Il Parco dei Mostri di Bomarzo – Info e Foto

Proteo o Glauco - Statua Mostro a Bocca Aperta di Bomarzo

Avevo già visitato diversi anni fa il parco dei Mostri di Bomarzo e ne ero rimasto piacevolmente sorpreso. Per questo motivo, durante una vacanza di qualche giorno in Tuscia, ho deciso di tornarci nuovamente e rinfrescarmi la memoria.

Cos’è il Parco dei Mostri di Bomarzo ^

Statua di Elefante con Torretta che stringe tra le fauci un legionario romano
Statua Gigante della Donna Dormiente

Il parco dei Mostri di Bomarzo, anche noto come Sacro Bosco o Villa delle Meraviglie di Bomarzo, è un parco naturale in cui si trovano numerosissime sculture in basalto, alcune di dimensioni ragguardevoli, che ripropongono animali mitologici, divinità e mostri.

L’obiettivo di chi ha progettato il Sacro Bosco era senz’altro stupire, che questo lo si ottenesse attraverso le dimensioni delle statue o attraverso il ribaltamento di regole prospettiche o ancora attraverso statue provocanti, poco importa. La passeggiata di circa un’ora all’interno del bosco stupirà attraverso figure mitologiche, case sotto sopra, mostri dalle fauci giganti all’interno delle quali si può curiosare e tanto altro..

L’Orsini, ideatore del parco, quando riceveva i suoi ospiti si guardava bene dal dare loro spiegazioni circa le statue che stavano vedendo, ma attraverso didascalie enigmistiche attendeva che fosse la cultura dell’ospite stesso a rispondere alle domande.

Le statue ritrovate in questa zona risalgono al XVI secolo e sono state in parte riposizionate per creare il percorso di visita attuale del Parco dei Mostri di Bomarzo. L’area totale del parco è di circa tre ettari e si sviluppa all’interno di una piccola foresta. Per questo motivo è sconsigliabile visitarla in giornate piovose o subito dopo giorni di pioggia: l’ombra fatta dagli alberi non permette una rapidissima asciugatura del terreno.

Il materiale scelto per le sculture, il basalto, è largamente disponibile in quest’area del Lazio. Sulle statue si trovavano frequentemente delle incisioni sibilline che, purtroppo, in buona parte sono difficilmente leggibili.

Breve Storia del Parco dei Mostri di Bomarzo ^

La creazione del Parco dei Mostri di Bomarzo risale al XVI secolo e, più precisamente, al 1547 quando il principe Vicino Orsini (pseudonimo di Pier Francesco Orsini) commissionò all’architetto Pirro Ligorio la progettazione di un parco in genere grottesco. Le statue vennero realizzate dallo scultore Simone Moschino, proveniente da Orvieto.

L’Orsini dedicò il Sacro Bosco alla moglie Giulia Farnese, ma ancora oggi non sono ancora chiari i motivi della costruzione di questo parco. Le teorie sono svariate, c’è chi parla di un itinerario di matrice alchemica, chi vede riferimenti letterari di tipologia rinascimentale come, per esempio, al Canzoniere del Petrarca. Quello che però ancora sfugge è il motivo ‘universale’ che lega tutti i pezzi nell’itinerario proposto.

Il parco ebbe però breve vita: nel 1585, alla morte dell’ultimo principe Orsini fu totalmente abbandonato e venne riscoperto solo nella seconda metà del novecento. Certo fino ad allora si sapeva dell’esistenza di alcuni bizzarri pezzi in queste terre, ma nonostante ciò le statue vennero impiegate per estrarne il materiale e, in alcuni casi, come ricovero per animali o attrezzi per l’agricoltura.

Quando i coniugi Severi Bettini capirono le potenzialità di questo tesoro diedero tutto loro stessi per recuperare quanto disponibile. Alcune statue erano ben più lontane rispetto all’attuale percorso di visita e cercarono di riportarle all’interno di un’area circoscritta. Tra i loro obiettivi c’era anche quello di valorizzare il Parco dei Mostri di Bomarzo coinvolgendo la cittadinanza: in un’area ricca di disoccupazione questa fu una ventata di aria fresca.

L’intera città fu talmente grata ai due coniugi che, alla morte, decise di seppellire i loro corpi all’interno del parco: ancora oggi si trovano dentro al tempietto che si trova verso la fine del percorso di visita e che, molto probabilmente, custodisce anche le spoglie di Giulia Farnese.

Le Statue del Parco dei Mostri di Bomarzo ^

La direzione della visita all’interno del Parco dei Mostri di Bomarzo è segnalata e comincia, dopo la biglietteria, con una passeggiata fino al castelletto di ingresso: qui un portale ci immette nel circuito che seguiremo per vedere tutte le statue presenti nel parco.

Davanti al portale si trova la piccola Sfinge, immersa tra il verde circostante e che interroga i visitatori. A poca distanza, proseguendo a sinistra, c’è invece la statua del Pan-Giano. Entrambe si rifanno all’iconografia classica di questo essere dal viso femminile e il corpo da leone e sono qui posizionate per dare il benvenuto ai visitatori.

Proteo o Glauco - Statua Mostro a Bocca Aperta di Bomarzo

Quello che però sorprende, subito all’inizio della visita, è il Proteo o Glauco: un grande mostro dalla bocca aperta al quale però non è possibile avvicinarsi perché protetto da una staccionata. La scultura è stata posizionata a contatto diretto con il crinale della collina, dalla quale sembra emergere solo con la testa. Sopra al capo, una scultura a forma di globo terrestre sorregge un piccolo castello che simboleggia la possibilità di gestire il mondo, grazie al controllo del sapere. A sinistra di questa scultura si trova invece la piccola cascata.

Ritornati sui nostri passi, passiamo davanti al Mausoleo che, oggi, è più che altro una figura poligonale e sfaccettata alla quale si può girare intorno e che richiama le antiche tombe etrusche trovate a Sovana, qualche chilometro da qui. A questo punto la visita guidata continua scendendo la scalinata, anche se la mappa fornita in biglietteria non è chiarissima a riguardo. Per essere sicuri di non aver sbagliato è sufficiente avere come riferimento che, percorsi poco scalini, ci si trovi davanti la mastodontica statua di Ercole e Caco, conosciuta anche come “Lotta tra Giganti”. Questa è la statua più grande dell’intero parco e raffigura i due soggetti intenti in un combattimento.

Tartaruga nel Parco dei Mostri di Bomarzo

Addentrandoci nella boscaglia si trovano in successione tre animali:

  • una grande tartaruga con sul guscio la statua di Nike. Questo soggetto è simbolo di stabilità e longevità e rappresenta l’unione tra terra e cielo in un passaggio di purificazione in cui la donna alata rappresenta la fase finale di questa trasformazione;
  • un’orca, per la quale serve un po’ di immaginazione per vederla, e che sembra fissarsi reciprocamente con la tartaruga;
  • una grande fontana con al centro la statua di Pegaso, che insiste ancora sulle caratteristiche umane: questa volta di istinto e passionalità, che possono essere dominate attraverso la volontà spirituale simboleggiata dalle ali del cavallo.

A questo punto della visita le sculture si intensificano e si fanno più ravvicinate quasi a comporre un unico corpo. Qui incontriamo infatti la raffigurazione delle tre grazie, la fontana con i delfini, Iside e un grande teatro davanti al quale si trovano degli obelischi. In questa sezione del Parco dei Mostri di Bomarzo sono innumerevoli i rimandi all’arte classica.

Casa Pendente nel Parco dei Mostri di Bomarzo

Uno dei pezzi più interessanti presente all’interno del parco dei Mostri di Bomarzo è senz’altro la casa pendente: un palazzetto a due piani attorno al quale sale la scala che dobbiamo prendere per proseguire la visita. La particolarità di questa casa è l’estrema pendenza che, entrandovi all’interno, dà quasi una sensazione di sballo e perdita di equilibrio. Questa sensazione è amplificata ulteriormente dal fatto che il pavimento e i muri non formano tra loro un angolo retto. Anticamente l’entrata nel Sacro Bosco era proprio in corrispondenza di questa casa.

Proseguiamo lasciandoci alle spalle la tomba, l’ariete e la panca etrusca (sulla quale è possibile fermarsi qualche attimo a riposare) e il grande vaso e arriviamo alla scultura più rappresentativa dell’intero parco: l’orco. Un grande mostro dalla bocca aperta, nella quale è possibile entrare grazie alla scalinata che conduce fin dentro le sue fauci, per scoprire un tavolo e due piccole panche. Parlando al suo interno la voce assume distorsioni curiose, a causa della conformazione della struttura scavata nel tufo.

Anche le statue seguenti sono degne di nota: un grande drago, un vorace elefante sormontato da una torretta e che stringe tra le fauci un legionario romano (rimando all’impresa di Annibale durante le guerre puniche), e il cerere che ci introduce al piazzale dei vasi, proprio davanti al grande elefante.

In pochi passi siamo al Nettuno che, immobile, sovrasta una vasca d’acqua ormai in disuso che piano piano viene aggredita dal muschio.

Le statue sono ancora numerose, ma spesso si dedicano pochi secondi ad ognuna di esse, perché non estremamente significative, come quella del delfino, la donna dormiente o i sedili con torretta che ritroviamo dopo aver raggiunto la scalinata che ci riporta all’Ercole. Questa volta prendiamo a destra e arriviamo fino alla furia con i leoni: una statua che ricorda le forme di una donna e che siede a gambe aperte rivolta verso l’echidna. La furia è una donna con la coda e grandi ali di drago, mentre l’Echidna è una donna dotata di due code da serpente al posto delle gambe e, nella leggenda, i leoni sono suoi figli. Questi leoni si ritrovano anche nello stemma della città di Viterbo.

Piazzale delle Pigne - la Piazza del Parco dei mostri di Bomarzo sormontata dalla rotonda

Due orsi ci accolgono nel lungo corridoio rappresentato dal piazzale delle pigne, chiuso dalla grande statua di Persefone. Il nome di questo spazio deriva dalle numerose sculture che segnano la lunghezza della piazza e che sono sormontante dal cosiddetto “Pignone”. Su di questo piazzale si trova la rotonda, una piccola scultura circolare, dalla quale ci si può affacciare sul giardino sottostante.

Tempio del Sacro Bosco - Racchiude le Spoglie dei coniugi Severi Bettini e di Giulia Farnese

Siamo ormai giunti alla fine della nostra passeggiata nel Sacro Bosco e dopo aver salutato il Cerbero, rappresentazione del noto cane a tre teste che sorveglia l’oltretomba, prendiamo la scaletta che ci porta fino al tempio del Vignola, quasi isolato nel grande prato su cui si trova.

Il tempio venne costruito quasi a distanza di vent’anni rispetto il resto del parco e ripropone in un’unica struttura le forme architettoniche di diverse epoche tra cui quella classica e quella rinascimentale. Questo è il tempio che racchiude all’interno le spoglie dei coniugi Severi Bettini e, con ogni probabilità, di Giulia Farnese.

Mappa del Parco ^

Quella a seguire è la mappa del Parco dei Mostri di Bomarzo, nella quale sono segnalate tutte le attrazioni.

Mappa Parco dei Mostri di Bomarzo

Clicca qui per aprire la mappa del Parco dei Mostri di Bomarzo in alta risoluzione.

Prezzi d’ingresso al parco e informazioni utili ^

Il biglietto di ingresso al parco si acquista direttamente in biglietteria. Anche nelle giornate più affollate la fila scorre velocemente e questo è probabilmente dovuto anche ai modi bruschi e poco affabili del personale. Subito dopo la biglietteria si trova una piccola area ristoro e uno shop dove trovare guide più esaustive sul parco.

Importante è sapere che all’interno del Parco dei Mostri di Bomarzo la linea telefonica mobile è davvero scarsa, quindi è bene non perdersi troppo di vista e soprattutto organizzarsi per tempo se si vuole seguire una guida online di visita del parco.

Visitare il Sacro Bosco con la carrozzina per bambini o per persone con disabilità motoria è molto complicato, se non addirittura sconsigliato. L’accesso al parco è vietato ai cani anche se condotti al guinzaglio, fatta eccezione per eventuali cani guida.

Il prezzo di accesso al Parco dei Mostri di Bomarzo è di 10€ per il biglietto intero, di 8€ per i bambini fino a 13 anni e gratuito per quelli al di sotto di 4 anni di età.

Come arrivare al Parco dei Mostri ^

Per vedere il Parco dei Mostri di Bomarzo è necessario raggiungerlo in autonomia. Non sono infatti previsti mezzi pubblici che conducono fino a qui. Eventualmente si può raggiungere Bomarzo e poi procedere a piedi per poco meno di due chilometri.

Il parco dei mostri si trova proprio al di sotto del centro storico e, dopo una breve discesa, si arriva in un grande parcheggio sterrato dove è possibile lasciare l’automobile e dal quale si entra direttamente in biglietteria.

La permanenza media per la visita del parco è di circa un’ora e mezza, ma può aumentare se come molti degli abitanti del luogo, decidete di raggiungerlo e fermarvi anche per un pic nic nel grande parco tra la biglietteria e l’ingresso all’area con le statue.

Leggi la guida alla scoperta di Tuscia e Maremma in 5 giorni.

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Lorenzo Taccioli