivare anche al terreno del convento. Su pressioni della famiglia, i frati che occupavano il convento decisero di lasciarlo e così alla costruzione originale vennero aggiunte due ali che lo trasformarono in un piccolo castello, a conferma del potere della famiglia sul territorio (seconda metà del ‘200).

Successivamente l’arcivescovo Ottone Visconti stabilì qui la sua residenza, perché riteneva il castello militarmente più sicuro rispetto al palazzo arcivescovile costruito nel centro cittadino. La struttura rimase nelle mani della famiglia Visconti fin tutto il XV secolo.

Quando quest’area venne conquistata dai Lampugnani, i quali si battevano nei dintorni per allargare i propri possedimenti, ci fu nuovamente un ammodernamento del sistema protettivo del castello, che fino a quel momento veniva protetto semplicemente dal fiume Olona. In questo periodo venne infatti fortificata la struttura e scavato un fossato allagabile sopra al quale far aprire il ponte levatoio del castello visconteo, oltre che ricreato il torrione d’ingresso.

Durante i secoli il castello fu vittima di altri passaggi di proprietà, secondo anche le famiglie che governavano quest’area a nord di Milano.
Il periodo di decadenza cominciò però all’inizio dell”800, quando venne acquistato da I Cornaggia (famiglia benestante coinvolta nel commercio del cotone) che intendevano utilizzarlo come residenza estiva. Dopo i primi anni, però, I Cornaggia decisero di passare anche le più calde estati nella loro residenza milanese, abbandonando di fatto il castello e facendolo cadere in malora e per poi trasformarlo, circa 80 anni dopo, in azienda agricola, vista la crescita di questo settore nel territorio.

Le condizioni del castello continuarono a peggiorare fino a quando nel 1963 il comune di Legnano firmò il compromesso per acquisire il castello, che si tramutò nel passaggio di proprietà vero e proprio circa dopo 10 anni, a seguito dell’accordo per l’utilizzo di tutte le aree circostanti il castello, tra cui anche il parco.

A seguito di diversi lavori di ristrutturazione, il castello è stato restituito al pubblico solo nel 2005.

Parco Castello ^

Subito al di là del fiume Olona che scorre vicino al castello è presente il grande Parco Castello, conosciuto anche come Bosco di Legnano. La sua superficie di circa 25 ettari è arricchita da un lago ricavato da acqua di falda e che ospita pesci e uccelli come papere e cigni. Anche nel periodo invernale, dove l’acqua tende a congelare, è possibile vedere diversi uccelli che si avventurano alla ricerca di cibo.

Quello che più colpisce del parco, però, è l’incredibile numero di scoiattoli che corrono avanti e indietro, sopra e sotto gli alberi, in tutto il Parco Castello. Si tratta ovviamente di una specie non autoctona, ma che ben si è ambientata anche grazie all’affetto dei legnanesi che li alimentano continuamente. Tantissimi nonni trascorrono qui il pomeriggio con i nipoti nel tentativo (spesso riuscito) di avvicinare questi simpatici animaletti.

Sono rimasto colpito dal loro numero e dalle continue corse a pochi metri dalle persone. Inoltre sono molto affabili e si fanno avvicinare senza troppi problemi, è necessaria solamente un po’ di pazienza.

Il Parco Castello è stato istituito nel 1976, quando si è deciso di piantumare l’area con il verde tipico di queste zone.

A Passeggio per Legnano ^

Dopo un’oretta spesa all’interno del parco abbiamo ripreso la nostra passeggiata per il centro storico, passando di tanto in tanto davanti ad edifici più o meno storici abbandonati, fino a tornare nella piccola stazione, ben servita, per rientrare a Milano.

https://www.lorenzotaccioli.it/wp-content/uploads/2017/06/Basilica-di-Legnano-San-Magno-600x414.jpg
px600
px414
Legnano - Cosa Vedere nella Città degli ScoiattoliLegnano è molto conosciuta per la sua battaglia. Ecco cosa vedere in mezza giornata, tra il parco ricco di scoiattoli ed edifici storicihttps://www.lorenzotaccioli.it/legnano-cosa-vedere-citta-scoiattoli/
Lorenzo Taccioli