Ordrupgaard – il Museo di Zaha Hadid in Danimarca

Geometry of Innocence di Doug e Mike Starn dentro Art Park del museo Ordrupgaard

È il nostro quarto giorno in Danimarca e, dopo aver dedicato tre giorni a Copenaghen, raggiungiamo l’aeroporto e ritiriamo un automobile a noleggio. Con questa viaggeremo per tutta la Danimarca alla scoperta di tutto il paese. La prima tappa è l’Ordrupgaard, un museo famoso anche per il suo parco artistico e per essere stato progettato dalla celebre architetto irachena Zaha Hadid.

Cos’è l’Ordrupgaard ^

L’Ordrupgaard è, insieme al museo Louisiana, un altro dei musei più famosi di tutta Danimarca. Al suo interno è presente una delle collezioni di arte danese e francese più importanti al mondo, focalizzata sul Nord Europa del XIX e XX secolo. Il museo venne voluto dall’ex direttore generale di Hafnia, dal consigliere di Stato e collezionista d’arte Wilhelm Hansen e da sua moglie Henny.

Ordrupgaard venne fondato nel primo dopo guerra, tra il 1916 e il 1918 all’interno della parte storico dell’edificio attuale. Questo spazio venne costruito originariamente come una residenza di campagna in stile neoclassico a tre ali. Da questo, attraverso un giardino d’inverno, si raggiunge la collezione francese.

Purtroppo nel 1922 Wilhelm Hansen subì una grossa perdita finanziaria e, per appianarla, si trovò costretto a vedere ben la metà della sua collezione francese: 82 opere, tra cui pezzi di Cézanne, Gauguin e Manet. Passata la crisi il collezionista riprese ad acquistare opere già dall’anno successivo, ma non riuscì a rientrare in possesso di molte di quelle vendute.

Hansen morì nel 1936 e sua moglie continuò a vivere da sola all’interno dell’Ordrupgaard fino a quando se ne andò anche lei nel 1951 e lasciò l’intera collezione, l’edificio e il parco, in eredità allo stato della Danimarca. Appena due anni più tardi il museo fu aperto al pubblico come museo statale.

L’ampliamento di Zaha Hadid ^

La struttura originale di inizio novecento venne estesa nel 2005 con l’ala in vetro e cemento nero lavico progettata da Zaha Hadid. Quest’ultima parte ha donato al museo uno spazio ulteriore di 1150 metri quadrati.

Il cemento nero lavico è un materiale particolare, che rende variabile il colore della superficie, in base alle condizioni del tempo e al vento, con tonalità che vanno dal grigio opaco al nero lucido. Lo spazio interno è un unico spazio fluido, in cui difficilmente si percepisce la suddivisione tra gallerie, corridoi, pavimenti e soffitti.

L’intera struttura di Zaha Hadid segue il movimento del terreno e così pavimenti e soffitti si alzano e scendono lungo il crinale della collina su cui si sviluppa. Le pareti in vetro hanno invece la duplica funzionalità di dare luce naturale agli spazi interni, ma anche di connetterli maggiormente con lo spazio verde che circonda la struttura.

Dove si Trova il Museo di Zaha Hadid ^

Il museo Ordrupgaard si trova a nord della città di Copenaghen, a circa una decina di chilometri dalla città, sempre nei pressi della costa, nel comune di Jægersborg Dyrehave.

Il metodo più pratico per raggiungerlo è senza dubbio l’automobile, anche perché varcato il cancello del museo è presente un piccolo parcheggio in cui lasciare la macchina.

Volendo però è possibile utilizzare anche i mezzi pubblici che partono da Copenaghen. Con un paio di autobus e qualche minuto a piedi si può raggiungere l’Ordrupgaard in tre quarti d’ora. Ci sono diversi autobus che vanno nella giusta direzione, quindi conviene verificare online gli autobus da prendere in base all’orario in cui si intende partire.

Collezioni dell’Ordrupgaard ^

Le collezioni dell’Ordrupgaard sono riferite principalmente all’arte danese e a quella francese del periodo moderno.

Hansen fondò la sua collezione con opere dell’età dell’oro danese, con pezzi che andavano dal XIX secolo agli inizi del XX, dal 1892 al 1916 circa. Al suo interno sono presenti opere di artisti nazionali di rilievo, quali Wilhelm Marstrand, Christoffer Wilhelm Eckersberg, Johan Thomas Lundbye, Christen Købke e PC Skovgaard. Successivamente Hansen, fortemente interessato anche dall’arte contemporanea, acquistò numerosissime altre opere di Vilhelm Hammershøi, Fritz Syberg, Theodor Philipsen, LA Ring, Fynbo Painters Johannes Larsen e Peter Hansen.

Solo durante la prima guerra mondiale Hansen iniziò a curiosare verso l’arte francese e non passarono molti anni prima che iniziò ad acquistare pezzi provenienti dai più rinomati artisti di questa nazione. Tra il 1916 e il 1918 acquisì dipinti, pastelli, sculture e disegni di artisti del calibro di Alfred Sisley, Claude Monet, August Renoir, Camille Pissaro. Nonostante il suo forte interesse fosse verso l’impressionismo francese, per meglio collocarlo nel percorso artistico comprò anche opere dei periodi precedenti e successivi. Così visitando l’Ordrupgaard ci si può imbattere in Delacroix, Rousseau, Courbet, ma anche Manet e Gauguin.

Purtroppo durante la nostra visita all’Ordrupgaard sono in corso dei massicci lavori di ampliamento della struttura. Parcheggiamo l’automobile e il viale che conduce fino all’ingresso è completamente transennato e attraversato da ruspe che scavano nel suolo per fare spazio alle nuove infrastrutture. Ovviamente il museo è chiuso e le opere sono state messe al sicuro, ma è comunque possibile visitare il parco artistico che si apre dietro gli stabili storici e l’ampliamento di Zaha Hadid.

Il Parco Artistico dell’Ordrupgaard ^

Fortunatamente possiamo visitare il parco artistico del museo. Questo è nato come un progetto triennale in cui artisti conosciuti a livello internazionale creano delle opere site specific. Ogni estate il parco si rinnova con nuovi contributi e opere, con l’ambizione di creare un vero e proprio museo contemporaneo all’aria aperta.

Le opere ospitate nel parco artistico dell’Ordrupgaard sono spesso strettamente correlate all’ambiente, utilizzando materie prime naturali o sviluppando riflessioni su elementi come acqua, luce e riflessi. L’art Park è stato inaugurato il 15 giugno del 2013 ed è liberamente accessibile ai visitatori anche durante i lavori di ampliamento del museo.

Il primo lavoro a essere stato installato nel parco è Semicircular Mirror Labyrinth II di Jeppe Hein, ovvero un labirinto costruito con lamelle di acciaio riflettente alte due metri che formano un percorso nel quale si può entrare e ci si può specchiare. 

Nel 2015, tra le altre opere, è stata aggiunta anche Confiteor di Henry Kroktasis. Nelle sue opere l’artista è usuale riutilizzare oggetti abbandonati che trovano così nuova vita. In questo caso la struttura, rialzata da terra attraverso un palo, è uno spazio ambiguo a metà tra un padiglione, un capanno per gli attrezzi e un confessionale. Lo spazio può essere visto solo dall’esterno, anche se è consentito aprire le porte e sbirciare al suo interno..

Confiteor di Henry Kroktasis - Art Park Museo Ordrupgaard

L’inaugurazione del 2016 è stata all’insegna del divertimento, con Vær i vejret (Weather the weather) di Olafur Eliasson: un grande cerchio piantato a terra dal quale fuoriesce una massiccia quantità di acqua vaporizzata che richiama soprattutto i visitatori più giovani. Il grande anello in bronzo investe il giardino di una fitta nebbia, che cambia direzione al variare del vento. Ciò è reso possibile da una piccola bandiera montata sul tetto del museo che rileva la direzione del vento. Successivamente l’anello, grazie a ben 36 ugelli equidistanti tra loro e lungo tutta la circonferenza del cerchio, spruzzano dei potenti getti. Purtroppo l’opera non è sempre in funzione e durante la nostra visita è possibile vedere solamente la struttura spenta.

Weather the Weather di Olafur Eliasson - Cerchio nel parco del museo Ordrupgaard

Dal 2017, invece, l’Art Park ha una nuova grossa pigna nel suo parco: si tratta di Pinecone Pavillon del duo di artisti danesi Randi e Katrine. L’opera è una pigna di quattro metri e mezzo posizionata seminascosta tra arbusti e il sottobosco, all’ombra di pini che lasceranno cadere pigne tutte intorno. La pigna rappresenta un elemento decorativo dell’architettura, ma anche il simbolo della conoscenza e dell’illuminazione. Il suo simbolismo si lega anche alla possibilità di essere posseduta da qualsiasi persona, per il suo basso costo e per il fatto che spesso i bambini le raccolgono e le mettono nelle loro tasche. Inoltre la pigna è stata utilizzata come motivo decorativo all’interno dell’Ordrupgaard, nei mobili e negli ornamenti in stucco. 

Pinecone Pavillon di Randi e Katrine - Installazioni di Land Art vicino a Copenaghen

Il 2018 è stato l’anno del duo americano Doug e Mike Starn che ha creato un labirinto verticale di bambù: Geometry of Innocence per la loro serie Big Bambù. A questa serie appartiene anche un’opera che è rimasta per ben sei mesi sopra al tetto del Metropolitan Museum of Art di New York nel 2010, che è stata la nona mostra più visitata in assoluto nella storia del museo. Geometry of Innocence è un’alta struttura di bambù sulla quale si può camminare fino a raggiungerne la sommità, al pari della cima degli alberi vicini. I materiali utilizzati sono stati esclusivamente bambù e chilometri e chilometri di corda per legare insieme le varie canne e creare una struttura stabile che resistesse anche alle intemperie e al peso dei visitatori. Camminando sull’opera passiamo tra ponti sospesi e salite ripide alternate ad aree relax in cui è possibile sedersi in panche dotate persino di portabicchiere, come sulla sommità della struttura che raggiunge i 15 metri di altezza. Il caos casuale con cui è stata costruita l’opera si lega all’invisibile architettura della vita.

A queste opere principali se ne affiancano altre, sparse sempre per il giardino del museo. Spesso case e casette costruite in legno sotto – o all’altezza – degli alberi che, durante il periodo di attività dell’Ordrupgaard vengono completate con allestimenti particolari in grado di attirare l’attenzione e la curiosità dei visitatori. Inoltre ogni anno vengono aggiunte nuove opere e dismesse alcune delle precedenti, in questo modo una visita al parco sarà in grado di regalare sempre nuove emozioni.

All’interno del parco artistico dell’Ordrupgaard è presente anche la casa di Finn Juhl, che venne costruita dal designer di mobili come abitazione funzionalista. Progettata nel 1941 e 1942, ospitò il designer fino al 1989 e, successivamente a una donazione, venne aperta nel 2008 come area aggiuntiva e separata del museo d’arte Ordrupgaard.

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Ordrupgaard - il Museo di Zaha Hadid in DanimarcaScopri le collezioni del museo di arte moderna Ordrupgaard di Copenaghen, le opere del suo Art Park e gli spazi progettati da Zaha Hadid.https://www.lorenzotaccioli.it/ordrupgaard-museo-zaha-hadid-danimarca/
Lorenzo Taccioli