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Campobasso in Un Giorno – Cosa Vedere

La città di Campobasso rappresenta per me una piacevolissima scoperta, così come il resto del Molise. Sono arrivato in città di sera ed ho notato fin da subito la sua doppia anima: la tranquillità e il silenzio che regnano nel borgo storico che sale ripido fino al castello e il traffico e la vivacità del centro moderno.

Campobasso è la città principale della regione, ma ha dimensioni tutto sommato raccolte, tanto che potrai visitarla in una giornata. Le attrazioni sono le une vicino alle altre, ma in breve tempo ti troverai ad aver percorso svariati chilometri.

Dove si trova Campobasso ^

Campobasso è la città capoluogo di provincia, nonché di regione, del Molise. Il suo centro storico è costruito su di una collina, tanto che l’altitudine è di 701 metri sul livello del mare, e il castello, uno dei monumenti principali, si trova a 792 metri di altitudine.

Questa città è il terzo capoluogo di regione per altitudine, secondo solo a Potenza e l’Aquila.

I fiumi Biferno e Fortore cingono la città di Campobasso e questo favorì lo sviluppo di un insediamento già in epoca antica.

Perché si chiama Campobasso ^

Il nome di Campobasso deriva da un documento del IX secolo, in cui la città era chiamata Campibassi. Il riferimento è alla particolare organizzazione della città. Campus detto bassus in rapporto ad una località più elevata. In questo caso il riferimento è al fatto che il centro abitato sorge in una posizione più bassa rispetto al castello che lo domina e che anticamente ospitava un altro borgo, poi scomparso.

Un’altra ipotesi è l’esistenza di un personaggio latino chiamato Bassus o Bassius, proprietario di queste terre. Da qui il toponimo Campus Bassi (campo di Basso), divenuto poi Campobasso.

Cosa vedere a Campobasso ^

La città di Campobasso ha un centro storico dalla doppia anima. Abbina un borgo storico ad un centro più moderno. La parte più antica è quella meno trafficata e si snoda tra il castello che sormonta la città e l’inizio dell’area pianeggiante, dove parte il nuovo centro.

Il borgo storico è composto da un intricato insieme di vicoli e scalinate in continua salita e discesa, che risalgono la collina. Questa zona è davvero suggestiva, soprattutto durante una camminata serale dove le luci fioche illuminano le case e il silenzio regna sovrano.

Più animato è invece il centro moderno. Attraversato da arterie stradali, è il punto di ritrovo dei cittadini grazie ai numerosi bar e servizi. Qui sono presenti anche i negozi, oltre che il municipio e i parchi della città. Io ho deciso di visitare la città durante un tour di 7 giorni del Molise, ma te la consiglio anche se avessi a disposizione solo 3 giorni in Molise.

Ecco l’itinerario alla scoperta di Campobasso in un giorno, che si snoda tra le due parti della città.

Castello Monforte ^

Tra i monumenti più significativi di tutta Campobasso c’è il castello Monforte, che svetta sopra al centro storico cittadino. Quando arriverai qui potrai godere di una vista suggestiva sulle vallati circostanti e, nelle giornate più terse, anche sulla Maiella e sul Tavoliere delle Puglie.

Le origini del castello Monforte sono in epoca longobarda, ma una sostanziale riedificazione risale al 1458. In quell’anno Cola Monforte, feudatario di Campobasso, decise di ribellarsi al re Ferdinando I d’Aragona e gli serviva un fortino utile per garantirsi una difesa. Riprese il castello già esistente, ma in parte distrutto da un terremoto del 1456, e ne fece rinforzare le mura esterne, aggiungendo torri e una seconda cerchia di mura.

Oggi il castello ha una pianta rettangolare con i residui di torri angolari su tre spigoli. Svetta poi il redondone, ovvero il mastio quadrato che si innalza sopra al corpo di fabbrica. Le mura sono chiuse dai merli e sulle facciate le poche finestre si alternano a feritoie.

L’ingresso al castello Monforte era per mezzo di un ponte levatoio sul lato meridionale, oggi sostituito da un ingresso sul lato settentrionale. Entrando nel castello arriverai al cortile interno e da qui puoi raggiungere il Sacrario dei Caduti in Guerra al pian terreno o, salendo una scalinata interna, salire sulla cortina del castello e godere di una bella vista panoramica sul centro di Campobasso e sui dintorni.

Chiesa di Santa Maria del Monte ^

Proprio davanti al castello Monforte c’è la chiesa di Santa Maria del Monte, nota anche come chiesa di Santa Maria Maggiore o de supra, per via della sua posizione.

Una piccola chiesa era già presente in questa posizione nel duecento e veniva utilizzata anche per seppellire i componenti delle famiglie feudali. Durante i secoli le sue forme sono state riviste più volte e la parte più antica che oggi si conserva è il portale centrale in pietra, risalente al 1427.

Dal 1905 la chiesa di Santa Maria del Monte e il convento a lei collegato, sono gestiti dai monaci Cappuccini che, per un breve periodo, ospitarono anche Padre Pio.

All’interno della chiesa di Santa Maria del Monte sono presenti diversi dipinti e la statua bizantina risalente al 1334 che ritrae la Madonna con il Bambino.

Chiesa di San Giorgio Martire ^

Scendendo dal castello Monforte di Campobasso verso il centro cittadino trovarei la chiesa di San Giorgio Martire.

Nonostante non sia stato possibile definire con certezza la sua data di costruzione, sembra che questa risalga all’XI secolo. Ospitò fino al 1338 il capitolo collegiale, poi trasferito nella sottostante chiesa di San Leonardo, perché più facile da raggiungere.

La facciata della chiesa di San Giorgio Martire è divisa verticalmente in tre sezioni. Quella centrale è il blocco principale, dove si apre l’ingresso. La parte inferiore è quella risalente alla costruzione più antica della chiesa, mentre quella superiore è stata rivista durante i secoli. Al fianco del portone sono presenti due colonne che anticamente servivano probabilmente a sorreggere un tettuccio in legno. Al di sopra del portone, invece, c’è una lunetta scolpita con raffigurato al centro un agnello crocifero circondato da foglie ovali appuntite intrecciate a grappoli d’uva.

Dietro alla chiesa spunta il campanile romanico, a base quadrata e dotato di bifore. Sul fronte settentrionale c’è un bassorilievo che rappresenta un pellicano.

Gli interni della chiesa di San Giorgio Martire sono distribuiti su tre navate e sono ricchi di statue e opere d’arte. Tra queste ci sono un altorilievo di San Giorgio a cavallo che calpesta il drago e la scultura di San Carlo Borromeo posizionata in mezzo a due armadi.

La navata sinistra dà accesso alla cappella di San Gregorio, costruita agli inizi del XIV secolo e dotata di una bella cupola ottagonale con affreschi.

Chiesa di San Bartolomeo ^

Tra le chiese più particolari di tutta Campobasso c’è la chiesa di San Bartolomeo. La trovi lungo la discesa che dal castello Monforte conduce al nuovo centro cittadino.

La chiesa di San Bartolomeo risale all’XI secolo, quando fu costruita in stile romanico. Una testimonianza di inizio del trecento sostiene che questa chiesa sia la parrocchia dei Basiliani Greci ceduta ai Cavalieri di Malta.

La facciata della chiesa di San Bartolomeo era anticamente composta solo dal corpo centrale, dove oggi puoi trovare il portale di accesso inscritto in un piccolo arco e affiancato da due archi ciechi. Al di sopra c’è un massiccio rosone centrale.

Nei secoli successivi sono state aggiunte le due ali laterali, di forma speculare ma di dimensioni differenti, che prevedono un ingresso secondario e una finestra rettangolare per uno.

Il tetto della chiesa segue l’altezza delle navate.

Gli interni della chiesa di San Bartolomeo sono strutturati su tre navate, ma in una maniera complessa. La navata centrale è divisa dagli altri spazi per mezzo di un colonnato in pietra con archi a tutto sesto. Davanti all’altare è posizionata una croce stazionaria, che anticamente era posta sul sagrato della chiesa.

Nella navata destra il pavimento ricopre alcuni saggi di scavo, mentre la navata sinistra lascia vedere solo una piccola parte del resto della chiesa.

Torre Terzano ^

Proprio al fianco della chiesa di San Bartolomeo puoi vedere una torretta che si innalza sulle mura che seguono la scalinata. Questa è la torre Terzano, nota anche come torre Delicata Civerra. La torre Terzano risale al duecento, anche se le sua forma attuale è frutto di una revisione quattrocentesca operata dai Monforte.

La sua forma è a pianta circolare con il lato interno monco. Qui era infatti presente la struttura di ingresso alla città, danneggiata da un terremoto nel 1805 e poi smantellata. L’intera struttura è in pietra grezza.

Questa torre è anche al centro di una leggenda, secondo la quale, nel cinquecento, c’erano due ragazzi che si amavano ma le due famiglie appartenevano a due confraternite rivali, quella dei Trinitari e quella dei Crociati. I due erano Delicata Civerra e Fonzo Mastrangelo e dopo che il loro amore fu scoperto, Delicata venne rinchiusa in questa torre per evitare che Fonzo la potesse rapire.

Fonzo partì per il servizio militare e nel frattempo Delicata morì in preda alla disperazione. Al suo ritorno Fonzo apprese la triste notizia e decise di farsi monaco.

Palazzo Japoce ^

Lungo i vicoli che scendono verso il cuore del centro moderno di Campobasso ci sono diversi palazzi storici, molti dei quali adibiti a museo. Tra questi c’è palazzo Japoce, risalente al seicento.

Questo edificio sorge sull’omonimo largo e appartenne ai baroni Japoce, famiglia che operava negli investimenti zootecnici e cerealicoli. Tra i membri della famiglia, di particolare spicco fu Francesco Japoce che nel settecento gestì proficuamente gli affari familiari e gli interessi pubblici della città.

La parte più particolare del palazzo è il suo imponente portale in pietra scolpita. Lungo la cornice ci sono numerose foglie d’acanto che disegnano l’arco dell’ingresso.

Palazzo Japoce, dopo una lunga ristrutturazione durata dieci anni, è ora utilizzato come sede degli uffici della Sopraintendenza Archeologica e della Direzione Regionale dei Beni Culturali.

Palazzo Pistilli ^

A poca distanza dal palazzo Japoce c’è un altro storico edificio: il palazzo Pistilli. Nato come residenza signorile alla fine del XIX secolo, si compone di due piani e di sei grandi sale.

All’interno del palazzo Pistilli c’è un museo che raccoglie quasi 200 opere d’arte e che mette insieme due collezioni: quella di Michele Praitano e quella di Giuseppe e Ottavio Eliseo.
La collezione privata di Michele Praitano è stata donata allo Stato Italiano nel 2014. Le opere qui raccolte sono per lo più concentrate sulla pittura dell’ottocento e del novecento, seguendo canoni realisti, impressionisti e classici.

La collezione di Giuseppe e Ottavio Eliseo è invece stata acquisita dalla provincia di Campobasso ed è composta da dipinti, maioliche e ceramiche per lo più napoletane e molisane risalenti anche al cinquecento.

Museo Sannitico nel Palazzo Mazzarotta ^

Un altro importante edificio di Campobasso è il palazzo Mazzarotta. Di origine settecentesca, dal 1995 al suo interno è ospitato il museo sannitico, nato nel 1881.

Il museo sannitico espone importanti reperti appartenuti a questo popolo e trovati nelle aree circostanti la città. La collezione originaria ottocentesca è stata progressivamente ampliata grazie ai ritrovamenti emersi durante i nuovi scavi.

Al piano terreno sono esposti i resti archeologici che arrivano dall’età del Bronzo e dalla prima età del Ferro. Il primo piano ospita un approfondimento sul popolo sannita, con i loro santuari, le loro sepolture e i loro commerci. Al secondo piano invece ci sono testimonianze della romanizzazione del popolo sannita, con molti reperti provenienti anche dal vicino sito archeologico di Sepino. Sempre qui puoi vedere la ricostruzione di una tomba di un guerriero longobardo e del suo cavallo.

Statua di Fred Bongusto ^

Continuando a scendere dai vicoli del centro storico raggiungi via Chiarizia. Lungo le scalinate puoi vedere la statua di Fred Bongusto che, con la chitarra tra le mani, è pronta ad accogliere i passanti.
L’artista è qui rappresentato com’era all’apice della sua carriera, con i capelli fluenti e lo sguardo fiero.

Anche la posizione non è casuale, si trova infatti a pochi passi da via Marconi, dove l’artista ha passato l’infanzia.

La stuta di Fred Bongusto è opera dello scultore Alessandro Caetani ed è stata realizzata nei suoi laboratori di Agnone, in provincia di Isernia. Questo è un omaggio della città al celebre cantante nato a Campobasso nel 1935. La sua installazione è avvenuta a un anno esatto dalla morte, avvenuta a Roma l’8 novembre del 2019.

Chiesa di San Leonardo ^

Raggiungi ora la chiesa di San Leonardo, in largo Leonardo. Questa è posizionata esattamente al punto di incontro tra il borgo antico e la città nuova ed è riconoscibile per via della sua maestosa facciata.

Le origini della chiesa di San Leonardo sono da ricercare nella metà del duecento, anche se l’attuale struttura è frutto di rimaneggiamenti. Il primo di questi risale al 1338, quando la struttura venne ampliata per ospitare il Capitolo Collegiale di San Giorgio.

La sua facciata è caratterizzata da un tetto spiovente a due falde.
Alla chiesa di San Leonardo manca un campanile in quanto quello originariamente presente andò distrutto a causa del terremoto del 1456.

Proprio questo evento ha fatto sì che venissero apportate numerose modifiche alla chiesa, come puoi vedere esternamente anche nel collegamento con il tetto. Fu in quel contesto che la chiesa venne alzata e l’intera facciata rivista. Solo la monofora a sinistra del portale è attribuibile alla costruzione originaria, mentre quella di destra è stata visibilmente murata. A sinistra della monofora c’è un blocco di pietra scolpito con l’immagine di un bue.

Il portale d’ingresso è in stile gotico e sormontato da un arco a sesto acuto. Al di sopra, la lunetta presenta un piccolo bassorilievo con un agnello crocifero.

Gli interni della chiesa di San Leonardo sono disposti su di una sola navata, scandita da tre archi. Questi sono sorretti da colonne tozze sormontate da capitelli d’ispirazione bizantina. La chiusura della navata è a capriate lignee.

Al di sotto del pavimento della chiesa è stato ritrovato un cimitero, testimonianza dell’antica pratica di seppellire i morti all’interno delle chiese.

Palazzo Cannavina ^

A pochissima distanza dal largo Leonardo troverai il palazzo Cannavina, sull’omonima via dedicata all’avvocato, giurista e politico Vittorino Cannavina, sindaco di Campobasso dal 1902 al 1906.

Palazzo Cannavina è caratterizzato da un imponente portale in stile neoclassico con sopra lo stemma della famiglia: due leoni rampanti poggiati su tre colli con, al centro, un albero di pino, sormontato dalla corona marchesale.

All’interno dell’edificio abitarono importanti personalità per la città già in epoca settecentesca, per poi arrivare alla famiglia Cannavina nel 1891, dopo alcune trasformazioni tra il settecento e l’ottocento ad opera dei Salottolo. Oggi i suoi spazi sono divisi tra abitazioni private ed esercizi pubblici.

Ti consiglio di affacciarti sul cortile interno dell’edificio, da cui parte la scalinata che sale fino alle abitazioni dei piani superiori e che ricorda i maestosi scaloni dei palazzi napoletani.

Fondaco della Farina ^

Prosegui ora fino al fondaco della Farina. Questo slargo era anticamente compreso all’interno delle mura cittadine che cingevano la parte più antica del borgo.

Oggi è una piazzetta con dei bei palazzi residenziali, un ristorante e molto verde in vaso. Anticamente invece era il luogo in cui confluivano tutte le farine e i cereali prodotti nei mulini che circondavano la città di Campobasso. Qui i prodotti venivano pesati per riscuotere il dazio.

All’ingresso del fondaco della Farina, su via Cannavina, è presente ancora oggi la Mezzacanna, ovvero l’unità di misura ufficiale che veniva utilizzata dai doganieri.

Piazza Gabriele Pepe ^

Raggiungi piazza Gabriele Pepe. Questa insieme alla piazza Vittorio Emanuele II è la piazza principale del borgo nuovo di Campobasso.

Piazza Gabriele Pepe è posizionata adiacente alla seconda cinta muraria del borgo storico ed ero lo spazio che anticamente ospitava il mercato e le fiere. Oggi ospita invece un gran numero di attività, quali bar e ristoranti.

Lungo il suo perimetro non mancano diversi edifici importanti: la cattedrale della Santissima Trinità, il teatro Savoia e il palazzo del Governo.

Cattedrale della Santissima Trinità ^

Uno dei monumenti principali su piazza Gabriele Pepe è la cattedrale della Santissima Trinità, nonché la principale chiesa di Campobasso.

Nonostante il suo aspetto ben tenuto, le origini della cattedrale della Santissima Trinità sono da ricercarsi agli inizi del cinquecento. Nel 1504 fu infatti eretta subito al di fuori dalle mura su volontà del feudatario Andrea de Capoa. Lo scopo era quello di consegnare alla confraternità della Trinità un luogo in cui potesse riunirsi.

Purtroppo il terremoto del 1805 la fece crollare e per questo motivo venne ricostruita totalmente in stile neoclassico e riaperta al culto nel 1829, diventando poi cattedrale cittadina nel 1927, apportando alcune modifiche e ampliandone gli spazi. Tra gli anni 1860 e 1900 cambiò destinazione, diventando una caserma.

La facciata della cattedrale della Santissima Trinità di Campobasso è in stile neoclassico ed è dotata di un pronao che sorregge un largo frontone trinagolare. Sul lato sinistro è affiancata dal campanile.

Gli spazi interni sono organizzati su tre navate senza transetto, con le due laterali contenenti una serie di cappelle affrescate da Amedeo Trevisonno. Sopra all’altare maggiore c’è invece un grande baldacchino sostenuto da colonne con capitelli corinzi. Dietro è presente il coro in legno di noce. La volta dell’abside è stata affrescata da Romeo Muso con le scene della Pentecoste.

Teatro Savoia ^

A pochi passi dalla cattedrale c’è il teatro Savoia, riconoscibile dalla sua facciata rossa. Il suo grande palazzo ha preso il posto dell’ex teatro Margherita ed è stato costruito tra il 1923 e il 1925. Inizialmente era conosciuto come Teatro Sociale.

La facciata dell’edificio è semplice e con linee geometriche decorate da inferriate, balaustre e finestre in ferro battuto che richiamano lo stile liberty. Sulla sommità dell’edificio sono presenti alcune lampade che donano una suggestiva illuminazione nelle ore serali.

Accedendo al teatro trovi degli affreschi all’interno del foyer che rappresentano la città di Campobasso e il Molise, oltre che episodi di vita quotidiana. Da qui partono due scale che conducono ai quattro ordini di palchetti e l’accesso alla platea. Una volta sovrasta questi spazi ed è decorata da un grande dipinto rappresentante Il Trionfo dei Sanniti.

Tra la platea e il palco è presente un golfo mistico in grado di ospitare circa quaranta orchestrali.

Palazzo del Governo ^

Il palazzo del Governo occupa gli spazi destinati all’antico convento delle Carmelitane, costruito agli inizi del settecento. In realtà le suore non ne entrarono mai in possesso e durante i secoli l’edificio ospitò diverse istituzioni, tra cui anche il carcere cittadino.

Tra il 1861 e il 1884 fu sottoposto a diverse modifiche per adibirlo a sede di uffici. Fu in questo contesto che le finestre acquisirono l’attuale aspetto neoclassico, in linea con la vicina cattedrale. Successivamente diverse personalità transitarono per questo edificio. Tra questi anche il re Vittorio Emanuele III con la regina Elena e il principe Emanuele Filiberto d’Aosta.

Il palazzo del Governo ospitò al suo interno la prefettura, il consiglio provinciale, la questura e il commissariato di Governo.

L’intero edificio si sviluppa su tre piani organizzati intorno a due cortili. Tra le sale più decorate c’è il salone di rappresentanza con affreschi a grottesche.

Monumento a Gabriele Pepe ^

Sull’omonima piazza non manca anche il monumento a Gabriele Pepe. Posizionato all’imbocco della piazza, vicino alla via stradale che ne cinge un lato, la statua è opera dello scultore Francesco Jerace.

Il monumento celebra la figura di Gabriele Pepe, militare, poeta, patriota e letterato arruolato nell’esercito napoletano, nato e morto a Civitacampomarano tra il settecento e l’ottocento. Durante la sua vita si spese per l’unità d’Italia.

La statua venne inaugurata nel 1913, alla presenza di alcuni parlamentari del Regno d’Italia e di Emanuele Filiberto di Savoia.

Palazzo della Banca d’Italia ^

Un altro importante e massiccio edificio che puoi vedere su piazza Gabriele Pepe è quello della Banca d’Italia. Questa è la sede cittadina dell’importante istituzione.

Per poter costruire il palazzo della Banca d’Italia, nel 1925, fu necessario abbattare un grande numero di case qui presenti. Un lato dell’edificio dà sulla piazza ed ha una forma con una leggera curva che sembra quasi ospitare il monumento a Gabriele Pepe.

L’esterno è in stile neoclassico, mentre attraverso una breve scalinata si accede all’ampio salone pubblico arredato in stile liberty e dalle vetrate a mosaico. Proprio qui sono ospitati importanti quadri di artisti molisani, come Nicola Biondi, Arnaldo De Lisio e Francesco Paolo Diodati. In questi dipinti sono rappresentati importanti epidosi della storia regionale, come l’ingresso di Ferrante I Gonzaga in città o la visita di alcuni papi nelle principali città.

Convitto Nazionale Mario Pagano ^

Sul lato opposto della strada rispetto al palazzo della Banca d’Italia puoi vedere l’imponente convitto Nazionale Mario Pagano. Questo, con i suoi 61 metri di larghezza, occupa quasi un intero lato di corso Giuseppe Mazzini. Dal trecento questo territorio era occupato dal convento di San Francesco, poi distrutto in seguito al terremoto del 1805. Al suo posto è stato edificato questo palazzo, inizialmente come sede del Real Collegio Sannitico.

La parte centrale del maestoso palazzo è a tre piani, mentre le due ali laterali sono a due piani. Sulla facciata si apre un ampio portale centrale con al fianco una serie di finestre leggermente arcuate. A dividere la struttura dalla strada c’è un ampio giardino risalente alla fine dell’ottocento e dotato di alcune specie pregiate e rare. Tra queste ci sono la sequoia gigante, il Ginkgo Biloba e il Cedro del Libano.

Al suo interno il convitto nazionale Mario Pagano ospita una prestigiosa Aula Magna, decorata con numerosi dipinti che raffigurano paesaggi, usi e costumi del Molise. Gli spazi sono poi divisi tra una scuola primaria, una secondaria e un liceo scientifico.

Piazza Vittorio Emanuele II e Palazzo San Giorgio ^

Raggiungi ora la seconda piazza principale tra quelle della Campobasso moderna: piazza Vittorio Emanuele II. In precedenza era nota come piazza Gioacchino Murat e poi come piazza Ferdinando II.

La sua ampia superficie è posta lungo corso Vittorio Emanuele ed è chiusa da alcuni importanti edifici: il palazzo di Giustizia e il palazzo del Municipio, ovvero palazzo San Giorgio. Questo edificio occupa gli spazi su cui anticamente c’era il convento dei Celestini. Al pian terreno è caratterizzato da un lungo porticato interrotto al centro da due colonne che sorreggono una balconata al piano nobile. Ai lati del palazzo ci sono invece due lapidi che ricordano i caduti della prima guerra mondiale.
Le finestre al primo piano sono tutte dotate di timpano e sono ad arco a tutto sesto, mentre quelle al secondo piano sono rettangolari. Un lato del palazzo si affaccia su di un parco, l’antico orto del convento.

Tra le aiuole di piazza Vittorio Emanuele II puoi vedere anche una fontana con un’ampia vasca. Questa risale al 1889.

Chiesa di Santa Maria della Libera ^

Nell’angolo destro del palazzo San Giorgio trovi anche una piccola chiesetta. Questa è la chiesa della Madonna della Libera ed è completamente integrata nell’edificio. Farai fatica a notarla, perché esternamente non ha richiami sacri, ma un semplice portone in legno stretto in una cornice in pietra e sormontato dall’iscrizione Venite adoremus.

La sua storia è particolare, perché la chiesa faceva inizialmente parte di un monastero qui costruito nel 1290 ma che a causa del terremoto del 1805 crollò quasi interamente. Rimase illeso solo il muro in cui era ospitata un’antica statua della Madonna, una statua in legno alta poco più di un metro e caratterizzata da un collo lungo e un dolce sorriso. Quella statua è ancora conservata al di sopra dell’altare.

L’altare originario è stato spostato nella cattedrale della Santissima Trinità, mentre quello qui presente apparteneva alla chiesa della Trinità.

Villa Comunale o Villa De Capoa ^

La villa Comunale, anche nota come Villa De Capoa, è un vasto parco cittadino. Questo nasce agli inizi dell’ottocento, nel 1806, in seguito ai vasti lavori di riprogettazione della città a causa del devastante terremoto del 1805. Il parco si estende per ben sedicimila metri quadrati sul luogo dove era già presente la villa settecentesca costruita da Andrea De Capoa, collegata all’ex monastero di Santa Maria delle Grazie.
La villa Comunale era inizialmente utilizzata dai monaci per coltivare le erbe officinali.

Rimasta per diversi decenni tra le proprietà della famiglia De Capoa, è stata ceduta al comune nel 1875 da Marianna De Capoa.

All’interno del suo verde potrai passeggiare per riposarti un po’ e per ammirare le statue in marmo sparse per tutto il parco. Tra queste, posizionata lungo il sentiero principale, c’è anche la statua di Bacco con dei grappoli d’uva. Non mancano anche altre decorazioni, come una vasca con uno zampillo d’acqua, una grotta in tufo e un grande balcone in pietra. Particolare è anche la presenza di due tombe quattrocentesche che ospitano il soldato Ricciardi Rota morto nel 1492 e il cane Alcon.

Dentro alla villa Comunale di Campobasso sono presenti anche alcune rare specie vegetali.

Museo dei Misteri ^

Continua il tuo itinerario alla scoperta di Campobasso con il museo di Misteri. Questo è leggermente più fuori dal centro cittadino ed è un museo decisamente particolare.

Con il termine Misteri non si intende qualche fenomeno paranormale alla Daniele Bossari, ma le spettacolari macchine ideate dall’artista Paolo Saverio di Zinno.

In questo edificio moderno, dalla facciata gialla e arancione puoi farti un’idea piuttosto chiara della manifestazione che va in scena ogni anno. La tradizione era quella di mettere in scena i Misteri della chiesa con lo scopo di meglio spiegarli alla popolazione analfabeta. Nel 1740 Di Zinno, insieme ad alcuni fabbri locali, ha dato vita a questa speciale forma di catechismo itinerante.

La manifestazione, che va ancora in scena ogni anno nel giorno del Corpus Domini, muove circa 700 persone tra attori e organizzazione. Gli attori si muoveranno leggeri nei cieli della città sorretti da queste speciali macchine che qui nel museo dei Misteri puoi ammirare. Ogni anno le macchine vengono revisionate in vista della sfilata e un gran numero di sarte cuce i vestiti per tutti gli attori.

Chiesa di Sant’Antonio Abate ^

Al di fuori della parte più storica del centro di Campobasso puoi trovare la chiesa di Sant’Antonio Abate. Nato come oratorio dell’ospizio dei benedettini di Santa Maria de Fora, entrò nei possessi dei Trinitari nel 1509, che ne fecero un ospedale.

Nel 1572 venne poi eretta l’attuale chiesa sui resti del vecchio edificio, e fu consacrata ai santi Leonardo e Antonio Abate. All’interno della chiesa prese a riunirsi la congregazione che raccoglieva al i contadini e gli artigiani, poi soppressa nel 1809.

La facciata della chiesa di Sant’Antonio Abate è lineare e squadrata, con un rosone centrale e un portone architravato decorato da piccole lesene con motivi floreali. Nell’architrave puoi vedere un’iscrizione latina che testimonia i Santi a cui la chiesa è dedicata. Sul lato orientale della chiesa puoi vedere le testimonianze di un antico ingresso in legno, oggi murato e di cui rimane solo l’arco a sesto acuto.

La chiesa di Sant’Antonio Abate è formata da una sola navata, con quattro altari in marmo posizionati sui lati e sormontati da tele e statue risalenti al XVI e XVII secolo. Un grande arco ribassato e affrescato divide il presbiterio dal resto della chiesa. Anche i solai del presbiterio e della navata sono affrescati, con scene che rappresentano la Crocifissione di Gesù e la Resurrezione.

Torre di San Mercurio ^

A poca distanza dalla chiesa di Sant’Antonio Abate e a pochissimi passi dalla porta Sant’Antonio Abate c’è una piccola torretta a pianta trapezoidale che si innalza tra le abitazioni.

Questa è la torre di San Mercurio e risale alla metà del quattrocento, quando venne eretta all’interno della cinta muraria fortificata aragonese. Nel cinquecento fu poi ceduta ai cittadini che ne fecero una serie di abitazioni private, utilizzo che permane tuttora ospitando tre unità immobiliari.

L’intera struttura a cinque piani è realizzata in blocchi di pietra irregolari con i solai in legno.

Porta Sant’Antonio Abate ^

Porta Sant’Antonio Abate è la prima porta della seconda cinta muraria cittadina che vedrai durante questo itinerario alla scoperta di Campobasso.

Questa cinta muraria era edificata nella parte più bassa del nucleo urbano e le sue porte erano in corrispondenza di dove confluivano i tratturi.

Porta Sant’Antonio Abate deve il suo nome alla vicinanza con l’omonima chiesa, ma è anche conosciuta come porta della Chiaia. Siamo nel punto più occidentale della cinta muraria.

La sua struttura è caratterizzata da un arco a tutto sesto, sulla cui chiave spunta lo stemma cittadino con la data del 1775, anno in cui la porta è stata rivista ed allargata. Sulla parete sinistra di porta Sant’Antonio Abate è inoltre murato lo stemma della famiglia Monforte con la data in numeri romani del 1463, ovvero l’anno della sua prima costruzione.

Porta San Nicola di Bari ^

Continua a camminare lungo il vecchio muro di cinta di Campobasso e arriva fino alla porta San Nicola di Bari. Questa porta è conosciuta anche come porta Nuova, perché risale al 1700, quando il centro cittadino è stato notevolmente espanso.

La sua costruzione si rese necessaria per creare uno sbocco verso i campi nel momento in cui si sviluppava la parte bassa della città.

Anche questa porta è ad arco e immette in un breve corridoio al di sotto dei palazzi costruiti sulla cinta muraria. Anche questa chiesa deve il nome alla vicinanza con la chiesa di San Nicola di Bari.

Porta Mancina ^

Sulla parte orientale della seconda cinta muraria di Campobasso c’è anche la porta Mancina. Deve il suo nome al fatto che era posta alla sinistra dell’ingresso principale, la porta San Leonardo (oggi scomparsa).

È anche nota come porta Santa Cristina perché la sua struttura ad arco ogivale era collegata alla vicina chiesetta di Santa Cristina. L’arco poggia su due grandi mensole in pietra ed è preceduto da un avancorpo con arco di fabbrica, sormontato da un’abitazione.
Le sue origini risalgono al periodo medievale, agli inizi del XV secolo.

La posizione della porta Mancina era strategica. Infatti passandovi attraverso i ‘servi’ lavoratori potevano accedere facilmente e velocemente ai campi.

Porta San Paolo ^

Raggiungi infine la porta più orientale, ovvero porta San Paolo. Ancora una volta deve il suo nome alla vicinanza con un’omonima chiesa: la chiesa di San Paolo Apostolo.

Sull’arco della porta San Paolo c’è lo stemma della famiglia Monforte-Gambatesa con inciso l’anno 1374 in numeri romani. La scultura in altorilievo presenta poi una banda trasversale con tre scudi che si susseguono.

Oggi porta San Paolo conserva ancora il suo arco a tutto sesto ed è sormontata da una finestra e da tre serie di conci ad archetto in chiusura.

Porta San Paolo è anche una delle vie più veloci per giungere al castello partendo dalla parte più bassa del borgo.

Chiesa del Sacro Cuore di Gesù ^

Concludi l’itinerario delle cose da vedere a Campobasso con la chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Se sei arrivato in città in automobile è molto probabile che tu ci sia passato davanti e che sia rimasto colpito dalla sua maestosità.

La chiesa del Sacro Cuore di Gesù risale alla fine del XVI secolo, quando venne costruita insieme a un convento in una zona periferica del borgo, al di fuori delle mura. La costruzione di questa chiesa celebrava la pace stipulata tra le varie confraternite della città.

Nei secoli successivi il convento venne chiuso e riaperto più volte, mentre gli spazi del convento vennero trasformarti per adempiere ad altre funzioni, come quelle di scuole e caserma. Purtroppo un devastante incendio scoppiato nel 1922 danneggiò seriamente la chiesa, che venne totalmente ricostruita e completata nel 1933 titolandola al Sacro Cuore di Gesù.

L’imponente facciata della chiesa del Sacro Cuore di Gesù si affaccia su piazza San Francesco e si presenta in uno stile eclettico a metà tra il neoclassico e il prerazionalismo tipico delle architetture fasciste. La facciata è divisa in tre attraverso l’utilizzo di paraste. La parte centrale è dotata di un portale di accesso più grande, sormontato da una finestra rettangolare e, ancora al di sopra, da una monofora circolare. Sopra al timpano è posizionata la statua di Gesù.

Gli spazi interni sono organizzati su tre navate, con la centrale di dimensioni maggiori e un’altezza maggiore. Non ci sono particolari decorazioni e trionfano i colori chiari e il bianco. Sopra all’altare, in una grande nicchia, c’è una statua di Gesù, l’unica scampata all’incendio del 1922.

Mappa dell’itinerario di Campobasso ^

Ecco la mappa delle cose vedere a Campobasso. Puoi seguire questo itinerario interamente a piedi. A fine giornata avrai percorso qualche chilometro, ma è il modo migliore per visitare la città.

Cosa mangiare a Campobasso ^

Le specialità gastronomiche di Campobasso e della cucina molisana sono numerose e potrai assaggiarle nelle varie osterie sparse per il centro storico. Tra i prodotti tipici ci sono alcuni insaccati e carni, come il capocollo stagionato, la soppressata, i torcinelli e la ventresca. Non manca anche una ricca tradizione di piatti a base di funghi, con porcini, gallinacci, tartufi e di formaggi, come il caciocavallo, il burrino e il pecorino.

Per chi invece ama i primi può trovare numerose zuppe a base di legumi e farro, taccozze e fagioli, la caponata, ottenuta con il grano duro bagnato in acqua e aceto e condito con pomodoro, sedano, alici, uova sode e tanto altro. Molto gettonata anche la pizza de randinie, un pane servito con una minestra di verdure o carne di maiale.

Uno dei principali dolci tipici è invece il picellati, ovvero un dolce cotto al forno con mosto, miele e mandorle.

Dove dormire a Campobasso ^

Se stai visitando il Molise, Campobasso e i borghi e città limitrofe, ti consiglio di scegliere proprio la città di Campobasso come punto in cui fermarti a dormire. Oltre ad essere la città principale in questa zona, è anche ricca di strutture ricettive. Inoltre nel suo centro storico troverai numerosi locali e servizi in cui poter mangiare qualcosa e assaggiare prodotti tipici.

Se la tua visita si limita alla città di Campobasso ti consiglio di scegliere un hotel in centro, così da parcheggiare l’auto e muoverti poi a piedi. Se invece sei all’interno di un viaggio alla scoperta della regione, può essere una buona opzione scegliere una sistemazione nei dintorni del centro. Queste avranno tendenzialmente stanze più spaziose e nessun problema di parcheggio.

A questo link puoi vedere hotel e bed and breakfast disponibili a Campobasso.

Io ho scelto questa struttura, molto comoda per raggiungere anche le altre destinazioni da vedere nel mio viaggio alla scoperta di questa parte del Molise, senza dover passare ogni volta dal centro cittadino.

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