Site icon Lorenzo Taccioli

Isola di Møn – Cosa Vedere in Un Giorno

Purtroppo il nostro viaggio in Danimarca è praticamente terminato ed è veramente agli sgoccioli. Abbiamo a disposizione l’ultimo pomeriggio, prima di imbarcarci intorno alle 22 per il rientro in Italia. Siamo però riusciti a vedere tutto quello che ci eravamo prefissati, e anche qualcosina di più, ed abbiamo ancora un po’ di tempo a disposizione. Apriamo così la guida turistica e cerchiamo dove poter passare le ultime ore: l’isola di Møn è la risposta!

Tra alte scogliere, mare e chiese antiche è possibile passare qualche ora (o qualche giorno) di relax. Nelle chiese dei dintorni di Stege, la cittadina principale, sono stati riscoperti antichi affreschi eseguiti da una persona non ben identificata, nominata Elmelund che utilizzò uno stile decisamente particolare..

Dove si trova l’isola di Møn ^

L’isola di Møn si trova nell’estremità sud orientale della Danimarca, più precisamente al di sotto della Selandia (l’isola su cui sorge anche Copenaghen), alla quale è collegata attraverso il breve Queen Alexandrine Bridge, sulla strada 59. Quest’isola, dalla superficie di circa 615 chilometri quadrati, è una delle destinazione turistiche più apprezzate dai danesi e da chi vive a Copenaghen. Vuoi per la breve distanza (poco più di cento chilometri dalla capitale), vuoi per le sue bianche scogliere (le più alte di tutta la nazione), vuoi per le sue spiagge sabbiose, l’isola di Møn attira ogni anno migliaia di turisti.

Cosa vedere sull’isola di Møn ^

Quest’isola è famosa soprattutto per le sue bianche scogliere, che rappresentano un po’ di montuosità in un paese piatto come la Danimarca. In realtà nasconde anche una piccola cittadina, Stege, e una serie di antiche chiese in cui trovano spazio, al loro interno, dei piccoli tesori dal grande valore storico.

Tra le cose da vedere sull’isola di Møn c’è un buon bilanciamento tra natura e cultura e nell’itinerario che abbiamo seguito non ci siamo fatti mancare nulla, anzi le tappe sono tutte in successione per arrivare fino alle scogliere.

Nel 2017 l’UNESCO ha dichiarato quest’isola prima riserva per la biosfera della Danimarca.

La Città di Stege ^

Appena attraversato il Queen Alexandrine Bridge, che collega l’isola di Møn al resto della Danimarca, ci troviamo immersi nel verde. La strada 59 prosegue con ai lati vasti campi di terra, prati e mare. In nemmeno un quarto d’ora di percorrenza arriviamo alla città di Stege, la principale di tutta l’isola, che sembra quasi accoglierci sull’isola.

Stege deve la sua ricchezza all’industria ittica, in particolare a quella delle aringhe pescate abbondantemente nelle acque intorno alla città. La lavorazione e la commercializzazione di questo prodotto ha fatto crescere parecchio la città, trasformandola in una delle città di provincia danesi più prosperose. Nel XV secolo vennero addirittura erette delle mura a protezione della città, in buona parte distrutta durante un moto di ribellione dei cittadini appena un secolo dopo. La Mølleporten, che vedremo tra poco, è uno dei pochi simboli di queste mura rimasto.

La città di Stege è di dimensioni davvero contenute ed è facilmente visitabile a piedi in nemmeno un’oretta. Quando arriviamo il centro storico è praticamente deserto e di tanto in tanto passa un’automobile sulla via principale che divide in due la città e che prosegue fin verso le scogliere dell’isola.

Noi parcheggiamo l’automobile sulla banchina che dà sul mar Baltico e procediamo poi a piedi. Sulla via principale, proprio all’inizio della città, la parete visibile di una casa è interamente occupata da un murales che raffigura proprio la città di Stege, la sua posizione stretta tra l’omonima insenatura (Stege Nor) e il mare, e i principali simboli cittadini.

Stege Kirke ^

L’attrazione principale di tutta la città è senza dubbio la Stege Kirke, ovvero la chiesa cittadina. La Stege Kirke è una delle antiche chiese dell’isola di Møn e risale agli inizi del XIII secolo, quando venne costruita in stile romanico. Le generose e massicce dimensioni esterne racchiudono al suo interno affreschi risalenti al XIV e XV secolo, nei quali sono state utilizzate le tonalità del nero e del rosso, quasi a richiamare i colori degli esterni in mattone rosso con fasce orizzontali bianche.
Nei soggetti disegnati in stile molto semplice, quasi come tracciati da un bambino, si distinguono persone dai lineamenti scimmieschi immersi tra animali difficilmente decifrabili.

I dipinti presenti all’interno della Stege Kirke vennero coperti in calce bianca, per poi essere riportati alla luce nel 1892 e restaurati nuovamente nel 1998. Oltre a questi, di particolare valore storico, è anche la fonte battesimale del 1625 con bacino in pietra arenaria e il piedistallo (più recente) in legno. Sul bacino sono presenti tre bassorilievi che raccontano episodi della vita di Gesù: tra cui la sua circoncisione e il battesimo.

Dai soffitti della chiesa pende anche il modellino della nave Justitia, costruita nel 1718 da Hans Larsen, un marinaio norvegese di Bergen che decise di regalarla alla chiesa di Stege. La nave viene smontata una volta ogni dieci anni, per essere sottoposta a manutenzione dall’associazione costituita con questo apposito scopo.

Originariamente la chiesa venne costruita con abside, coro e un’unica navata. Solo due secoli più tardi fu aggiunta la grande torre che caratterizza una delle sue facciate, insieme ad un ampliamento generale della chiesa avvenuto a seguito di un incendio.

La chiesa è stretta in un recinto in muratura, all’interno del quale è presente anche il Middelalder Have, un piccolissimo frutteto con piante alimentari ed erbe medievali contrassegnate da alcuni cartellini.

Stege Torv – la Piazza Principale ^

Ritornati sulla via principale procediamo verso il cuore del paese. Dopo esserci affacciati su di un cortile interno con un ristorante e alcune botteghe ospitate in vecchi palazzi, arriviamo alla piazza principale: Stege Torv.

Qui sorgeva l’antico municipio e davanti andava in scena uno dei più grandi mercati di tutta la Danimarca. Agli inizi del XV secolo, però, il consiglio comunale cedette una parte della piazza per costruirne degli edifici che, inevitabilmente, ridussero lo spazio del mercato e diedero a Stege Torv l’attuale forma triangolare. Nello stesso periodo venne costruita la fortezza intorno alla città, comprendente anche la Mølleporten.

Il mercato veniva quindi allestito lungo Storegade e vi si trovavano in vendita sia prodotti locali, che altri internazionali che le navi in arrivo all’isola di Møn raccoglievano lungo il percorso nel mar Baltico.

Attualmente Stege Torv ospita una fontana al suo centro e due tra i più importanti palazzi cittadini: il municipio caratterizzato da una torre al suo centro esatto e il palazzo del mercato, proprio al fianco del municipio, dove venivano prese scelte legislative ed economiche circa il mercato.

Il lungo e basso edificio giallo, diviso in due da un passaggio pedonale, è conosciuto come Kammerradgeran. Al suo interno veniva ospitata dal 1772 la guardia mercantile, ma in realtà l’edificio era già esistente nel 1730. Grazie al suo tetto in pietra riuscì a resistere e ad arginare l’incendio che scoppio a Stege nel 1774. Nel 1998 il palazzo è stato radicalmente ristrutturato e portato a nuova vita e al suo interno sono stati ricavati ben 21 appartamenti.

Mølleporten – la porta del Mulino ^

L’ultima tappa all’interno della città di Stege è Mølleporten, che raggiungiamo sempre proseguendo sulla via principale. Questa era l’antica porta di ingresso alla città, insieme ad altre due andate distrutte.

La sua costruzione risale al XV secolo, quando alla città già fortificata venne aggiunta un’ulteriore cinta muraria che la proteggesse in ogni direzione e che tenesse conto delle sue dimensioni crescenti a causa della fruttifera pesca delle aringhe, vera fonte di sostentamento di tutta Stege e dell’isola di Møn.

Intorno alle mura venne scavato un fossato che andava così a circondare l’intera città con l’acqua, collegandosi direttamente all’insenatura e al mare che la lambiscono a nord e a sud. Quando le mura cittadine, durante il XVII secolo vennero demolite, la Mølleporten fu salvata da questo destino e, anzi, venne riutilizzata come prigione cittadina nel suo ultimo piano. Ancora oggi questa porta rappresenta una delle più antiche parti di fortificazioni cittadine dei paesi nordici giunta fino ai giorni nostri.

Il nome Mølleporten, che significa “porta del mulino”, gli venne dato per via della zona in cui si trovava: intorno a questa porta, infatti, erano presenti svariati mulini che lavoravano i prodotti per i cittadini dell’isola e per i mercati che venivano svolti sulla piazza principale.

Mølleporten è una struttura a quattro piani che si collega direttamente a terra ed è chiusa da un tetto a piramide. Nel pian terreno è scavata una galleria che fino al 1987 rappresentava la strada principale. Le sue dimensioni contenute impedivano però a mezzi troppo grandi di passare di qui e così venne aperta una seconda strada al suo fianco e la Mølleporten è rimasta ad utilizzo di ciclisti e pedoni.

Keldby Kirke ^

Riprendiamo l’automobile e procediamo in direzione di Keldby. Ad appena quattro chilometri arriviamo alla seconda chiesa che vale la pena visitare sull’isola di Møn.

La Keldby Kirke è immersa nel verde del grande cimitero che la circonda totalmente.

Il nome di Keldby proviene da una leggendaria fonte sacra, che si trovava poco più a sud della chiesa. Questa chiesa venne costruita per omaggiarla intorno al XIII secolo, sui resti di una precedente chiesa in legno risalente al Medioevo.

Anche al suo interno si trovano numerosi affreschi, la maggior parte dei quali riconducibili al maestro Elmelund che pare abbia decorato la maggior parte delle chiese presenti nei dintorni, probabilmente intorno al 1400. All’interno della Keldy Kirke sono però presenti anche affreschi più antichi: si stima che il più vecchio di tutti risalga addirittura al 1275 e si trova nelle pareti del coro, mentre altri risalgono al 1600. Lungo le pareti della navata è invece possibile ammirare un’altra serie di affreschi risalente al 1325 e, davanti all’arco dell’altare è possibile vedere la rappresentazione della Trinità.

La parte più antica della chiesa è quella della navata e del coro, ma tutta la struttura venne rivista intorno al 1480, quando alla navata vennero aggiunte le volte a crociera e il coro arricchito con pietra calcarea. Pochi anni dopo venne aggiunta la grande torre che ancora oggi definisce il profilo dell’edificio.

Il pulpito in legno contenuto all’interno della chiesa e decorato con stemmi e la raffigurazione di Gesù crocefisso è databile 1586, mentre la pala d’altare suddivisa in tre sezioni e riccamente intagliata è di epoca tardogotica: nella parte centrale è rappresentato Sant’Andrea, a cui la chiesa è dedicata, con la sua croce mentre ai lati sono rappresentati episodi tratti dalla sua leggenda e ancora più esternamente i 12 apostoli.

Entrando nella Keldby Kirke rimaniamo letteralmente impressionati dall’enorme numero di affreschi in uno spazio così piccolo, che decorano praticamente tutta la volta dell’unica navata. Qui sono raffigurati episodi tratti dall’antico e dal nuovo testamento che vennero riportati alla luce alla fine del XIX secolo.

Guardando la chiesa dell’esterno, è ancora possibile vedere tra i suoi mattoni rossi, i profili di vecchie finestre romaniche che vennero completamente murate. Dopo una breve passeggiata all’interno del cimitero estremamente rigoglioso che circonda la chiesa siamo pronti per ripartire. Prendiamo l’automobile ma prima di metterci nuovamente in viaggio non possiamo non notare una tipica casa di questa parte della Danimarca, nascosta da una ricca vegetazione..

Elmelunde Kirke ^

In appena 5 minuti (4 chilometri) siamo all’ultima chiesa che vedremo sull’isola di Møn e in tutta la Danimarca: la Elmelunde Kirke.

La chiesa di Elmelunde è la più antica chiesa in pietra di tutta l’isola di Møn ed è circondata da un recinto in muratura e pietra nel quale si aprono un paio di cancelli che permettono di accedere al piccolo parco e al tumulo che circonda la chiesa.

Nel suo parco, precisamente nella parte in cui si trova il cimitero, sono stati ritrovati dei resti risalenti all’epoca del bronzo, il che fa pensare che questo fosse un luogo di culto già in epoca pagana. Venne poi costruita una chiesa in legno che a sua volta fu sostituita dall’attuale costruzione in pietra.

La chiesa di Elmelunde, per via delle sue dimensioni, era conosciuta anche come “castello di Elmelunde” e in epoca medioevale faceva capo dalla diocesi di Roskilde. La struttura originale, di epoca romanica, risale al 1085 ed aveva un coro più basso e più stretto rispetto all’attuale, un’unica navata e della pareti alte circa sei metri e mezzo nelle quali si aprivano delle piccole finestre. I materiali impiegati in questa prima costruzione furono molto vari: granito, gesso, paglia, pietra focaia sono solo alcuni e sono parzialmente visibili in alcuni punti della facciata. Nel 1200 la chiesa venne estesa sul lato ovest e proprio qui furono aperti i nuovi ingressi, murando i precedenti ubicati sulle pareti nord e sud. A sud ovest è ancora presente l’ingresso principale dell’Elmelunde Kirke.

Nel 1300 venne cominciata la costruzione della massiccia torre, che fu completata solo due secoli più tardi. Questo campanile è dotato di una scala a chiocciola che permette di raggiungere i meccanismi dell’orologio posto sulla sua facciata, purtroppo però la scala non è aperta al pubblico. In questo stesso periodo il coro venne abbattuto e ricostruito. Al suo interno è ospitata la pala d’altare in stile barocco risalente al 1646. Subito fuori dal coro è conservato anche l’antico pulpito che risale agli stessi anni della pala d’altare e prese il posto di uno precedente andato perso. Da notare anche la fonte battesimale, il cui la vasca in granito risale al 1350 circa.

Anche la chiesa di Elmelunde è estremamente ricca di dipinti su tutte le sue pareti. Questi furono riscoperti intorno al 1885, sotto la calce che ricopre i muri interni e vennero presto riportati alla luce. Un restauro degli anni ’70 ha permesso poi di migliorarne la conservazione e di scoprirne dei nuovi. Riconoscibili dallo stile si pensa che anche questi affreschi siano riconducibile allo stesso Elmelund che lavorò nelle altre chiese vicine che abbiamo appena visitato e di cui non si conosce la vera identità. Le scene qui riportate sono tratte per la maggior parte dal Nuovo Testamento e sono mischiate a scene di vita quotidiana, come la caccia o la lavorazione nei campi. Le volte della chiesa sono arricchite da elementi naturali, come piante rampicanti, fiori e stelle. La maggior parte di questi affreschi risalgono al XV secolo. Pare che la tecnica utilizzata nella decorazione di questa chiesa sia l’applicazione “a fresco”, ovvero sui muri ancora umidi. Ciò permise al colore di essere così resistente e di rimanere vivido nonostante gli anni e la calce che lo coprì per svariati secoli.

Chi visita l’Elmelunde Kirke non può notare il grande tumolo esterno, di circa 20 metri per 3, posizionato ad est della chiesa e all’interno del cimitero. Si pensa che sotto questo grande ammasso di terra siano seppelliti svariati corpi, ma in realtà non sono mai stati fatti scavi che studiassero il sottosuolo, quindi non si ha la certezza di cosa nasconda, ne dell’epoca a cui risalga.

Møns Klint – le Scogliere della Danimarca ^

Arriviamo infine all’estremità occidentale dell’isola di Møn, dove ad accoglierci ci sono le Møns Klint, ovvero le bianche scogliere sormontate da una folta boscaglia. Questo paesaggio è decisamente insolito per la Danimarca, caratterizzata da un territorio quasi esclusivamente pianeggiante. Le scogliere raggiungono i 120 metri di altezza e si estendo per circa sei chilometri. All’interno del parco naturale di cui fanno parte si trova anche l’Aborrebjerg, uno dei monti più alti della Danimarca con i suoi 143 metri.

Questa parte del paese è estremamente apprezzata dai danesi, che vi si recano per fare un break in mezzo alla natura o per cimentarsi in uno dei tanti sport che qui si possono esercitare: canoa alle basi delle scogliere, trekking tra i boschi, mountain bike su percorsi suggestivi..

Per vedere le Møns Klint è necessario percorrere tutta la strada 59 e poi continuare sulla 287. Gli ultimi quindici minuti di tragitto saranno poi su di un strada sterrata che conduce fino al GeoCenter, un grande museo costruito quasi a picco sul mare che mostra i processi geologici della zona. Nel GeoCenter si può apprendere la genesi delle Møns Klint, formatesi circa 5000 anni fa quando i gusci delle conchiglie che si depositarono in fondo all’oceano per secoli vennero si trasformarono in sedimenti calcarei e vennero sollevate. Oltre 70 milioni di anni fa l’intera Danimarca era ricoperta dagli oceani e la sua acqua era tiepida, favorendo la proliferazione di molti animali microscopici e alghe. Buona parte di questi aveva un guscio in calcare che si depositò nel fondo dell’oceano e rimase lì per svariati secoli, tanto che nel frattempo l’area venne popolata dai dinosauri e le montagne emersero dai mari. Il fondo gessoso del mare emerse dalle sue acque prima dell’ultima grande glaciazione che colpì la Danimarca circa 12000 anni fa. Il ghiaccio poi coprì tutta la nazione, portando con se una parte del fondo oceanico. Attraverso lo scontro di grandi pezzi del fondo oceanico si creò addirittura questa parte dell’isola di Møn. Il terreno è suddiviso in strisce nere di pietre focaie intervallate al gesso, che mostra evidente come questi grandi pezzi si scontrano e si ricomposero assieme sotto l’enorme pressione del ghiaccio.
Quando il ghiaccio si sciolse ci furono frane e crolli sempre più piccoli che diedero l’aspetto attuale a queste scogliere. Le Møns Klint non sono comunque statiche, ancora oggi infatti indietreggiano ogni anno di circa 2/4 cm per via degli agenti atmosferici sulla roccia, come acqua e vento. Si stima che nel giro di cinquantamila anni tutta la zona dell’Hoje Møn (questa parte naturale dell’isola) sarà scomparsa per via dell’erosione.

Per via di questo fenomeno nel 2007 è collassato in mare uno dei punti più sporgenti delle Møns Klint, chiamato Store Taler. Precipitando in acqua ha creato una penisola di circa 300 metri nell’oceano, un fatto piuttosto raro per le sue massicce dimensioni che però non è più possibile vedere, perché la penisola è stata totalmente erosa dalle onde del mare e dal vento.

L’intero gesso che compone le Møns Klint è ricchissimo di antichi scheletri appartenuti agli esseri viventi marini di circa 70 milioni di anni fa, buona parte dei quali ora estinti. Quando la scogliera si sfoglia è probabile trovare resti di ricci di mare o di belemniti.

Il territorio di Møns Klint è annoverato tra le aree naturali protette della Danimarca dal 1983. L’obiettivo è quello di preservare il valore naturale di questa zona, garantendo ai visitatori la possibilità di accedervi. Ovviamente chiunque metta piede qui deve osservare un comportamento rispettoso della natura, come ad esempio quello di non raccogliere i fiori tra cui le ben 18 specie di orchidee selvatiche che qui nascono e proliferano grazie all’alta concentrazione di gesso nel terreno.

Il museo GeoCenter si trova sul bordo del grande parcheggio in cui è possibile lasciare l’automobile al costo di 35 corone giornaliere (non sono presenti tariffe per frazioni di giornata) e, sul suo lato sinistro, parte una lunga scalinata in legno che in dieci minuti / un quarto d’ora conduce fino alla base delle scogliere, passando dalla sua sommità all’acqua del mare. Questo museo illustra la storia del territorio e permette di scoprire più nel dettaglio i ritrovamenti qui effettuati e la particolare composizione di questo territorio

Al GeoCenter è possibile ritirare un opuscolo che illustra l’area circostante e dà informazioni su ben 7 itinerari di trekking che possono essere fatti, che vanno da una lunghezza di 2,2 chilometri a ben 9 chilometri. Clicca qui per scaricare l’immagine della mappa in alta risoluzione.

Mappa Itinerario dell’isola di Møn ^

Ecco l’itinerario che abbiamo seguito sull’isola di Møn. Si tratta di circa 20 chilometri (a tratta) che possono essere percorsi in automobile tranquillamente in una giornata o anche mezza se avete meno tempo a disposizione. Ovviamente in mezza giornata non ci sarà tempo a sufficienza per rilassarsi sulle spiagge dell’isola, ma qualora abbiate qualche ora in più o addirittura qualche giorno, potrebbe essere un’ottima idea riservare un po’ di tempo alla tintarella estiva.

Scopri anche il resto del paese nella guida al viaggio di 9 giorni in Danimarca.

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