Cosa vedere a Volterra in Un Giorno

Piazza dei Priori di Volterra

Eccoci alla scoperta di Volterra. Questa è una bellissima città borgo toscana, che domina la valle di Cecina. Nonostante i suoi abitanti siano appena diecimila, le sue dimensioni non sono così raccolte come quelle di altri borghi toscani. Vale la pena indossare scarpe comode e partire alla scoperta di questa città in un continuo sali e scendi tra i suoi vicoli, fino a giungere alla bella piazza dei Priori, cuore del centro.

Le mura imponenti cingono una storia antica di secoli, con resti etruschi che si fondono con quelli romani e medievali, tutti conservati in una suggestiva cornice, tipica dei borghi toscani.

Dove si trova Volterra ^

Volterra è in Toscana e, più precisamente, in provincia di Pisa. In realtà il suo territorio è molto vicino alla provincia senese, dista infatti 65 chilometri in direzione sud est dalla città di Pisa e 55 chilometri da Siena.

La zona in cui è immersa Volterra è nota come Maremma Pisana e si snoda lungo il corso del fiume Cecina. Il centro storico, su di un colle, ha un’altitudine di 531 metri sul livello del mare che permettono di dominare la valle di Cecina.

Dove parcheggiare a Volterra ^

L’intero centro di Volterra è circondato da mura storiche. Conviene quindi parcheggiare alla base del colle su cui è costruita la città. Tra i migliori parcheggi c’è il parcheggio P3 Docciola, di ampie dimensioni e gratuito. La posizione del parcheggio Docciola è questa. Proprio davanti al parcheggio troverai la porta di Docciola, inizio del nostro itinerario attraverso il quale, percorrendo una lunga scalinata, arriveremo nel cuore del centro cittadino.

Un altro parcheggio gratuito è il P5 Vallebona, mentre sono a pagamento il P1 piazza Martiri della Libertà, il P4 Porta Fiorentina e quello della Vecchia Stazione (entrambi al costo di 3€ per tutto il giorno).

Perché è famosa Volterra? ^

Volterra è stata una delle principali città-stato della Etruria, ovvero l’antica toscana, e nel medioevo ospitò un’importante signoria che controllò buona parte delle colline toscane. Passeggiare per il suo centro significa respirare la storia, potrai infatti vedere alcuni resti di epoca etrusca, le rovine romane e i numerosi edifici medievali che caratterizzano buona parte del centro.

Lavorazioni in alabastro a Volterra

A rendere famosa ai giorni nostri la città di Volterra sono però due aspetti, oltre alla sua bellezza e la sua storia:

  • la lavorazione dell’alabastro, particolare pietra calcarea che si trova facilmente nei dintorni. L’intero centro è ricco di botteghe che creano sculture con questa pietra e la espongono nelle loro vetrine;
  • è una location della celebre saga di Twilight. Nel secondo episodio, dal titolo New Moon, l’autrice americana Stephenie Meyer, nomina Volterra come città in cui risiedono i membri del clan Volturi, ovvero la famiglia reale di vampiri che devono garantire il rispetto delle leggi della specie. Nonostante ciò, però, le scene dell’omonimo film non vennero girate qui, ma nel borgo di Montepulciano, in provincia di Siena.

Cosa vedere a Volterra ^

Volterra è un bellissimo e grande borgo costruito sulla collina. Per questo motivo l’itinerario prevede un continuo sali e scendi per le sue vie, da dentro a fuori le mura. Sono molte le cose da vedere anche appena fuori dalla cinta muraria.

Nello specifico con questo itinerario ti muoverai lungo il perimetro della città per poi salire nella parte culminante con la piazza centrale e i suoi stupendi edifici. Andrai alla scoperta di porte antiche, mura massicce, palazzi storici, resti archeologici e tanto, tanto altro. Potrai farlo in appena mezza giornata se hai gambe allenate, oppure scegliere di passeggiare con più calma e dedicare un intero giorno a Volterra.

Pronto a partire? Iniziamo subito l’itinerario alla scoperta di Volterra!

Porta di Docciola ^

Cominciamo il nostro itinerario alla scoperta di Volterra da Porta di Docciola, ai piedi del centro storico. Appena varcata la porta ci troviamo davanti le omonime fonti e ben 253 scalini che percorrono la via di Sotto.

La porta è dotata di archi a tutto sesto ribassati ed è collegata direttamente alle mura medievali che circondano ampiamente il centro. La sua costruzione è del XIII secolo, quand’era affrescata e dotata di una torre di difesa per il controllo del territorio.

Dentro alla porta di Docciola trovavano posto anche i gabellieri, preposti all’esazione del dazio sulle merci che facevano l’ingresso in città e, ancora oggi, vediamo i loro posti tra la porta e la controporta.

Fonti di Docciola ^

Fonti di Docciola - Fonti medievali di Volterra

Appena varcata porta di Docciola e prima di imboccare la lunga scalinata, ci troviamo davanti le fonti di Docciola. Ben segnalate da due grandi archi a sesto acuto, sono dotate di una grande vasca rettangolare.

Le fonti di Docciola risalgono al 1245. Avevano lo scopo di creare una riserva d’acqua nel caso in cui Volterra fosse assediata. Successivamente, in epoca medievale, servirono agli opifici per il lavaggio e la cardatura della lana. Davanti ai grandi archi c’è ancora in funzione la sorgente che rilascia acqua in maniera continua.

Casa Torre Toscana a Volterra ^

Casa Torre Toscana a Volterra

A pochi passi dal termine della lunga scalinata che ti porta fino al centro di Volterra troverai la Casa Torre Toscana. Questo è un complesso piuttosto massiccio, composto da tre parti: la torre, la casa torre e il palazzo rinascimentale.

La torre è la parte più antica. A pianta quadrata venne costruita in una posizione che gli permetteva di monitorare le principali vie di ingresso al centro medievale. La casa torre, invece, venne fatta costruire nel 1250 su volontà del tesoriere del re Renzo di Sardegna ed ha una forma a L che avvoge la torre più antica. Il suo scopo era, come suggerisce il nome, quello abitativo. Il palazzo rinascimentale fu invece aggiunto successivamente dalla famiglia Guarnacci.

L’intero complesso della casa torre toscana è stato ristrutturato nel 1949, lasciando fuori la parte più alta della casa torre che da sempre risulta essere incompiuta. Saltuariamente viene aperta al pubblico a pagamento.

Chiesa di San Michele Arcangelo ^

Facciata della chiesa di San Michele Arcangelo

Proprio al fianco della casa torre toscana trovi la chiesa di San Michele Arcangelo. Purtroppo durante la mia ultima visita è in ristrutturazione. Questa chiesa è conosciuta anche con il nome di San Michele in Foro, perché qui aveva sede l’antico foro romano.

La chiesa di San Michele Arcangelo di Volterra risale al duecento ed è dotata di una bella facciata romanica a capanna con decori bicromi sugli archi. Sulla lunetta che sormonta il portone di ingresso è posizionata la statua di una Madonna col Bambino. I due livelli della facciata presentano entrambi un archeggiatura con dimensioni più grandi man mano che ci si avvicina al centro.

Gli interni della chiesa di San Michele Arcangelo sono stati profondamente rivisti nella prima metà dell’ottocento, creando un’unica aula in stile neoclassico. Tra le opere più antiche qui presenti c’è la Madonna con il Bambino in terracotta invetriata del XV secolo e conservata in un tabernacolo in marmo, e l’affresco della Madonna del Riscatto dello stesso periodo.

Al fianco della chiesa di San Michele Arcangelo c’è il collegio maschile dei Padri Scolopi, che ospitò anche Giovanni Mastai Ferretti, ovvero papa Pio IX.

Porta Fiorentina ^

Eccoci pronti ad uscire nuovamente dal centro storico. Questa volta lo facciamo attraverso Porta Fiorentina, così chiamata per la direzione verso Firenze. Anticamente, però, era nota anche come Porta di Sant’Agnolo, per la vicinanza alla chiesa di San Michele Arcangelo. Quella attuale sostituisce dal trecento una vecchia porta di origine etrusca, nota come Porta Diana che fino a quel tempo era l’unico accesso settentrionale al centro di Volterra.

Porta Fiorentina di Volterra

Porta Fiorentina è ovviamente sulle mura medievali ed era dotata di torre difensiva e di un’antiporta. Purtroppo la torre fu colpita nel 1530 durante un assedio e, essendo utilizzata come deposito di munizioni, causò ingenti danni anche alla porta. Quest’ultima venne ripristinata nel 1545, quando fu anche ulteriormente rinforzata con la costruzione di un bastione mediceo che le conferisce un aspetto ancora più imponente. Esternamente presenta ancora lo stemma della famiglia dei Medici.

Alla destra di porta Fiorentina c’è il poderoso bastione cinquecentesco, fatto costruire da Cosimo I con lo scopo di avere un baluardo da cui manovrare le artiglierie per proteggere questa parte della città.

Teatro Romano di Volterra ^

Usciti dalla porta Fiorentina puoi accedere al Teatro Romano, subito fuori le mura di Volterra. Non è troppo celebre, nonostante la sua importanza archeologica sia decisamente notevole.

Chi vuole può acquistare il biglietto e scendere all’interno del parco che ne ospita i resti. Se invece hai meno tempo a disposizione puoi rientrare dalla porta Fiorentina e, seguendo la cinta muraria, arrivare al punto panoramico sul teatro.

Il teatro Romano di Volterra venne costruito tra il I secolo a.C e il I secolo d.C. dalla ricca famiglia etrusca dei Cecina che volle così celebrare i rapporti tra Volterra e Roma. Ciò è suggerito dalle statue di Augusto, della moglie Livia e di Tiberio le cui teste sono oggi conservate nel museo Guarnacci, oltre che da una targa con dedica.
Originarimante il teatro poteva contenere 1700 spettatori e ancora oggi potrai vedere la grande cavea a due ordini di gradinate costruita sfruttando il pendio naturale della terra. A questo si aggiunge il semicerchio dell’orchestra, il proscenio e la scena di 36 metri che anticamente era costituita di due piani.
I bracci laterali con colonne in marmo e capitelli corinzi con l’esedra centrale vennero invece aggiunti in età claudia.

Incredibilmente il teatro Romano di Volterra fu utilizzato per secoli come discarica e, proprio questo fatto, ha permesso al teatro di conservarsi in buone condizioni. Le strutture seppellite dal pattume passarono inosservate durante i saccheggi della città. Alcuni blocchi di marmo vennero però impiegati per costruire altri edifici cittadini durante il medioevo. Nel 1950 vennero avviati gli scavi che riportarono alla luce il teatro, ai quali parteciparono anche gli ospiti dell’ospedale psichiatrico di Volterra.

Chiesa di San Lino ^

Tra le case del centro storico di Volterra è nascota anche la facciata della chiesa di San Lino. Esternamente non sembra essere niente di particolare. La sua facciata intonacata di un colore mattone ha come uniche aperture un portone del 1513 incorniciato nella pietra e dotato di lunetta e due finestre rettangolari. La chiesa di San Lino venne costruita sopra all’abitazione del santo, ritenuto il secondo pontefice della chiesa.

Entrando verrai accolto da un’aula a navata unica con copertura a volte riccamente affrescate. Sono presenti dodici lunette che descrivono la vita di Cristo e altri episodi. Anche questi affreschi risalgono al cinquecento. Dentro la chiesa riposa Raffaello Maffei, il fondatore di questo luogo. Il corpo è contenuto all’interno di un particolare sepolcro verticale in marmo carrarese, creato da Silvio Cosini, studente di Michelangelo.

Porta San Francesco ^

Porta San Francesco - Accesso sulle mura di Volterra

Usciamo nuovamente dal centro storico di Volterra e, questa volta, lo facciamo per via della porta San Francesco. Anticamente conosciuta come porta Santo Stefano o porta Pisana (vista la direzione a cui si rivolge), è di origine medievale.

Porta San Francesco risale infatti al duecento, periodo nel quale vennero ricostruite le mura cittadine. La struttura è semplice e coronata da tre merletti che sovrastano l’arco a tutto sesto. Inoltre ha due particolarità: è la porta più grande di Volterra ed è l’unica a conservare ancora alcune tracce degli affreschi che anticamente erano presenti in ogni porta.

Il nome di porta San Francesco gli venne attribuito in seguito all’erezione della vicina chiesa di San Francesco.

Chiesa di San Francesco e Cappella della Croce di Giorno ^

La posizione della chiesa di San Francesco è rialzata e quasi nascosta tra le fronde gli alberi che gli sono davanti.

La facciata della chiesa di San Francesco è semplice, così come quelle delle altre chiese duecentesche. La cortina di pietre ospita due aperture al centro: un grande portone con una lunetta dotata di bassorilievo marmoreo e un grande rosone circolare. Ancora sopra una croce bianca si avvicina alla sommità.

Gli spazi interni sono molto più recenti, ma conservano l’organizzazione su di un’unica navata terminante con tre cappelle corali. Qui puoi vedere quattro monumenti in marmo del cinquecento, riferiti ad altrettanti personaggi della famiglia dei conti Guidi, che avevano il patronato della chiesa di San Francesco, come ad esempio il monumento sepolcrale del vescovo Jacopo Guidi.

Poca prima dell’altare, sulla destra, noterai una porta che conduce alla celebre cappella gotica della Croce di Giorno. Rimarrai a bocca aperta vedendo gli interi muri e soffitti affrescati, nel 1410, da Cenni di Francesco e Jacopo da Firenze. Le scene qui riportate sono tratte dalla Leggenda della Santa Croce e si ispirano a quelle dipinte nell’abside della chiesa di Santa Croce a Firenze. Questo è il ciclo di affreschi più grande e meglio conservato di tutta Volterra.
Gli spazi della cappella della Croce di Giorno sono su di una doppia campata a pianta quadrata e sono di proprietà della famiglia dei conti Guidi che ne lasciano comunque libero accesso.

Porta, oratorio e fonti di San Felice ^

La porta di San Felice è all’opposto della porta di Docciola, ma come quest’ultima ha delle sue fonti. Queste sono piuttosto antiche, vennero infatti utilizzate dagli etruschi, poi dai romani e per quasi tutto il novecento. Le sorgenti originarie erano tre e, come a Docciola, venivano incanalate in una grande vasca rettangolare protetta da due massicci archi ogivali. Questa grande struttura venne costruita nel 1319 per gli abitanti della contrada Santo Stefano, come testimoniato dall’iscrizione tra i due archi.
Le fonti di San Felice, così come le fonti di Docciola, servivano a garantire l’approvvigionamento idrico alla città di Volterra.

Porta di San Felice del seicento

La porta di San Felice che vediamo oggi venne aperta nel XVII secolo, dopo che nel cinquecento fu murato l’originario accesso medievale. Dotata di un grande arco a tutto sesto, si presenta al culmine di una breve scalinata che attraversa il pronfondo strato di mura medievali. La sua posizione è così in asse con via San Felice.

Al fianco della porta è presente il piccolo oratorio di San Felice anch’esso risalente ad inizio del settecento. L’oratorio di San Felice è totalmente integrato nelle mura della città, dalle quali emerge, ed è formato da un tetto a capanna a campata unica e da un timido campanile a vela che ermerge nella parte arretrata della chiesa.

Terme Romane ^

Terme romane di Volterra

Le fonti di San Felice in epoca romana vennero sfruttate per dare vita alla vicine terme romane. Per raggiungerle è sufficiente che cammini per pochi minuti fuori dalle mura. Probabilmente sarai un po’ deluso da quanto ti troverai di fronte: l’antica struttura è infatti invasa dall’alta erba e scarsamente protetta da una tettoia in legno o poco più.

Sicuramente possiamo dire che le terme romane di Volterra non sono valorizzate degnamente, nonostante l’alto valore storico. Risalgono infatti al III secolo d.C. e di quel periodo furono rinvenuti mosaici e iscrizioni conservati nel museo Guarnacci. Amichevolmente queste terme sono conosciute con il nome di Guarnaccione, perchè fu il monsignor Mario Guarnacci che nel 1760 le scoprì e portò alla luce il caldarium, il tepidarium, il firidarium e il sudatorium, oltre alla fonarce che riscaldava l’intero complesso.

La cinta muraria di Volterra ^

Rientrando da porta San Felice ti consiglio di passeggiare lungo la cinta muraria di Volterra, arrivando fino alla porta all’Arco. Le mura di Volterra sono una grande opera di ingegneria militare create per proteggere il centro storico.

La cinta muraria di Volterra venne edificata una prima volta in epoca etrusca per difendere la città dalle incursioni dei Celti e dei Romani. Venne progressivamente modificata durante i secoli. Le parti più antiche risalgono al IV secolo a.C e rimasero praticamente intatte fino a tutto l’alto medioevo. In quel periodo il comune decise di costruire una nuova cinta muraria, che ingloba in se buona parte della struttura muraria etrusca.

Cinta Muraria di Volterra - Origine etrusca e medievale

Le mure etrusche raggiungenvano una lunghezza di 7 chilometri, che cingevano un’area di ben 102 ettari e sfruttavano la forma della collina inglobando anche diverse sorgenti di acqua e aree verdi per l’agricoltura e l’allevamento. Le attuali mura medievali risalgono al XIII secolo e si estendono solo per 2,6 chilometri e racchiudono un’area di ‘soli’ 26 ettari. Il motivo è che a seguito del crollo dell’impero romano di occidente, diminuì drasticamente il numero di abitanti e divenne difficoltoso mantenere una cinta di quelle dimensioni. Come nel resto del mondo, nella costruzione venne impiegata una pietra che fosse facilmente reperibile nei dintorni. In questo caso il panchino, in una varietà abbastanza chiara utilizzata anche per le urne cinerarie.
Nei punti più facilmente accessibili della cinta romana vennero scavati anche dei fossati, ora non più esistenti.

Porta all’Arco ^

Seguendo le mura arriviamo alla porta all’Arco, l’accesso meridionale alla centro di Volterra. Questa porta è al termine del vecchio cardo maximus e metteva in comunicazione il centro con la Val di Cecina. Tra le varie porte cittadine, porta all’Arco è tra le più imponenti. I suoi fianchi sono costituiti da enormi blocchi squadrati di panchino locale e si collegano in un corridoio coperto di epoca più recente.

I piedritti sono i sostegni verticali della porta, su cui poggia l’arco in conci di calcare estratto dalle cave di Pignano. Al centro dell’arco e ai lati sono presenti tre teste che rappresentano Giova e i suoi due figli, ovvero Castore e Polluce.

Porta all'Arco di Volterra

Come è possibile vedere, porta all’Arco è stata costruita in fasi successive: le fiancate risalgono al V o IV secolo a.C., l’arco e le teste al III o II secolo a.C, mentre la copertura è di epoca più recente. Ciò la rende una delle porte più antiche di Volterra, appartenendo alla cinta muraria del IV secolo a.C. che all’epoca si estendeva per 7 km. Per questo motivo è anche la testimonianza etrusca più importante di Volterra, nonostante sia stata rimaneggiata in epoca romane e in quella medievale, quando fu rimpicciolito l’arco interno (ripristinato poi successivamente). Della struttura etrusca rimangono gli stipiti esterni, i piedritti dell’arco interno e i due muri interni, mentre l’archivolto e le tre teste sono dell’epoca romana. Le mura che sovrastano la porta sono, infine, di epoca medievale.

Porta all’Arco è anche al centro di una leggenda secondo la quale tra la porta e la controporta era imprigionato il tiranno Bocchino Belforti che nel XIV secolo cercò di vendere Volterra ai pisani e, dopo essere stato processato, venne decapitato presso la torre del Porcellino in piazza dei Priori.

Parco Archeologico Enrico Fiumi e l’Acropoli Etrusca di Volterra ^

Continua l’itinerario tra le cose da vedere a Volterra raggiungendo il parco archeologico Enrico Fiumi. Questo è uno spazio verde decisamente insolito per un centro medievale. Le sue dimensioni sono molto ampie e il grande prato è arricchito da svariati alberi che permettono di godere di un po’ d’ombra nei giorni più caldi.

Il parco è dedicato all’economista volterrano Enrico Fiumi, che diresse il museo Guarnacci tra il 1950 e il 1976. Il motivo va ricercato anche negli scavi archeologici che proprio qui portarono alla luce l’acropoli etrusca-romana. Anche in questo caso le condizioni di visita non sono le migliori: l’erba alta non favorisce la visita dei resti (a pagamento). Qui potrai comunque vedere ciò che rimane di due templi etruschi, costruiti in legno su di una base in pietra, e decorati in terracotta. Il primo, di tradizione greca, è databile II secolo a.C. e ne rimane un muro trasversale. Del secondo, databile III secolo a.C. sono invece visibili le fondamenta.

I fregi in terracotta ritrovati in questi scavi sono invece conservati nel museo Guarnacci.

La Fortezza medicea ^

Un lato del grande parco Enrico Fiumi è chiuso dalla fortezza medicea di Volterra. Questa ha dimensioni davvero enormi ed è un ottimo esempio di architettura militare del Rinascimento. La sua posizione è sulla parte più alta del colle di Volterra e prese il posto di un’antica acropoli.

La fortezza medicea di Volterra è composta da due parti:

  • la rocca vecchia detta anche Cassero o la Femmina, a pianta trapezoidale con un’antica torre ellittica. Questa fu costruita nel 1342 su volontà del duca Gualtieri di Brienne e fu poi modificata da Lorenzo il Magnifico;
  • la rocca nuova detta il Mastio, a pianta quadrilaterale e a cui angoli spuntano quattro torrioni. Al centro si aggiunge un’ulteriore torre nota come il Maschio. Questa risale agli anni tra il 1472 e il 1475, su volere di Lorenzo il Magnifico, dopo due battaglie che coinvolsero la città. Queste battaglie nacquero a causa della scoperta di miniere di allume, materiale prezioso per la lavorazione dei tessuti che interessava alle varie potenze del territorio.

Le due rocche sono collegate tra loro attraverso una lunga cortina muraria che, proteggendo entrambe le fortificazioni, dà vita anche a una piccola cittadella.

Oggi purtroppo la fortezza medicea non è visitabile, perché ospita al suo interno il carcere cittadino.

Porta a Selci ^

Porta a Selci e torrione angolare della Fortezza Medicea

Direttamente collegata alla fortezza medicea, che per una parte definisce anche le mura cittadine, c’è l’ingresso di porta a Selci. La porta attuale prese il posto della Porta de Silice costruita in epoca medievale, poi incorporata nella fortezza durante gli ampliamenti del XV secolo della rocca vecchia.

L’attuale porta a Selci risale al XVI secolo, e servì per riaprire una via in direzione di Siena. Direttamente collegata a un torrione della rocca, la porta è contraddistinta da un arco a tutto sesto su cui è apposta una targa in marmo.

Chiesa di Sant’Agostino ^

Facciata della chiesa di Sant'Agostino

Da porta a Selci prendi via don Giovanni Minzoni che va dritta verso il cuore del centro di Volterra. Arriverai alla chiesa di Sant’Agostino. Questa è una piccola chiesa risalente al XIII secolo con una facciata a capanna, ingentilita da elementi neoclassici agli inizi del XVIII secolo. Due lesene dividono verticalmente la facciata a sua volta divisa in quattro parti in altezza.

All’interno della chiesa, originariamente a unica navata ma poi divisa in tre navate agli inizi del settecento, trova posto il museo diocesano. Nella controfacciata puoi vedere il monumento sepolcrale di Alessandro Riccobaldi Del Bava, risalente al 1523. Questo affianca numerose altre opere d’arte che vanno dal XIII al XVII secolo.

Oratorio di Sant’Antonio Abate ^

Giunto a piazza XX settembre affacciati dalle mura per godere di un bel panorama sul centro di Volterra. Sull’angolo meridionale della piazza c’è l’oratorio di Sant’Antonio Abate, una piccola chiesetta rivista diverse volte durante i secoli.

Oratorio di Sant'Antonio Abate a Volterra

Costruito inizialmente nel 1470 dai frati dell’ordine dei canonici Regolari di Sant’Antonio di Vienne, il primo ordine ospedaliero medievale, ha una pianta a una sola navata. Esternamente è caratterizzata da una facciata a capanna rivestita per buona parte in pietra grigia, fino al rosone centrale, aggiunta nel secolo scorso in un’opera di sopraelevazione.

Sulla facciata lungo via Gramsci è presente il Tau, simbolo dell’ordine religioso che curava soprattutto il fuoco di Sant’Antonio e gli ammalati in genere.

Tra le opere conservate nell’oratorio c’è una pala in terracotta dipinta che risale al XV secolo e raffigura l’Assunta e santi e il grande tabernacolo dipinto nel 1455 con la rappresentazione di Sant’Antonio Abate e santi.

Palazzo Incontri Viti ^

Facciata del palazzo Incontri Viti

Procediamo lungo l’itinerario tra le cose da vedere a Volterra. Su via dei Sarti incontrerai anche palazzo Incontri Viti. Il suo nome è legato ad Attilio Incontri, ministro del Granduca di Toscana che alla fine del cinquecento ne richiese la costruzione.

Il palazzo Incontri Viti si presenta con una lunga facciata in stile manieristico con cornici in pietra alle finestre sormontati, al primo piano, da frontoni triangolari. Internamente il progetto prevedeva un grande cortile rimasto incompiuto. In seguito, dal 1819, lo spazio ospitò il teatro Persio Fiacco. Dotato di quattro ordini di palchi e soffitti e sipario storici, è di proprietà dell’accademia dei Riuniti.

Chi vuole visitare Palazzo Incontri Viti, lo può fare attraverso la casa museo dedicata all’alabastro voluta da Benedetto Giuseppe Viti che, dopo aver accomulato ricchezza con i suoi commerci in giro per il mondo, nel 1850 acquistò il palazzo e ne fece la sua dimora. All’interno del museo potrai vedere tantissime opere in alabastro, ma anche diversi oggetti che Viti portò a casa di ritorno dai suoi viaggi in America, India e Nepal.

Luchino Visconti scelse il palazzo Incontri Viti per girarvi il film “Vaghe stelle dell’Orsa”, premiato nel 1965 con il Leone d’Oro.

Piazzetta Minucci ^

Piazzetta Minucci di Volterra

Riprendendo la strada verso il cuore del centro storico di Volterra ti imbatterai nella piazzetta Minucci. Più che una piazza sempre l’imbocco di una via, ma ti verrà automatico fermarti per ammirarne la bellezza, data da un incastro di palazzi storici con la strada su più livelli.

Tra i vari edifici spuntano piccoli negozi e, soprattutto, il palazzo Minucci Solaini. Furono i Minucci a richiedere la costruzione di questo edificio rinascimentale, ottenuto accorpando svariate case già di loro proprietà. La sua erezione avvenne nel quattrocento e esternamente si presenta con due ordini di finestre che danno eleganza all’edificio. Internamente, invece, una grande corte è circondata dal portico rinascimentale.
La parte più antica del palazzo Minucci Solaini è la casa torre medievale, dentro cui trova posto un terzo del museo dell’Alabastro.

Pinacoteca di Volterra e Museo dell’Alabastro ^

Palazzo Minucci Solaicini - Pinacoteca e Museo dell'alabastro

Il palazzo Minucci Solaicini di Volterra come detto ospita al suo interno, dal 1982, la pinacoteca cittadina e il museo dell’alabastro, la cui lavorazione ha reso celebre Volterra.

Nella pinacoteca potrai vedere principalmente i dipinti recuperati dalle chiese di Volterra, con opere dal XII al XVIII secolo. Inizialmente aperta nel palazzo dei Priori, la pinacoteca è stata poi trasferita qui e, nell’occasione, la sua collezione aumentò sensibilmente. Ciò fu possibile anche grazie la cessione delle sezioni medievali e moderne del museo Guarnacci e altre donazioni di enti locali.

Nel museo dell’alabastro, invece, potrai vedere dipinti e soprattutto sculture che testimoniano il ruolo primario di Volterra nella lavorazione di questa pietra calcarea. Attraverso l’ecomuseo dell’alabastro potrai conoscere i vari centri d’estrazione, di lavorazione e di commercio di questo materiale e vedere oggetti che vanno dall’epoca etrusca a quella contemporanea. Parallelamente puoi scoprire come si sono evolute le tecniche di estrazione e lavorazione attraverso oggetti quali cinerari etruschi e capitelli medievali. In realtà ti basterà passeggiare per le vie del centro storico per notare le numerosissime botteghe che lavorano questo materiale. Ognuna di queste è contraddistinta da uno spesso strato di polvere, causata dalla lavorazione, e da particolari oggetti in esposizione.

Casa Torre Buonparenti ^

A pochi passi dalla piazza centrale di Volterra fanno bella mostra di se le case torri Buonparenti. Questa è una struttura decisamente particolare, che può quasi apparire come l’ennesima porta cittadina anche se in realtà non lo è. Le case torri Buonparenti sono composte dalla vera e propria torre Buonparenti e dal fortilizio dell’Angelario, collegati tra loro attraverso un altissimo arco in muratura. Le case torri presenti a Volterra hanno lo stesso scopo di quelle della vicina San Gimignano: da una parte mostrare il potere delle famiglie che le facevano costruire e dall’altra controllare il territorio da una vista privilegiata.

Di epoca duecentesca, la casa torre Buonparenti è in posizione strategica per la città, rinominata poi “incrociata Buonparenti, fulcro in epoca medievale dello sviluppo urbano e posto all’ingresso del borgo di Santa Maria.

La casa Torre Buonparenti non è purtroppo aperta al pubblico.

Piazza dei Priori di Volterra ^

Piazza dei Priori di Volterra

Stiamo per concludere l’itinerario tra le cose da vedere a Volterra e, ovviamente, non può mancare la sua piazza più bella: piazza dei Priori. Questo spazio era originariamente di proprietà del vescovo che ne poteva così regolare l’attività del mercato e riscuotere le tasse.

Su di questo grande spazio rettangolare si alternano pochi ma maestosi palazzi, per lo più simbolo del potere civile della città. Una parte del duomo è visibile lungo il perimetro, mentre al centro ci sono diverse pietre di alabastro che la sera risplendono grazie a un’illuminazione suggestiva.

Ecco i palazzi che puoi vedere su piazza die Priori a Volterra.

Torre del Porcellino e Palazzo Pretorio ^

Il palazzo Pretorio occupa tutto un lato di piazza dei Priori ed è formato da più edifici raccolti sotto di un unico palazzo a paritre dal XIX secolo. Ospitò al suo interno la sede dei Podestà e dei Capitani del Popolo.

La torre che si innalza sul lato destro del palazzo Pretorio di Volterra è nota come Torre del Porcellino. Questa è tra le torri più antiche della città e, sopra ad una mensola, è raffigurato un porcellino, che le dà il nome.

Palazzo Vescovile ^

Palazzo Vescovile di Volterra

Il lato meridionale di piazza dei Priori è chiuso dal palazzo Vescovile. Fin dall’epoca quattrocentesca questo era il simbolo del potere del vescovo e dei canonici. Prima però, tra il medioevo e il 1472 svolse la funzione di Casa dei Grani o Vendita, e qui la città conservava il grano. La parte rivolta alla piazza era infatti impiegata come granaio pubblico, mentre la loggia ospitava il mercato. Solo nel 1472 divenne il palazzo vescovile e nel 1618 fu trasformato nella residenza vescovile vera e propria.

All’interno del palazzo vescovile di Volterra ha avuto sede il museo diocesano d’arte sacra, aperto nel 1932 per conservare il materiale artistico prelevato dal duomo e i reperti della vicina Badia dei Camaldolesi e della chiesa di San Giusto al Botro, travolta dalla voragine delle Balze nel XVII secolo. Nel 2017 il museo diocesano si è trasferito nella chiesa di Sant’Agostino e, oggi, il palazzo vescovile ospita l’archivio storico diocesano in cui è conservato uno dei primi documenti della lingua italiana, ovvero la Guaita di Travale.

Palazzo dei Priori ^

Facciata e torre del palazzo dei Priori di Volterra

Il palazzo dei Priori è l’edificio che dà il nome alla piazza di Volterra. Risale al 1239, come testimoniato dall’iscrizione al fianco dell’ingresso. La sua forma è a parallelepipedo e ha una facciata scandita da tre file di bifore intermezzate da portabandiere e portafiaccole. Tra queste si trova anche l’unità di misura anticamente impiegata a Volterra, ovvero la canna volterrana. Sopra al portone di ingresso e per quasi tutta la larghezza dell’edificio sono presenti gli stemmi inghirlandati robbiani dei magistrati fiorentini che governarono la città tra il XV e il XVI secolo.

Ai lati del palazzo dei Priori sono presenti due colonne che sorreggono lo scudo fiorentino. Queste sono un’aggiunta del 1472 quando il palazzo dei Priori venne utilizzato come sede del capitano di giustizia. Sui merletti del palazzo, dal XVI secolo, c’è la torre pentagonale la cui sommità è stata ricostruita nel 1846, dopo un rovinoso terremoto.

L’intero edificio è costruito in pietra e la faccita è ingentilita da cornici marcapiano e chiusa da merli a semicerchio aggiunti nel XVI secolo.

Il palazzo dei Priori ospitò inizialmente i 24 anziani che amministravano la giustizia, poi scesi a 18 priori del Popolo nel 1283 e, infine, a 12 difensori del Popolo del 1289.

Il palazzo dei Priori è aperto alle visite (previo acquisto di un biglietto), che danno accesso alla sala del Maggior Consiglio, con ricchi affreschi, con scritte e stemmi dell’ottocento e l’affresco su tela dell’Annunciazione tra i Santi Cosma, Damiano, San Giusto e Ottaviano o alla sala della Giunta.

Palazzo Incontri ^

Palazzo Incontri su piazza dei Priori

L’attuale palazzo Incontri è il risultato dell’accorpamento di diversi edifici medievali e rinascimentali, che puoi distinguere nelle loro forme ancora oggi. Dal concilio di Trento e fino alla fine del XVIII secolo ospitò il seminario, mentre oggi è la sede della Cassa di Risparmio di Volterra.

Conosciuto anche come palazzo Viti è caratterizzato dalle tonalità calde dela sua facciata, dotata di svariate e regolari finestre. Al piano nobile sei bifore hanno una caratteristica forma ad arco e sono separate da una sottile colonna.

Duomo di Volterra – Cattedrale di Santa Maria Assunta ^

La cattadrale di Santa Maria Assunta, duomo di Volterra, ha un affaccio su piazza dei Priori nonostante la facciata principale dia su via Giusto Turazza, all’opposto del battistero di San Giovanni.

Nel IX secolo qui c’era una chiesa dedicata a Santa Maria. Nel 1117, dopo un violento terremoto, venne ricostruita e successivamente ampliata nel duecento.

Campanile del duomo - Cattedrale di Santa Maria Assunta

La facciata a salienti del duomo di Volterra ha un grande portone in pietra chiara, incorniciato da lesene che si incontrano in un arco con motivi geometrici e floreali. Ai lati due grandi archi anticipano le sezioni laterali della facciata in cui si aprono due monofore sovrapposte. Al centro un grande rosone circolare illumina gli interni. La sommità della facciata è decorata da archetti che brillano sulla pietra calda che contraddistingue il resto della chiesa.

Gli spazi sono divisi su tre navate in una pianta a forma basilicale a croce latina. Lo stile è tardorinascimentale e le navate sono divise da ventidue colonne rivestite in stucco che simulano un granito rosa. Queste si uniscono in archi con righe bicrome congiunte al soffitto. I capitelli delle colonne sono cinquecenteschi, mentre molti altri elementi, come soffitti e pareti, arrivano da un restauro dell’ottocento.
Il transetto e la navata centrale sono chiusi da un soffitto a cassettoni decorato con motivi floreali, geometrici, e dalla rappresentazione di santi e ovali con l’Assunta e lo Spirito Santo, anch’essi cinquecenteschi. Sulle navate si aprono sei cappelle affrescate.

Nella cattedrale di Santa Maria Assunta trovi degli elementi originari del XII secolo, come il pulpito o le colonne sopra al ciborio. Dietro all’altare c’è la cappella maggiore con stalli gotici del trecento.

All’interno del duomo trovi infine la cappella dell’Addolorata con due gruppi di statue in terracotta dipinta. Nella cappella attigua, dedicata al Santissimo Nome di Gesù, c’è un ricco reliquiario d’argento.

Battistero di San Giovanni Battista a Volterra ^

Facciata del battistero di San Giovanni Battista - Volterra

Uscendo dal duomo di Volterra attraverso l’ingresso principale, troverai davanti a te il battistero di San Giovanni Battista. A pianta ottagonale ha origine nel duecento. Il lato posto verso il duomo è rivestito con fasce in marmo bianco e verdi e presenta un portale romanico ben conservato e incorniciato da pietra bianca. Il piano superiore è caratterizzato da una finestra ad arco per lato, mentre quello inferiore presenta una finestra sulle facciate non principali, rivestite in pietra a filaretto con conci regolari.

Il battistero di San Giovanni Battista è chiuso da una grande cupola. Sul lato opposto all’ingresso ha un altare di metà del settecento, mentre al centro puoi vedere la grande vasca battesimale, risalente al 1759, su cui è posta la statua di San Giovanni Battista del 1771. L’acquasantiera del battistero è rappresentata da un cippo sepolcrale etrusco rovesciato e scavato appositamente.

Mappa dell’Itinerario di Volterra ^

Ecco la mappa dell’itinerario completo alla scoperta di Volterra. L’itinerario è da svolgersi a piedi e può essere tranquillamente fatto in una giornata. Se hai un buon passo riuscirai a farlo comodamente in mezza giornata e potrai approfittarne per vedere qualche altro bel borgo nei dintorni, come la celebre San Gimignano (la città delle torri) o Colle Val d’Elsa.

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Cosa vedere a Volterra in Un GiornoItinerario alla scoperta di Volterra, tra resti etruschi, romani e medievali. Guarda la mappa e leggi i dettagli di tutte le attrazionihttps://www.lorenzotaccioli.it/cosa-vedere-a-volterra-in-un-giorno/
Lorenzo Taccioli