Villa Litta Lainate – Alla Scoperta della Villa della Meraviglia

Struttura del Ninfeo - Incrostazioni in Travertino e Statue

A una ventina di chilometri dal centro storico di Milano si trova una villa storica decisamente particolare: villa Litta Lainate.

Vale la pena visitare questa villa sia per le stanze dei suoi palazzi, riccamente decorate da affreschi e pavimentazioni particolari, ma soprattutto per lo splendido parco della villa. Questo spazio verde è diviso in varie sezioni, ma la più particolare di queste è senz’altro il ninfeo, che sorprende sia per la sua costruzione che per i bellissimi giochi d’acqua che lo animano.

Villa Litta Lainate - Ingresso al Ninfeo

Cosa Vedere a Villa Litta Lainate ^

Si può scoprire Villa Litta Lainate attraverso visite guidate che raccontano quanto visibile nel parco, soprattutto nelle zone del ninfeo e della fontana Galatea, mentre i palazzi storici, collegati tra loro, li si visita autonomamente.

Tra le cose che più mi hanno colpito della visita, oltre gli spazi suggestivi della villa e del suo parco, c’è l’entusiasmo con cui le guide raccontano i segreti di questa bella struttura e con cui ci portano alla scoperta dei vari giochi d’acqua del parco. Ancora più bello è scoprire che tutte le visite guidate sono gestite da anziani volontari che si avvalgono di qualche giovane (nascosto) per far funzionare i giochi.

Villa Litta Lainate venne creata a partire dal XVI secolo e la sua costruzione e il suo prestigio andarono avanti anche nei secoli successivi.
La parte più antica è costituita dal palazzo del cinquecento a cui, nel settecento, è stato collegato un secondo palazzo in mattoni a vista. L’intero progetto fu voluto dal conte Pirro I Visconti Borromeo, che si ispirò alle ville toscane dei Medici.

Il cortile Nobile ^

Arrivando a villa Litta Lainate dal centro storico di Lainate, si entrerà da un portone direttamente all’interno del cortile nobile. Questo spazio rettangolare è chiuso su due lati dai palazzi storici: quello cinquecentesco di fronte, creato sulla vecchia casa rurale, e quello del settecento sulla sinistra, mentre a destra si trova un edificio più basso utilizzato anticamente come scuderia e altri servizi per la villa. In questo palazzo è presente lo shop e la biglietteria in cui si acquistano i titoli di ingresso con più possibilità di percorso di visita. Noi acquistiamo quello completo a circa 12 euro, che permette l’accesso a tutti gli spazi interni ed esterni.

Dal cortile d’onore vediamo la parte con portico dell’edificio del cinquecento e quella del palazzo del settecento in mattoni a vista, mentre alle nostre spalle, proprio al fianco del portone di ingresso, c’è una nicchia che sopra a una piccola fontana contiene la statua di un imperatore romano.

Il Palazzo Cinquecentesco ^

Cominciamo la nostra visita a Villa Litta Lainate dal palazzo cinquecentesco, anche perché le visite guidate al parco avvengono ad orari precisi per formare il gruppo di visitatori e siamo in attesa del nostro.

Rimaniamo sorpresi già al nostro ingresso nel palazzo, per via dei numerosissimi affreschi che decorano pareti e soffitti e che vengono timidamente illuminati da apposite lampade. Alla sinistra di queste sale c’è un massiccio scalone che conduce fino al primo piano del palazzo, poi collegato al palazzo settecentesco.

Corridoio degli archivolti e armadio con automi
Sala sotto lo scalone di Villa Litta Lainate con pittura a calce di paesaggi e monasteri

La visita comincia dallo spazio racchiuso sotto allo scalone, dove le decorazioni richiamano paesaggi con monasteri e fiumi. Questi dipinti sono con pittura a calce e sono gli originali del cinquecento. Questo spazio è raggiungibile attraverso il corridoio degli Archivolti, che parte dal cortile d’onore. Qui si può ammirare un armadio con vari automi dei giochi d’acqua del Ninfeo realizzati sui modelli antichi.

Proseguiamo verso la sala del camino con decorazioni grottesche e dove al centro è rappresentata l’allegoria della Fortezza. Questa sala è infatti nota anche come sala della fortezza. Su di una parete è presente un camino dotato di cornice in marmo e dietro la cui cappa si trovano quattro dipinti e la scritta Auget, che si riferisce alla grandezza della famiglia Visconti.

La sala successiva è quella dei Medoni, riconoscibile dalla particolare pavimentazione lombarda in cotto e ancora originale, che dà il nome alla sala. I dipinti alle pareti risalgono al Cinquecento.

Sala dei Medoni del Palazzo Cinquecentesco
Affresco sul soffitto della Sala degli Specchi
Rotonda del Mercurio - Crocevia del palazzo Cinquecentesco di Villa Litta Lainate

A seguire c’è la sala della caccia e della pesca, nota anche come sala degli specchi per via delle gradi specchiere presenti su di una parete, ma la vera protagonista, rimanendo al pian terreno, è la grande sala a pianta circolare coperta da una cupola affrescata che ritrae il Dio Mercurio e, per questo, la sala è conosciuta come Rotonda del Mercurio. Questa sala rappresenta lo snodo tra cortile e parco e dà un punto di vista prospettico di ben 300 metri sul parco stesso. Nell’affresco Mercurio è rappresentato tra colonne color porpora e medaglioni con villaggi rurali.

Affresco nel soffitto della sala di Enea
Sala di Enea - Palazzo Cinquecentesco

A sinistra della sala della Rotonda c’è la sala di Enea, così chiamata per via dei dipinti che decorano la stanza e che raccontano il viaggio di Enea verso Roma, dopo aver lasciato la città di Troia incendiata.

La sala del frammento è quella che si trova in corrispondenza del portico del palazzo, adiacente alla sala di Enea, e il suo nome è dovuto a un triste fatto avvenuto qui dentro. Proprio agli inizi del restauro avvenne un crollo del soffitto e solo un frammento di questo riuscì ad essere salvato. In realtà queste ultime due sale del palazzo cinquecentesco, nel percorso di visita, sono visitabili dopo essere saliti al piano superiore ed essere scesi attraverso il palazzo settecentesco.

Sala del Frammento - Pezzo di Affresco recuperato

Uscendo nuovamente nel portico sul cortile d’onore, prendiamo lo scalone d’onore con cui si può accedere al piano superiore dove sono presenti un altro paio di stanze del palazzo cinquecentesco. Lo scalone è composto di 40 scaloni e due pianerottoli. Il primo di questi ospita una vasca da bagno in stile impero. Nel secondo pianerottolo, invece, si trova la scritta Humilitas, risalente al periodo della casa rurale e motto dei Borromeo.

Scala d'Onore e vasca da bagno in marmo

Arriviamo così al corridoio delle statue, così chiamato per il grande numero di statue che si trovano nella lunga sala. Alcune di queste furono prelevate dal Ninfeo. Tra queste sono presenti una venere e un drago cavalcato da un putto. Degna di nota è anche una monumentale Divina Commedia di Dante Alighieri in edizione numerata in tre volumi e dalle dimensioni generose, risalente alla prima metà del secolo scorso.

Al centro del corridoio è presente una piccola apertura che conduce alla sala blu, una stanza circolare situata sopra alla rotonda del mercurio in cui gli affreschi volgono tutti al blu. Qui è presente anche un piccolo balcone rivolto al parco della villa. 

Il Palazzo Settecentesco ^

Agli inizi del settecento si decise di ampliare gli spazi del palazzo cinquecentesco se ne aggiunse una seconda parte in mattoni di cotto a vista. Questo palazzo è alto tre piani ed ha una leggera forma curva, a favore del teatro naturale ospitato in una piccola parte del parco e direttamente in contatto con questo palazzo attraverso una sala che si apre sullo stesso. Dalla parte opposta, invece, l’edificio si apre sul cortile d’onore con un portico a tre arcate.

La visita di questo palazzo comincia continuando dal primo piano del palazzo cinquecentesco. Da qui accediamo direttamente a quella che molto probabilmente è la stanza più importante di questo edificio: la sala delle feste.

Il grande salone delle feste o della musica è una sala in cui l’altezza occupa due piani del palazzo e nel quale sono presenti due piccole balconate che venivano riservate ai musicisti che allietavano le feste. Questi balconi interni sono caratterizzati da ringhiere in ferro e dal sostegno di sei telamoni intercalati con bassorilievi. La sala ha dimensioni importanti: circa 26 metri di lunghezza, per 6,5 di larghezza e 9 di altezza.
Al di sotto del salone delle feste ci sono le cantine in cui venivano custodite 215 brente di vino.

Torniamo al pian terreno attraverso una scala interna e ci ritroviamo nella sala dei baci, così chiamata per gli affreschi che la decorano in cui diverse coppie sono in atteggiamenti affettuosi. Questa sala è nota anche come sala Verde perché venne interamente tinta di questo colore per preparare l’occhio al teatro naturale.  

Sala dei Baci - Palazzo Settecentesco

La sala successiva è quella del biliardo o sala delle assi perché i dipinti vennero fatti come se fossero eseguiti su assi di legno. Al centro si trova un biliardo di inizio novecento. Il percorso di visita prevede ora di ritornare nel palazzo cinquecentesco e visitare la sala di Enea e quella del Frammento, per poi ritornare nella parte settecentesca e vedere la sala del trucco o delle cineserie. Il suo nome era dovuto alla presenza del gioco del trucco, una specie di biliardo senza buche. Notevole è il pavimento che originariamente si trovava sotto il biliardo. Alle pareti erano presenti tappezzerie in carta in stile cinese. 

Continuando la visita non si può che aver ben chiara la funzione di queste sale, ovvero un fine mondano e di ricevimento.

Tutto il pian terreno è ricco di sale sfarzose, che si susseguono le une alle altre e che differiscono tra loro per via dei decori che le caratterizzano. Nonostante tutte siano dotate di ricchi orpelli alle pareti e di soffitti affrescati, quella che più mi colpisce è la sala da pranzo, nota come sala del Levati, autore delle decorazioni.

Sala da Pranzo o Sala del Levati

La sala del Levati di Villa Litta Lainate è stata restaurata nel 2004 e ha al suo interno anche una stufa storica con la quale si riscaldavano questi ambienti. La stufa in ceramica venne utilizzata un’ultima volta nel 1975 in occasione dei consigli comunali tenuti qui. Proprio da questa sala è possibile accedere al teatro naturale, attraverso una delle porte finestre che la separano dai giardini. La sala venne recuperata dall’architetto Giuseppe Levati da uno spazio utilizzato per il transito delle carrozze tra il porticato e il teatro naturale. I dipinti alle pareti sono in stile neoclassico con dettagli rococò. Impressionante è il soffitto trompe-l’oeil con cupola a cassettoni e sfondato prospettico centrale.

Attraversiamo poi l’anticamera, una piccola stanza dalla quale si accede agli attuali bagni e ad altre due sale. Questa sala, conosciuta anche come sala della Cassaforte, è caratterizzata da una grande cassaforte in legno di origine ottocentesca e una vecchia ghiacciaia. Particolare è vedere che sui muri si aprono ben otto porte che permettono di accedere agli altri ambienti, tra cui il porticato che dà sul cortile d’onore.

Sala delle Virtù con Camino
Sala del Sole

Alla sinistra del porticato si trova la sala delle virtù, caratterizzata da un grande camino e una piastra tagliafuoco di inizio settecento dello stesso periodo del lampadario in legno. Adiacente a questa sala si trova invece quella del sole, così chiamata per la raza al centro del soffitto (la raggiera dei Visconti), dalla quale pende un lampadario in ferro battuto.

A fianco del portico lo spazio di due sale è attualmente occupato dal museo della stampa, dove un anziano e appassionato signore ci mostra come funziona la stampa mobile, attraverso vari font e dimensioni e alcune macchine che permettono anche la stampa attraverso la pressatura. L’entusiasmo con il quale ci fa vedere in funzione questi macchinari è fantastico e deriva dal suo precedente lavoro di tipografo.

Il Teatro Naturale ^

Il teatro naturale di Villa Litta Lainate è così conosciuto per via della sua particolare conformazione.

Questo teatro è una parte del parco della villa raggiungibile attraverso la sala del Levati del palazzo settecentesco. Un lato del giardino è chiuso proprio dal palazzo, dal quale ci si potrebbe anche affacciare grazie al balcone del piano nobile.

Gli altri lati del parco sono chiusi da alti alberi di tasso che formano come un fondale scenico e che per via della loro disposizione donano a questo ambiente un’ottima acustica, che lo rende ideale anche per piccoli concerti tuttora tenuti qui.

In realtà il teatro naturale veniva impiegato anche per tornei di bocce o per organizzare una festa di paese durante l’onomastico della moglie di Pompeo Litta. In quest’occasione venivano aperte le porte a tutta la cittadinanza che, una volta all’anno, poteva far visita a villa Litta Lainate. Oltre il teatro naturale era anticamente presente la statua di Adone creata dal Prestinari e attualmente visibile al museo del Louvre di Parigi e qui sostituita dalla fontana Galatea.

Palazzo del Settecento e Teatro Naturale

Il Parterre e la Fontana del Nettuno ^

Dopo aver lasciato il complesso dei palazzi ci dirigiamo verso le serre Liberty, adiacenti al Teatro Naturale, ma separate da queste attraverso gli alti alberi che definiscono il perimetro del teatro. Quando arriviamo alle serre, prima di visitarle, rimaniamo a guardare la fontana del Nettuno, al centro del parterre che divide la lunga fila di tassi dalle serre.

La fontana del Nettuno di Villa Litta Lainate è stata posizionata qui a metà del Settecento circa e prese il posto dell’antico giardino degli agrumi. La fontana ricorda diversi personaggi mitologici che si incontrano in questo complesso in marmo.

Il bacino della fontana è a livello del prato ed è contornato da coppie di amorini che sostengono i simboli nobiliari della famiglia Litta. Nettuno con il suo tridente è circondato da putti e posizionato all’interno di una conchiglia sostenuta da grandi tritoni.

Fontana del Nettuno nel Parterre

Le Serre Liberty ^

Dalla Fontana del Nettuno arriviamo alle Serre Liberty. Queste sono composte da due edifici che scendono fino al livello del parterre. Questo spazio, conosciuto anche come le “serre calde” è tutt’ora impiegato per far crescere piante che verranno poi riposizionate all’interno del parco di villa Litta Lainate. 

All’interno delle serre liberty venivano ricoverate anche essenze e piante esotiche coltivate attraverso una grossa caldaia che gestisce continui spruzzi di vapore. Per garantire luce continua alle piante, una parete delle strutture è interamente in vetro, con alcuni meccanismi su intelaiatura in ferro che permettevano di regolare l’areazione. 

Il Ninfeo – l’edificio dei giochi d’acqua ^

Il Ninfeo si trova nel cuore del parco di Villa Litta Lainate ed è probabilmente l’attrazione maggiore e più bella di tutto il complesso, visitabile esclusivamente in maniera guidata. 

Il Ninfeo - Parco di Villa Litta Lainate

Questo complesso architettonico è composto da sette spazi intervallati da undici sale disposte in maniera simmetrica, le quali contenevano le opere d’arte dei Visconti Borromeo. Oltre a queste erano presenti collezioni di monete, minerali, fossili, reperti archeologici e strumenti musicali e la loro scoperta era resa più divertente da giochi d’acqua segreti che il conte Pirro aveva nascosto per sorprendere i suoi ospiti. La visita è consigliata dalla primavera all’estate, perché bagnarsi un pochettino sarà quasi inevitabile e rende la visita più suggestiva..

Per queste sale sono passate anche alcune opere che oggi sono ospitate in importanti musei internazionali, come un Raffaello oggi alla pinacoteca Ambrosiana di Milano o la Madonna Litta di Leonardo da Vinci, oggi all’Hermitage di San Pietroburgo.

Il genio di Leonardo da Vinci venne anche sfruttato come ispirazione per il progetto dei giochi d’acqua che utilizza la meccanica di un pozzo e non la forza idraulica di un torrente. All’interno del ninfeo si trova la casa del meccanico idraulico, che attraverso il movimento rotatorio di un cavallo azionava tutti i meccanismi. 

L’edificio del Ninfeo di Villa Litta Lainate venne costruito in 4 anni, a partire dal 1585. Al centro ha anch’esso una rotonda, detta atrio dei quattro venti, mentre sul fronte verso i palazzi ha delle incrostazioni in travertino che decorano la facciata e ricordano vagamente l’isola bella del Lago Maggiore

Le pareti che partono simmetriche dalla rotonda presentano cavità con nicchie in cui sono posizionate delle statue di divinità, e continuano con ali rettilinee in cui si trovano due lunettoni simmetrici ad arco. Le ali sono dietro a due antiche balaustre con statue di draghi e arpie e hanno una fascia di pavimentazione con ciottoli bianchi e neri.

L’atrio dei quattro venti è chiuso da una cupola e le pareti sono affrescate e giungono fino a terra. Anche qui la parte più bassa è decorata con rivestimento in travertino e sono presenti quattro vasche che anticamente contenevano le statue in bronzo che rappresentavano i venti. Oggi sono presenti statue in stucco che simboleggiano le quattro stagioni. Su due lati opposti della rotonda c’è l’accesso ad altre sale e sopra le porte che vi conducono ci sono le statue della Venere accompagnate da un delfino e Mercurio.

Ninfeo - Zona con piedistalli in marmo

Se invece si prosegue dal lato opposto rispetto all’ingresso, si esce in una zona del giardino circoscritta da sei piedistalli in marmo che erano altrettanti basamenti per statue in bronzo, alcune delle quali ospitate alla National Gallery di Washington. 

Muovendosi trasversalmente rispetto all’atrio dei quattro venti, si accede alle 11 sale (6 da un lato e 5 dall’altro). Queste sale sono tutte estremamente decorate e dalle grandi altezze (circa cinque metri). I decori partono dal pavimento e, proseguendo lungo le pareti, arrivano fino ai soffitti. I colori impiegati furono principalmente bianco e nero, grazie a ciottoli tondi di quarzo (i bianchi) e calcare (i neri). Ogni sala ha un tema di decoro, da motivi geometrici a floreali e in ognuna di queste si ripetono pressoché invariati in ogni parete. 

Spesso i ciottoli che formano i decori, venivano posizionati a seguito del lavoro di un pittore che delineava i contorni dei disegni, ripresi poi dal mosaicista. I ciottoli bianchi venivano poi colorati dal pittore che ne disegnava tinte e sfumature. Sembra che questa tecnica sia stata utilizzata unicamente a Villa Litta Lainate e venne ideata dall’artista emiliano Camillo Procaccini giunto qui su invito del conte Pirro nel 1587.

Le sale del Ninfeo sono tutte molto particolari e uniche. Tra le più suggestive c’è una sala quasi interamente nera se non per qualche sporadico decoro bianco, la sala numero 8 decorata con forme di delfino o la numero 15 nota come sala dell’uovo. In quest’ultima incrostazioni di travertino, conchiglie e ciottoli bianchi e neri danno vita a una nicchia sulla quale scende una cascata d’acqua e in cui si trova l’automa di una gallina che depone un uovo davanti a noi visitatori.

Nella sala numero 5, creata come piccolo portico, è presente una panca che, se utilizzata per sedersi, farà partire uno schizzo d’acqua verso di se. Davanti alla panca c’è un piccolo cortile con un automa che, se azionato, dà vita a una girandola d’acqua. 

La parte più particolare e suggestiva di tutto il ninfeo, è però quella composta dalle vecchie grotte, a cui si accede dalla porta su di una piccola piazzetta dotata di uno scalino che, pestato, fa partire uno schizzo d’acqua.. Questo scalino è noto come scalino di Stendhal perché citato dal poeta dopo essere stato ospite della villa. La piazzetta è invece il cortile delle piogge, una sala ottagonale a cielo aperto così chiamato perché si può assistere a un bellissimo spettacolo d’acqua sempre grazie agli automi del conte Pirro.

Le grotte sono composte da una serie di cunicoli, per lo più ricoperti in travertino che racchiudono tra loro statue di fauni e di donne nude che si bagnano nelle acque. All’ingresso le tre najadi in marmo bianco accolgono i visitatori. Quella centrale è detta la Vegia Tuntona (tentatrice). Il percorso dentro le vecchie grotte di Villa Litta Lainate continua fino a una galleria coperta decorata con mosaico di ciottoli colorati, ovvero il grottone, caratterizzato anche dalla riproduzione di stormi di rondini sulla volta.

La parte più divertente della visita al Ninfeo la si deve ai giochi d’acqua che avvengono tra le sue sale e i suoi corridoi anche grazie ai particolari automi e fontane. Tra i più belli quello presente nell’atrio dei quattro venti che si sviluppa proprio dalla pavimentazione centrale della sala. 

Solo alla fine della visita si scopre che buona parte di questi zampilli sono azionati da una persona nascosta che, da una sala privilegiata, ha seguito tutta la visita e azionando leve e manopole ha attivato tutti i giochi. 

La riserva d’acqua per farli funzionare si trova dentro la torre delle acque, su di una Montagnola artificiale propri sopra le vecchie grotte. Qui un serbatoio in rame di sette cubi e mezzo di capacità raccoglieva l’acqua che in venti metri di caduta si muove lungo tubazioni in piombo di 890 metri e alimenta fontane e i (ben) 53 scherzi del conte Pirro.

La Fontana Galatea ^

Un’altra importante attrazione di Villa Litta Lainate si trova alle spalle del ninfeo, nel cuore del grande parco e posizionata nell’intersezione tra l’asse costruttivo degli edifici e quello dei viali. Si tratta per la seconda volta di una fontana, dalle dimensioni piuttosto generose: la fontana Galatea

Fontana Galatea nel parco della Villa
Dentro alla fontana Galatea con tre tritoni che sorreggono Galatea e cupido

Anche la fontana Galatea venne costruita a metà del settecento, da parte di Carlo Beretta e Stefano Sanpietro ed è quasi totalmente in marmo bianco di Carrara, mentre la balaustra è in marmo di Candoglia. Quest’opera è sviluppata su più piani e dalle balaustre si può scendere fino al suo centro, attraverso quattro grandi scale che immettono in un percorso circolare.

Nella fontana Galatea sono riportati i simboli delle famiglie Borromeo, Visconti, Litta e Arese. Dalla vasca centrale emergono tre tritoni che sorreggono una grande conchiglia centrale su cui è posata Galatea intenta a scambiarsi sguardi d’intesa con Cupido. 

Gli accessi alle scalinate sono decorati da otto gruppi di statue creati da Donato Carabelli e che richiamano divinità quali Euterpe, Imeneo, Flora e Pomana.

Il Giardino all’Italiana e la Limonaia ^

Tenendo le spalle al Ninfeo, alla destra della fontana Galatea è presente la Limonaia e il giardino all’italiana. Le limonaie sono dei bassi edifici che chiudono la parte nord del parco di Villa Litta Lainate e venivano impiegate come ricovero per gli aranci e i limoni. Anche qui la luce era garantita attraverso grandi varchi nei muri, oggi chiusi da portoni ad arco in vetro.

Davanti alle limonaie si sviluppa il giardino rinascimentale, rivisto durante la ristrutturazione della villa di inizio ottocento. Due dei quattro giardini all’italiana una volta presenti hanno lasciato il posto a un bosco all’inglese.

Dopo gli anni di incuria che hanno coinvolto l’intera struttura, anche i giardini all’italiana sono stati ripresi in mano e riportati all’antico splendore con una fine opera di manutenzione costante.

Giardino all'italiana e Limonaia

Il Parco Pubblico ^

L’intera Villa Litta Lainate è costruita sul parco pubblico che da sempre fa parte di questa struttura. Una parte è aperta alle visite dei cittadini e dei turisti, senza biglietto di ingresso e permette di rilassarsi all’ombra di grandi alberi. 

La superficie totale del parco di Villa Litta Lainate è di quasi 32.000 metri quadri e racchiude nel suo perimetro ben 820 alberi di oltre 50 specie differenti e 15 specie di arbusti. 

Gli alberi più antichi ora presenti nel parco arrivano a un’età poco distante dai 200 anni e alcuni di questi sono anche molto particolari, come l’albicocca d’argento, considerato ormai un fossile vivente per via della sua antichità e dei pochissimi esemplari rimasti.

In realtà la bellezza del parco di Villa Litta Lainate non ha confini e il parco pubblico è solo una parte di questi spazi. Alberi particolari, arbusti e siepi fiorite sono infatti una costante in tutti gli spazi aperti della villa che, se visitata in primavera, non può che accentuare ancora di più la bellezza di villa Litta Lainate.

Parco Pubblico di Villa Litta Lainate

Breve Storia di Villa Litta Lainate ^

La storia di Villa Litta Lainate comincia alla fine del cinquecento, quando il conte Pirro I Visconti Borromeo decise di utilizzare questo appezzamento di terra di proprietà della sua famiglia, fino ad ora impiegato come spazio per l’agricoltura.
Ispirandosi alle ville dei Medici protagoniste della Toscana, decise di edificare questa villa principalmente per fini ludici e per sorprendere gli ospiti che giungevano in visita.

Estremamente colto e grande mecenate, Pirro non lesinó e si avvalse della collaborazione di importanti artisti dell’epoca. Fece sistemare dei vecchi edifici e sviluppò un giardino orientato da sud verso nord, interrompendolo con il ninfeo e arricchendolo di fontane e altri spazi con grande sfarzo e una maniacale attenzione ai dettagli. La ricchezza è percepibile anche dagli ambienti decorati in mosaico e da grotte artificiali che avevano l’obiettivo di custodire la grande collezione museale del conte Pirro.

I discendenti del conte lasciarono praticamente invariata la struttura per un secolo, ma nel 1721 quando Giulio Visconti Borromeo Arese fece costruire il palazzo occidentale, noto come ‘Quarto Nuovo’. A distanza di trent’anni il nipote di quest’ultimo, il marchese Pompeo Litta, adeguó i giardini ai canoni estetici dell’epoca e aumentò gli effetti prospettici creando nuove quinte e fondali e rimaneggiando la facciata del ninfeo. Questo fu il periodo di massimo splendore di Villa Litta Lainate, che ospitava spesso grandi personalità dell’epoca.

Alla fine dell’ottocento una parte del giardino venne trasformato in stile inglese e nelle particolari serre ancora oggi visibili prendono il via sperimentazioni circa nuove culture di orchidee.

Nel 1870 a seguito di alcune difficoltà della famiglia Litta, la villa viene acquistata dal demanio e, successivamente all’apertura del canale Villoresi, comincia il periodo di declino di tutta la struttura.

Ci furono diversi passaggi di proprietà e all’arrivo della seconda guerra mondiale cominciò il periodo di maggiore decadimento della villa che continuò quasi in stato di abbandono fino al 1970, quando venne acquistata dal comune di Lainate che, nel 1980, cominciò gli interventi di restauro che proseguirono fino agli inizi del 2000 e che, in realtà, stanno continuando tuttora ripristinando le varie sale dei palazzi storici e riportando all’antico splendore il parco.

Come Arrivare a Villa Litta Lainate ^

Villa Litta Lainate si trova nel comune di Lainate, in provincia di Milano, a nord ovest rispetto al capoluogo lombardo. Lainate è un piccolo centro storico che si può visitare velocemente a piedi, e villa Litta Lainate si trova in largo Vittorio Veneto.

Il modo più comodo per raggiungere Villa Litta Lainate è senz’altro l’automobile, ma se non doveste averla a disposizione è possibile arrivarci anche utilizzando i mezzi pubblici.

Da Milano dista circa tre quarti d’ora e richiede il cambio di un paio di mezzi: è necessario arrivare in metropolitana a Lampugnano (linea rossa M1 in direzione Rho fiera) e poi proseguire con gli autobus di Movibus verso Origgio/Lainate. Il bus è lo Z617 e ha una frequenza variabile all’interno della giornata e della settimana, che va da un autobus ogni 5 minuti a uno ogni ora. La domenica è presente solo nelle ore pomeridiane e richiede una percorrenza di circa una mezz’oretta.

Arrivati a Lainate è necessario scendere alla fermata di via Re Umberto, la più vicina all’ingresso di Villa Litta Lainate.

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Villa Litta Lainate - Alla Scoperta della Villa della MeravigliaGuida Completa a Villa Litta Lainate, dai giochi d'acqua del conte Pirro nel Ninfeo, ai palazzi del 500 e del 700, passando per tutti gli edifici del parco.https://www.lorenzotaccioli.it/villa-litta-lainate-guida-completa-visita/
Lorenzo Taccioli